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UNA SERA DI NOVEMBRE SULLA NAVE PALERMO-NAPOLI


di Membro VIP di Annunci69.it LauraPullaTrav
10.03.2020    |    2.089    |    3 9.0
"Il maschio mi guarda dallo specchio e mente si lava le mani non scolla i suoi occhi dal mio culetto..."
Con il lavoro che faccio, mi capita spesso di fare delle trasferte da solo. Inutile dirvi, dato che molti mi conosco, che queste diventano occasioni per portare con me anche il mio alter ego, Laura, che fortunatamente, occupa solo una piccola parte della valigia, insieme agli indumenti da uomo che indosso nelle mie apparizioni pubbliche. La storia che sto per raccontarvi risale a qualche anno fa. Era una sera di metà novembre e dovevo partire per Napoli per conto del mio ufficio, ma, anziché andare in aereo, decido di partire in nave, sperando di poter passare la notte a fare la troia con qualche bel maschione non accompagnato dalle solite mogli o fidanzate incollate loro come il bostik. Il periodo non è dei migliori per partire in nave, quindi mi aspetto che ci siano poche persone in partenza. La mia ipotesi è vera. I passeggeri a piedi sono davvero pochi, qualche famigliola, alcuni ragazzi o ragazze soli o in piccoli gruppi, ma niente di ché. Ma la vera sorpresa è il numeroso numero di mezzi pesanti che si stanno imbarcando sulla nave. Comincia a venirmi l’acquolina in bocca: “CAMIONISTI”.
Vado a sistemare la mia valigia in cabina e vado in giro per la nave a sondare il terreno, non prima però di avere indossato il mio intimo da “adescamento”, il tutto coperto da una tuta da ginnastica che non lascia trasparire ciò che c’è sotto. Entrata nel bar principale, vedo subito un gruppetto di camionisti seduti sulle poltrone che parlano animatamente, tradendo accenti siciliani e campani. Ridono bevendo birra e sfottendosi tra di loro. Vado verso il ponte per fumare una sigaretta ed ecco un altro gruppetto di maschioni appartenenti allo stesso gruppo. Mi piace molto il cameratismo che si instaura tra di loro, anche se sono dei perfetti sconosciuti. Fumo la sigaretta da sola, rivolgendo spesso lo sguardo verso quel ben di Dio. Ascolto i loro discorsi e capisco che passeranno la notte sulle poltrone dei bar perché non hanno la cabina. Come vorrei invitarli nella mia! Poverini, al freddo, mentre io potrei scaldarli per bene. Ne adocchio due che sono proprio i miei tipi: due bei manzi over50 belli massicci e corpulenti, e da quanto fuoriesce dai loro indumenti un po' trasandati, abbastanza pelosetti e con le facce da porci spaccaculi che solo una troia come me può capire. Si dirigono verso i bagni e decido di giocarmi le mie carte. Li seguo. Loro occupano già i due bagni e hanno le porte chiuse, allora io attendo fuori che escano per entrare in uno dei bagni appena libero. Esce il primo e va verso il lavandino, quasi in contemporanea esce il secondo che va direttamente verso la porta per uscire dai bagni. Non mi demoralizzo, mi infilo nel bagno di fronte al maschio che si sta lavando le mani e, messomi di spalle, senza chiudere la porta, abbasso completamente i pantaloni mettendo in mostra le mie grazie lasciate scoperte dal perizoma in pizzo nero e da un paio di autoreggenti a rete che esaltano la lunghezza delle mie gambe. Il maschio mi guarda dallo specchio e mente si lava le mani non scolla i suoi occhi dal mio culetto. Chiude l’acqua ed esce. Una delusione mi pervade, mi giro e chiudo la porta e faccio pipì. Ad attendermi dietro la porta c’è però una bella sorpresa. Il maschio dello specchio è rientrato e ha il cazzo di fuori. “Dai troia, sbrigati, abbassati e succhia che il mio amico sta tenendo la porta chiusa, poi anche lui vuole la sua parte”. Eseguo immediatamente ingoiando il cazzo ancora gocciolante e odoroso di piscio di quel maschione. Gli si intosta immediatamente riempendomi totalmente la bocca e toccandomi il fondo della gola con la cappella. Ci gustiamo entrambi quel succoso pompino, ma con due finali diversi, io ingoio tutta la sua crema riempendomi la bocca mentre lui sente un senso di vuoto ai coglioni. Infila subito il cazzo nei pantaloni. Appena in tempo perché l’amico entra avvisando che arriva qualcuno. Si infila in uno dei due bagni e mi tira dietro con se, chiude la porta a chiave. L’amico che ho appena spompinato esce dai bagni e sento la voce di un’altra persona che entra nell’altro bagno, si sente lo scroscio della pipì e una scorreggia, poi il chiavistello, poi l’acqua e infine la porta esterna che si richiude. Sono dentro al bagno con l’altro camionista che senza dire una parola mi abbassa il pantalone e dice: “Aveva ragione Pippo, minchia che culo che hai, sembra di femmina, ce lo avrai sicuramente rrotto vero?”. “Perché non lo verifichi tu stesso”, rispondo. “Lo verificco? Pezza ri arrusa io ti ficcu tutta a minghia ntu culu”. “Sei catanese?”, chiedo. “No Gioia, io e me cumpare Pippo semu ri Ragusa”. “Devo dire che la sborra ragusana del tuo amico era veramente buona e abbondante, com’è la tua?”, chiedo a quel toro che mi è appiccicato addosso. Di tutta risposta mi afferra le spalle e mi fa mettere in ginocchio presentandomi davanti alla faccia un bel cazzo non troppo lungo, ma tozzo e nodoso che emana un forte odore di pesce crudo….e io, essendo un’amante del sushi, comincio a slinguettarlo per assaporarne ogni singolo centimetro. Inutile dirvi che mi ha scopato la gola come fosse una figa e mi ha permesso di valutare nuovamente il gusto della sborra ragusana DOP. “Toc Toc”, si sente alla porta: “Melo, sugnu Pippo, ancora rintra siti, putite nescere, un c’è nuddu”. Esce per primo Melo, chiudendomi dentro. Aspetto due minuti ed esco anch’io andando verso il ponte a fumarmi un’altra sigaretta.
CONTINUA…..SIAMO SOLO ALL'INIZIO
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