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GLI OPERAI DEL CANTIERE NAVALE


di Membro VIP di Annunci69.it LauraPullaTrav
05.03.2017    |    6.047    |    7 9.6
"Sono passati altri 5 minuti, torno a guardare sul loro pianerottolo..."
Mi presento, sono Marco, 30 anni, bel ragazzo, alto 183 e peso 75 kg, faccio sport e ho un bel corpo, sono completamente depilato e adoro vestirmi da donna, come vedete dalle mie foto sul sito. Volevo raccontarvi una storia realmente accadutami qualche mese fa. Vivo da solo e questo mi permette di fare incontri nella più assoluta tranquillità. Ho un debole per i bei maschi maturi attivi, specie quelli un pò rozzi e padroni. Un annetto fa sono venuti ad abitare nel mio palazzo 4 operai campani del cantiere navale. I classici lavoratori fuori sede che vivono insieme e che hanno le famiglie lontane. Erano davvero 4 bei bocconcini sui quali ho subito messo gli occhi addosso. Tutti sposati, tra i 45 e i 60 anni, veramente molto maschi. Operai, quindi belli grossi, fusti e molto virili. Ci si incontra spesso nelle scale, saluti di rito e poi ognuno a casa sua. Io impazzivo quando li vedevo rientrare dal lavoro, tutti sporchi e sudati e desideravo poterli lavare con la mia lingua. Vedo spesso i loro indumenti stesi fuori: tute da lavoro, calze, mutande, canotte, magliette intime…mamma mia, che desiderio di annusarle sporche prima che le lavino! La vita scorreva tranquilla, ma un giorno, Carmine, uno dei 4 operai, mi ha bussato alla porta. Immaginate la mia sorpresa quando sono andato ad aprire. “Ciao, piacere, Carmine. Volevo chiederti se avevi del sale, ci stiamo facendo la pasta e nessuno di noi ha pensato a comprarlo”, mi dice Carmine con un fortissimo accento napoletano. “Certo”, rispondo io, “Piacere Marco, ti vuoi accomodare?”. “No, grazie, sto ancora tutto sporco dal lavoro”. Prende il sale e va via. Ho il suo odore di maschio nelle narici. Carmine è il più grande, il 60enne, un uomo massiccio e corpulento, scuro di pelle con i capelli cortissimi e brizzolati, con una peluria che si intravede attraverso gli indumenti che mi fa andare in tilt. Dopo 10 minuti ancora il campanello. “Scusami, mi manda Carmine, sono Giuseppe. Carmine è stato un pò vastaso. Dato che sei stato così gentile voleva invitarti a cena da noi, se non ti da fastidio e se ti fidi del cuoco”, dice Giuseppe sorridendo. “Beh, stavo per cucinare. Ok, 5 minuti e arrivo. Porto io il vino”. Che dire di Giuseppe, alto circa 1 metro e 80, sui 90 Kg, anche lui un supermacho quasi 50enne. Sono a casa loro, seduti al tavolo per cenare. E’ quasi estate, io sono in tuta, loro sono tutti in mutande e magliettina. Conosco gli altri due: Ciro, il più giovane, si fa per dire; ha 48 anni, fisicamente simile agli altri due già descritti. Mauro, invece, è un meraviglioso 55enne pelato, peloso come non mai, alto 1 metro e 78 circa,e peserà sugli 85 kg, con una bella pancia. Mangiamo la pasta. Mi chiedono di me, dico che sono single. “Beato tu che puoi fare quello che vuoi, noi siamo tutti sposati con figli e, da quando siamo qui, siamo soli, ma non siamo riusciti a combinare niente. Non hai qualche bella figa da presentarci?”. La serata continua tra battutine, vino, liquori e tante risate. Io non riesco a farmi avanti…ho un pò paura, anche se penso che, eccitati come sono, ci starebbero con Laura, il mio alter ego femminile. Sono le 22, decido di andare, loro sono stanchi, anche se è sabato e l’indomani non lavorano. Chiedo a Mauro carta e penna. “Che devi fare?”, mi chiede Mauro. “Devo dirvi una cosa, ma preferisco scriverla e la leggerete quando uscirò da qui, va bene?”. “Va bene”, mi rispondono quasi in coro. Scrivo chiaramente che ho voglia di essere la loro femmina, che in privato divento Laura e che, se sono tutti d’accordo, potrei trasformarmi in Laura e tornare da loro. Chiedo che la risposta affermativa mi sia data con un gesto. Se la risposta è si, se vogliono Laura, entro 5 minuti devono mettere fuori dalla porta un paio di scarpe. Esco e consegno la lettera. Torno a casa, lavo i denti, sono eccitatissima, spero che accettino. Passati i 5 minuti mi affaccio dalla porta per vedere se c’è il segnale che avevo stabilito. Niente! Che figura di merda, adesso cosa penseranno. Ho sbagliato, non dovevo sbilanciarmi, fosse stato uno, ma sono quattro, se almeno uno di loro non è d’accordo ho pregiudicato tutto. Rientro e chiudo la porta, ma sono troppo eccitata. Sono passati altri 5 minuti, torno a guardare sul loro pianerottolo. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Non un paio, ma quattro paia di scarpe da lavoro fuori e davanti al mio di pianerottolo, invece, i loro indumenti intimi sporchi con un biglietto: “Sarai la nostra femmina, quindi da stasera in poi, dovrai anche lavare le nostre cose, intanto annusale, sappiamo che alle troie come te piace l’odore di maschio”. Mi hanno capita al volo. In mezz’ora la mia trasformazione è completa: sono Laura. Esco nel pianerottolo e suono. Mi apre Giuseppe, gli altri sono dietro di lui. “Ma sei tu? Mamma mia che bella troia”, dice Ciro e mi viene incontro baciandomi, si avvicina gli altri, si spogliano, mi metto al centro e comincio a succhiare le loro belle mazze. Non capisco più niente, lecco piedi, cazzo palle, accarezzo corpi pelosi, sento odore di maschio molto forte. Mi metto a pecorina a terra e sento i loro cazzi che a turno mi scopano culo e bocca. Mi sembra di impazzire. Ci spostiamo in una delle camere da letto. Io con voce da troia dico: “Vi voglio tutti e 4 insieme!”. Faccio sdraiare Giuseppe sul letto e mi impalo sul suo cazzo, chiedo a Ciro di infilare anche il suo cazzo da dietro. Impongo a Mauro e Carmine di mettersi in piedi sul letto davanti a me così li spompino insieme. Quei 4 maschi non credono ai loro occhi, sono lì in mezzo a loro che li faccio godere tutti insieme. Gli insulti e i complimenti che mi piovono addosso sono ben poco rispetto alla pioggia che, da lì a poco, mi prenderò addosso. I miei stalloni si cambiano spesso di posizione. Scopiamo per un paio d’ore senza che nessuno di loro sborri. Io ho già goduto col culo una decina di volte, ma non mi basta mai, li incito a scoparmi più forte, sono la loro troia e loro ne sono felicissimi. A turno mi sborrano in bocca come io ho richiesto. Poi vado verso il bagno, mi infilo nella doccia, mi inginocchio e li chiamo. “Hey miei bei maschioni, non venite a farmi la doccia?”. Si mettono a semicerchio e mi pisciano in faccia e in bocca. Da quella sera, e per i mesi successivi, finché, ahimè, non sono andati via, sono stata la loro femmina in tutto e per tutto. Io li accudivo e loro non mi facevano mai mancare le loro meravigliose minchie.
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