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UNA SERA DI NOVEMBRE SULLA NAVE PALERMO-NAPOLI PARTE 3


di Membro VIP di Annunci69.it LauraPullaTrav
13.03.2020    |    1.542    |    6 9.3
"Mentre ero intenta a succhiare anche il terzo cazzo, sentii la cappella di Salvo che si insinuava tra le due rigide mele che proteggevano il mio buchetto..."
Aprii la porta. Davanti a me c’era Pippo che, appena mi vide, sbarrò gli occhi dicendo: “Minchia! Ma cu si?”. “Sono Laura, prego accomodatevi e chiudete la porta”, dissi girandomi di spalle e sculettando andai verso l’interno della cabina. Mi rigirai per guardare i miei due uomini e godere della loro meraviglia vedendo Laura. Oltre a Pippo e Melo, c’era la sorpresa. Mi portarono altri due uomini. “Laura, ti abbiamo portato altri due nostri amici. Spero che non ti dispiaccia che li abbiamo portati. Volevano solo conoscerti”. “Piacere Laura, io sono Salvo e lui è Turi”, disse il primo, un bel maschio sulla quarantina, alto e con un bel fisico palestrato. Turi era invece un po' più avanti con l’età rispetto agli altri tre, a occhio e croce avrà avuto una sessantina d’anni, basso e tarchiato con la carnagione scura, pochi capelli e barba incolta, ma che rappresentava proprio la classica figura del camionista scassaculi che idealmente abbiamo noi troie affamate di veri maschi. Fu proprio lui il primo che mi venne incontro e sfiorandomi il viso con la mano grossa e callosa mi disse: “Minchia che si bona, ma io ti porto con me a Gela e butto fuori mia moglie di casa”, risero tutti. Turi mi guardava con desiderio, mi misi in ginocchio, cominciai ad accarezzargli la patta attraverso il pantalone della tua nera che indossava, era già in tiro. Slacciai il pantalone e lo abbassai, aveva un paio di slip bianchi che a stento riuscivano a contenere la sua erezione. Cominciai a leccare il suo cazzo attraverso gli slip. Lo mordicchiai piano, gli alzai la maglietta per accarezzargli dolcemente la pancia pelosa. Le mie mani salirono verso il petto e afferrai, tirandoli, i riccioli che lo ricoprivano. “Abbassa le mutande”, gli dissi. Lo fece e venendo fuori, il suo cazzo mi schiaffeggiò. Aveva un forte odore, annusai la cappella come fosse un fiore profumato, tirai fuori la lingua e, dandogli dei veloci colpetti, gustai il sapore di quel meraviglioso fungo. Lo baciai, aprii la bocca e cominciai a succhiare, inizialmente solo la cappella, poi ingoiai tutto il cazzo di quel maschio che sentii sciogliersi. Era completamente nelle mie mani. Tirai fuori il cazzo dalla bocca e rivolgendomi agli altri tre dissi: “volete solo guardare?”. I tre uomini si spogliarono e si misero in cerchio intorno a me. Erano nudi, ma indossavano le calze. Mi staccai dal cazzo di Turi e abbassai la testa verso i piedi di Melo. Li annusai attraverso le calze. Afferrai il bordo superiore della calza e, scoprendo il piede cominciai a leccarlo. Gli altri capirono le mie intenzioni e mi ritrovai a leccare e baciare a turno i piedi di quei quattro maschi che erano in mio possesso. Mi ritrovai un’orgia di mani che mi accarezzavano dappertutto. Afferrai con le mani due cazzi e cominciai a succhiarli alternativamente, mentre gli altri due si spostarono dietro di me, che ero messa in ginocchio a pecorina. Salvo si mise dietro di me e, allargandomi le natiche con le sue forti mani, comincio a leccarmi il culo e a giocarci con le dita. Era un’alternanza di lingua, labbra che succhiavano la mia rosellina e dita che la violavano. Mentre ero intenta a succhiare anche il terzo cazzo, sentii la cappella di Salvo che si insinuava tra le due rigide mele che proteggevano il mio buchetto. Comincio a strusciare la cappella e, con un colpo diretto, mi infilò tutto il cazzo nel culo. Cominciò a sbattermi lentamente, uscendo tutto il cazzo fino alla punta della cappella e poi rientrare con la stessa sadica lentezza, facendomi urlare, nonostante la mia bocca fosse occupata ora da un cazzo ora dall’altro e le mie mani stringevano forte, quasi come se non volessi lasciarmeli scappare, gli altri due cazzi, che ancora umidi della mia saliva si lasciavano massaggiare per non perdere il loro vigore. Inizio un gioco nel quale, a turno, il cazzo che usciva dal culo si piazzava davanti a me a destra e il primo cazzo a sinistra girava per prenderne il posto dietro. Il secondo a farmi il culo fu Melo, che fu più violento, il terzo Turi che, pur avendo un cazzone spropositato, non ebbe difficoltà a entrare fino all’ultimo millimetro. L’ultimo a scoparmi fu Pippo, che durò pochissimo, avendo già resistito al prolungato triplo pompino attendendo il suo turno, che esplose dentro di me urlando forte: “Buttana ti sto mettendo incinta!”. Contemporaneamente il cazzo che avevo in bocca, con un ultimo affondo, mi riempi la bocca, seguito a ruota dagli altri due. Non persi neanche una goccia, anzi, con la lingua ancora impastata, andai a ripulire le quattro cappelle, che oramai cominciavano a perdere il loro vigore. Alzai la testa e guardai negli occhi i miei quattro uomini, sorrisi, mi sollevai e mi misi seduta sul letto. Accavallai le gambe e dissi: “Che ne dite, mi accompagnate fuori a fumare?”.
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