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MAZ & MORIX 12: Angela e Giulia


di Aleppe
02.02.2020    |    4.846    |    2 8.2
"“Allora, come è andata ieri sera?” cominciò quest’ultima..."
DISCLAIMER
Solito disclaimer: il racconto è di FANTASIA, contiene più pornografia che erotismo (almeno come lo si intende comunemente, dal mio punto di vista le due cose coincidono), contiene scene di dominazione, ecc ... in particolare, qualsiasi riferimento a fatti o persone esistenti è del tutto casuale. Se ciò vi disturba, astenetevi dalla lettura, per favore.
A chi prosegue: buona lettura e speriamo che ti piaccia!


Giulia e Angela erano compagne di classe Max e Moritz. Mora la prima, bionda la seconda, entrambe slanciate, fisico perfetto, tettine adatte alla coppa di champagne, con un accenno di esagerazione solo al livello del bacino. Le avevano invitate a trascorrere qualche giorno nella loro casa di campagna per poter studiare insieme in vista degli esami.

Carlotta e Stefania si erano subito appassionate a loro, mentre i due gemelli erano rimasti piuttosto freddi e, al termine della lunga e piacevole cena, si erano ritirati in camera loro lasciando le donne ai loro discorsi. Che le due donne, più mature, con astute domande cercarono di ricondurre alle esperienze sessuali delle ragazze. L’esito fu tuttavia deludente, poiché le due erano del tutto a digiuno di sesso, o almeno di quello sfrenato che le altre due avevano cominciato a praticare con i gemelli.

“Non sapete cosa vi perdete” aveva concluso alla fine Stefania, “Ma adesso si è fatto tardi. Vi abbiamo preparato la stanza al piano terreno, con un letto matrimoniale. Spero che non abbiate difficoltà a condividere la stessa alcova.” Ricevuto l’assenso da entrambe, con aria sorniona e un sorrisino malizioso, aggiunse “E c’è anche una sorpresa per voi …” Scambiatasi allora la buonanotte, le due ragazze si diressero verso la stanza incuriosite.

Giunte nella quale, sulle prime non videro alcunché che avrebbe dovuto attrarre la loro attenzione. Frugando tra i cassetti, emersero però gli oggetti che avrebbero dovuto suscitare la loro meraviglia: una collezione completa di falli e vibratori, evidentemente studiati nei minimi particolari per procurare alla donna che ne facesse uso il massimo del piacere. L’imbarazzo iniziale fu superato dallo scherzar su questi strani aggeggi, che presero a maneggiare ridendo per le loro forme per loro insolite. Poi fu l’ora di mettersi nel letto e, quando si trovarono in pigiama l’una davanti all’altra, “E se ne provassimo uno?”, disse Giulia all’amica più pudica. Afferrò quindi quello dalla forma più semplice, stilizzata e, calati appena i pantaloni del pigiama, prese a sfregarlo delicatamente tra le cosce. Poi sempre con più insistenza, scostando le mutandine e lasciando che entrasse in contratto con le labbra della vagina. Ci prese gusto, e pian piano, lo introdusse cominciando ad ansimare per il piacere. Improvvisamente si ricordò dell’amica, interruppe il movimento, ne afferrò uno simile e “Tieni, prova anche tu!”, disse passandole lo strumento del piacere. Angela, all’inizio titubante, fu poi più rapida dell’amica e, in men che non si dica, entrambi i dildi entravano e uscivano dalle rispettive vagine. Con la mano sinistra, Giulia si sollevò la maglia del pigiama, scostò il reggiseno e prese a carezzarsi un seno. Quindi decise di passare a qualcosa di più realistico, e sostituì il dildo con un vibratore dalla forma di un fallo dotato anche di stimolatore clitorideo. L’amica, che la imitava, ritenne comunque di dover superare il maestro e ne afferrò uno gigante per le loro abitudini. Avviata la gara, Giulia passò ad un vibromassaggiatore, quind, tra un sospiro e l’altro, i pregò l’amica di leccarle il capezzolo scoperto, favore che ottenne senza bisogno di chiederlo due volte. “Tieni, senti che bello!”, disse poi passandole lo strumento. Incuriosita da tanta disponibilità, si alzò quindi per frugare meglio nei cassetti, ed alla fine ne estrasse un bifallo delle dimensioni opportune per dare ad entrambe la giusta goduria; senza indugio, lo afferrò, si mise un’estremità nella propria e quindi passò l’altra all’amica, affinché anche lei potesse goderne. Così, sdraiate sul letto entrambe a cosce spalancate, guardandosi reciprocamente negli occhi, le due amiche si masturbavano con foga ciascuna maneggiando l’estremità di quel fallico anaconda. Quasi all’unisono, entrambe vennero, lasciandosi andare al più classico degli “Oooooohhh …” di piacere. Poi, stremate, si misero sotto le coperte abbracciandosi prima di addormentarsi dolcemente, non senza prima aver riposto in perfetto ordine, quasi volessero dimostrare di non averli visti, gli oggetti utilizzati. Non sapevano invece che, grazie ad una webcam opportunamente nascosta, le due donne avevano visto, e registrato, l’intera scena.

La sera dopo, restate di nuovo sole con le due giovani, le due donne le invitarono a prendere poste sul divano mettendosi a sedere Carlotta al lato di Angela e Stefania a quello di Giulia. “Allora, come è andata ieri sera?” cominciò quest’ultima. Sul viso delle due ragazze si dipinse immediatamente un’espressione di stupore, colorata di un leggero rossore. “Non vi dovete vergognare, sappiamo che avete trovati i nostri giocattoli e che vi è piaciuto giocare con loro. Non vi è nulla di male nel provare piacere sessuale. Ormai siete grandi e dovete lasciare che la natura faccia il suo corso, che il vostro corpo goda del piacere dei sensi.” Mentre parlava allungo una mano verso il seno di Giulia, sbottonò abilmente la camicetta e, avvicinando la testa al di lei orecchio “lasciati andara, vedrai, ti piacerà. Sono una donna di esperienza io.” La mano s’infilò tra le due falde della camicia sotto il reggiseno e raggiunse subito la zona intorno ai capezzoli, che cominciò con sapienza a palpeggiare. Giulia reclinò il capo, appoggiandosi alla spalliera del divano e Stefania non si lasciò scappare l’occasione per infilarle la lingua in bocca e cominciare un appassionante, lunghissimo bacio alla francese. Angela, seduta accanto all’amica, seguiva con stupore lo sviluppo che avevano preso gli eventi e, intontita dallo stupore, non si accorse che intanto Carlotta le aveva infilato una mano tra le cosce e armeggiava per raggiungere l’ambita fessura. Solo quando il di lei dito, scostate le mutandine, entrò in contatto con le parti più intime, si voltà di scatto e “Che stai facendo?”, disse rivolta a Carlotta, la quale, per tutta risposta, la costrinse ad un lungo, indesiderato, inaspettato, ma piacevole bacio.

“State tranquille” disse allora Stefania, “non vogliamo farvi del male, anzi. Vogliamo solo farvi godere come una femmina deve fare e, ve lo garantisco, nessuno come una donna sa come farlo. Lasciatevi andare, non vi è nulla di male nel sesso tra donne.” dopo di che avvicinò la bocca al capezzolo ormai scoperto di Giulia e prese a baciarlo e leccarlo con sapienza. Quindi si lasciò scivolare giù dal bracciolo, si pose carponi davanti alla ragazza e, tiratale su la gonna e sfilatele le mutandine, cominciò a lavorarle direttamente la fica. Dapprima con le dita, poi, spalancatole quanto basta le cosce, introdotta la testa nel varco creato, con la lingua, leccando ora la fica, ora il clitoride. “Vuoi provare anche tu?” disse Carlotta a Angela, “Ma …, ma …". Qualsiasi fosse stata la risposta, Carlotta, con un sorriso sornione, si accucciò ai piedi della malcapitata e prese ad imitare l’amica. La scena era degna di un film porno: le due ragazze, sedute sul divano a gambe spalancate accoglievano tra quelle la testa delle due donne che, con foga, adoperavano le loro lingue per leccare le fiche delle due giovani.

“Adesso voltati e mettiti a carponi” intimò Stefania a Giulia, che, intimorita, ma anche curiosa di sapere i prossimi sviluppi, ubbidì ciecamente. Nella nuova, posizione, con il bacino svettante, Stefania, nel frattempo alzatasi, cominciò a umettare fica e ano della poverina, che non riusciva più a trattenere il piacere e si lasciava andare a gemiti sempre più intensi. Dopo un po’, Stefania estrasse da sotto il divano una cintura dotata di un enorme cazzo nero, ed indossatala, senza indugio cominciò a penetrare Giulia, che rimase stupita, ma poi felice di questa nuova iniziativa. Stefania scopava Giulia alla pecorina con sempre maggior foga, arrossandole le chiappe per le sculacciate che nel frattempo le assestava, dolore che non impediva a Giulia di godere come una pazza. Anche Carlotta estrasse uno strapon, stavolta bianco e, una volta indossatolo, cominciò a penetrare Angela nella posizione in cui era, tuttavia con molta più delicatezza dell’amica e avendo cura di massaggiare e leccare le tette scoperte per dare alla giovane un piacere a 360 gradi.

“Alzati”, ordinò Stefania a GIulia tirandola per un braccio, “Carlotta, avanti, mettiti a sedere al posto di Giulia.” Carlotta, interrotta la prestazione resa a Angela, acconsenti alla richiesta dell’amica. “Ora siediti sul cazzo di Carlotta”, disse quindi a Giulia, che, piegando le ginocchia si infilò il fallo di plastica nella fica e cominciò a muoversi sopra di esso guardando negli occhi Carlotta con uno sguardo pieno di lascivia. Carlotta la tirò a se per leccarle i capezzoli, atto che mando in visibilio Giulia. Ma mentre questa era tutta presa dal proprio piacere, Stefania le appoggiò la punta del membro di plastica all’ano e, senza darle tempo di reagire, diede un colpo di reni e glielo infilò tutto nel culo. “Aaaahhhhh”, fu il grido di dolore di Giulia, ma le due donne, consapevoli che questa sarebbe stata la reazione, intensificarono il loro lavoro di lingua sul corpo di lei perché il piacere prendesse al più presto il sopravvento. Quando Giulia si fu calmata e la situazione tornò alla “normalità” (se si può dire “normale” la situazione in cui una giovane femmina è penetrata in ambo i suoi buchi da due assatanate donne mature), le due donne cominciarono a penetrarla a ritmo in maniera che quando l’una era dentro, l’altra fosse fuori e viceversa. Stefania sembrava impazzita per il piacere che provava e si lasciava a andare a gemiti e frasi come “Continuate, vi prego, mi fate impazzire … godo come una vera troia … non smettete mai, vi prego!”. “Dopo vuoi provare anche tu?” chiese Stefania a Angela, ma questa, con gli occhi spalancati per lo stupore, non riuscì a proferire parola e si limitò a muovere la testa in segno di “no”. “Non è necessario farlo oggi, ci sarà tempo vedrai …", continuò allora Stefania con un sorriso malizioso. Dopo qualche minuto di questo trattamento, Giulia venne copiosamente, ed emesso un lungho gemito di piacere, si lasciò cadere su Carlotta. Stefania allora estrasse il membro di plastica dal culo della ragazza, lo avvicinò ancora umido degli umori di quella alla bocca di Angela e “Puliscilo” le ordinò. Con meraviglia di se stessa, ma non di Stefania che sembrava sapere perfettamente quale sarebbe stata la sua reazione, Angela dapprima prese a leccare, quindi aprì la bocca per nettare quel magnifico strumento di piacere.

La mattina del giorno dopo. Caro lettore, chiudi gli occhi e metti a frutto la tua fantasia. Attorno al tavolo imbandito di una ricca e abbondante colazione in cui non manca nulla di quello che la tua fantasia può concepire stanno seduti Carlotta, Stefania, Maz e Morix, chi spalmando burro e marmellata su una fetta biscottata, chi versando del succo di arancia nel bicchiere e chi sorseggiando un caffè appena fatto e tutti piacevolmente conversando. Se abbassi lo sguardo, sotto il tavolo vedresti che i quattro sono completamente nudi dalla cintola in giù e, tra le loro e le gambe del tavolo, si aggirano carponi Angela e Giulia, indossando solo un collare da cui pende un improbabile guinzaglio e un minuscolo perizoma, impegnate a dare piacere ai quattro, ora leccando la fica alle due donne mature, che volentieri la mettono loro a disposizione spalancando quanto più possono le cosce, ora masturbando o ingoiando i cazzi duri dei due ragazzi. Da sotto al tavolo spunta il magnifico culo di Angela. La cameriera passando ne approfitta per assestarle un calcio e “forza, datti da fare”, dirle, battuta che suscita le risa dei quattro astanti.


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