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MAZ E MORIX: ROSALBA


di Aleppe
30.05.2020    |    3.593    |    1 9.2
"Sii allo stesso tempo delicata ma decisa, stringilo bene..."
Disclaimer: mettiamo in fila gli avvertimenti. Questo è un racconto porno frutto della fantasia, quindi qualsiasi riferimento a persone o cose esistenti è del tutto casuale. Come tale inoltre, non è necessariamente realistico, altrimenti sarebbe inutile avere il dono della fantasia. Ci sono scene di sesso, per nulla estreme, tuttavia la protagonista vive una sorta di umiliazione. Se questo vi disturba, vi supplico, astenetevi dal proseguire la lettura. Grazie

Maz e Morix avevano organizzato una grande festa per la fine dell’anno scolastico. C’erano tutti, Angela, Giulia, gli amici africani e naturalmente Stefania e Carlotta. Negli ampi spazi della villa in campagna, la festa procedeva molto bene e tutti sembravano divertirsi. O meglio, quasi tutti, perché Rosalba e Francesca se ne stavano sedute in un angolo imbronciate. Rosalba era una ragazza cicciottella, dai lunghi capelli castani e la pelle candida, la migliore della classe. Non che fosse brutta, le sue curve, forse talvolta un po’ eccessive, le aveva tutte, ma le mancava quel qualcosa che rende una femmina irresistibile per un maschio. Va detto che, forse a causa dell’impegno profuso nello studio, nulla faceva per risultare più attrattiva per i ragazzi, utilizzando i trucchi ben noti alle sue coetanee. Francesca era il suo opposto: magra, senza curve, un “mazza da scopa” dicono con un’espressione colorita i napoletani per intendere che aveva tette e culo piatto. Aveva tuttavia un viso carino, incorniciato tra lunghi capelli biondi. Condivideva con l’amica la pratica di fare tutto il possibile per apparire il meno possibile. E i risultati non mancavano: come ho detto, la loro presenza alla festa era passata del tutto inosservata.

Morix, in qualità di padrone di casa, si sentì tuttavia in dovere di fare gli onori e occuparsi anche di queste due melanconiche invitate. Cominciò allora una conversazione con Rosalba, che presto arrivò al punto della questione. «Non mi diverto. I ragazzi si interessano solo a Angela, Giulia e alle altre compagne. Persino la vostra matrigna e la sua amica hanno più successo di noi con loro. Li capisco: la tua matrigna, ad esempi, nonostante l’età ha ancora un fisico mozzafiato, posto in risalto dallo splendido vestito rosso. E i ragazzi sono attratti solo da tette e culo, cose che io non ho curato nella mia esistenza. Ma esisterà pure un ragazzo che non è interessato solo al corpo e che sa apprezzare anche l’anima, l’intelligenza di una ragazza, o no?» «Ehm ehm, mi dispiace deluderti» rispose Morix «non sono sicuro che esista una simile persona, tuttavia, fossi in te, non vorrei incontrarla. Ho l’impressione che si tratterebbe di uno sfigato che, in mancanza di meglio, si rifugerebbe nel cerebrale. Del resto immagino che anche tu, sessualmente, sia più attratta dal fisico di un ragazzo che dalle sue capacità intellettive. Capisco che queste possano essere attrattive per altri motivi, ma quando si tratta di sesso … però non ti devi abbattere. In primo luogo tu non sei così brutta come credi, poi ci sono altre cose che rendono una ragazza attrattiva per un ragazzo» «E sarebbero?» chiese subito Rosalba curiosa di venire in possesso di queste magiche nozioni a noi sconosciute. «Beh … se una ragazza ci sa fare …» «In che senso?» insistette lei. «Oh, insomma, il piacere non passa solo attraverso lo sguardo. Anzi, nell’intimità vi sono molte cose più importanti di guardarsi.» «Ah, vuoi dire che se mi concedessi a tutti, allora avrei un grande successo. No, grazie, non voglio passare per una di quelle» rispose secca Rosalba. «Non mi devi fraintendere, non si tratta di quantità, ma di qualità. Non è importante che tu la dia a tutti, ma che almeno si sappia che quando lo fai sei altrettanto brava che in matematica. Non hai proprio l’aspetto di una persona che ispiri chissà quale godimento sessuale …» «E tu cosa mi consigli?» «Vieni, andiamo di là a parlarne, staremo più comodi». Così dicendo, Morix prese per mano Rosalba e la condusse in camera sua. Seduti sul letto uno accanto all’altro, ripresero a parlare. «Do per scontato che tu abbia già baciato degli uomini, altrimenti a diciotto anni saresti un caso patologico. Ma hai mai visto un membro maschile?» «Certo che sì. Ho fatto anche di più, se è per questo.» «Lo sai maneggiare, voglio dire lo hai mai preso in mano?» «Certo!» «Bene, fammi vedere come fai» concluse Morix aprendosi la cerniera dei pantaloni e estraendo il suo cazzo già notevolmente in tiro. «Ma … ma … cosa fai? Rimettilo subito dentro» «Ok, ok, volevo solo saggiare le tue capacità … ma se è questo che vuoi, restatene pure in disparte … diciotto anni tornano molte volte nella vita …» «No, va bene, aspetta …» riprese Rosalba fermando le mani di Morix che avevano già preso a rimettere al suo posto il pene. «Va bene così?» chiese allora Rosalba cominciando a segare il suo vicino. «Non male, ma si può fare di più. Sii allo stesso tempo delicata ma decisa, stringilo bene. Con l’altra mano carezzami i testicoli e, mentre mi seghi, guardami in faccia». Rosalba, del resto intelligente, mise subito in pratica i consigli dell’amico. «Adesso, se proprio vuoi essere irresistibile, umidificati la mano in maniera che scorra meglio. Puoi leccarti il palmo con la lingua se vuoi.» Rosalba ubbidiente ritrasse la mano e se la passo lentamente sulla lingua abbondantemente insalivata, sfoderando uno sguardo da vera troia inaspettato da lei. Comparve sul viso anche un sorriso, a dire che si divertiva nel suo nuovo ruolo. Ripresa la sega, ritenne di cominciare a baciare sul collo il ragazzo, sempre più sorpreso e tuttavia felice di questa nuova aggiunta. «Ti va di provare anche con la bocca?» «Non ti sembra di esagerare adesso?» «E perché? sei bravissima! Hai delle qualità nascoste che proprio non mi aspettavo». «Con la bocca non l’ho mai fatto e non saprei da dove cominciare» «Non ti preoccupare: comincia col dare qualche bacetto alla punta del cazzo» Rosalba puntualmente abbassò la testa e pose le labbra sulla cappella nuda. «Ecco … così … brava, adesso pian piano apri la bocca e lascialo scivolare dentro». Rosalba socchiuse le labbra e l’asta di Morix penetrò senza difficoltà nella cavità orale predisposta ad attenderlo. Senza che fosse necessario aggiungere altro, lei cominciò a muovere la testa su e giù sul pene del ragazzo, che buttatosi con la schiena sul letto, si godeva pienamente quel trattamento.

«Hai visto Rosalba?» chiese Francesca a Maz, avendo perso l’amica del cuore. «Prima l’ho vista andare di là assieme a mio fratello, ma era almeno un quarto d’ora fa» «In effetti è da un po’ che non la vedo … posso andare nelle altre camere a cercarla?» «Certo, se vuoi ti accompagno io» e così i due si avviarono verso la stanza dei ragazzi. Trovando la porta chiusa e sentendo dei suoni non proprio “normali” provenire dall’interno «Aspetta» disse Maz, che con molta cautela abbassò la maniglia e apri la porta di quel tanto da permettergli di sbirciare dentro. «Urcà» sussurrò Maz; la scena che gli si pose davanti agli occhi era piuttosto imbarazzante: Moriz sdraiato sul letto si godeva il pompino che Rosalba, ora in ginocchio di fronte al ragazzo senza pantaloni e con le gambe aperte, gli erogava con piacere. Peraltro la stessa Rosalba si era abbassata i pantaloni, evidentemente su indicazione di Moriz, e aveva messo in bella mostra un culo notevole. E due tette giganti, su una delle quali si intratteneva la mano di Moriz, si intravedevano dalla maglia tirata su.

«Cosa succede? Fammi vedere!» disse Francesca, scostando Maz e strabuzzando gli occhi alla vista della sua amica. E tuttavia non trovò la forza di ritrarsi e rimase immobile, come ipnotizzata, rapita da queste nuove evoluzioni dell’amica del cuore. Maz, approfittando della posizione piegata assunta da Francesca, cominciò a palparle le chiappe, che ancorché non rotonde, tuttavia in quella configurazione degne di essere toccate. Passò quindi a strusciarle la mano tra le cosce nell’intento di eccitarla. L’assenza di resistenza da parte della ragazza fu motivo per lui per osare sempre di più, quindi estrasse il cazzo dai pantaloni, afferrò la mano di lei e se la pose sul membro. «Ehi, cosa fai?» gli disse lei, come ripresasi dal torpore. «Non ti distrare, continua a guardare» l’ammonì lui, ricevendo in cambio un sospiro di rassegnazione ma anche la soddisfazione che lei si rivoltò verso l’interno della stanza e cominciò con pazienza a segarlo. Del resto ormai la mano di Maz si era infilata tra le mutandine restituendole il servizio prestato, e Francesca aveva tanta, tanta voglia di godere …

«E l’ora di passare ad altro» disse Moriz rivolgendosi a Rosalba «Naturalmente cogliere la tua verginità lo lasciamo al tuo futuro sposo, tuttavia voi donne avete un terzo buco con il quale potete far godere un uomo.» Quindi si alzò, si pose dietro i lei e cominciò a massaggiarle delicatamente con due dita la fica e il buchetto posteriore, avendo cura di lasciar cadere abbondante saliva per lubrificarli entrambi. Rosalba aveva capito subito dove volesse arrivare e stranamente non si ritrasse, anzi lo lasciava fare come in dolce attesa di quel momento. Fu un attimo, strinse le labbra per non emettere un grido di dolore, ma poi si rilassò, lasciando che il cazzo di Moriz le prendesse la verginità anale. Con molta delicatezza, Morix cominciò a spingere e, contemporaneamente, a massaggiarle le abbondanti tette penzolanti per le spinte.

Maz, da parte sua, concepì quello come un suggerimento, quindi abbassò i pantaloni di Francesca e si pose dietro di lei per tentare la stessa operazione. Ma Francesca non si mostrò altrettanto contenta dell’amica nel fare questa nuova esperienza e, sulle prime, cercò di allontanare l’amico. Che però le bloccò le braccia e, con la dovuta decisione, glielo infilò nel culo. Ora le due amiche erano entrambe inculate dei due gemelli. Ma Francesca era in equilibrio labile e sotto le spinte di Maz cadde spalancando la porta. «Francesca!» «Rosalba!» si dissero le due amiche guardandosi in faccia e arrossendo per la vergogna. «Non vi preoccupato» disse pronto Maz, «Non state facendo nulla di male …», quindi prese per mano Francesca, la condusse accanto all’amica, la pose alla pecorina di fianco a lei, le puntò di nuovo il cazzo verso il buco del culo e riprese a penetrarla. Adesso le due amiche, invero ancora interdette per questi nuovi sviluppi, erano inculate alla pecorina una affianco all’altra. I due ragazzi, nell’intento di fornire loro piacere, le stimolavano i rispettivi grilletti, provocando in loro un certo piacere. «Visto che siete tanto amiche, perché non vi scambiate un bacino» suggerì allora Moriz. E le due non solo si toccarono le labbra, ma si lasciarono andare ad un vero, appassionato sguardo di lingue, mostrando un immenso piacere nel lasciarsi andare al sesso saffico.
Purtroppo questa evoluzione eccitò oltremodo i gemelli che subito vennero, riempendo l’intestino delle due ragazze di calda, densa, bianco opaco sborra maschile. I due estrassero i cazzi gocciolanti, presero ciascuno per mano la sua partner, le condussero al bagno per lavarsi e risistemarsi. Lavati e rivestiti anche loro, le attesero nella stanza, dove arrivarono sprizzando gioia da ogni poro. «Grazie ragazzi, è stato bellissimo!» dissero all’unisono entrambe, baciando i rispettivi maschi sulla guancia. Riformate le coppie, si diressero dunque verso il centro della festa.

Aperta la porta però, trovarono tutti gli invitati in attesa ad aspettarli che esplosero in un grande “Evviva!”. Le ragazze rimasero stordite da questa accoglienza, senza capire a cosa si riferissero, ma voltandosi videro sulla parete il grande schermo di un televisore sul quale andavano in onda le immagini delle loro prestazioni sessuali. Capirono allora di essere state riprese, ma invece di essere motivo di scherno, questo diventò motivo di eccitazione e di riconoscimento delle loro capacità. Come delle iniziate, furono dunque accolte nella comunità. «Brava Rosalba, brava Francesca» le dicevano tutti, andandole incontro congratulandosi per la prestazione resa. «Adesso che siete dei nostri, vorrete certo soddisfare anche noi», dissero i due africani mostrando loro la lunga verga color cioccolato. E in men che non si dica, si ritrovarono nude sul divano con cento mani addosso, lingue di donna che le stimolavano dappertutto e due lunghi, grossi cazzi nei in bocca.
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