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Scambio di Coppia

DESIDERIO 9 - LA BUONA AZIONE Parte prima


di Aleppe
01.05.2018    |    9.263    |    4 9.4
"“ “Ed io cosa ci posso fare?”, rispose la mia dolce metà, intendendo già le intenzioni della nostra ospite..."
[Riprendo la saga tra mia moglie, io ed i nostri ospiti nella villa del sesso!]

Al bordo della piscina Cinzia e Gianna giacevano sui lettini sotto il sole splendente completamente nude quando si presentò la cameriera annunciando la presenza di una persona al cancello. “Chi è?”, chiese allora Gianna, “Un extra comunitario. Penso che voglia del denaro.”, rispose quella. “Va bene, grazie, vengo io a parlare con questa persona.”. Il questuante, a differenza delle aspettative di Gianna, era un bel ragazzo giovane, che sotto un jeans sdruito ed una maglietta sporca nascondeva una notevole muscolatura, appena avvilita dalla condizione di indigenza. La pelle scura, i capelli neri e lo sguardo timido, ma non privo di un certo fascino, lo rendevano certo un tipo interessante. A Gianna venne un’idea. “Ascoltami”, gli disse, “non sono tipo da elargire denaro, ma se vuoi ti posso offrire ospitalità. Posso darti da mangiare, nuovi vestiti e … il resto si vedrà.”

Kamal, così si chiamava il ragazzo, a digiuno da un paio di giorni, accettò la proposta ed entrò. Fu condotto nel bagno, dove potè fare una doccia calda e lavarsi, gli furono consegnati nuovi abiti e fu finalmente messo a tavola, dove potè rifocillarsi. Gianna gli tenne compagnia durante il pasto, chiacchierando del più e del meno, poi, terminato di bere il caffè, lo prese per mano e lo trascinò verso la piscina. “Cinzia, ti presentò Kamal”, cominciò accompagando il marocchino da mia moglie che, intanto, si era rimessa almeno il bikini, che comunque lasciava vedere in maniere palese il suo corpo formoso. “Piacere Cinzia”, “Piacere Kamal”. Scambiatisi i convenevoli, Gianna riprese: “Cinzia, Kamal si è presentato alla nostra porta sporco ed affamato, ed io ho gli ho dato cibi e vestiti. Adesso ci sarebbe un altro bisogno naturale da soddisfare: il sesso. Sono mesi che Kamal non vede una donna ed avrebbe proprio il desiderio di un piacevole rapporto sessuale. “ “Ed io cosa ci posso fare?”, rispose la mia dolce metà, intendendo già le intenzioni della nostra ospite. “Beh, tu sei una bella donna, lui un bel ragazzo giovane, a te piace il cazzo, potresti fare un atto di generosità.” “Gianna, tu sei pazza, mi sembra che ci sia una certa differenza tra dare del cibo e dare il proprio corpo!”. “E dai, non farla tanto lunga, quando ti ricapita un’occasione come questa di godere mente fai una buona azione?! Lo sai che tua moglie è proprio una rompiscatole?” concluse rivolgendosi a me. “Va bene, ho capito adesso ci penso io”, sbottonò quindi i pantaloni a Kamal, li calò insieme alle mutande fino alle caviglie, prese il membro del marocchino in mano e lo avvicinò al viso di mia moglie ancora straiata. “Su, su, da brava, prendilo in bocca. Vedrai che ti piacerà.” “Tu sei pazza, non ci penso neanche …”, ma non fece in tempo a concludere la frase che Gianna le tappò il naso e infilò nella bocca spalancata per respirare il cazzone del marocchino. Che non perse l’occasione, afferrò la testa di mia moglie e la cominciò a muoverla avanti e indietro per farsi fare un bel bocchino. Gianna chiamò quindi la cameriera. “Tu, leccale la fica mentre lo spompina, così si scalderà un po’, altrimenti sarà dura prendere un asta di quelle dimensioni così a secco.”. Ubbidiente, quella allargò le cosce, slacciò il costume da bagno, infilò la testa tra le di lei gambe e cominciò a dar gran colpi di lingua alla vulva spalancata. Intanto Kamal le aveva tolto una mano dalla testa per strappare letteralmente il reggiseno a mia moglie e smanacciarle voglioso le tette. La poverina cercava di opporsi agitando le braccia, ma il cibo doveva aver restituito ampie energie al marocchino, che non intendeva affatto mollare la presa e si era pure liberato dagli impedimenti di scarpe e vestiti. “Avanti, ora scopatela.” Proseguì Gianna, scostando la cameriera, ma mantenendo le gambe aperte. Kamal estrasse il cazzo umido dalla bocca e, senza dare a mia moglie il tempo di reagire, in un batter d’occhio lo infilo nella fica della mia consorte. Colsì l'occasione per afferrrare il braccio della cubana, la misi a sedere sulle mie ginocchia, le presi la mano e la posai sul mio membro eretto mostrandole chiaramente che avrei gradito una bella sega. “Ti piace vedere tua moglie scopata da uno sconosciuto, per giunta africano, eh?” disse Gianna rivolgendosi a me, tuttavia non le risposi: il mio sguardo fisso sulla coppia era più che eloquente. Kamal cominciò a scopare mia moglie a gran colpi, leccandole e mordendole nel contempo i capezzoli, atto al quale lei non sapeva resistere e lasciandosi perciò andare godendosi l’accaduto.

In effetti, dopo qualche minuto se ne venne emettendo un lunghissimo “Oooohhh” di piacere. Gianna sussurrò allora qualcosa nell’orecchio di Kamal, il quale, afferrati i fianchi di mia moglie, la girò per scoparla alla pecorina, dandole delle gran pacche sulle sue magnifiche chiappe. Cominciò quindi anche a tittillarle l’ano umettandolo e, all’improvviso, estrasse il cazzo dalla fica di lei e glielo ficcò brutalmente nel culo. Lì per lì, mia moglie emise un urlo di dolore, ma si riprese quasi subito e cominciò ad assecondare col suo movimento quello di lui, decisa a farlo venire. A Kamal questo non bastava, e spingeva sempre più forte, fino a quando le ginocchia di lei non cedettero, cadde riversa sul lettino mentre lui la teneva fermamente per i fianchi e la inculava come un forsennato, mentre lei sbuffava e stringeva i denti per lo sforzo. Era bellissima, sdraiata sbilenca sul lettino, che sotto il peso del corpo del ragazzo, le gocce di sudore che le colavano dalla fronte, gli occhi strabuzzati e, ciononostante, assolutamente dedita a non sciupare quel momento e regalare all'africano il suo momento di piacere. Non passò molto tempo che lui le venne nel culo. Estrasse allora la nerchia gocciolante dal di lei ano e, a quella vista, me ne venni anchio, schizzando di sborra il viso della cameriera, evidentemente avvicinatasi troppo.

Mentre mia moglie a pancia in giù ancora boccheggiava per la fatica compiuta, ma sorridente per il piacere provato, Gianna porse a Kamal un asciugamano e, dopo avergli strizzato l’occhio, disse: “Tieni Kamal, pulisciti, poi rivestiti e … vienici a trovare presto!”.
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