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Gay & Bisex

IL CARROZZIERE DI FIDUCIA


di Michellerimini
22.11.2020    |    9.361    |    11 9.7
"-“Michelle'' mi disse tirandomi dolcemente a se il mio capo fino a far venire a contatto le nostre bocche, e in quel modo iniziò a baciarmi intensamente, ..."
L´ex passaggio di confine di Bornholmer Strasse è quello posto più a nord tra le sette frontiere all’interno di Berlino. Si estende dal ponte Bösebrücke fino a Malmöer Strasse. Secondo una disposizione del Ministero degli Interni grazie ad un accordo con l’ovest qui i cittadini della Repubblica Federale possono entrare a Berlino Est.
Io mi trovavo proprio lì quel giorno che la neve cadeva copiosa come mai avevo visto, Bus fermi ai lati delle strade, gente impacciata per strada che faticava a stare in piedi con le gambe nelle neve fino al ginocchio.. e poi macchine in panne, uomini imprecanti fuori dalle loro vetture contro chissà chi che aveva ostacolato i loro programmi. Insomma una situazione che sembrava apocalittica!
Anche io a modo mio, ero stato tra le vittime della cosa, una signora che probabilmente pensava di poter diminuire i rischi aumentando la velocità, si era scagliata sulla mia auto frantumando il paraurti.
Il danno era evidentemente grande, e decisi di affrontare il problema il giorno successivo, recandomi da un piccola carrozziere non lontano da casa mia. Ne avevo sentito parlare da conoscenti che si erano trovati bene. Per natura fuggo dalle grandi officine o dalle concessionarie dello Stato, che lavorano su larga scala trascurando i rapporti umani e svolgendo lavori spesso approssimativi.
La mia auto per me e' solo un mezzo di trasporto, ma mi piace averla efficiente da ogni punto di vista. Così deciso, la porto a riparare.

Rüdeger il titolare della carrozziere, e' un uomo che abita nel distretto di Pankow nel quale vivo anche io, una zona tranquilla, periferica, ma molto popolare. Lo incontravo delle volte a comprare le sigarette. Un uomo sui quaranta anni, alto circa 1,85 su novanta Kg ben distribuiti su una struttura massiccia e soda. Decisamente un tipico operaio da “propaganda socialista”, ad eccezione degli occhi, di un celeste disarmante. Capelli cortissimi, cosce sode e torace ampio. Mi sorprendevano le sue mani rudi ma aggraziate, ed il suo viso, forte e duro ma nello stesso tempo dolce.
Nella sua tuta azzurra, sempre cortese nel suo parlare un dialetto perfetto che lo rendeva ancora più maschio.
Non ho mai fatto sesso con un uomo del genere. Sono per natura molto disponibile e non ho alcun tipo di blocco o inibizione sessuale verso uomini o donne.
Sono cresciuto senza pormi interrogativi sulla mia natura, ho sempre vissuto liberamente. Nella DDR si è per certi versi molto più liberi che nella Germania ovest, purchè tu rimanga fedele alla Linea del Partito e non faccia mai mancare l’impegno nel Progresso della Deutsche Demokratische Republik.

Ero fidanzato con Julia, una donna molto bella e disinibita, di cinque anni più piccola di me. Eppure da tempo, pur nel pieno soddisfacimento delle sue voglie, sentivo nascere in me un forte desiderio quando incontravo persone con le caratteristiche di Rüdeger. Anche io sono un bel maschietto ma fisicamente l’esatto opposto!
Mi ero spesso chiesto perché mi attraevano molto figure più grandi di me, dall'aspetto un po' rozzo, manovali, meccanici, muratori, camionisti del tutto diverse dalle figure che il mio lavoro di traduttore mi faceva incontrare normalmente, ovvero gli uomini incravattati, tutti uguali, i cosiddetti “uomini grigi” di una bella favola moderna. Spesso scopando con Julia, pensavo alla possibilità di avere tra le braccia un corpo maschio al posto di quello femminile. La crisi con Julia era arrivata a piccoli passi, perché non accettavo di mentire ad una persona così bella, avevo deciso di prendere tempo per me, per capire “cosa volevo fare da grande”.

Arrivai da Rüdeger alle diciotto. Rüdeger era splendido nella sua tuta, anche se affaticato ed unto. I suoi occhi celesti ed il suo sguardo dolce erano uno splendido contrasto rispetto all'aspetto burbero del suo fisico.
-“Come state, Dottore?” mi disse.
-“Bene Rüdeger, ma per favore io sono Michelle”.
-“Grazie!”, e mi tese la mano in segno di gratitudine.
Strinsi quella mano forte, e ne assaporai la decisione ed il calore. Mi sembrò stupendo stringerla, ed indugiai, guardando sempre Rüdeger in viso, in quegli occhi dolci e maschi.
Dopo un intervallo di tempo che mi sembrò durare un’eternità, ci recammo a vedere l'ammontare dei danni.. fu un terribile preventivo.
Shade! In quel difficile momento, era complicato affrontare una spesa così grande, avevo altre priorità, ma decisi di eseguire in ogni caso il lavoro. Chiesi a Rüdeger se potevo offrirgli un caffè, e lui accettò con piacere, dicendomi che la sua giornata di lavoro era conclusa. Mi disse che doveva cambiarsi, e mi chiese di attenderlo un momento. Lo seguii con gli occhi, mentre si dirigeva verso lo spogliatoio, abbassando la zip della tuta e scoprendo così, appena, un enorme torace contenuto da una canottiera a costine, dalla quale emergevano peli neri e riccioloni.
Cazzo, come avrei voluto seguirlo in quello spogliatoio e guardarlo mentre si spogliava. Non so cosa avrei potuto fare, ma lo stimolo era quello di guardarlo. Difficile fare con lui le cose che facevo con Julia. Cosa si può fare con un corpo così maschio. Nel pensarlo mi eccitavo ed avendo “un cazzo di tutto riguardo” credo che la mia erezione fosse evidente.
Fortunatamente non c'era nessuno in giro, a parte Rüdeger, che nel frattempo si era rivestito, un paio di jeans, scarpe da lavoro beige e camicia cotone a scacchi rossa e nera, con addosso un gilet da escursionista, ero preso dal suo aspetto e mi chiedo se avesse notato il mio interesse acerbo o la mia erezione.
Andammo in un bar vicino, l'officina di Rüdeger, la zona nella quale ero cresciuto. Il bar era pieno di bulletti, di adolescenti in scooter, di gente semplice. Rüdeger mi chiese subito se facevo sport, a suo avviso dovevo allenarmi ogni giorno, a giudicare dal fisico possente che avevo. Gli dissi che facevo ginnastica artistica, cavallo con maniglie, gli anelli, la sbarra e le parallele simmetriche.. lui disse che ora si spiegava quel fisico tonico e quella muscolatura. Mi tastò i bicipiti, ma lo fece in un modo bellissimo, chiudendo la sua possente mano quasi a voler misurare la circonferenza del mio braccio non a volerne constatare da durezza e si soffermò a guardare il pacco che emergeva dai jeans e sfiorò la sua mano, con segno di ammirazione.
Quel tocco maschio, ma gentile, sicuro e sensuale, mi provocò un'erezione spaventosa, e credo di essere diventato rosso in viso.
La cosa diventò incontenibile quando Rüdeger mi disse che lui non faceva sport, ma che doveva la sua muscolatura al solo lavoro. Poggiai la mano sul suo pettorale e la mia erezione fu totale. Credo che Rüdeger abbia notato il mio coinvolgimento. I suoi occhi avevano mostrato un’espressione splendida, si erano inumiditi e si erano illuminati, assumendo un colore più vivo, ed arricchendosi di una dolcezza incredibile.
Avevo fretta di riavere la mia auto, ed esposi il problema a Rüdeger, che mi suggerì un soluzione per risolvere il dilemma, gli avrei dovuto portare l'auto l'indomani mattina che era sabato, giornata in cui normalmente lui non lavorava, così sarebbe stato libero di lavorare solo sulla mia auto.
Così feci, e l'indomani mattina, alle 6:30 giunsi assonnato da Rüdeger, nei miei calzoncini militari e con la mia T-shirt verde, cappellino mimetico e scarpe da trekking. Rocco era appena arrivato, e quando mi vide mi squadrò da capo a piedi ed esplose in un non atteso:
-“Complimenti, Michelle'', che mi lasciò senza fiato.
Corse a cambiarsi e, a differenza del giorno precedente, tornò con un paio di calzoni blu ed una T-shirt bianca, che mettevano in risalto il suo corpo meraviglioso.
La zip era aperta a metà, lasciando intravedere maglieria intima bianca a costine.
-“Sai Michelle, normalmente in officina non e' ammesso nessuno, ma se chiudiamo la saracinesca sarei contento che restassi qui, il lavoro sarà meno pesante”. Mi disse Rüdeger. Accettai con piacere e dopo essere andato a comprare due caffè dal bar vicino, chiusi alle mie spalle la saracinesca.
Rüdeger si mise subito al lavoro, io ero vicino a lui, e gli reggevo la lampada con la quale illuminavo la zona del paraurti sulla quale lavorava. Lui era steso sul piccolo carrello con quattro ruote, che gli consentiva di infilarsi sotto l'auto, dal lato anteriore. Io dovevo illuminare la zona anteriore del sotto l'auto, usando un plaid vecchio, per evitare di insudiciarmi. Ero vicinissimo a Rocco.
Sentivo il suo respiro, sentivo l'aroma del suo corpo, l'odore intenso che veniva fuori da quella zip semiaperta. Sentivo le sue espressioni di strizza quando un bullone non si allentava, rispondevo alle sue richieste quando mi diceva di illuminare meglio una zona. Si era creata un'intesa molto bella, e mi sentivo sempre più vicino ed attratto da quel corpo. Ad un tratto non riuscii a controllare più le mie emozioni.
Rüdeger era steso la schiena ricurva per cercare la forza per allentare un bullone, le gambe leggermente divaricate a far da spinta sui polpacci per raccogliere la forza, quella zip semi aperta, e la pancia scoperta con il pelo che fuoriusciva.
Tremavo ma desideravo non so neanche io cosa, forse solo guardare quel corpo, forse solo sentire quel calore più vicino a me. Rüdeger mi chiese di illuminare un po’ più in fondo e dovetti spingermi quasi al suo fianco per raggiungere la zona indicata. A quel punto posai la mano sinistra, per restare in equilibrio, sul suo torace. Il mio viso e quello di Rüdeger erano vicini. Al tocco della mia mano, Rüdeger socchiuse gli occhi, e sentii tutta la sua forza e la sua tensione rilassarsi.
Riaprì gli occhi e fissò i miei, senza dire nulla, poi li riaprì, e vidi gli occhi più belli che mi fosse mai capitato di vedere.
Rüdeger aveva mollato la tensione fisica, si era lasciato andare, aveva disteso le gambe, lasciandole sempre divaricate. Lasciò la chiave inglese che aveva nella sua mano sinistra, e mise la mano forte e calda dietro la mia nuca, sempre guardandomi negli occhi.
-“Michelle'' mi disse tirandomi dolcemente a se il mio capo fino a far venire a contatto le nostre bocche, e in quel modo iniziò a baciarmi intensamente, prendendo nella sua bocca la mia saliva, ripassandomi la sua, in un intreccio totale, in un abbandono immediato. Anche io aprivo la mia bocca in maniera diversa da come facevo normalmente. I baci con Julia erano belli, ma qui mi rendevo conto che anche io potevo ricevere qualcosa. Tremavo, ero rosso in viso, e desideravo esprimere tutto quello che sentivo per quell’uomo.
-“Usciamo da qui, Michelle'', mi disse Rüdeger.
Sentivo l'imbarazzo di interrompere quel momento, di ritrovarmi al cospetto di quell'uomo così come lo avevo visto fino al giorno prima, il mio carrozziere, ma nello stesso tempo volevo creare condizioni di maggiore comodità mentre Rüdeger continuava a baciarmi.
Ci sollevammo in piedi, e Rüdeger mi strinse forte infilando la lingua nel mio orecchio destro, neanche avesse capito che quello mi avrebbe fatto perdere il controllo. Ed infatti le mie gambe tremavano ed il fiato divenne più pesante.
Rüdeger mi prese per mano. Non avevo mai visto due uomini prendersi per mano, e forse se mi fossi visto da lontano mi sarei sentito ridicolo, ma quell'uomo maschio e sudato mi teneva per mano, e mi portava nel suo ufficio, e la cosa mi sembrava tutto fuorché che strana.
Rüdeger mi fece stendere per terra su un tappeto ampio e soffice, perfettamente pulito. Sempre baciandomi, mi tolse la T-shirt, ed iniziò a leccare e mordere i miei capezzoli. Mai nessuno mi aveva stimolato lì. Ero io, normalmente, a torturare i capezzoli di Julia, ma perché questa cosa mi stava facendo impazzire?
Più Rüdeger continuava a leccarmi i capezzoli più inarcavo la schiena, in preda a veri e propri spasmi che riuscivo a contenere con difficoltà. Rüdeger tolse i calzoncini. Lo faceva con la mano destra, mentre con la sinistra mi teneva la nuca, piantandomi la lingua nel collo. Anche io avevo voglia di toccarlo, e provai a muovere la mano verso il suo cazzo, ma Rüdeger mi bloccò il polso, dicendomi deciso:
-“Dopo Michelle.. Ora tocca a me!”
Ero nudo, Rüdeger toccava tutto il mio corpo con ogni mezzo, mani, lingua, strusciandosi su di me col cazzo duro e grosso. Era un cazzo enorme, grosso, con una cappella gigante, con una grande fessura e molta pelle intorno.
Lo sentivo sull'ombelico, lo sentivo sui coglioni, lo sentivo sulla pancia, ne sentivo l'aroma. Avevo il bisogno di annusarlo, anche di leccarlo, di succhiarlo.
Ed invece fu Rüdeger a scendere verso il mio cazzo ed a prenderlo in bocca. Non avevo mai sentito una sensazione così forte. Rüdeger era dolcissimo, stimolava il mio cazzo in maniera delicata, facendo roteare la lingua alla base della mia grande cappella, infilando la lingua nella fessura.
Nello stesso tempo, solleticava il buchetto liscio del mio culo, con un dito. Ed io mi contraevo ogni volta che provava a spingerlo dentro, ma Rüdeger mi diceva di calmarmi, mi avrebbe solo fatto godere. Ed era vero, provavo sensazioni splendide, quando il suo pompino inesorabilmente mi portava a due passi dal piacere, lentamente, per poi fermarsi proprio quando stavo per sborrare. Era una stimolazione incredibile, ma Rüdeger si fermava sempre. Ad un tratto si sollevò su di me, in piedi, e prese a spogliarsi completamente. Era un toro, un gigantesco uomo che guardavo dal basso con ammirazione e passione. Rüdeger si mise in modo che io potessi succhiare il suo cazzo, e prese in bocca il mio, in un meraviglioso 69. Avere il suo cazzo in bocca non fu una sorpresa, mi trovai a muovermi all'unisono con lui, ad accogliere il suo cazzo nella mia gola come lui accoglieva il mio, in una sintonia quasi magica. Rüdeger era forte, e comandava, essendo in alto, i ritmi della cosa, ma i nostri corpi si erano sincronizzati, ed il ritmo era simultaneo.
Quando il piacere stava per esplodere, Rüdeger mi si avvicinò, guardandomi dolcemente e toccandomi tra le cosce, e mi disse:
-“Voglio entrare dentro di te, ma prima che questo accada ti voglio dentro di me, ti va?”. Lo guardavo. Mi sorrideva dolcemente, e si vedeva che le parole venivano da una parte molto profonda di lui.
Lo feci adagiare sulla spalla, e lui inarcò il bacino, dopo aver messo un cuscino sotto la schiena. Leccai il suo buchetto con sapienza, sentendolo gemere per il piacere. Mi tirava per la nuca a sé, spingeva la mia lingua dentro il suo buco, mugolando, e fremendo di piacere. Mi sollevai e risalii percorrendo la sua pancia con la mia lingua, piano, indugiando sull'ombelico, risalendo ai capezzoli, leccando i lobi delle sue orecchie finché la mia cappella venne a contatto con il suo buco. Lo sentivo aprirsi, chiamarmi dentro, lo sentivo desiderarmi.
Entrai piano, ogni centimetro del mio cazzo penetrava lentamente allargandolo dolcemente ed ad ogni lenta avanzata, lui spalancava gli occhi e mi sorrideva, tirando a sé il mio viso per baciarmi.
Mai una fusione così forte, nella mia vita, mai una tale esaltazione di passione e desiderio. Rüdeger si fletteva, mi tirava per i fianchi con le sue gambe possenti, gestiva il suo ed il mio ritmo, si apriva risucchiandomi, facendomi sentire quanto mi desiderava, ed in che modo mi voleva. Ad un certo punto sentii che il piacere stava per giungere. Sentii la mia prostata pulsare, e sentii un calore incredibile partire dal mio bacino e salire verso le ascelle. Frenai, perché volevo che anche Rüdeger godesse con me, ma Rüdeger o mi disse ancora, sorridendo:
-“Dopo Michelle, dopo..”. Rallentai il ritmo, riservandomi energia per le botte finali. L'orgasmo giunse fragoroso, e spinsi il mio cazzo completamente nel corpo di Rüdeger. Il mio sperma venne fuori copioso, denso, ma abbondantissimo.. lo inondai e Rüdeger mi guardò ininterrottamente in viso, sorridendo per le espressioni del mio piacere e per i suoni che emettevo.
-“Resta dentro di me, non muoverti, fammi sentire che non e' stato solo un momento”. La cosa mi infiammò, mi riempì di un calore strano. Che stava succedendo. Ero dentro un uomo e mi sentivo unito a lui come mai ero stato unito a qualcuno. Ero fortemente preso dalla cosa, e sentivo che il mio cazzo si riprendeva, sotto la spinta di quest'enorme stimolo mentale, quasi affettivo, anche se avevo paura a dirmelo. Quando tirai fuori il mio cazzo semirigido da Rüdeger, mi baciò nuovamente, mi fece stendere sulle spalle, a pancia in su, e scese a succhiarmi il cazzo, ripulendolo completamente dalle tracce di sperma che c'erano. Lo faceva con la sua solita dolcezza di maschio, e guardandomi in viso con complicità. Nulla mi infastidiva di quello che accadeva, tutto mi sembrava enormemente pulito e bello.
Scese a leccarmi il buchetto. Lo apriva con le dita, e vi ficcava la lingua. Non avevo mai sentito nulla di così straordinario nel mio buchetto e ad un tratto Rüdeger si fece deciso. Mi guardò in viso, mi baciò e mi accarezzò dolcemente. Si avvicinò a me e, fra un bacio e l’altro, mi disse teneramente:
-“Michelle, io non voglio farti male, ma ti desidero, e purtroppo so che viste le mie dimensioni, ti farò un po' di male. Ma voglio unirmi a te, voglio sentirti mio e farti sentire il mio piacere, il mio corpo. Lo vuoi? Se non ti va, aspetterò..” Per tutta risposta lo baciai, teneramente, e gli offrii il mio corpo, inarcandomi. Mi disse che voleva guardarmi in viso, mentre lo ricevevo, anche se in questa posizione avrei sofferto di più. Gli dissi che andava bene. Posò la sua cappella enorme sul mio buchetto umido e completamente bagnato. Disse di rilassarmi, di spingere delicatamente fuori, di guardarlo in viso e di lasciarlo entrare. Mi preparavo a questa sensazione, completamente rilassato, quando Rüdeger entrò piano ma inarrestabile dentro di me, senza fermarsi prima che i suoi coglioni fossero arrivati a contatto del buco. Poi una leggera e veloce marcia indietro, per far risistemare i miei tessuti, e poi tutto dentro. Fu un lento ed inesorabile trasalire, che potetti soffocare solo grazie ad un bacio passionale, durante il quale ingoiai la sua lingua. Un forte stimolo, anche doloroso, ma potente e concreto, che mi riempii di calore ed energia.
Si, io e Rüdeger ci scambiavamo energia. Si fermò baciandomi a lungo, poi i suoi occhi si fecero maschi e decisi, ed iniziò a lavorarmi. Era un poco doloroso, ma la mia mente voleva avere quell'uomo dentro, e facilitava le cose producendo un livello di rilassatezza incredibile e per me inimmaginabile. Rüdeger iniziò a cavalcarmi, forte e deciso, estraendo tutto il suo cazzo completamente fuori e rinviandolo, facendomi gridare ad ogni nuovo inserimento di quell'enorme cazzo. Lo volevo, lo volevo dentro di me, e glielo comunicavo c on gli occhi. Rocco incalzò il ritmo, prese a penetrarmi quasi con furia, ed il mio dolore si tramutò in piacere, un piacere che rincorrevo con lui. Ad un certo punto i muscoli di Rüdeger si tesero, spalancò gli occhi e mi guardò con passione e dolcezza dicendomi che stava per godere.
Due o tre altre botte e la mia prostata fu stimolata a punto tale che godetti proprio mentre sentivo nell'addome un caldo getto di sborra, poi sentii il fiato del mio uomo, avvertii il battito del suo cuore, vidi gli occhi che si schiudevano dopo un'espressione dolcissima.
Rüdeger rimase dentro di me per tanto tempo, con baci e piccole stimolazioni.
Mi disse che non mi avrebbe fatto pagare il lavoro all’auto, ma avremmo dovuto vederci ancora. Accettai!

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