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DESIDERIO 9 - LA BUONA AZIONE Parte seconda


di Aleppe
02.05.2018    |    4.788    |    2 8.3
"Gianna, non sono lo sfogo per extracomunitari arrapati..."
[Da leggere tutto d'un fiato dopo aver terminato la prima parte]

Era trascorsa una settimana da quando avevamo conosciuto Kamal e le giornate erano proseguite oziose. Ancora al bordo della piscina, mia moglie era sdraiata lasciando che i raggi del sole le accarezzassero la pelle nuda, mentre Gianna era andata in casa affaccendata in non so quali faccende. Dopo una buona ora, si presentò sulla porta cinguettando: “Cucù! Cinzia, Guarda chi è arrivato? Kamal è tornato a trovarci!”.
Ci voltammo di scatto verso la porta. “Stavolta però non è venuto solo. L’ha accompagnato il suo amico Mostafa, anche lui marocchino. Si vede che devi aver fatto proprio una bella impressione.” Continuò lei, spostandosi e mostrando alla nostra vista un nerboruto ragazzo africano dalla pelle nera, la testa rasata e muscoli enormi. “Kamal mi ha detto di avergli parlato di te e che lui ha avuto subito una gran curiosità di conoscerti. Chissà cosa le avrà detto, sarei proprio curiosa di saperlo.” Cinzia, impaurita, si mise a sedere sul lettino. I due si avvicinarono rapidamente e, con un baciamano, Mostafa si presentò alla mia signora. “Piacere Mostafa” “Piacere Cinzia”, risposse lei balbettando intuendo cosa le aspettava. La scena che si presentava di fronte a me aveva qualcosa di strano: mia moglie, completamente nuda, seduta su un lettino con le gambe aperte poggiate a terra da lati opposti, mostrava al mondo la sua splendida vagina e di fronte a lei, ai suoi lati, stavano due giovani africani, l’uno dalla pelle scura, l’altro nera, in bermunda, canottiera e scarpe da tennis, evidentemente non indifferenti allo spettacolo che gli si mostrava davanti. “Ragazzi, ascoltatemi, io non sono quella che pensate voi. Gianna, non sono lo sfogo per extracomunitari arrapati. Non ho voglia di fare sesso con loro.”. “Uffa, come sei noiosa … neppure ti chiedessimo chissà quale sacrificio … dai ragazzi, spogliatevi e mettete in mostra la vostra merce. Vediamo se le viene voglia di comprare.”. Con calma, i due ragazzi si tolsero magliette, scarpe e bermuda e si mostrarono nella loro bellezza. In effetti entrambi erano dotati non solo di una muscolatura statuaria, ma anche di due membri notevoli. E se quello di Kamal mi era sembrato già gigante, quello di Mostafa lo era ancora di più. Mia moglie però, visto l’evolversi della situazione, tirò su le ginocchia e si chiuse a riccio in segno di difesa. Disse allora Gianna, indicando il terrazzo al primo piano della villa “Ragazzi, il terrazzo che vedete è quello di un’ampia camera dove c’è un bellissimo letto matrimoniale, grande e spazioso. Se volete rilassarvi, potete approfittarne.” e sogghignando continuò: “Naturalmente se prima di rilassarvi volete trastullare le vostre membra godendo di un bel corpo femminile, fate pure” si avvicinò quindi a Cinzia e, afferatole una guancia, “E su, caruccia, fai anche oggi una buona azione”, le disse. “Prendetala e portatevela di sopra”, ordinò infine ai due voltandosi di scatto verso loro. Che non se lo lasciarono ripetere: afferrarono ciascuno un braccio e una gamba di mia moglie, la sollevarono dal lettino e si avviarono verso la villa trascinandola di peso. Lei provò a ribellarsi, in maniera flebile per la paura che le maniere peggiorassero, ma loro proseguirono nel loro tragitto. Confesso che vedere la propria moglie nuda, portata per le gambe e le braccia da due aitanti giovani anche loro nudi, con l’evidente intenzione di goderne, mi eccitò moltissimo. Arrivati alle scale però, dovettero fermarsi perché non riuscivano a passare. La rimiserò quindi in piedi e la costrinsero a salire con le proprie gambe stando uno davanti e l’altro dietro. “No, vi prego, state fermi, non ho voglia”, replicava lei, sbracciandosi per impedire la presa. Kamal, quello davanti, cercava di afferrarle le braccia per tirarla, mentre Mostafa, da dietro, le dava grandi sculacciate e si divertiva a pizzicarle le chiappe. “Forza signora, muoviti, non vogliamo farti del male, ma solo trascorrere con te un po’ di tempo in compagnia”, ironizzava inoltre. Alla fine, Kamal la afferrò per i lunghi capelli neri, qindi le mise la testa sotto l’ascella e, mentre l’amico continuava a smanacciarla qua e là, riuscì a trascinarla per le scale, introdurla nella camera e sbatterla sul grandissimo lettone matrimoniale.

Non le furono però subito sopra; prima la misero elegantemente a sedere sul bordo del letto, le si misero ai lati e le schiaffarono i due membri davanti al viso. Quindi le presero le mani e le misero sopra quelli, mostrando chiaramente le loro aspettative. Che non furono tradite, infatti lei cominciò a smanettarli e, dopo poco, a prenderli alternativamente in bocca. Mostafa le fece capire che avrebbe gradito qualcosa di più, lei comprese e prese a leccagli le palle. Gesto che, per evitare favoritismi, replicò anche all’amico. Tra succhiate ai membri ed ai testicoli, l’azione procedeva accompagnata dai suoni osceni emessi dalla bocca di mia moglie. Questa la scena che si presentò a noi tre, Gianna, la cubana ed io, che intanto eravamo saliti per non perderci lo spettacolo. Mostafa decise quindi di passare alla fica, mise la poverina sdraiata sul letto, le apri le gambe e la penetrò con decisione. Kamal, reclinata la testa di lei sul cuscino verso di lui, continuò ad usufruire della sua bocca. Mostafa pensò allora che fosse giunto i suo turno di stare sdraiato e, fattala alzare, si mise supino e chiese a mia moglie d’impalarsi sul proprio membro dandole la schiena. Kamal, salito allora sul letto, riprese a riempirle la bocca. Ora il nero, forse ricordando il racconto dell’amico, cominciò a stuzzicare l’ano della malcapitata e, una volta accertatosi che fosse ben bene umettato, sollevata, la impalò infilandole il cazzo nell’ingresso posteriore. Tutto ciò, mentre Kamal le tenne ben stretta la testa senza che potesse sfilarsi dal suo membro, anche quando per il dolore emise mugugni che manifestamente attestavano il suo desiderio di prendere almeno un po’ di fiato. Tuttavia, questa nuova posizione lasciava libero uno dei tre fori di mia moglie, quello davanti, fatto che Kamal non trascurò. Sfilò quindi l’asta dalla bocca, le divaricò con calma, ma anche determinazione, le cosce e, invero con delicatezza, cominciò a penetrarla davanti. Così ai miei occhi mia moglie si presentava nell’oscena posa in cui potevo chiaramente distinguere l’enorme nerchia color carbone infilata nel culo, il suo corpo appoggiato all’ampio torace dell’africano e le gambe spalancate per permettere la pentrazione davanti del marocchino, del quale vedevo la schiena e la testa abbassata per l’impegno nel fotterla.

L’osceno threesome procedeva da qualche minuto quando Gianna esplose: “Ora basta, voglio godere anch’io e che cazzo! Forza tu”, disse afferrando il marocchino per le spalle, “mettiti sdraiato accanto al tuo amico che voglio impalarmi sulla tua asta!”. Kamal, invero un po’ impaurito, ubbidiì senza fiatare. Così i due giacevano ora affiancati con le due donne impegnate a godere, in buchi diversi, dei loro membri. Mostafa, vedendo il generoso culone di Gianna, pensò bene di sbattere via mia moglie, alzarsi, mettersi in ginocchio dietro Gianna, puntare il cazzo verso il buchetto del di lei culo e … zacchete, la infilo come fosse allo spiedo. Gianna, evidentemente abituata a questo tipo di cose, trasse solo un gran sospiro, poi si sistemò e assecondò i colpi dei due africani impegnati nel sandwich. Avendo visto mia moglie rimasta libera, io, seduto sulla portona mentre la cameriera in piedi affianco a me mi smanettava, trassi su le gambe sui braccioli, misi in mostra il mio culo e le ordinai: “Ora, puttana da africani, vieni e leccami il buco del culo!”. Lei, sapendo la mia passione per questo tipo di prestazione, non se lo fece ripetere, si pose carponi sul pavimento e camminando a quattro zampe si avvicno alle mie chiappe, trasse fuori la lingua e cominciò un sapiente leccaggio. Godendo di questo nuovo sviluppo, mi divertivo a stuzzicare i capezzoli della cubana e a limonare con lei, che continuava con maestria a segarmi.

Gianna urlava come un’ossessa, “Sono la vostra troia, la vostra puttana da extracomunitari, sfondatemi tutta maiali!” e altre oscenità simili, fino a quando non esclamò “Godo, godo, non vi fermate …” e si abbandonò ad un intenso orgasmo. Mostafa, credendo di aver ripagato la signora per i favori ricevuti, ritenne che fosse il suo momento, estrasse il cazzo dal culo di Gianna, guardò intensamente negli occhi la cameriera e le ordinò: “Inginocchiati e prendilo in bocca!”. Lei ubbidì senza fiatare, quasi estasiata alla vista di quel magnifico membro. Decisi allora di alzarmi anch’io e, ordinato a mia moglie di inginocchiarsi di spalle alla cubana, glielo infilai pure in bocca. “E tu? Tu non vuoi farmi un bocchino?” disse Kamal a Gianna, che giaceva sfinita stesa sopra di lui. La sollevo, la fece inginocchiare e le piantò anche lui il suo cazzo in bocca. Ecco, le tre donne stavano in ginocchio dandosi le spalle come ai vertici di un triangolo e ciascuna aveva un membro da succhiare. Il primo a venire fu Mostafa, che, tiratolo fuori, annaffiò di sborra il viso della povera cubana, invero a bocca spalancata nel tentativo di prenderne al volo qualche goccia. Fu quindi il mio turno e sottoposi mia moglie ad un analogo trattamento. Infine venne Kamal, imbrattando di sborra il viso di Gianna. Le tre donne, con la sborra colante lungo il viso, si voltarono ciascuna a guardare l’altra. Dopo un breve momento di smarrimento, Gianna si avvicinò e prese a leccare la sborra dal viso della cameriera. Mia moglie, capita l’antifona, rese la stessa prestazione a Gianna ed infine anche la cubana restituì quanto ricevuto alle altre due donne. Ecco, le tre si leccavano la sborra a vicenda, prendendola con le mani e, tiratele su, lasciandola cadere dalle dita dentro le bocche spalancate, ridendo e guardando verso di noi come a dire: “Avete visto che troie che siamo?”.
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