I 5 – FINALMENTE !

Disclaimer: questo racconto inerisce l'incesto nella versione di dominazione da parte del figlio nei confronti della madre. Se questo genere di racconto vi ripugna, vi invito ad astenervi dalla lettura.
Il racconto è il puro frutto della fantasia dell'autore. I personaggi sono inventati e ogni riferimento a persone reali è puramente casuale. Grazie per l'attenzione.

«Dobbiamo parlare», così aveva esordito la mamma prendendomi per mano e portandomi a sedere affianco a lei sul divano. Era bellissima, appena alzata, con i lunghi capelli scarmigliati e la vestaglia bianco panna che lasciava intravedere la sottana e la raffinata biancheria intima dello stesso colore. Le sue forme prorompenti costrette in quegli indumenti sembravano gridare “fateci uscire!” e voler esplodere da un momento all’altro. Guardandomi fisso negli occhi, cominciò.
“A me questa cosa che tu scambi il mio corpo in cambio di denaro ai tuoi amici non piace. Io mi ero concessa a te in maniera sincera, perché ti volevo veramente, e tu mi hai trasformato in una merce, in una prostituta per i tuoi amici. ».
«Ti sbagli, non è affatto così, tu non hai capito. » Risposi con aria del tutto meravigliata.
«Cosa c’è da capire nel ricevere cinquanta, cento euro in cambio di una prestazione orale, se non la mercificazione di un corpo?!» Mi interruppe stizzita.
«No, vedi, non è come pensi tu. Per un maschio non esiste niente di più bello che vedere la propria donna oggetto del piacere sessuale di altri uomini. Più la desiderano, più lui è felice. Pensaci bene mamma, chi vorrebe avere per amante una donna brutta, talmente raccapricciante da far rabbrividire l’intero universo maschile? »
«Allora per te io sono solo un oggetto da sfoggiare, una specie di automobile di lusso. »
«No, non cadere in queste facili semplificazioni. Se anche possedessi una Ferrari, prestarla ad un amico non mi darebbe soddisfazione. Anzi, avrei paura che me la rompesse. Questa invece è una perversione maschile molto complessa. È come se dicessi loro “Vi piace eh? Vorreste che fosse vostra, invece è mia. L’unica maniera che avete per goderne è pagare. Ed anche salato!”»
«Sarà, ma a me questa tua spiegazione non convince. Tu ti stai approfittando di me.»
«Mamma, perché dici così? Il mio affetto nei tuoi confronti è completamente sincero. Tu per me sei bellissima ed io ti desidero con tutto il cuore. Ammetto però che questa nostra perversione sia difficile da comprendere. Come difficile è comprendere per voi l’estetica della pornografia.»
«Estetica della pornografia? E questa che altra cazzata è?» Mi disse con l’aria di chi volesse intendere “adesso con le minchiate stai proprio esagerando”.
«Vedi mamma, da sempre il nudo del corpo femminile è considerato il canone per eccellenza della bellezza. Non ho bisogno di citarti degli esempi, dalla Venere di Milo in su. Al contrario, la pornografia, la rappresentazioen dell’atto sessuale esplicito, con gli organi riproduttivi in primo piano, è altrettanto da sempre considerata volgare, disgustosa. Ad esempio, prendiamo questo tuo magnifico seno.» e così dicendo le sbottonari la camicetta e estrassi dal reggiseno quelle magnifiche e gigantesche poppe. «Chi lo guarda rimane estasiato nel contemplare sì tanta bellezza. Però se io ci metto una mano sopra …» ed ovviamente appoggiai la mano cominciando a palparlo a tutto palmo « … tu diresti che questo è volgare, disdicevole. Per noi maschi invece non è così: il seno senza mano è come fosse incompleto, e niente è più bello di una sana smanacciata su così tanta bellezza. Se poi passo a stringerti i capezzoli …» cosa che subito posi in atto stringendoli tra il pollice e l’indice della mano destra « … e tu reclini la testa all’indietro e ti lasci andare ai gemiti di piacere, ecco che l’immagine che mi si pone davanti è per me stupenda. Meglio ancora se afferro le tue coppe con entrambe mani …». Era meravigliosa con la testa reclinata, i lunghi capelli neri sciolti sparpagliati sulla testiera del divano, la vestaglia aperta, i due grandi seni che svettanti dalle coppe del reggiseno e la sottana abbassata.
«Ma cosa c’entra tutto questo con il fatto che tu mi vendi ai tuoi amici …» ebbe la forza di dire ansimando
«C’entra, c’entra eccome. Perché il mio piacere passa attraverso la visione del tuo corpo durante l’atto sessuale. Immobile come una statua mi sembra sciupato. Adesso, per esempio, mettiti carponi davanti al divano come fai di solito con loro.» le dissi aiutandola ad assumere la posa alla pecorina che spesso utilizzava nel deliziare gli organi degli amici con la bocca. «Tiriamo su la vestaglia, senza toglierla e lasciando solo il sedere scoperto, abbassiamo le mutandine di pizzo fino alle ginocchia ... Ecco vedi, sei magnifica in questa posizione. Adesso inarca la schiena verso il basso, lascia che il culo svetti e le tette penzonlino dal tuo magnifico busto … vedi, per me osservarti in questa posizione è fonte di immenso piacere. E lo sarebbe ancor di più se potessi vederti scopata da dietro da uno sconosciuto. Perché noi uomini siamo fatti così, vogliamo vedere la nostra donna godere del piacere sessuale!». Mentre le dicevo questo, seduto per terra affianco a lei con una mano continuavo a pastrugnarne una tetta, mentre l’altra, dopo un opportuno massaggio al monte di venere, si alternava tra l’infilarsi tra le gambe e la palpata alle grosse chiappe. A volte, così, tanto per cambiare, le infilavo anche un dito nel culo.
«Sei stupenda …» le sussurrai. Quindi mi posi in ginocchio dietro di lei e lentamente, con estrema lentezza, la penetrai. Eccitatissima, lei continuava a godersi le mie attenzioni. Dalla bocca lasciavo cadere ogni tanto qualche goccia di saliva lungo il solco tra le natiche e, quando giudicai che fosse arrivato il momento … estrassi rapidamente il cazzo dalla figa, lo puntai sul sul buchetto di dietro e cominciai a spingere.
«Ehi, fermo, cosa stai facendo? Stai sbagliando buco!»
«No, no, non sto sbagliando affatto, erano mesi che lo volevo fare e finalmente oggi ti inculo!»
«Neanche per sogno, non l’ho mai fatto e non ho intenzione di cominciare oggi! Tiralo fuori immediatamenete!»
«Non ci penso nemmeno», dissi continuando a spingere «C’è sempre una prima volta, ed oggi è la tua.»
«Tu sei pazzo, non l’ho mai fatto neppure con tuo padre.»
«Significa che lui è un coglione, perché a me da un gusto pazzesco.» Ormai ero dentro per tre quarti e con un ulteriore colpo di anche arrivai a infilarlo tutto, fino ai coglioni.
«Ti prego, tiralo fuori, mi fa male …» disse lei, supplicandomi e piagnucolando.
«Non ti preoccupare, solo all’inizio fa male, ma poi passa.» Per alleviarle un po’ il dolore, cominciai a stuzzicarle il clitoride ed a leccarle la schiena. «Rilassati, lasciati andare e vedrai che ti piacerà …» le sussurai all’orecchio mordicchiandolo. Azioni che cominciarono ad avere il loro effetto, infatti lei riprese ad ansimare e gemere come prima. Quando fui sicuro che si era abituata al mio bastone, mi aggiusati sollevandomi un po’ sulle gambe e, avvinghiato alle sue tette, cominciai a montarla come un toro infuriato.
«Mamma, il tuo buco del culo stretto attorno al mio cazzo è magnifico! Sono anni che desidero incularti ed oggi finalmente posso. Lo venderemo almeno per cinquecento euro, forse mille. Mi piace tantissimooooo !!!» e alla fine le sborrai in culo vuotando completamente le palle. Caddi quindi accasciato a peso morto sulla sua schiena ancora inarcata, avvicinai la bocca all’orecchio e le sussurai «Mamma, ti amo» «Anch’io» furono le sue parole, prima di un lungo, appassionato bacio.