Racconti Erotici > orge > DESIDERIO 11 - AFFARE FATTO !
orge

DESIDERIO 11 - AFFARE FATTO !


di Aleppe
02.02.2020    |    5.685    |    4 7.7
"Stavolta fu Carlo che non riuscì a resistere..."
DISCLAIMER
Il racconto è di FANTASIA, contiene più pornografia che erotismo (almeno come lo si intende comunemente, dal mio punto di vista le due cose coincidono), contiene scene di dominazione, ecc ... in particolare, qualsiasi riferimento a fatti o persone esistenti è del tutto casuale. Se ciò vi disturba, astenetevi dalla lettura, per favore. A chi prosegue: buona lettura e speriamo che vi piaccia!

Chiusa la conversazione, il viso di Carlo mostrò la sua preoccupazione. “La segretaria si è ammalata proprio oggi che avrei dovuto concludere un affare importantissimo per la nostra azienda ... una commessa da qualche milione di euro ... un incontro fissato da un mese.” “E non puoi incontrarlo da solo questo signore? A cosa ti serve la segretaria?” gli chiese allora la moglie. “Sai come vanno queste cose. Non è solo una mera discussione sul prezzo. Il cliente viene anche per vedere a chi sta affidando il contratto. Psicologicamente accoglierlo con cortesia, dedicargli la massima attenzione fa la differenza. E la mia segretaria è una persona in grado di far sentire a proprio agio chiunque.” “Se è tutto qui, posso sostituirla io.” Cinguettò allora mia moglie Cinzia “Non ho specifiche competenze in materia di vendite e contratti, ma se il problema è servire una tazza di un buon caffè con gentilezza, beh, lasciami dire che meglio di me non c’è nessuno.” “Veramente lo faresti?” Ribatte Carlo. “Ma certo. Tu e tua moglie ci avete accolti con tanta gentilezza, per me sarebbe un’occasione per ricambiare la vostra cortesia.” “E sia, proviamo. Vestiti, metti le scarpe ed andiamo.” “Subito.” Rispose entusiasta mia moglie, per scomparire al piano di sopra.
Ridiscese le scale dopo dieci minuti indossando un tubino color amaranto che le metteva in risalto le sue curve. Due tacchi alti contribuivano inoltre a dare alle sue chiappe una magnificaenza fuori dall’ordinario. “Vado bene così?” chiese a Carlo. “Ma si, tutto sommato non devi interpretare il ruolo della responsabile dell’amministrazione che avrebbe richiesto il tailleur di ordinanza. Quest’abito scanzonato, tuttavia elegante è più che sufficiente. Andiamo” e si avviarono assieme verso la porta.
“Cinzia, ordina al bar un caffè liscio, un macchiato e due brioches una alla crema ed una alla marmellata, per cortesia. Quando arrivano, portaceli, grazie.” Disse Carlo prima di buttare giù la cornetta dell’ufficio per riprendere al discussione col Cliente.

Trascorsa una decina di minuti, toc toc, si sentì bussare alla porta. “E’ permesso? Sono arrivati i caffè!” disse Cinzia socchiudendo la porta con la destra, mentre la sinistra reggeva il vassoio con caffè e brioches. “Vieni pure avanti Cinzia”, disse Carlo invitandola ad entrare anche col gesto della mano. Dall’espressione del viso di Carlo, Cinzia intuì immediatanente che le cose non andavano per il verso giusto. “Allora, firmato questo contratto?” disse rivolgendosi al cliente nell’atto di appoggiare il vassoio sulla scrivania. “Eh, purtroppo no, il suo capo, se me lo posso permettere, è un testone e non vuole concedermi lo sconto che gli ho chiesto. In queste condizioni mi trovo costretto ad affidare l’appalto alla concorrenza. Per pochi punti percentuali vuole mandare all’aria un’occasione d’oro.“ rispose sorridendo quello. Anche Carlo ammiccò un sorriso, consapevole che “il cliente ha sempre ragione”. “Peccato, perchè qui da noi alla sigla di un contratto siamo soliti festeggiare in una maniera molto particolare” disse allora Cinzia sfoderando un sorriso malizioso e, nel porgergli il caffè, si adoperò per mettere in mostra il suo seno prosperoso. Quindi si voltò per girare attorno alla scrivania e portare il caffè a Carlo, ma nel farlo con accuratezza lasciò cadere per terra una bustina di zucchero. “Oh, scusi, la raccolgo subito!” si affrettò a dire civettuola e, inutile a dirlo, nel piegarsi per raccoglierla lasciò che il tubino salisse fino all’attaccatura delle gambe e mise in mostra il suo magnifico culo. Il cliente strabuzzò gli occhi, si scambiò un rapido sguardo con Carlo che ammiccando lasciò intendere che fosse tutto regolare. Così quello allungò la mano per toccare la natica prospicente della mia dolce metà, ma “Prima la firma sul contratto”, fu rapida a dire quella allontanando la mano dal culo. “Come le ho detto, i festeggiamenti sono solo alla firma del contratto, non prima” gli disse a lui avvicinandosi. “Ma di che tipo di festeggiamenti si tratta?” chiese allora quello, paonazzo in viso e manifestamente incredulo per quello che stava accadendo. “Sono proprio i festeggiamenti a cui sta pensando lei ...” continuò Cinzia allungando una mano tra le gambe di quello e strizzando l’occhiolino a Carlo. Che, capita l’antifona, immediatamente sottopose il contratto al cliente porgendogli la penna e fissando i suoi occhi per capire che, stavolta, era lui a non doversi far scappare l’occasione. E così fu. Il cliente firmò immediatamente. “Oh, bravo, e adesso festeggiamo” disse Cinzia aprendo la patta di lui da cui estrasse un cazzo già duro. Dapprima lo masturbò per un po’ leccandosi le labbra in maniera lascivia, quindi si inginocchio e cominciò un lungo e succoso pompino.

Il fortunato cliente reclinò allora la testa, godendosi quella prestazione inizialmente imprevista. “Dai, mettiamoci sul divano che staremo più comodi”. Cinzia lo prese per mano e lo accompagnò verso il divano. Quindi si tirò su il vestito, si calò le mutandine, sfilò il reggiseno e estrasse le poppe dal vestito, quindi si sdraiò sul divano a cosce aperte, mettendo in mostra al mondo la sua splendida peluria. “Dai, fammi vedere cosa sai fare” Il cliente non se lo lasciò ripetere due volte, si sfilò rapidamente giacca e pantaloni, slacciò la cravatta e, in men che non si dica, fu sopra la mia generosa mogliettina. Dopo qualche minuto di questa scopata alla missionaria, mia moglie prese di nuovo l’iniziativa: chiese al cliente di metterersi a sedere sul divano e, accovacciata tra le sue gambe, riprese il lavoro di bocca. Stavolta leccò le palle e, nello sforzo di raggiungere il buco del culo, si mise carponi, mostrando al solito mondo il suo culo magnifico.

Stavolta fu Carlo che non riuscì a resistere. “Perdonami Cinzia, ma hai un culo irresistibile !” Si pose quindi dietro di lei e estratto il cazzo dalla zip dei pantaloni, glielo infilò dritto nel culo, senza neppure lubrificarlo. Cinzia, ormai abituata a questo tipo di trattamento, non si scompose più di tanto. Il cliente invece, alla vista di questo nuovo sviluppo, esplose in una gigantesca sborrata. Che a sua volta stimolò Carlo, che riempì l’intestino di mia moglie del proprio seme. “Adesso alzatevi “ trovò ancora la forza di dire Cinzia. Quindi, messili uno accanto all’altro, “lasciatemi far pulizia” disse mentre leccava la sborra dai membri colanti dei due uomini. Che ne approfittarono per stringersi la mano e, all’unisono, dire: “Affare fatto!”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per DESIDERIO 11 - AFFARE FATTO !:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni