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La mia mamma 3º parte


di Liliana1980
19.12.2021    |    30.102    |    15 9.9
"“ho a disposizione una brava maestra, e poi internet, è una fonte inesauribile di insegnamenti” Mi morsi la lingua, porca miseria mi ero tradito..."
Ciao amici, purtroppo il tempo che posso dedicare a raccontare le avventure o fantasie è molto limitato, ho un lavoro che mi impegna parecchio e devo ritagliarmi qualche piccolo spazio.
In ogni caso vi ringrazio se continuate a leggermi.
Vi ricordate?, la mamma di Alvin stava rilassandosi, ma i suoi occhi erano sbarrati..
Perché?
Meglio lo leggiate.

“Dio che abbiamo fatto, questo non doveva succedere, non credo che la mia amica avesse previsto questo, vieni andiamo fuori”
Ma come la parte inferiore del mio corpo uscì dall’acqua, vide quanto ero eccitato.
“non è giusto lasciarti in questo stato, oltretutto la colpa è mia, dai prendiamo gli asciugamani e andiamo in quella bella macchia di mangrovie”.
“ma hai appena detto che ti sei pentita di quello che abbiamo fatto”
“a questo punto, è solo ipocrisia”
“mamma non potremo andare a casa”
“no, siamo o non siamo naturisti?”.
Impugno il pene e mi tirò a riva.
Fortunatamente non c’era nessuno.
Raccolti i teli da bagno e sempre tenendomi per il membro, ci inoltrammo nella macchia, fatta di pini marittimi, arbusti e mangrovie.
Fatto qualche metro, trovammo un piccolo spazio, poco più grande di un letto matrimoniale.
“ecco fermiamoci quì, nessuno può vederci”
Tanta era la paura che stessi equivocando le sue intenzioni che non dissi nulla.
Lasciò il testimone dell’eccitazione per sistemare i teli, infine ci sedemmo.
“guardami negli occhi, questa è la prima è unica volta amore mio, poi scorderemo tutto”
Lo disse sussurrandomelo all’orecchio, facendomi venire i brividi.
“dai sdraiati, voglio darti in parte il piacere che mi hai dato”
Avvicinò la bocca al sesso, baciò la cappella.
“apri un po’ le gambe”
La guardai negli occhi.
“mi hai fatto perdere ogni senso del pudore, farò tutto quello che vorrai”
Con una devozione incredibile, imboccò l’asta, assaporò quel sapore nuovo, perverso e proibito, restando per lunghi secondi con le labbra strette sopra.
Sentiva il pisello ingrossarsi tra le labbra fino al parossismo.
Cominciò a masturbarlo dolcemente, sempre tenendo la cappella stretta in bocca.
Inutile vi dica in che condizione ero.
Stavo godendo ogni attimo di quello che mamma mi stava facendo.
Ogni tanto staccava la bocca dal sesso, per eccitarmi con le parole, come se c’è ne fosse stato bisogno.
“amore, sai ti ho visto imbrattare di sperma le mie mutandine?”
Restavo in silenzio, con la testa persa nell’oblio del piacere più grande, avrei voluto rispondere, dirle che mi dispiaceva, ma avevo il timore che mi sarei svegliato dal bellissimo sogno, si, ancora non ci credevo che mamma mi stesse facendo quello che chiamano pompino.
“avrai tutto quello che vuoi piccolo mio, la mamma ti aiuterà e ti insegnerà”.
Disse queste parole con uno strano sorriso sulle labbra, ricordatelo questo particolare, più avanti capirete il perché.
Non appena avvertiva la tensione crescere troppo, bloccava la mano allentando la pressione delle labbra e schiacciandomi leggermente i testicoli
Più tardi mi spiegò che quello era un sistema per allentare l’eccitazione, aggiungendo pure.
“immagino che questo lo sai giá”
Sempre con quello strano sorriso.
Ma ritorniamo a quello che mi stava facendo.
Con studiata lentezza, scese per tutta la lunghezza del membro, si fermò a solleticare la radice, leccò l’interno coscia mentre sussultavo a ogni tocco di lingua, leccò le palline, infilandosene, prima una poi un’altra in bocca
Continuava a masturbarmi, alzai la testa per guardarla.
La lingua lambiva saettando il perineo.
“ti piace quello che sto facendo amore mio?”
“si, si, siiii”
L’orgasmo arrivò troppo presto, fu improvviso, travolgente, per la seconda volta avevo avuto un’eiaculazione precoce.
Questa volta fui veramente imbarazzato.
“mi dispiace mamma”
“eri troppo teso, è normale quello che è accaduto, vedrai che la prossima volta andrà meglio”
Disse questo rimanendo immobile nella posizione che aveva un attimo prima del fattaccio.
Ma la bolla di libidine nella quale eravamo immersi, si era dissolta, non avevamo il coraggio di fare o dire qualcosa.
Passarono alcuni minuti, restando immobili, consapevoli di aver fatto una cosa indecente, incestuosa, imbarazzante,e impauriti, da quella pazzia.
Gli occhi, di mamma, rimanevano fissi sullo sperma che imbrattava i testicoli, sembrava quasi che solo in quell’istante la sua mente fosse rientrata nel corpo.
Ero immobile, sembravo una statua di marmo, sentivo il fiato scaldare le palle e lentamente al contatto di quell’alito, il pene prese a ingrossarsi, nuovamente.
“perdonami, perdonami amore mio, una madre non dovrebbe comportarsi in questo modo, non so cosa mi sia preso”
Cercava le parole giuste, per giustificare quella che credeva fosse una debolezza, lo faceva, guardando il sesso che aveva appena succhiato.
“mamma quello che è accaduto lo abbiamo voluto entrambi e non dobbiamo sentirci in colpa, ci stiamo amando e questa è la cosa più bella che ci sia”
L’abbracciai forte, volevo farle sentire tutto il mio amore, anzi desideravo baciarla sulle labbra, ma in un momento così particolare, preferii baciarla su di una guancia.
“grazie mamma e stato bellissimo, anche se il tuo “uomo” non è stato all’altezza, ora vieni ritorniamo in casa”
Questa volta non fece obiezioni.
Si alzò e raccolse i teli.
“si hai ragione rientriamo in casa”.
A dir la verità ero alquanto imbarazzato, il pisello mi era diventato nuovamente duro.
Mamma se ne accorse, mise un telo sul braccio e con quella copertura che le nascondeva la mano, impugnò in “guerriero”.
“vieni non vorrei ti perdessi”
Non potei far a meno di sorridere a quella stemprante battuta.
Rientrammo in casa in quella insolita maniera.
Avevo appena dato un calcio alla porta per chiuderla. In quel momento mollò la presa sul pene, liberandolo.
Desiderando farle sentire tutto l’amore che provavo per lei, ne approfittai per andarle alle spalle e abbracciarla.
“mamma, quello che abbiamo fatto la fuori è stato fantastico e immagino che ogni volta sarà sempre più bello, ma ora tocca a me fare qualcosa per te”
“e cosa vorresti farmi, non sai nulla in fatto di sesso, almeno è quello che mi hai detto”.
Sempre con quello strano sorriso sulle labbra.
“ho a disposizione una brava maestra, e poi internet, è una fonte inesauribile di insegnamenti”
Mi morsi la lingua, porca miseria mi ero tradito.
“ora capisco perché, ultimamente, avevi un grande interesse per il computer, si, deve essere un grande maestro”
Ringraziai il Dio del sesso, non aveva capito la frase.
“vieni mamma, mettiamoci comodi, proviamo a vedere se il letto è più comodo del prato, prima però..”
La feci girare e mentre una mano accarezzava le spalle l’altra scendeva verso il seno, avvicinai il viso al suo e la baciai dolcemente ed a lungo.
Non potrò mai scordare quel primo bacio, non perchè fu sensazionale, ma perchè, se da una parte c’era un quasi inesperto, per non dire imbranato, dall’altra c’era una esperta, anche se ancora tributante su quello che voleva concedermi, ne uscì qualcosa un po' comica, che peró mi caricò al massimo, se mai c’è n’era bisogno.
Questa volta però ero deciso che sarei stato io a condurre il gioco.
“dai mettiti sul letto a pancia in giù”
“cosa vuoi farmi?”
“fidati di me”
Non fece altre obiezioni e si sistemò come le avevo chiesto.
Salii a cavalcioni su quel tanto desiderato corpo e mi sedetti su di lei all'altezza delle reni.
Iniziai a massaggiarle il collo, per poi scendere lentamente verso il basso, accarezzandole a lungo le spalle e la schiena
Mi spostai più indietro, ora ero seduto sulle cosce e le mani passarono a massaggiare ed accarezzare le reni e le natiche.
Feci scivolare una mano lungo il solco tra le quelle belle chiappe sode, intrufolandomi tra le cosce, non fù un’impresa facile.
Per farlo meglio, indietreggiai fino all’incavatura delle ginocchia.
Mi trovai a contatto con la passera bagnata e bollente.
Cercai di spingervi un dito all'interno, non c’è la feci, la posizione rendeva la cosa difficile e scomoda.
“ti prego, mamma, girati”
“mi vergogno a farmi vedere in quel modo”
“guarda che ti ho già visto, dai fallo, fidati di me e vedrai che ne sarai felice e poi non hai detto che farai ogni cosa che ti chiedevo?”
Dio mio che presuntuoso e arrogante che ero in quel momento, ma mi sentivo padrone del mondo, ero a letto con la donna che tanto avevo sognato.
“hai ragione te l’ho promesso e ogni promessa è un debito, ma mi piacerebbe vedere la faccia della mia amica psicologa”.
Fece quello che le avevo chiesto, anche se, credo, non si fidava molto di cosa le volevo fare.
“ora solleva le gambe e piega le ginocchia tirandole verso di te”
Non fece nessuna obiezione
In quel modo, pur restando con la testa e le spalle appoggiate sul letto, si trovava col culetto sollevato, le ginocchia aperte e i piedi piantati saldamente sul letto, ma soprattutto, la bella conchiglia ben esposta
Si è vero l'avevo già vista, ma dimentichiamo quello accaduto in acqua, quì era veramente esposta, e lo era solo per me, trovai la cosa molto eccitante.
Non c’è la facevo piú, immediatamente mi tuffai a leccare quella meraviglia.
Il sapore di salsedine era ancora presente, mi riempì la bocca, le allargai ancora un po' le gambe.
Mamma tentò una flebile resistenza, ma quando la bocca si posò sulla vulva, si arrese, priva di ogni volontà e iniziò a gemere.
Sospesi per un’ attimo quel meraviglioso bacio.
“ti piace essere leccata da tuo figlio?”
“si, si amore mio”
Ho praticamente la sua passera a portata di bocca.
Con la lingua le allargo le grandi labbra e infilo la punta nel buchetto bagnato e profumato.
Sento che si irrigidisce, lentamente si abbandona alle mie carezze dimenando il culetto ad ondate lente e sensuali.
Adesso spinge verso la mia bocca, e la lingua passa dal clitoride, alla vagina, sento che la leccata stá facendo effetto
Con un dito mi infilo tra le chiappe e le accarezzo il buchino posteriore.
Da come si muove capisco che le piace molto, cerco di forzare l’ingresso, la sento irrigidirsi, mi limito ad accarezzarle l’entrata e lei si rilassa nuovamente.
Sto mangiandole la margherita con furia, si irrigidisce e mi bevo il suo piacere, ha un sapore dolce ed un profumo inebriante.
“ti prego Alvin, continua, non ho mai goduto cosi tanto, non smettere, ti prego, ho ancora voglia dei tuoi baci”.
Aspiro il suo bottoncino tra le labbra e con la lingua ne solletico la punta, sembra impazzire e faccio fatica a tenerla ferma.
Smisi momentaneamente di pennellare con tanto amore la clitoride e guardai mamma.
Era immersa in un mondo di estasi sessuale.
La lingua iniziò a lambire le grandi labbra per poi intrufolarsi in direzione di quelle piccole, una mano si unì al gioco, dischiudendole la vagina per facilitare l'azione della lingua, riuscendo a raggiungere le piccole labbra e la clitoride.
Mamma sussultò, quando iniziai a lambire con piccoli colpi il bottoncino, che immediatamente si fece turgido facendosi, se possibile, ancora più sensibile.
Muoveva il bacino senza ritegno,
“cosa mi fai, cosa mi fai”
Lo sapeva benissimo, ma probabilmente non pensava di avere un figlio che lo sapesse fare.
Non ascoltai quello che diceva, continuai a leccare la bella passera, tenendola aperta con una mano, mentre infilavo, con facilità, un dito della mano libera in quella fessura, facendolo entrare ed uscire ripetutamente
In lei tutto era cambiato, la rigida avvocatessa, sempre seria, si era trasformata in una ragazzina disponibile ed eccitata.
Rimisi la bocca a contato della passera, aspiravo, con le labbra, umori e clitoride, che ora era gonfio e duro come un piccolo pistacchio.
“mi fai godere alla grande mio dolce amore”
Bastò poco per sentirla venire di nuovo, il suo miele mi impiastricciò un po' il mento.
Resta un minuto immobile poi agilmente si stese al mio fianco.
La vidi respirare a bocca aperta, il petto che si alzava e abbassava a ritmo frenetico, le mani artigliate al lenzuolo, il bacino che continuava avere spasmi di godimento.
La bocca contro il mio orecchio.
Sento il suo caldo respiro.
“non ho mai goduto cosi tanto, ma che cosa mi hai fatto? mi sembrava di impazzire quando mi leccavi
Ero soddisfatto del mio operato
Ma perché diceva queste cose, con quell’ironico sorriso sulle labbra.
Feci scorrere una mano lungo il corpo rilassato e mi lasciai cadere al suo fianco.
Mamma si girò in modo da potermi guardare, mi sorrise ed allungò una mano sino a sfiorarmi un braccio, seguì l’arto verso il basso finché raggiunse la mano, padrona del dito che l’aveva profanata, la strinse, la portò verso il proprio viso e baciò delicatamente il dito che era ancora umido dei suoi umori, sorrise ed usò le labbra e la lingua per ripulirlo ben bene.
“bambino mio sei stato fantastico, davvero bravissimo! ma non me la racconti giusta, si direbbe tu non abbia fatto altro in vita tua, o almeno non è la prima volta che lecchi la passera di una donna”.
Cristo, ancora quel sorriso.
Non potevo certo dirle di quello che mi aveva insegnato, la sua, di qualche anno più giovane, cugina, che mi aveva fatto entrare alla scuola superiore del sesso, ma volevo arrivare all’ università e lo volevo fare con mia madre.
Mi raccomando, acqua in bocca, non ditele nulla.
Vi prometto che, appena mi sarà possibile, vi racconterò quello che è accaduto con sua cugina.
“grazie mamma, si vede che ho un talento naturale”
“già, ne riparleremo con calma, ora peró posso dire che siamo entrambi scompigliati, sudati ed impiastricciati, che ne diresti di una doccia?”.
Trovai l'idea magnifica, però c’era un piccolo particolare, avevo il pene duro come il marmo e una voglia pazzesca di calmarlo.
Lo feci notare alla Dea.
“come facciamo con lui? non posso rimanere così, oltretutto mi fa male”.
“ho grandi progetti per lui, però questa sera dovrai accontentarti di una bella e normale masturbazione, mentre ci facciamo la doccia, poi ci vestiamo e andiamo a cena, ti va come programma? come ti ho già detto non ho più vent’anni e i miei tempi di recupero sono un pò lenti e in questo momento sono parecchio stanca, oltre al fatto che sono fuori allenamento”.
Non era certo quello che speravo, ma feci “buon viso a cattivo gioco”, si dice così se non sbaglio?.
“allora dovrai allenarti parecchio se vuoi arrivare alla fine della vacanza”
“non preoccuparti non mi serve molto tempo per rimettermi in forma e poi ho un bravo allenatore”
“guarda che sono molto esigente, ti farò morire da quanto dovrai allenarti”
Ridemmo di gusto, la tensione dovuta a quello che di depravato e sbagliato, stavamo facendo, si era sciolto come neve al sole, rimanevano due persone che volevano amarsi.
“dai andiamo, altrimenti arriviamo tardi a cena”
Sia pure a fatica, ci alzammo dal letto e mano nella mano, lasciammo la stanza diretti verso il bagno, con il guerriero che dondolava come una canna da pesca, quando il pesce ha abboccato e aspetta una mano che la impugni.
Eravamo entrati nello spirito naturistico, mai avrei pensato che mamma si sarebbe liberata da ogni inibizione in questo modo, le guardai in viso, era tranquilla, come fosse una cosa normale tenere il figlio per mano, completamente nudi e diretti a fare una doccia assieme.
Mi sembrava fosse passato un secolo da quando dovevo spiare il corpo che camminava al mio fianco, esposto ai miei occhi e offerto ad ogni carezza.
Inutile vi racconti quello che avvenne nella doccia, mamma mi masturbò e non ci volle molto perchè eruttassi tutta la voglia repressa.
Vi interesserà molto di più quello che avvenne il mattino seguente, vi starete chiedendo perchè il giorno dopo?
Lo saprete, vi racconterò tutto, ve l’ho promesso, ma dovrete pazientare fino alla prossima puntata.
Vi ringrazio e lo faccio con un forte abbraccio.

....continua....
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