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Gay & Bisex

LE SCOMMESSE VANNO ONORATE


di Michellerimini
03.11.2020    |    11.958    |    15 9.4
"Che fai?" gli chiesi con tono calmo..."

Era una delle tante monotone giornate al politburo quando Andreas, un collega con il quale qualche volta ero uscito in compagnia, passando davanti alla mia scrivania disse:
- "stasera c'è la partita, la guardiamo assieme a casa mia mentre ci facciamo due birre?"
Ci pensai un attimo poi risposi:
- "ma si, perché no?".
E così finito il lavoro andai a casa, mi feci una doccia veloce poi presi la metro in direzione casa di Andreas nel distretto di Reinickendorf quello dopo il mio, mi fermai a prendere due Currywurst da asporto e finalmente mi presentai a casa sua.
- "Che ne dici se i Currywurst li mangiamo nella loro vaschetta di cartone sul divano mentre guardiamo la partita"? mi chiese lui, risposi che andava bene così apparecchiammo il tavolino del salotto con birre e Currywurst e ci sedemmo, nel frattempo la partita ebbe inizio.
Tifavamo per le due squadre opposte un derby “Union Vs Dinamo” e così dopo una ventina di minuti iniziammo a stuzzicarci prendendo in giro uno i giocatori della squadra favorita dall'altro, alla fine del primo tempo sebbene il punteggio fosse ancora 0-0 eravamo già ai pronostici e a quel punto Andreas propose di fare una scommessa: il tifoso della squadra che avrebbe perso avrebbe dovuto baciare il culo al tifoso della squadra vincente.
- "Rilancio" risposi io, "non mi bacerai solo il culo ma proprio il buco, mi allargherò le chiappe con le mani e tu dovrai affondare bene la faccia fra le mie natiche per baciarmi il buco".
- "Ci sto!" rispose, "ma sarai tu a dover baciare il mio".
- "Vedremo!" risposi.
Fu poco dopo esserci stretti la mano che un giocatore della mia squadra fece gol e così, forte del vantaggio, cominciai a stuzzicarlo con tono goliardico:
- "mi bacerai il culo, per tua fortuna ho fatto la doccia prima di venire qua", gli dicevo.
La partita finì così com'era iniziato il secondo tempo, 1-0 per la mia squadra, a quel punto mi alzai dal divano, mi abbassai i pantaloni della tuta da ginnastica che mi ero messo per andare a casa sua così da mostrargli il culo e dissi:
- "Allora? Sei pronto?".
Si alzò anch'egli dal divano e con tono deciso mi rispose:
- "non qui, vieni con me".
Sorpreso del tono serio con cui mi rispose mi incamminai dietro di lui fino alla camera da letto e, una volta giunti li, mi invitò a stendermi a pancia in giù con i pantaloni abbassati.
- "Dai basta" dissi, "abbiamo scherzato, adesso torniamo di la".
- "Pensi che non ne abbia il coraggio?" mi rispose.
- "Ma no", dissi io, è che era per scherzare e se non ti va fa lo steso.
- "Non è questione se mi va o non mi va ma di serietà, abbiamo scommesso e si va fino in fondo, stenditi li".
- "Ma perché non in piedi in salotto?" gli risposi.
- "Steso a pancia in giù sul letto con un po' di fantasia il tuo culo diventa più femminile, mi lascerai almeno quella soddisfazione, no?" mi rispose lui.
Decisi di concedergli ciò che aveva chiesto e non nascondo che un po' di eccitazione iniziava già a salire dentro di me, mi distesi a pancia in giù con i pantaloni abbassati fino a metà coscia come aveva chiesto, feci per allargarmi le natiche e lui mi fermò:
- "Lascia, faccio io" mi disse.
Era chiaro che ormai la scommessa era passata in secondo piano e lui voleva ben altro, e mentre ancora stavo pensando se tirarmi indietro o lasciarmi fare sentii le sue mani forti appoggiarsi sulle mie natiche e divaricarle per vedere il mio ano.
- "Ti depili il culo?" esclamò sorpreso.
Non pensavo se ne sarebbe accorto ma a quel punto non potevo più negare:
- "Si!", ammisi, "mi sento più pulito, sai stando fuori tutta la giornata e capitandomi di usare il bagno del politburo.."
E fu così che quando dovevo ancora finire la frase sentii la sua faccia affondare fra le mie natiche e le sue labbra appoggiarsi al mio ano dandogli un bacio con lo schiocco, dopo di che allontanò la faccia ma rimase fermo tenendomi i glutei divaricati con le mani.
- "Che fai?" gli chiesi.
- "Lo sai che hai proprio un bel culo?" mi disse e nel mentre tornò ad affondare la sua faccia fra i miei glutei, questa volta però non sentii le sue labbra appoggiarsi al mio buco bensì la sua lingua frugare li attorno.
- "Ma che fai?!" esclamai sorpreso.
- "Zitto, lo so che ti piace, secondo me tu l'hai anche già preso nel culo da qualcuno, questa sera io e te ci divertiamo".
Era vero, avevo già avuto esperienze di sesso con maschi ma mi ero sempre impegnato ad evitare amici e colleghi di lavoro, adesso però lui era li che mi leccava il buco del culo e io, non lo nascondo, su di lui avevo fatto pensieri molto piccanti più di una volta.
Così adesso mi trovavo li, a farmi frugare il culo dalla lingua di Andreas il quale sembrava metterci tutta la passione di questo mondo, sapevo che avrei dovuto dirgli di smettere, fingermi scandalizzato ed andarmene da casa sua ma quello che mi stava facendo mi piaceva troppo, e poi una leccatina che sarà mai?
Sapevo però che non si sarebbe accontentato di metterci la lingua così decisi che quando avrebbe provato ad infilarmi altro mi sarei opposto nella speranza, lo confesso, che lui non mi desse retta.
A un certo punto smise di leccare, si alzò carponi e si spostò stendendosi sopra di me, - "Ma.. che fai?" gli chiesi con tono calmo.
Lui mi baciò il collo e mi disse:
- "Secondo te?"
- "Dimmelo tu" risposi.
- "Ti faccio il culo" mi disse senza troppi giri di parole.
- "E se io non volessi?" riposi,
Mi baciò di nuovo il collo e una spalla poi mi disse:
- "Se tu non volessi la cosa si farebbe molto più piccante".
Mi voltai indietro e misi le labbra come in attesa di un bacio da parte sua, lui avvicinò la bocca e quando le nostre labbra furono a contatto l'aprì, io lo assecondai e le nostre lingue si incrociarono.
Quando il bacio finì gli chiesi perché aveva ancora i pantaloni addosso e lui rispose: - - "Perché se mi alzo per toglierli tu mi scappi".
Gli promisi che sarei rimasto li ad aspettarlo e che, anzi, avrei approfittato per spogliarmi completamente anch'io e infilarmi sotto le coperte.
Finalmente eravamo li, sotto le lenzuola assieme, completamente nudi e di li a poco lui mi avrebbe fatto il culo!
Mi misi nuovamente a pancia in giù e non appena gli chiesi con malizia:
- "Allora? dov'eravamo rimasti?" lui salì nuovamente sopra di me, guidando con una mano il suo cazzo gonfio contro il mio buco del culo completamente fradicio della sua saliva.
- "Non puoi immaginare quante seghe mi sono fatto immaginando questo momento" mi disse.
- "Sarebbe bastato che tu ci provassi prima" risposi io, "ma adesso siamo qua, anzi dovrei dirti che ho paura e che è la prima volta, per metterci un po' più di pepe, non trovi?"
- "Ah, vuoi fare la verginella eh?" rispose lui con tono sarcastico.
- "La cosa non ti piacerebbe?" ribattei io con altrettanto sarcasmo.
- "Molto" esclamò deciso.
- "Vuoi dire che se adesso mi tirassi indietro tu mi violenteresti?" gli dissi per provocarlo, conscio che ormai si era già creata fra noi due una certa complicità.
- "Non lo sapremo mai perché in realtà so che non aspetti altro... (con un colpo secco di reni spinse il suo cazzo dentro di me, tutto, in un colpo solo!) ... che questo".
Mi sentii come se qualcosa mi stesse spaccando in due, non era la prima volta che prendevo un cazzo in culo ma così all'improvviso e di quelle dimensioni sfiderei chiunque a non lamentarsi:
- "Ahia! ma sei scemo?" esclamai.
- "Dai che ti piace!" rispose lui cominciando subito a muoversi dentro di me.
Adesso ero li a stringere il lenzuolo con tutta la forza che avevo nelle mani mentre incassavo i suoi severi e spietati colpi di cazzo, non riuscivo a rilassarmi e mi faceva male ma nonostante ciò il suo modo di prendermi mi piaceva e mi eccitava a dismisura.
- "Ti faccio male, vero?" mi sussurrò in un orecchio.
Non risposi, feci solamente un cenno con il capo mentre in faccia dovevo avere un'espressione di profondo dolore fisico.
- "Mi dispiace farti male, ma devo farlo" mi disse, "devo domarti, renderti mio, devo marcare il territorio, dopo che te l'avrò fatto non potrai più dirmi di no, nessuno dovrà sapere quello che facciamo in realtà quando usciamo insieme, quando vieni da me a guardare la partita o quando raccontiamo di andare in cerca di figa assieme; agli occhi della gente saremo solo due grandi amici, ma una volta chiusa la porta tu sarai la mia troia, il mio giocattolo. Ti comprerò dei vestiti da donna e dei trucchi, e anche una parrucca, sarà una cosa solo nostra, fra me e te, ti va?"
Feci cenno di si con la testa mentre tenevo le labbra strette per evitare di urlare sotto i colpi della sua verga che faceva su e giù dentro di me.
- "Dillo, voglio sentirti dire di si"
- "Sii!!!" urlai noncurante che i vicini potessero sentirci.
D'un tratto lui si fermò di stantuffarmi:
- "Che c'è?" gli chiesi.
- "Per poco non ti venivo dentro" rispose.
- "Fallo! che aspetti?" dissi io.
- "Non adesso" e subito dopo averlo detto sfilò bruscamente il suo cazzo duro da dentro di me poi mi ordinò di mettermi carponi.
Obbedii e lui si mise dietro di me, mi infilò un dito nel culo ed andò dritto dritto con la falange a stimolarmi la prostata, mentre con l'altra mano mi mungeva il cazzo. Ci vollero a stento trenta secondi e raggiunsi l'orgasmo che lui, sapientemente, fece durare molto a lungo, e mentre ancora dovevo riprendermi e il culo mi pulsava ancora per via degli spasmi residui lui si mise nuovamente dietro di me.
- "Aspetta, lasciami il tempo di riprendermi, adesso non voglio essere penetrato".
- "Lo so", rispose, "ma devo venire anch'io e sapere che non vuoi rende tutto più eccitante, dovrò farti un po' male ma farò presto, te lo prometto".
Spinse di nuovo il suo cazzo dentro di me e questa volta, anziché sentirmi come se dovesse aprirmi in due, sentii un fastidio come se la sua verga mi strofinasse contro una ferita, e mentre lui mi scopava così, compiaciuto del dolore e del fastidio che mi stava provocando, subivo obbediente le sue attenzioni. Ero la sua troia adesso.
Poi il ritmo dei suoi colpi iniziò a diminuire e la corsa del suo cazzo dentro di me si fece più lunga e lenta, sapevo che era ormai sul punto di venirmi dentro e aspettai pazientemente quel momento, le sue mani mi stringevano forte i fianchi e io me ne stavo li a farmi inculare a pecora come la più puttana delle puttane.
Un fiotto di liquido caldo si riversò dentro di me seguito da altri tre o quattro getti più piccoli, poi rotolammo su un fianco e ci addormentammo così.

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