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Gay & Bisex

NELLO SPOGLIATOIO DEGLI ADOLESCENTI


di Michellerimini
05.11.2020    |    32.603    |    14 9.3
"Simon entrò in spogliatoio molto sereno, come se l'esperienza subita in doccia non fu così traumatica..."
Avevo quattordici anni, giocavo a calcio nella squadra del mio distretto già da tempo. Quell'anno però ero il più piccolo della squadra, dato che il Team era composta da giocatori un anno più grandi di me e di un mio solo coetaneo, Simon.
Si sa, durante l'adolescenza un anno in più fa parecchia differenza, tra esperienze, sviluppo fisico, mentalità. Infatti, io, ero particolarmente indietro fisicamente, molto snello e liscio (e non è che poi “da grande” sono così cambiato).
L'unica vera e propria particolarità del mio fisico era il mio sedere, molto tondo, sporgente e sodo. Il mio essere Bisex mi permetteva comunque di godermi dei fisici e dei cazzi veramente belli durante la doccia post-allenamento anche se mi impegnavo a non farmi notare per evitare brutte figure e fraintendimenti.
Gli ormoni però, ingannarono anche i più grandi e fieri "etero" della squadra durante l'anno, a discapito mio e del mio unico compagno della stessa età.

Una sera, durante la doccia, stavamo facendo la solita confusione tra urla, parolacce e battute. Ad un certo punto i più grandi cominciarono a parlare di dimensioni del pene, idolatrando giustamente il nostro compagno Peter, che vantava un cazzo largo, oltre che lungo. In pochi minuti si passò nondimeno alle prese in giro, in particolare nei confronti di Simon che come me, ancora non era pienamente sviluppato e peccava un po' di dimensioni. La sua sfortuna fu quella di trovarsi sotto una doccia nel mezzo di due tra i compagni più molesti che avevamo.
Si avvicinarono a lui e gli dissero:
- "Secondo me qualcosa di bello ce l'hai tu".
Lo presero di forza in due e lo girarono mettendo in piena mostra il suo sedere che, seppur inferiore al mio (modestamente) era sicuramente bello da vedere e si notava che fosse sodo. Tenendolo fermo per le braccia iniziarono a toccargli le natiche, palpandole e stringendole, mentre la vittima si cercava di dimenare inutilmente. Nel mentre io iniziai ad osservare con un po' di timore di poter essere preso di mira anche io allo stesso modo, ma, per fortuna, l'interesse sembrava soltanto nei suoi riguardi da parte di tutti i presenti in doccia.
All'improvviso, Peter, che fino ad allora era rimasto a guardare come noi altri, si avvicinò e iniziò ad usare il suo cazzone come frustino sbattendolo sulle chiappette bianche di Simon che nel mentre si era arreso e stava immobile, sempre tenuto fermo per le braccia. A quel punto anche altri due si avvicinarono e imitarono il gesto della frusta per schiaffeggiare le sue natiche.
Peter però, decise di provare ad andare oltre e allargò le chiappe con le mani mettendo in mostra l'ano liscio e rosa di Simon. Si avvicinò quindi con il bacino mettendo pericolosamente il suo pisello vicino al buchino fino a toccarlo con la punta della cappella. Arrivati così oltre il mio povero coetaneo ricominciò a ribellarsi fortissimo e venne lasciato libero. Tutti la presero sul ridere cercando di far ridere anche il malcapitato, che accettò nonostante tutto e non proferì parola a riguardo.
Io, nel mentre, ero andato avanti a lavarmi facendo finta di nulla, stando totalmente zitto per far sì di non attirare la loro attenzione su di me. La mia tattica funzionò e la doccia si concluse così.
Mentre mi rivestivo notai più volte lo sguardo di Peter e di Caspar (altro compagno parecchio prepotente) sul mio sedere, mentre sottovoce bisbigliavano probabilmente qualche commento a riguardo. Finii di vestirmi e salutai i miei compagni; nel mentre, passando davanti a Peter, lo salutai e lui, con un gesto che sembrava innocuo, mi salutò dandomi una lieve pacca sul culetto.
Quella sera, a casa, fui colto da tantissimi pensieri. Iniziai ad eccitarmi pensando a ciò che avevo visto negli spogliatoi. Mi iniziai a masturbare pensando:
- "Pensa se fosse successo a me, che eccitazione".
Nonostante il timore durante la doccia di quella sera, in quel momento, colto dall'eccitazione, stavo incredibilmente pensando che mi sarebbe piaciuto subire la stessa umiliazione sotto la doccia..
Finii la mia sega, sborrando poco dal mio uccello ancora non totalmente sviluppato e fui colto subito dalla confusione. Da un lato ero imbarazzato perché temevo veramente che durante l'anno di calcio avrebbero potuto umiliarmi in qualche modo. Dopotutto ero consapevole di essere uno dei due più piccoli e il mio coetaneo era già stato molestato. Pensai anche impaurito alla pacca sul culo che mi diede Peter dopo avermelo guardato un po' di volte. Insomma, una buona parte di me temeva tutto ciò. Eppure, d'altro lato, avrei voluto fortemente provare quell'esperienza di essere così desiderato da ragazzi più grandi di me. Pensavo:
- "Che male c'è se vogliono palparmi il culetto? Significa che piace molto e non mi darebbe così fastidio farmelo toccare da qualcuno" e i cazzi allora? "Fa niente dai, se me lo toccano con le mani o me lo schiaffeggiano con i cazzi non cambia molto". Insomma, dopotutto non mi importava cosa avrei potuto subire, pensavo solo che probabilmente mi sarebbe piaciuto.
Andai in bagno, abbassai i pantaloni e mi guardai il sedere allo specchio. Notai come non mai che madre natura mi aveva fornito un sederino veramente eccitante già solo da guardare. Me lo toccai da solo, lo strinsi e lo sculacciai leggermente. Forse volevo rendermi conto di cosa volesse dire veramente. Soddisfatto di questo test davanti allo specchio, andai a letto a dormire.

Pochi giorni dopo ci fu il secondo allenamento della settimana. Simon entrò in spogliatoio molto sereno, come se l'esperienza subita in doccia non fu così traumatica. In effetti non è che lo abbiano picchiato o quant'altro, pensai io.
Uno dei compagni, appena lo vide, gli disse ridendo:
- "Oggi il culo ce lo dai o no troietta?" questa battuta fu presa da tutti sul ridere, anche Simon ed io stesso ridemmo senza troppi pensieri. Infatti, per quell'allenamento e per molti altri successivi non accadde niente se non qualche pacca solita sul sedere da parte di Peter o Caspar. Tutto proseguì quindi normalmente fino a un paio di mesi dopo.
Quella sera, dopo allenamento, fu il momento della doccia. A causa di tutte le docce occupate dai miei compagni più rapidi a spogliarsi aspettai un po' prima di poterla fare. Simon finii e mi diede gentilmente il suo posto in doccia.
Ormai eravamo rimasti però, soltanto io (che di solito ero più veloce ma non avevo trovato posto questa volta) insieme a Peter e Caspar che erano soliti perdere parecchio tempo sotto la doccia tra chiacchiere e battute varie. Solo noi tre dovevamo perciò finire la doccia mentre gli altri si stavano già asciugando e vestendo nell'altra stanza dello spogliatoio. Peter e Caspar iniziarono una stupida e imbarazzante gara, cominciarono a segarsi per fare una gara di misura dei loro cazzi eretti. Era abbastanza palese che Peter fosse messo meglio, ma anche Caspar si faceva rispettare. I due iniziarono a discutere su chi lo avesse davvero più grande finché Caspar mi spiazzò dicendomi:
- "Secondo te chi lo ha più lungo?"
Fui colto da un estremo imbarazzo e non riuscii a rispondere balbettando soltanto parole senza senso. I due si avvicinarono a me e Caspar riprese a chiedermi:
- "Dai, fai il giudice della gara, guardali bene vicini, chi ha il più lungo?"
Io dissi vagamente:
- "Boh guarda, io non saprei..." con un po' di ansia in viso.
Caspar cominciò a ridere e disse:
- "Beh, tu sicuramente non lo hai più lungo" puntando il dito verso il mio pisello. Io sorrisi in modo forzato e risposi:
- "Beh no, questo è sicuro!"
Caspar guardò Peter di fianco a lui e risero entrambi. Peter allora disse in modo deciso:
- "Visto che sei il giudice, facciamo che ci dici qual è più duro e grosso provandolo direttamente".
Senza possibilità di rispondere mi trovai una mano sulla bocca per tapparmela, e le altre tre braccia libere dei due le sentii su tutto il mio corpo con l'intenzione di girarmi con il culetto verso di loro. Mi fecero piegare a novanta sul muro della doccia e cominciarono a commentare in modo sorpreso il mio sedere:
- "Possibile che non lo avevo mai notato così bello nudo? Sentivo che era bello morbido quando te lo toccavo ma non avevo mai visto che fosse così bello. Sembra quello di una ragazza".
Io intanto ero appoggiato con le mani sul muro, piegato e con la bocca tappata. La situazione mi stava già eccitando ma preferii fingere il contrario per mantenere la mia reputazione. Così iniziai a fingere di volermi ribellare emettendo anche versi dalla bocca tappata:
- "Mhmhf, no, mfmf".
Loro due, ancor più eccitati dai miei vani tentativi di liberarmi, iniziarono a sculacciarmi e a palparmi bene le chiappe sode continuando con i loro commenti positivi sul mio sedere. Il loro contatto fisico per tenermi immobilizzato e con la bocca chiusa inevitabilmente mi fece sentire le punte dei loro cazzoni duri sul fianco quello di Peter e su una gamba quello di Caspar. Mi eccitò anche parecchio vedere le loro grandi mani a contatto con il mio corpo così bianco e liscio. Del resto, io ero 1 e 60 e pesavo intorno ai 45 chili, loro due erano minimo 1 e 80 e muscolosi.
Dopo qualche palpata e sculacciata, Caspar disse a Peter:
- "Tienimelo bene fermo così a novanta!"
Sentii per un attimo due braccia in meno, ora era solo Peter a tenermi. Con un braccio mi bloccava tutto l'addome tenendomi sempre piegato e con l'altra mano continuava a tapparmi forte la bocca. Sentii tutto d'un tratto le due mani di Caspar che mi allargarono le natiche. Subito dopo sentii dell'umido dentro le chiappe e capii che Caspar mi stava sputando in mezzo al culetto. Iniziai a capire cosa volevano fare ed ero comunque eccitato, ma continuai più di prima a tentare di dimenarmi senza però ottenere alcuna libertà (per fortuna).
Caspar avvicinò un suo dito al mio buco e ce lo infilò dentro facendo avanti e indietro con parecchia foga. Avevo mille pensieri in quel momento ma vivevo tutto con un mio sogno erotico. Era come lo immaginavo, ero sottomesso a due ragazzoni più grandi e grossi e desideravano il mio sedere. Caspar aggiunse un secondo dito e continuò a penetrarmi. Poi tolse le dita e, come se nulla fosse, puntò subito la cappella del suo cazzo sul mio ano, iniziando a spingere dentro quanto poteva. Cominciai a gemere per un po' di dolore:
- "MMHH!" la bocca era tappata, non potevo urlare, Caspar non riuscì a infilarci tutto il cazzo, neanche metà direi, ma iniziò a fare avanti e indietro con il bacino tenendomi prima per i fianchi e poi tirandomi indietro la testa per i capelli.
Per me era già tanto il cazzo che avevo dentro ma Caspar tentò di spingere ancora un po' dentro il mio povero culetto, ci riuscì ma lo tolse tutto all'improvviso. Ormai avevo perso anche l'abitudine di fingere di ribellarmi, volevo essere in loro totale sottomissione. Peter disse a Caspar:
- "Facciamo cambio ora" e mi dovetti preparare in pochi secondi psicologicamente al’'altro cazzone in arrivo. Caspar però, mi tappo il naso e, nel momento in cui aprii la bocca ci infilò il suo cazzo ancora duro e carico. Intanto Peter stava giocando anche lui con le dita per allargarlo ancora un po', anche se lo era già grazie al cazzo di Caspar. Iniziò quindi a penetrarmi con lentezza e delicatezza, ma in pochi secondi si tramutò in una macchina da scopata, sbattendomi fortissimo e cercando di infilarmi la sua mazza fino in fondo. Le sue manone affondavano nei miei fianchi mentre io, senza far nulla, venivo scopato in bocca da Caspar come se mi stesse ancora inculando.
Faceva avanti e indietro strozzandomi con il cazzo fino in gola e tenendomi forte la testa e i capelli. Il primo a sborrare fu proprio Caspar, costringendomi a tenere il suo cazzo in bocca mentre eiaculava. Senza troppi pensieri e colto da tantissima eccitazione ingoiai subito ciò che avevo in bocca. Intanto Peter si stacco dal mio culo e mi fece mettere in ginocchio davanti a lui. Si segò per pochi secondi ancora e mi spruzzò in faccia una quantità incredibile di sborra, imbiancandomi di fatto dagli occhi fino al mento, labbra comprese.
Leccai qualcosa sulle labbra ma il resto me lo sciacquai subito con l'acqua della doccia. I due mi lasciarono li in ginocchio in doccia con il sederino aperto e se ne andarono a vestirsi. Non ci fu più occasione di eventi simili. Mi presi soltanto parecchie sculacciate sul mio bel culetto da parte di tanti compagni, ma soprattutto da parte di Caspar e Peter. Le strade a fine anno si divisero per cambiamenti di squadre, ma io non dimenticai mai la prima volta in cui fui abusato. Un'esperienza stupenda!
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