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ROBY SOTTOMESSA 4: MAMMA E FIGLIA


di Aleppe
07.12.2019    |    31.391    |    5 8.2
"“Adesso basta, Andrea, siediti sul divano..."
Disclaimer: mettiamo in fila gli avvertimenti. Questo è un racconto porno frutto della fantasia, quindi qualsiasi riferimento a persone o cose esistenti è del tutto casuale. Come tale inoltre, non è necessariamente realistico, altrimenti sarebbe inutile avere il dono della fantasia. Ci sono scene di sesso, per nulla estreme, tuttavia la protagonista vive una sorta di umiliazione. Se questo vi disturba, vi supplico, astenetevi dal proseguire la lettura. Grazie

“No, questo proprio no, adesso hai superato il limite, questo proprio non posso”

“Ma perché? Ormai è maggiorenne! Vuoi che non abbia mai visto il cazzo di un uomo?”
“Avrà anche visto il c... voglio dire il membro di un uomo, ma non voglio che veda il tuo, ché sei un pervertito!”

“Non voglio costringerti … però mi dispiace. Una così bella ragazza …"

“Non insistere, non se ne parla proprio!” concluse Roberta, rossa in viso per il livore.

“Diciamo che mi rimangono due scelte.“ Ripresi io con tutta calma “La prima è rinunciare, l’altra è mostrare il simpatico video in cui sei scopata dai due vecchietti a tuo marito … certo, potrei porre in atto la seconda, ma oggi non ho voglia. Mi piacerebbe che tu capissi … il sesso è un piacere, perché rinunciarvi?”

“Ho detto di no! E basta, non voglio più ritornare su questo argomento!” “Ok, per oggi va così, ma per domani non posso garantire. Magari, domani sera prima di addormentarmi mi viene qualche idea strana e per pubblicare il video basta un click …"

Una lunga pausa interruppe la conversazione. Preso il cellulare, cominciai a proiettare il video di quel pomeriggio di sesso a tre, quattro ... Sullo schermo passavano le immagini di Roberta nelle diverse pose, con i dettagli dei membri che la penetravano, in ottima risoluzione, devo dire. Alzando il volume, si potevano sentire i rumori prodotti dai loro corpi e le voci dei due, che non pronunciavano proprio caste parole.

“E sia … “

disse allora lei, capita l’antifona.

“Angela, vieni qui per favore”, gridò allora verso la camera della figlia.

“Che c’è mamma?” rispose subito lei affacciandosi all’uscio.

“Ehm, vorrei parlarti di una cosa piuttosto personale. Per favore, vieni qui.”

Arrivata in salotto, Roberta si sedette affianco a me sul divano, mentre Angela era sulla poltrona proprio di fronte alla madre.

“Angela, ormai tu hai diciotto anni e dobbiamo parlare … voglio sapere cosa sai del sesso con gli uomini. Andrea è stato gentile e si è detto disponibile ad aiutarmi a spiegarti come funziona. Ad esempio, tu hai mai visto un membro maschile?”

“Beh, mamma, sono cresciuta. Non puoi certo pensare che quelli che i ragazzi che ho incontrato fino ad ora si accontentassero di qualche bacetto o di una pomiciatina … “, rispose lei, invero più disinibita di quanto io stesso mi aspettassi.

“Ed hai avuto anche rapporti completi?” Insistette la madre.

“Mi metti in imbarazzo … non so cosa tu intenda per completi, ma se ti riferisci alla verginità, mi dispiace, ma devo confessarti che l’ho già sacrificata.”

“Ah, andiamo bene. Andrea, per favore, mostra il tuo pene a mia figlia, che voglio vedere fin dove è arrivata.” Non me lo feci ripetere due volte, mi alzai in piedi davanti a madre e figlia ed estrassi il cazzo dai pantaloni. “Fammi vedere cosa sai fare” aggiunse allora Roberta. “In che senso?” rispose lei sorpresa della richiesta della madre. “Toccalo, fammi vedere se sai usare le mani”, rispose lei. Scoperte le abilità della figlia, adesso Roberta sembrava più interessata a sapere fin dove si era spinta la figlia.

Con un po’ d’imbarazzo, la figlia prese in mano il mio cazzo e, piuttosto impacciata, cominciò a segarlo. “Non si fa così! “intervenne la madre “Non è mica un pezzo di plastica! Prima lo devi accarezzare con calma, poi, man mano che cresce e ti si indurisce in mano, lo serri sempre più forte” accompagnando le parole con i gesti, il mio membro cominciò a rizzarsi. “Solo quando è diventato sufficientemente duro, lo seghi con vigore. Tieni, adesso continua tu.” Concluse passando il membro eretto alla figlia, che subito lo prese e prosegui a menarlo con gusto. “Ecco, brava. Con l’altra mano adesso carezzagli i coglioni …". La figlia subito obbedì, con mia grande soddisfazione, ché amo i grattini sulle palle.

“Hai avuto anche rapporti orali?” La figlia non rispose, ma si limitò ad arrossire, esplicitando una risposta affermativa. “Ho capito, fammi vedere cosa sai fare.” Angela, lasciate cadere le mani, guardava la madre con aria perplessa. Non capiva bene cosa stesse succedendo. Con delicatezza avvicinai allora il mio cazzo duro vicino alle sue labbra, senza toccarle e rimasi in attesa che succedesse. La figlia scambiò ancora un’occhiata con la madre, quindi volse lo sguardo verso di me che, con un sorriso, feci capire che non vi era altra alternativa. Socchiuse allora le labbra e lasciò che l’asta le entrasse in bocca. Rimase tuttavia ferma, come se non avesse chiaro cosa dovesse fare. “Lascia fare a me”, disse allora Roberta, che, afferrato il mio membro con la mano, se lo portò alla bocca e cominciò a spompinarmi. “Ecco adesso che hai visto come devi fare, fammi vedere quello che sai fare” La figlia, entrata ormai in pieno spirito di competizione, rubò il cazzo dalle mani della madre, se lo portò alla bocca e cominciò, a sua volta, a spompinarmi in maniera succulenta. Oltre a succhiare, cominciò anche a leccare l’asta con abbondante quantità di saliva, scorrendola dalla radice alla cappella. Quindi riprese a succhiarla con passione. La madre, che non voleva evidentemente rimanere inattiva, si fece posto e cominciò a leccarmi i coglioni.

“Roberta, per favore, leccami il culo” dissi allora ansimando. Lei scese allora dal divano, si inginocchio dietro di me e prese a leccarmi con passione l’ano, spalancandolo con le mani in maniera da permettere alla lingua di entrare in profondità. Il mio membro si ingrandì e si irrigidì ulteriormente, quindi, onde impedire che la figlia interrompesse il suo lavoro, le presi la testa con una mano e la costrinsi a proseguire a succhiare.

“Adesso basta, Andrea, siediti sul divano.” Disse Roberta alzandosi ed afferrando con forza il mio braccio, costringendomi a sedermi sul divano. “Voglio vedere che altro sai fare, Angela. Togliti i pantaloni e le mutandine.” La figlia ubbidì. “La verginità hai detto di averla già persa … quindi puoi fare un’altra esperienza. Alzati e appoggia il buchetto posteriore sul cazzo di Andrea.” “Ma mamma, questo non l’ho mai fatto! Mi farà male!” “Proprio perché non l’hai mai fatto voglio che cominci. Una volta persa anche la verginità anale, avrai tutti gli strumenti a disposizione per far godere un uomo. Forza, non perdiamo altro tempo. “

Angela ubbidì alla mamma ed appoggiò il buchetto alla cappella. “Ora, piano piano, fallo scivolare dentro.” La figlia, poggiate le mani sulle ginocchia, cominciò a lasciarsi andare, sedendosi sull’asta dura, mentre la madre con la mano sul mio cazzo ne agevolava l’ingresso. “Ahi mamma, mi fa male” “Devi lubrificarla meglio”, mi permisi d’intromettermi. “Mettiti carponi davanti a noi e insalivalo ben bene.” Roberta ubbidì, si alzò dal divano, si pose in ginocchio tra le gambe spalancate mie e della figlia, e si allungandosi infilò la testa in maniera che la lingua potesse raggiungere il buchetto. L’abbondante produzione di saliva della madre permise a quello di lubrificarsi meglio e, pian piano, non senza qualche sforzo, la figlia si infilò tutto il palo nel culo.

“Ecco, adesso che ce l’hai tutto dentro, comincia segarmi con il culo”. Angela, ascoltata la mia richiesta, facendosi forza sulle gambe, cominciò a muoversi su e giù lungo l’asta, con mia grande soddisfazione. “E tu leccami le palle” dissi a Roberta, che pure si dispose ad accogliere la mia richiesta. Sentire le palle scomparire nella bocca della madre, mentre la figlia compiva un esercizio di ginnastica sul mio membro, era fantastico. Osservavo le chiappe acerbe di Angela, che subito cominciai a palpare a man bassa; per permetterle di godere con una mano presi a stimolarle il grilletto. La madre, che fino ad allora, aveva succhiato le palle con grande dovizia, capito che anche la figlia aveva diritto al suo piacere, levo le mie dita e le sostituì con la sua lingua. Che ora si alternava tra le palle dell’amante e la figa della figlia. Il piacere che le provocava, permise ad Angela di rilassarsi, godersi l’inculata e muoversi in maniera più lenta, ma anche più arrapante.

Non ci volle molto per farmi venire; afferratala per i fianchi, tirai giù la figlia per impedirle di scappare e mi lasciai andare ad un abbondante sborrate nel di lei retto. Alla quale corrispose, praticamente nell’immediato, la venuta della figlia, che si abbandonò ad un lungo “ooohhh” di soddisfazione.

Mollata la presa, Angela si alzò liberando il mio cazzo, sulla cappella del quale si trovavano le abbondanti tracce di quanto era appena accaduto. “Adesso aiutami a pulire”, disse allora Roberta. La figlia la guardò perplessa, ma quando vide cosa intendeva la madre, anche lei si inginocchiò accanto a lei e con grande dovizia prese a leccare la sborra colante lungo l’asta assieme alla madre. Seduto, mi godevo lo spettacolo offertomi da mamma e figlia che, a quadro zampe davanti a me, si adoperavano con le loro lingue per restituirmi un cazzo lucido e luccicante come nuovo.
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