LA MIA PRIMA ESPERIENZA 7: "IL SIGNOR ROSARIO MI AIUTA A PORTARE SU LE BIRRE"

Torno da loro dicendo che in frigo c’è solo una birra. Ahmed va in camera e torna con i soldi. “Vai a comprare un po’ di birra, ne berremo tanta durante la giornata, così avrai tanto buon piscio schiumoso”. “Ok, vado a cambiarmi e struccarmi e vado”. “Aspetta, prima pulisci la porcheria che hai lasciato a terra”. “Vado a prendere il secchio e lo straccio e….”. “Forse non hai capito. Per terra c’è il piscio che non hai bevuto e la sborra che ti è uscita dal culo. Spogliati nuda e asciuga tutto con la bocca e col corpo”. Eseguo l’ordine e chiedo di andarmi a lavare. “Non serve che ti lavi, vestiti da maschietto e scendi con il nostro odore!”. Mi vesto e scendo per comprare le birre, ne vogliono due casse da 12! Rifletto che per me è impossibile portarle da solo. Risalgo e lo dico ad Ahmed. “Fatti aiutare dal ragazzo del negozio, noi ci vestiamo e iniziamo a lavorare”. Sfortunatamente il ragazzo delle consegne oggi non era a lavoro. La signora Maria del minimarket propone al marito di accompagnarmi a casa col carrello e di aiutarmi. “Ma certo, andiamo piccolo, fai strada”. Il marito della signora Maria è un bel 50 enne un po’ sovrappeso e pelosetto, proprio il mio tipo. Cerco di mantenermi a distanza da lui per non fare sentire il mio odore. Puzzo fortemente di piscio e sborra, poi stupidamente, durante la “pulizia” del pavimento ho lasciato addosso il perizoma e, ovviamente, si è bagnato un bel po’. Arriviamo sotto il portone ed apro, mi è vicino e mi dice: “Sento uno strano odore di cessi!”. Arrossisco dicendo che magari vieni da qualche casa del palazzo. Saliamo in ascensore, io entro, lui carica l’ascensore, chiude la porta e dice: “Ma io lo sento fortissimo l’odore adesso”. Si avvicina e mi annusa, “Ma sei tu, come mai, che hai combinato, puzzi di piscio e sperma, di piedi, per un ragazzino come te è impossibile!”. Schiaccio il pulsante dell’ultimo piano, il signor Rosario mi tocca, ho il pantaloncino, lo abbassa, io mi giro per sfuggire e vede il mio culo coperto solo dal sottile filo del perizoma. “Ma che abbiamo qui, che bel sederino da signorina, dimmi un po’, queste birre per chi sono? Hai uomini in casa vero?, i tuoi sono partiti…..o sei solo?”. “La prego signor Rosario non è come pensa, non dica nulla ai miei”. “Fossi matto, però tu devi comprarti il mio silenzio”. Siamo arrivati, l’ascensore è fermo al piano, nel mio pianerottolo c’è solo casa mia. Mi abbasso e comincio a strusciare il viso sul cazzo del signor Rosario, attraverso il pantalone, è già duro, lo tiro fuori e lo ingoio tutto, non è grandissimo, anzi è molto più piccolo rispetto ai cazzi che ho avuto l’onore di prendere in questi giorni. Ma ha un sapore buonissimo, sa di piscio e di bagnoschiuma al pino. Non me lo godo tanto perché comincia a sborrare…non schizza, ma esce lentamente, lo assaporo, è dolcissimo e molto cremoso, bollente, tanto, ingoio come fosse la cosa più deliziosa che esista (Per me la sborra lo è!!!!, E’ la sborra il nettare degli dei). Ingoio tutto. “Signor Rosario, che buona la sua sborra, perché mi pisci in gola pure”. “Sei una troia, eccoti servita!!!!”. Ovviamente ingoio tutto il piscio del signor Rosario e poi lappo la cappella per togliere le ultime gocce. Si ricompone, apro l’ascensore, poi la porta. Rosario prende le casse di birra e le porta dentro. “Troia sei tornata?”, urla Ahmed dalla cucina. “Ve l’ho riportata sana e salva la vostra troia”. “Pensavo che ti facevi lasciare le cose nell’ascensore e salivi sola troia”. “Ho avuto l’onore di scoprire le qualità di questa bella troietta”, dice il signor Rosario rivolgendosi ad Ahmed. “Se vuole noi siamo tutto il giorno a casa, magari ci da il cambio ogni tanto a me e ai miei colleghi”. “Con piacere, sarò dei vostri…ma quanti siete voi?”. “Siamo 4. E tu 5”. “E se fossimo di più?”, dice con un ghigno il signor Rosario: