Racconti Erotici > orge > Maz e Morix - 9 – Interludio con Simona
orge

Maz e Morix - 9 – Interludio con Simona


di Aleppe
22.05.2014    |    8.425    |    0 9.1
"Che infatti, di lì a poco, venne..."
“Ehi Gianna, vieni a vedere”, gridò il postino alla cameriera, di cui ora conosciama anche il nome. Gianna si avvicinò all’auto del postino, curiosa di sapere perché non fosse sceso per consegnarle la posta. E la sua curiosità fu presto appagata, infatti il postino aveva tra le gambe la testa di Simona che gli stava elargendo un succulento pompino. “Ti devo proprio ringraziare per il video che hai girato quel giorno, che ha migliorato notevolmente la mia esistenza.” “Lo vedo”, rispose Gianna, che aveva già intuito cosa stava succedendo. “E non solo la mia, ma anche quella dei miei colleghi, che ora possono usufruire delle prestazioni di uno speciale ufficio postale”. All’espressione incuriosità della cameriera, il postino rispose cominciando a raccontare della nuova occupazione di Simona.
La quale, vestita di tutto punto da impiegata postale, ma solo dalla cintola in su, al di sotto della quale era completamente nuda fatto salvo indossare un paio di scarpe nere dal tacco alto, seduta sul cazzo del postino, a sua volta seduto allo sportello dell’ufficio postale, sotto il ricatto della diffusione del video in cui veniva ripreso il suo sandwich con i gemelli, era tenuta a soddisfare le richieste dei “clienti”, che altro non erano se non i suoi colleghi. Questi, in cambio di un pagamento al ricattatore su cui lei sedeva, potevano richiederle particolari prestazioni. C’era la fila quel giorno, nel racconto del postino. Il primo, chiese una “raccomandata a mano”, vale a dire una robusta sega. “Subito signore”, rispondette Simona, che afferrò la nerchia del collega e cominciò lentamente a muoverla avanti e indietro. “Più veloce, altrimenti non arriverà mai”, si era lamentato il cliente, al che Simona ricevette un sonoro schiaffo sul culo da parte del postino. “I Clienti vanno soddisfatti, non devi dormire sul lavoro”. Simona aveva accellerato la masturbazione, che dopo qualche minuto diede i suoi effetti. “Sto venendo”, ansimò il collega e il postino di rimando “Troia , prendi la sborra nel palmo della mano, non vorrai mica che sporchiamo il banco dello sportello. Ti avvertò che se ne cade una goccia, la dovrai raccogliere con la lingua!”. Operazione che Simona si risparmiò, avendo messo la massima cura nel segare l’uomo con la destra, mettendo la punta del cazzo nel palmo della sinistra. Il liquido poi, che le occupava tutta la mano, fu assorbito grazie a salviette opportunamente portate dal postino.

“Anche per me una raccomandata, ma con la bocca” “Le costerà cinquanta euro”, rispose Simona. “Sono tanti, ma il tuo viso da santarellina li vale certamente. Su, datti da fare.” Rispose il collega porgendo al postino una banconota da cinquanta euro e spiattellando i cazzo sul banco. Simona si chinò in avanti, cominciando il nuovo lavoro. Nel chinarsi, si staccò dal cazzo del postino ma, soprattutto, pose alla vista del collega il suo superbo culo nudo. E questo le giovò certamente, perché il collega non si trattenne e le vomitò in bocca la spremuta dei suoi testicoli. “Ingoiala tutta, puttana!”, le intimò il postino premendole la testa sul basso ventre del collega e impendendole così che l’eventuale fuoriuscita si riversasse sul banco. Simona per un po’ arrancò, ma anche stavolta riuscì a ingoiare tutto senza lasciare che neppure una goccia sporcasse la postazione che doveva rimanere intonsa per quando, un’ora dopo, sarebbero arrivati i veri clienti.

“Io vorrei spedirle un pacco nel culo”, chiese l’ultimo “cliente”, mostrando a Simona un enorme cazzo nodoso già in tiro perfetto. “Sono cento euro. Da qui non riusciamo a far passare il pacco. Venga da questa parte che le apro lo sportello”, rispose Simona che, una volta consegnata la banconota al postino, si alzò in piedi, si diresse verso un piccolo sportello posto a fianco della postazione, lo aprì, si voltò, si inchinò a novanta gradi mostrando le chiappe al cliente e disse “ecco, adesso sono pronta, spedisca pure il pacco nel mio culo.” Naturalmente quello non se lo fece ripetere due volte, aggiustò la cappella sullo sfintere della malcapitata, spinse e la penetrò fino ai coglioni. Per la verità, senza che Simona facesse una piega, fatto che convinse il collega i poterla pompare come un forsennato. Immaginatevi la scena: una stupenda puledra ventenne che indossa un paio di scarpe nere col tacco, gambe e culo completamenete nudi, giacca color carta zucchero dell’uniforme dei postini, camicia azzurra e cravatta blu che, per la particolare posizione piegata in avanti, penzola e oscilla avanti e indietro mentre viene violentemente inculata da un’uomo di mezza età troppo eccitato per l’occasione avuta. Il movimento aveva fatto cadere il cappello sugli occhi di Simona. Lo sguardo del postino, nel rimetterlo al suo posto, incrociò quello di Simona e non resistettè: prese il cazzo ancora sguainato con una mano, pose la punta sulle labbra di lei e con l’altra mano le spinse la testa per cacciarglielo in gola. Quindi le sbottonò la camicetta, trasse le belle tette dal reggiseno, le massaggiò un po’ per lasciarle poi penzolare assieme alla cravatta. Simona, ora allo spiedo tra un cazzo in culo e uno in bocca, era più eccitante che mai. Ma i due se la volevano godere un po’, quindi cercarono con tutte le loro forze di resistere fino a quando, nonostante gli sforzi vennero all’unisono nei due di lei buchi. La postina, o troia come la chiamava il suo ricattatore, ingoiò tutto anche stavolta. Poi, appena il collega le estrasse il cazzo dal culo, per evitare che la sborra colasse per terra, si tappò il buco con un dito e si diresse verso il bagno per lasciar scolare il bianco e cremoso liquido nel cesso.

Nel sentire questo racconto, Gianna aveva cominciato a eccitarsi e, di rimando, a toccarsi la fica bagnata. Finita la storia, si spostò dall’altro lato dell’auto, chiese al postino di aprire il finestrino, si voltò mostrando il culo nudo agli occupanti della macchina e disse: “Dì alla tua troia di leccarmi le chiappe e il buchetto”. Il Gianna aprì la portiera, costrinse Simona ad uscire e mettersi in ginocchio e le posa la fica sul viso. “Fatti leccare il buco del culo anche tu”, disse al postino, che non se lo fece ripetere due volte. Scese dalla macchina e si avvicinò ai due, porgendo loro il culo ora denudato. Gianna staccò la testa di Simona dalla propria vulva, la voltò e la costrinse a leccare il culo del postino. Poi le prese una mano, la infiò tra le di lui gambe, le fece afferrare il cazzo e “Segalo, troia”, le ordinò impietosa. “Ti piace vero”, disse Gianna al postino, ponendosi a lui davanti e, senza attendere la risposta, mettedogli la lingua in bocca per farlo arrapare oltre ogni limite. Che infatti, di lì a poco, venne. Stavolta Simona non riuscì a prendere la sborra, anche perché non ve ne era un effettivo bisogno, che cadde copiosa sull’erba. “Ora ti chini e la raccogli ben bene con la lingua”, le ordinò ancora autoritaria Gianna, e a Simona non rimase altro che, inginocchiata, piegarsi in avanti e leccare il liquido bianchiccio tra gli sguardi soddisfatti dei suoi padroni.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Maz e Morix - 9 – Interludio con Simona:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni