LA MIA PRIMA ESPERIENZA 5: "IL MIO PRIMO CAZZO DOPO QUELLO DI AHMED"

E’ venerdì mattina. I miei si stanno preparando alla partenza, Ahmed è già uscito per andare a lavorare e io mi preparo per la scuola. “Mi raccomando, domani mattina prima di uscire per andare a scuola, assicurati che Ahmed e i suoi colleghi abbiamo tutto quello di cui hanno bisogno. Ci sentiamo stasera”. “Ok, ciao papà, ciao mamma, state tranquilli, so badare a me stesso, e poi c’è Ahmed che con me si comporta come un padre”.
La mattinata a scuola passa come sempre, all'uscita vado a pranzo da una mia compagna che ha organizzato un gruppo di studio. Siamo io, lei e altri due compagni maschietti. Pranziamo, studiamo un po’ e, intorno alle 16, Salvo, uno dei due compagni dice che deve andare. “Aspetta Salvo, sei col motorino? Mi dai uno strappo a casa?”, chiedo io. “Certo, dai che scendiamo”. Andrea, l’altro compagno resta ancora a studiare con Maria.
Sono le 16 e 15, arrivati sotto casa chiedo a Salvo se vuole salire, ma mentre lo dico me ne pento, perché di lì a poco sarebbe arrivato Ahmed e volevo accoglierlo come fa una brava mogliettina quando il marito torna stanco dal lavoro. Salvo accetta di salire, ma solo per dieci minuti.
Gli offro un succo di frutta, parliamo un po’ di noi. Lui ha 18 anni, è ripetente, ha la ragazza e vuole sposarsi al più presto, finita la scuola. Lavora nell’officina del padre e non vuole continuare gli studi. Io dico che invece vorrei diplomarmi e poi fare l’università e non penso proprio a sposarmi. “Certo che non ti sposi, i finoccchietti come te non si sposano”, mi dice Salvo ridendo. “Ma che stai dicendo Salvo?”. “Mi hai fatto salire perché la vuoi messa in mano vero? Dai sbrigati che ho da fare”, dice uscendosi la minchia già dura e scappellata.
Da brava troia quale sono diventata, mi inginocchio e la prendo in bocca. Lui comincia a scoparmi la gola con violenza, a un certo punto la estrae, si sega tenendomi il viso da sotto il mento e mi dice: “Apri questa bocca troia che ti abbiviro tutta”. La sua sborrata è violenta, sembra quasi che stia pisciando. “Ingoia tutto zoccola, sennò ti ammazzo di botte”.
Chi avrebbe mai rifiutato di bere tutto quel ben di dio. Ingoio, lecco per bene la cappella, si rimette il cazzo dentro e mi dice: “Come pensavamo sei una vera troia, vedrai che sorpresa ti farò. Muta e non parlare con nessuno, se fai la brava ti porterò tanti cazzi con cui divertirti.” “Hai intenzione di dirlo ai nostri compagni? Pensavamo? Chi pensava oltre te, scusa?”. “Ai nostri compagni? Quelli sono bambini, tu hai bisogno di uomini! Vedrai chi ti porto, ma mi raccomando pezzo di frocio, devi stare muta e non parlarne con nessuno”. “Ok padrone!”. “Minchia, lo sapevo che eri pure una serva, devo scappare, fammi organizzare e vedrai, ciao troia”.
Fiera di me, mi vado a sciacquare e mi preparo ad accogliere il mio Ahmed. Sento le chiavi, si apre la porta. “Ciao, amore mio, il tuo maschio è arrivato…mi stavi aspettando?”. “Certo Ahmed, non vedevo l’ora. Sei tutto sporco, sudato, e farai un meraviglioso odore di maschio”. “Mia bella buttana, siamo soli tutta la notte e pure domani. Ti ho portato una sorpresa, guarda cosa c’è nel sacchetto!”.