Racconti Erotici > trans > LA MIA PRIMA ESPERIENZA 6: "BASHIR, ALI' E CALOGERO. CHE PIACERE CONOSCERE I COLLEGHI DI AHMED"
trans

LA MIA PRIMA ESPERIENZA 6: "BASHIR, ALI' E CALOGERO. CHE PIACERE CONOSCERE I COLLEGHI DI AHMED"


di Membro VIP di Annunci69.it LauraPullaTrav
08.09.2019    |    2.040    |    2 9.8
"Mi alzo dal letto così come sono ed esco dalla stanza per raggiungere Ahmed..."
Corsi incontro ad Ahmed per abbracciarlo e baciarlo. Gli tolsi le scarpe e cominciai a leccargli i piedi attraverso le calze, che puzzavano come piace a me. Tolsi anche quelle e leccai i piedoni del mio uomo; li adoravo, amavo quei peli sulle dita, era maschio in tutti i sensi. Lui cominciò a spogliarsi, mi ordino di leccarlo tutto. Mi prese a pecorina lì sul pavimento, tenendomi da dietro per il collo, mi sculacciava forte e io chiedevo di colpirmi ancora più forte. Mi afferra per le spalle e mi gira col viso verso di lui, sentivo l’avvitamento del cazzo dentro il culo. Adesso lui era in piedi, io in braccio a lui con le mie gambe avvinghiate al suo bacino e il suo cazzo piantato nel culo. Le braccia attorno alle sue spalle e le nostre lingue che non si davano tregua. Mi porta verso il tavolo, mi appoggia con la schiena e mi dà gli ultimi colpi fino a sborrare dentro di me. Estrae il suo cazzo e una quantità infinita di sborra cominciò a colare per terra. Scesi con la faccia sul pavimento a leccare tutto. Lui mi guardava con gli occhi pieni di gioia. “Sei la mia troia, ma adesso devi diventare donna!”.
Mi porge il sacchetto che aveva portato. Lo apro e resto a bocca aperta: c’era di tutto…tutto per diventare donna. Intimo sexy, scarpe col tacco, parrucca, trucchi, vestitino. “Amore, grazie, ma non ho mai indossato queste cose, mai truccata, mai camminato sui tacchi, non so se riesco”. “Tu sei femmina, vedrai che ti verrà naturale”. Preparo la cena e finalmente mangiamo a tavola insieme. Servo il mio uomo come una brava mogliettina. “Perché non ti sei vestita da donna?”. “Amore non pensavo che mi volevi già donna”. “Adesso vai di là, ti prepari e lavi i piatti vestita da donna”.
Dopo mezz’ora eccomi davanti a lui: intimo da sballo con perizoma di pizzo nero e autoreggenti nere a rete, vestitino corto con culo scoperto, tacco 12, parrucca nera riccia e truccata di tutto punto. Mi meraviglio di me stesso che sono riuscito nell’intento. Sono una femmina. Ahmed mi guarda meravigliato. Sparecchio e lavo i piatti. Mi muovo sui tacchi in maniera molto naturale, Ahmed aveva ragione, sono femmina dentro e, adesso, anche fuori. Mi prende in braccio e mi porta a letto. Mi possiede come solo lui sa fare. Ci addormentiamo.
Suona la sveglia, sono le 6 e 15. Sono sola a letto, in intimo, con parrucca e ancora truccata. Mi alzo dal letto così come sono ed esco dalla stanza per raggiungere Ahmed. Lo spettacolo che mi si presenza davanti mi toglie il respiro, ma niente in confronto a quello che sto dando io a chi mi vede: sono “en femme”. Convinta di trovare Ahmed in cucina, invece mi ritrovo tre uomini sconosciuti, in tenuta da muratore, intenti a bere il caffè seduti al tavolino. Scappo verso la stanza. Ahmed esce dal bagno e mi chiama. “Perdonami Ahmed, ho combinato un casino, sono venuta a cercarti in cucina, non sapevo ci fosse qualcuno, potevi avvisarmi”. “Non ci sono problemi amore mio, quelli sono i miei amici, vieni che ti presento”. “Aspetta che prima vado a cambiarmi”. “No, vieni così”.
“Questa è la troia che vi dicevo, non è uno sballo?”. “Ahmed, ma ti sei trovato una bellissima ragazza”. Arrossisco e resto con la testa bassa. Si presentano. Sono Bashir, un 60 enne tunisino basso e tarchiato, peloso e calvo, con due baffoni da sballo; Alì, un 35 enne alto tutto muscoli, rasato e con una gran faccia da porco, anche lui tunisino, e Calogero, un agrigentino 50 enne, bono da fare impazzire, peloso e brizzolato, con due occhi neri che ti paralizzano e un fisico da duro con la pancetta. Scopro che Calogero è il loro capo cantiere. Ahmed ha parlato di me ai suoi amici. “Mia troia, questi miei amici oggi mi aiuteranno nei lavori di casa, e tu dovrai obbedire a loro come se fossi io a darti gli ordini, hai capito? Bashir e Alì hanno le mogli in Tunisia e non le vedono mai, sono sempre arrapati e non possono spendere soldi a puttane. Il mio capo, Calogero, lavora qui e ha la famiglia ad Agrigento, rientra ogni due settimane ed è un malato di sesso. La infilerebbe anche a un cane se potesse, ma farebbe danno, poverino!”, parte una risata, penso si riferiscano alle dimensioni del cazzo del loro capo. “Ok Ahmed, ma adesso devo andare a scuola, quando rientro farò tutto quello che mi ordinate”. “Come a scuola, e ci lasci così?”, dice Bashir uscendosi il cazzo già duro e scappellato. Come un automa mi abbasso in ginocchio e comincio a leccare quella meravigliosa minchia araba, che sa di piscio, di sudore, di maschio….è una droga. Si spogliano tutti tranne Calogero. Io sono in perizoma, calze a rete, parrucca, tacchi e truccata come una troia. Mi si avvicina Alì, che si alterna col suo conterraneo più anziano nella mia bocca ingorda. Il mio Ahmed si piazza dietro e mi lecca il culo per poi penetrarmi con un colpo solo. Urlo. Partono contemporaneamente una sculacciata sul culo da Ahmed e una sberla in viso da Bashir. “Zitta puttana, devi solo godere”, mi dice Bashir sputandomi in faccia. Ahmed mi fotte il culo mentre succhio a turno i cazzi degli altri due arabi. Dopo circa una mezz’ora che succhio i cazzoni dei due arabi e con in culo il tronco di pino del mio uomo che mi deflora, il mio Ahmed urla e mi sborra in culo, immediatamente lascia il posto a Bashir che trova una caverna e mi sbatte come una vacca. Intanto, ho anche il cazzo di Alì che mi sta sfondando la gola, i due si parlano in arabo in maniera concitata e, come se si fossero messi d’accordo, mi sborrano contemporaneamente uno in culo e l’altro in gola. La sborra di Alì è talmente tanta che mi esce fuori e cola per terra. Bashir esce il cazzo dal mio culo e con un calcio mi fa sdraiare per terra, mi mette un piede in testa schiacciandomi la faccia sulla sborra caduta. Ahmed mi ordina di leccare, eseguo l’ordine e lecco tutto finchè il pavimento non è completamente asciutto. “Rimettiti a pecorina troia, adesso è il turno di Calogero”, mi tuona contro Ahmed, in una maniera che mi mette i brividi, ma che nello stesso tempo mi eccita e mi fa sentire sottomessa. Ho il viso in direzione di Calogero, che si spoglia totalmente. E’ meraviglioso, alto 1 e 80, peserà almeno 100 kg di massa e carne, completamente ricoperto di peli neri e grigi, persino sulle spalle è pienissimo di pelo. Ha i capelli brizzolati corti, la barba incolta, gli occhi nerissimi, scuro di carnagione. Sembra un dio e io la sua vittima sacrificale. Sorprendendomi io stessa dico: “Padrone Calogero, tu sei il mio Dio e io la tua troia, fai di me quello che vuoi”. Lui si avvicina, gli lecco i piedi, si abbassa le mutande e tira fuori un cazzo che i tre tunisini, pur essendo dotati sia in lunghezza che in larghezza, sono nulla a confronto. Me lo avvicina al viso, lo posso ammirare, sarà almeno 23 cm, larghissimo, pieno di vene in rilievo e con una cappella che sembra disegnata da Michelangelo. Lecco avidamente quella splendida scultura carnea, allargo la bocca per fare entrare quella meraviglia nella mia bocca, lui spinge, con difficoltà riesco a ingoiarne poco più della metà. “Girati troia, che ti sfondo definitivamente”, dice il mio agrigentino. Entra lento, ma inesorabile, la cappella, poi parte del tronco. Sono completamente spanata dalle scopate precedenti, piena di sborra, ma l’ultimo pezzo non riesce ad entrare. I tre arabi mi vengono incontro e insieme mi spingono verso il traguardo: sentire i peli pubici, del cazzone che mi impala, sul buco del culo. Emetto un gridolino da femmina, imploro il mio toro di fottermi con violenza. “Voi tre che fate lì impalati, mi lasciate solo con un cazzo nel culo”. Si avvicinano e cominciano a pisciarmi addosso, mentre il porco siculo mi sta letteralmente aprendo in due. Apro la bocca più che posso per bere il piscio dei miei amanti. “Si, puttana, bevi, quanto sei troia, sei la nostra femmina”. Con un urlo animalesco Calogero mi riempie come un bignè. Sono a terra distrutta, in un lago di piscio, col culo sfasciato che emette sborra a grumi. Poggio la testa a terra e mi rannicchio. Il piede di Calogero mi apre la bocca, mi costringe a leccarlo e nel frattempo piscia nella mia bocca. Mi alzo per andarmi a lavare, guardo l’ora, sono le 8 e 30. “Maledizione, è tardi come faccio ad arrivare a scuola?”. “A scuola? Chi ti ha detto che devi muoverti? Vai ad aggiustarti il trucco e torna qui con un paio di birre”, mi urla Ahmed prima di mettersi a lavorare insieme ai suoi compari, tutti nudi e pronti a usarmi a loro piacimento quando me lo chiederanno.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per LA MIA PRIMA ESPERIENZA 6: "BASHIR, ALI' E CALOGERO. CHE PIACERE CONOSCERE I COLLEGHI DI AHMED":

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni