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LA MIA PRIMA ESPERIENZA 4: SEMPRE PIU' TROIA


di Membro VIP di Annunci69.it LauraPullaTrav
04.09.2019    |    2.115    |    0 9.5
"Ma prima passa e mi lascia le sue mutande e i calzini sporchi, li annuso, mi succede una cosa strana, ho il culo che mi sbrodola..."
Dopo la nottata passata con il mio Ahmed, nella quale ho perso la mia verginità e ho scoperto di amare i succhi di minchia, la mattina a scuola è stata pesante. Sia perché avevo bruciore al culo, che quasi non riuscivo a stare seduto, sia perché pensavo al mio Ahmed. Alla ricreazione sono andato in bagno e, per la prima volta, l’odore di piscio che si sentiva mi ha eccitato e riportato alla mente la sera precedente. Un’immensa gioia mi ha invaso il cuore, non so spiegarlo, ma ero felice di avere scoperto la mia vera natura di troia.

Al rientro a casa, saluto i miei, pranzo e corro subito a studiare. Ahmed è ancora a lavoro, voglio finire i compiti prima che torni a casa. Sono le 18, eccolo che rientra, la sua stanza è di fronte la mia, io ho la porta aperta, lui arriva saluta e poi si affaccia alla mia porta e mi saluta. Gli corro incontro e lo abbraccio, lui mi respinge e mi sorride. Ci sono i miei, mi sono lasciato trasportare.

Lui va nella sua stanza, chiude, esce in accappatoio e va verso il bagno per fare la doccia. Ma prima passa e mi lascia le sue mutande e i calzini sporchi, li annuso, mi succede una cosa strana, ho il culo che mi sbrodola. Chiudo la porta e comincio a leccare le calze e le mutande del mio maschio, voglio godere, ma non mi tocco il pisello, mi infilo due dita nel culo e ho un orgasmo. Niente paragonato al cazzo di Ahmed che mi deflora, ma tanto da farmi calmare un pò i bollori.

La sera dopo cena, a tavola coi miei, guardiamo la TV. Gli inquilini delle altre stanze non torneranno prima di una settimana e Ahmed è nella sua stanza. Devo trovare una scusa per raggiungerlo. Improvvisamente mia madre mi chiede di chiamare Ahmed che papà ha bisogno di parlare con lui, per dei lavori da fare in casa. Corro da lui. Busso, apro, entro, mi guarda, è in mutande, si alza, mi bacia in bocca, mi chiede che faccio nella sua stanza e spiego che mi hanno mandato i miei. Mi dice di andare che sarebbe arrivato appena vestito. Papà e Ahmed si accordano per i lavori da fare, ma Ahmed non può prima di sabato, suo giorno libero, e chiede a mio padre se può farsi aiutare per i lavori da qualcuno dei suoi colleghi. Trovato l’accordo, papà offre una birra ad Ahmed, mamma va a letto e io resto con loro.

Mio padre ringrazia Ahmed per la serata in cui mi ha fatto da baby sitter e lui risponde che non ha fatto altro che passare la serata a discutere con me dicendo che sono una persona molto intelligente. Papà decide di raggiungere mamma a letto e dice ad Ahmed che se vuole può restare a guardare la TV in salotto, chiedo a papà se posso restare anch’io, ma mi accorda solo mezz’ora, "poi a nanna che domani hai scuola".

Resto solo con Ahmed, siamo sul divano, chiudiamo la porta per non “disturbare i miei” e comincio a leccare il mio maschio. Lui mi gira a pecorina sul divano e comincia a leccare il mio buchino. Faccio uno sforzo sovrumano per non mugolare di piacere e, ad un tratto, si alza, punta la cappellona sul mio buco e mi penetra con un colpo solo. Comincia a fottermi fortissimo. Io ho paura che i miei possano sentire il rumore. Ahmed è troppo eccitato….mi dice: “piccola vieni a prenderlo in bocca che ti do il latte”. Spinto dal desiderio di bere la sborra del mio maschio, mi giro e mi ficco il suo cazzo in gola. Sborra come un cavallo e ingoio tutto, poi lecco la cappella. Facciamo in tempo a ricomporci che sentiamo passi verso la stanza nella quale siamo chiusi. Mio padre ci trova seduti a debita distanza che guardiamo la TV. “Vai a letto adesso, ti ho detto che domani hai scuola. Ahmed tu se vuoi resta a guardare la fine del film”. Esco insieme a mio padre e vado a nanna. Sono a letto, ma non dormo. Ahmed passa dalla stanza e mi saluta. Da quella sera i giorni passano senza che io possa essere la troia del mio Ahmed, le occasioni, con i miei a casa, sono rare e rischiose. Il giovedì sera, però, capita una cosa inaspettata. I miei ricevono una telefonata dalla sorella di mio padre che ha assoluto bisogno di mio padre. Decidono così di partire l’indomani e di trascorrere il week end lì, dato che l’unico ospite della pensione è Ahmed, quindi non hanno particolari doveri. “Ma, mamma, io ho scuola fino a sabato, non posso mancare due giorni!”. Mio padre risponde immediatamente: “Ascolta, sei grande abbastanza per restare solo e poi c’è Ahmed per qualsiasi cosa, lui manca fino alle 18 durante il giorno, quindi la sera non sarai solo. E poi è giusto che resti qualcuno della famiglia sabato per i lavori, Ahmed porterà dei suoi colleghi. Te la senti di restare a casa?”. La mia risposta è un si che quasi mi esplode nella gola. “Grazie che mi considerate grande”, riesco così a giustificare l’entusiasmo. Non vedo l’ora che Ahmed sappia che resteremo soli venerdì sera e poi anche sabato, ovviamente solo dopo la fine dei lavori coi suoi colleghi.
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