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Maz & Morix - 3 - Cappuccetto rosso


di Aleppe
02.03.2014    |    13.037    |    1 9.3
"“Se la montagna non va da Maometto …”, pensò Maz, che infatti afferrò la testa della lettrice e vi infilò dentro la mazza..."
Il lavoro avrebbe trattenuto l’avvocato lontano da casa per almeno una settimana. I gemelli pensarono allora di mettere in atto il loro piano per godere delle grazie dell’acquisita zia. In fondo l’avvocato non è loro padre, lei non era la loro madre … finito di cenare, i due salutarono Carlotta affermando di sentirsi stanchi e afflitti da un fastidioso mal di testa. “Andate pure a letto, più tardi verrò a vedere come state”, rispose lei. E così fu. Appena passate le undici, Carlotta si recò dei ragazzi che, con sua sorpresa, scoprì essere ancora svegli. “Non riusciamo a prendere sonno”, disse Maz, “Abbiamo provato a leggere qualche libro, ma proprio non riusciamo a dormire”, aggiunse Moritz. “Perché non ci leggi qualcosa tu …”, “Va bene, Maz, passami il libro che stavi leggendo”. Vista la copertina, Carlotta esclamò un po’ sorpresa “Ma è un libro di favole dei fratelli Grimm, non siete un po’ grandicelli per queste cose?” “Leggi zia, non ti preoccupare”, risposero all’unisono. Carlotta prese una sedia, la sistemò in mezzo ai due letti, si sedette e cominciò a leggere Cappuccetto Rosso. Letta qualche battuta si fermò “Ehi, ma questa è una versione scabrosa! Cosa mi state facendo leggere?”. “Non ti preoccupare zia, vai pure avanti”, risposte Maz. La zia proseguì la lettura e, man mano che procedeva, la favola si faceva sempre più manifestamente erotica e il viso della zia avvampava, un po’ per l’imbarazzo, un po’ per l’eccitazione che cominciava a subentrare.
Intanto, i due avevano sollevato le lenzuola, sotto le quali cominciarono a masturbarsi. “Cosa state facendo?”, domandò Carlotta che si era accorto di tutto quel trambusto. “Niente zia, continua pure a leggere”. Dopo un po’, Maz, il più intraprendente dei due, apostrofò la malcapitata “Zia, potresti aiutarmi?” “A far cosa?” risposte lei impaurita, “Non riesco a venire”, disse allora Maz, sollevando le lenzuola e mostrando alla zia un enorme cazzo in perfetto tiro. Si mise quindi a sedere sul letto, in maniera che la zia potesse raggiungere il suo membro con la mano. “Ti tengo io il libro, tu metti la mano sul mio pene e comincia a fare su e giù”. Così dicendo, le sfilò di mano il libro, le prese la mano ora libera e la appoggiò sul suo membro eretto. Carlotta, inebetita, non riuscì a rifiutarsi e appena la mano toccò il membro turgido lo strinse e cominciò una fantastica sega. Morix, dal canto suo, disse “Zia, per favore, aiuta anche me” e con un gesto fulmineo si ritrovo nelle stesse condizioni del fratello. La scena era fantastica: Carlotta, seduta in mezzo ai due, con una mano per ciascuno segava i membri eretti dei fratelli che, nel frattempo le sorreggevano il libro affinché non interrompesse la lettura. A sentirlo raccontare non ci si sarebbe creduto: una bella donna che aveva appena passato la quarantina senza aver mai commesso la minima trasgressione, si trovava ora seduta in mezzo a due baldi giovanotti cui stringeva il cazzo leggendo una versione osè di cappuccetto rosso.
Maz, sempre con il cazzo nella mano della “zia”, si alzò e cominciò ad avvicinare il pene alla di lei bocca. Così fece anche Morix. I due ora stringevano Carlotta in una morsa, il cui passo successivo era chiaro a tutti e tre. “Zia, per favore, il mio pene è troppo secco e scorre male nella tua mano. Potresti inumidirlo un po’ con la bocca”. Carlotta si voltò verso il “nipote”, guardò l’asta che ormai distava dal suo viso pochi centimetri ed aprì meccanicamente la bocca, senza avere il coraggio di tirare fuori la lingua per leccarglielo. “Se la montagna non va da Maometto …”, pensò Maz, che infatti afferrò la testa della lettrice e vi infilò dentro la mazza. Dopo averla scopata per un minuto, disse “Scusa, ti ho interrotto, riprendi pure a leggere”, estrasse il cazzo dalla bocca di Carlotta, le girò la testa con la mano che la teneva e Carlotta, ormai completamente in balia dei due, riprese la lettura. Che fu però interrotta da Morix, il quale esigeva per se lo stesso trattamento. Così andarono avanti per un po’, con Carlotta, che tra un bocchino e l’altro ai due gemelli, continuava a leggere di lupi che si scopavano alla pecorina povere bambine indifese, mandate nel bosco vestite solo di una mantellina e calze a rete.
Naturalmente i due ragazzi infilarono le mani nella camicetta della “zia”, cominciando a pastrugnare le tette giganti e quando il racconto arrivò al punto in cui Cappuccetto Rosso subiva una doppia penetrazione ad opera del lupo e del cacciatore, i due vennero contemporaneamente inondando il viso di Carlotta di sborra. Quindi si staccarono dalla zia e, nella più completa normalità, si sdraiarono sul letto girandosi dall’altra parte e dicendo “Grazie zia. Buonanotte”. Carlotta, che non capiva esattamente quello che era successo, con la sborra che le colava sulle guance, sul mento e cadeva sulla camicetta aperta fino a lambire i seni scoperti, si alzò ed uscì dalla camera pronunciando un laconico “buonanotte”.
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