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Gay & Bisex

Il mio primo autostop 2° parte


di Liliana1980
01.10.2022    |    11.712    |    7 9.9
"In me due contrastanti sentimenti, sono agitato e nello stesso tempo emozionato per quello che sta per succedere..."
Eccomi a continuare il racconto del primo autostop con uno sconosciuto.

Saranno passati si e no 5 minuti, quando senti la sua mano scivolare sul ginocchio, per poi risalire lentamente fino alla coscia.
“mi è piaciuto tantissimo quello che ho visto e non parlo solo dei peli.
Mentre lo dice comincia ad accarezzarmi su e giù la coscia della gamba più vicino a lui.
Lo può fare visto che l’auto ha il cambio automatico e può tenere il volante con una mano.
“signore che sta facendo? non mi piace”.
Dissi queste parole senza molta convinzione e lui se ne accorse.
“veramente non ti piace quello che sto facendo, vuoi che tolga la mano?”.
Avrei dovuto dar seguito alla mia debole protesta, invece non dissi nulla, in fin dei conti è piacevole quello che stava succedendo, la sua carezza era dolce, non una palpata volgare.
Dicono che il silenzio è assenso e allora,sale ancora un po’, fino ad arrivare a quello che chiamano il pacco.
La sua esplorazione, per quanto possibile, si fa ancor più dolce.
Tentai un’ultima, per la verità debole, resistenza.
“per favore la smetta”
Ma la voce mi tradisce e più che una protesta diventa quasi una supplica.
“non ti faccio niente di male, ti chiedo solo di farmelo sentire, solo quello”
Non so cosa dire, tanta è la gentilezza che usa, in fin dei conti vuole solo darmi una palpatina.
“dai un piccolo premio per averti dato il passaggio”
Mannaggia mi sta facendo sentire in colpa, almeno questa è l’impressione che ho.
Oltretutto non posso fingere di non provare niente, visto che me lo ha fatto diventare duro
La mano, aperta a palmo, è sopra, non può non sentire che è duro.
“da quello che sento devi avere un bel pisello ragazzo mio”
Non dico nulla, probabilmente lo considera come un segno di assenso.
“Alvin mi piacerebbe tanto prenderlo in mano e masturbarti, ma solo se lo vuoi anche tu, niente ricatto come prima, anzi scusami per averlo fatto e poi basta chiamarmi signore, mi chiamo Franco non te lo ricordi?”
“si me lo ricordo”
“visto che siamo amici, chiamami per nome e dammi del tu, e dimmi, che ne pensi della mia richiesta?”
Avrei dovuto dire di no, dirgli di lasciar perdere e portarmi a casa, invece.
“ma non possiamo, dovrei slacciarmi la cintura e poi stai guidando”
“hai ragione, vediamo se troviamo un’area di sosta”.
In quel momento non so se sperare che non la trovasse o invece che ne trovasse una.
Di li a poco, eccola, completamente libera, entra e si mette in un punto tranquillo, all'ombra di un bell'albero.
In me due contrastanti sentimenti, sono agitato e nello stesso tempo emozionato per quello che sta per succedere.
Si slaccia la cintura di sicurezza così può liberamente girarsi su di un fianco.
“dai Alvin slacciati pure tu la cintura”
Lo faccio con le mani che mi tremano.
Se ne accorge e mi aiuta schiacciando il pulsante di sblocco.
“non essere agitato, ti prometto che non farò nulla che tu non voglia”
Dicendo questo infila la mano dentro le mutande.
Comincia a toccare, stringere, impugnare.
“dai abbassati la tuta e gli slip, desidero vederlo”
Lo guardo, anche un ragazzino come me vede che ha gli occhi pieni di desiderio.
Esito un attimo, un ultimo barlume di resistenza, poi crolla anche quello, faccio quello che mi ha chiesto, alzandomi un po’ sul sedile, abbasso tuta e mutande, fin quasi alle ginocchia, mettendo a nudo la parte tanta bramata.
Con quel gesto gli ho certamente fatto capire che sto al gioco, un sorriso gli appare sulla bocca, pure io sorrido, per il piacere che sto provando.
“grazie Alvin non puoi immaginare quanto mi fai felice”
Non occorre immaginarlo, lo intuisco da come gli trema la mano mentre la avvicina al pene oramai fattosi di marmo, spero solo di non aver preso la decisione sbagliata.
Lo accarezza per un po’, infine comincia a stringerlo e a tirare la pelle verso il basso in modo da scappellarlo.
Ma non riesce a farlo del tutto.
“ehi!, ma sei ancora vergine”
“in che senso?”
“non l’hai mai usato con le tue amichette”
“guarda che ho solo 16 anni”
“già le ragazze guardano i più grandi, ti sei mai masturbato assieme ai tuoi amici?”
“no”
Non volevo dirgli che avevo un carissimo amico di nome Lorenzo, col quale ci divertivamo a masturbarci, ma soprattutto lo zio Mario.
“mai, mai?”
“assolutamente mai”
“e tu da solo?”
Qui esito parecchio.
“dai non aver paura a dirmelo, non lo dico a nessuno e poi guarda che pure io mi masturbo e alla tua età lo facevo anche piú volte al giorno”
“si qualche volta lo faccio”
“e a cosa pensi mentre lo fai?”
“non posso dirtelo, mi vergogno”
“dai sono tuo amico, a me puoi dirlo”
Mentre parlavamo lui continuava a far andar su e giù la mano, lentamente, molto lentamente.
Oramai ero in preda a quello che si dice, l’estasi dei sensi.
“allora a chi pensi quando ti masturbi?”
“a mia sorella e al suo ragazzo”
“perché a loro?”
“un giorno li ho visti entrare nel fienile e di nascosto gli ho seguiti, volevo far loro uno scherzo, invece quello che ho visto mi ha bloccato, si stavano baciando”
Feci una pausa.
“guarda che è normale che due fidanzati si bacino”
“aspetta non ho ancora finito”
“cmq deve essere stato parecchio eccitante quello che hai visto, il pisello ti è diventato ancor più duro”
“lasciami continuare altrimenti non arrivo alla fine”
“va bene vai avanti”
“come dicevo si stavano baciando, ma mentre lo facevano le mani toglievano i vestiti, alla fine senza smettere erano completamente nudi, potevo vederli abbastanza bene perché erano di lato, passavo da mia sorella, al suo fidanzato, guardavo il seno e la passera di Laura e poi il pene, contornato da un foto pelo scuro, completamente eretto di, non sapevo cosa guardare di più, poi lei si è inginocchiata e ha ingoiato il guerriero, cominciando ad andare avanti indietro con la bocca, non capivo cosa stavano facendo, ma doveva essere fantastico a sentire le esclamazioni di lui e i mugolii di Laura, non so quanto andarono avanti, ad un certo punto sentii dire da lui che stava per venire, Laura tolse l’asta dalla bocca e vidi una sequela di schizzi uscire dal buco che abbiamo li sopra, gli indicai il buchetto sopra la cappella, era la prima volta che vedevo così tanto sperma, infine si sdraiarono e sparirono alla mia vista, potevo udire solo le loro voci, ma non capivo cosa stessero facendo, non potevo muovermi, mi avrebbero sentito, la sola cosa che feci fu, di abbassarmi i pantaloni e le mutande e masturbarmi, quel giorno lo feci tre volte di seguito, due finché facevano i loro giochi, la terza, dove Laura aveva preso in bocca il pisello, mi sono spogliato completamente e pensando a quello che avevo visto, mi masturbai nuovamente, da quel giorno, ogni volta che mi sego penso a loro”
“cavolo Alvin me l’hai fatto diventare duro pure a me, senti”
Mi prese la mano e la appoggio sopra l’inguine, sentii una cosa molto dura e pulsante.
“dimmi, mentre ti masturbi, a chi pensi di più, a tua sorella o al suo ragazzo”
Lo guadai negli occhi.
“al suo ragazzo, anche se mia sorella è molto bella, ma è sempre mia sorella”
“e ti piacerebbe vedere il pene di una persona adulta?”
Va bene essere ragazzino ma avevo capito cosa stava proponendomi e poi avevo giá visto quello dello zio.
Avrei dovuto dire basta, come qualsiasi altro ragazzo avrebbe fatto, ma, non lo feci, anzi.
“in poche parole vuoi farmi vedere il tuo?”
Ancora oggi mi sembra incredibile aver pronunciato quelle parole, senza nessun pudore o vergogna.
“si, e non solo vedere, se vuoi, puoi anche toccarlo”
“va bene fammelo vedere, ma non è pericoloso farlo in questo posto?”
“si lo è, ma non so quanto tempo abbiamo, a che ora devi essere a casa?”
“per le nove”
“fantastico, io devo essere a cena alla stessa ora,abbiamo tutto il tempo che desideriamo, conosco un posto dove possiamo fare quello che vogliamo senza pericolo che ci vedano”
Oramai ero entrato in quel torbido gioco, non capivo più nulla.
La mano dell’uomo che continuava a tenermi il pisello.
L’aver riportato alla memoria, il ricordo di mia sorella e il suo ragazzo e dei loro giochi, aggiungiamo l’aver sentito la durezza del membro di Franco, mi aveva fatto venire la voglia di poter toccarlo e di fare qualcosa con lui, cosa ancora non lo sapevo, ma sicuramente lui lo sapeva.
”dai sistemati che andiamo, anche se mi dispiace lasciare questo bel pezzo di carne, anzi resta così, mi piace guardarlo””
“ma potrebbero vedermi?”
“tranquillo non ti vedrà nessuno”
Tirò una tendina parasole dal mio lato.
“la usa mia moglie quando facciamo viaggi un po’ lunghi, odia il sole che batte sul finestrino”
“ma sei sposato?”
“si, lo sono”
“e tua moglie sa di questo?”
“assolutamente no, anche perché è la prima volta che lo faccio”
Fu la mia volta di ridere.
“allora in qualche modo anche tu sei un verginello”
“già, dai andiamo a perdere le nostre verginità”
Partimmo, e mentre viaggiavamo continuava a guardarmi il pisello.
“guarda la strada, poi potrai guardarlo quanto vuoi e immagino non ti limiterai solo a guardarlo”
“hai ragione, ho un bel programma in mente, vedrai che ne sarai felice”
Questa volta la velocità era più sostenuta, ad un certo punto prese una strada che portava verso un bosco collinare che conoscevo bene, visto che ci andavo con zio per castagne.
Raggiunto il bosco imbocco una stradina impercorribile per macchine normali, ma con il Suv, non c’era nessun problema.
Ad un certo punto parcheggio la macchina a lato della stradina.
“dai scendiamo”
Mi tirai su i pantaloni e scesi.
Lui era dietro la macchina e aveva aperto il portellone, lo raggiunsi mentre stava prendendo una coperta di quelle che si usano per i pic-nic.
“vedo che sei attrezzato”
“con una moglie maniaca delle merende in campagna, devo esserlo”
“vieni andiamo”
Facemmo un centinaio di metri in mezzo alla vegetazione e trovata una piccolissima radura si fermò.
“qui non ci vedrà nessuno, nemmeno se passasse ad un metro, sempre che qualcuno passi, ma non ti preoccupare, qui non ci viene nessuno”
“ma potrebbero vedere la macchina”
“penseranno che siamo andati per funghi”
Prendendolo in mano..
“ah!, non sapevo si chiamasse fungo”
“perchè non è vero?, ha o no la cappella?”
Non potei fare a meno di sorridere a quella battuta.
Mentre diceva questo aveva disteso la coperta che quasi occupava l’intera radura
“sai che sei bugiardo”
“perché sono bugiardo?”
“hai detto che non viene nessuno e noi chi siamo?, non mi sembra che siamo nessuno”
Questa volta ridemmo di gusto tutti e due.
“dai vieni qui”
Mi avvicinai a lui.
“siediti qui vicino a me”
Mi abbraccio mettendomi un braccio sulle spalle.
Ecco siamo arrivati al punto, fu il pensiero che mi attraverso la mente.
Invece, fu veramente simpatico, scherzammo, ridemmo di gusto.
Riuscì a creare un ambiente disteso.
Si alzò.
Lo sento alle spalle.
Mi avvolge con le braccia.
Sono forti, robuste.
Sento il suo alito sul collo.
Mi bacia nell'incavo vicno all'orecchio, mi succhia il lobo, introduce la punta della lingua nella cavitá.
Una miriade di brividi mi attraversa il corpo, non avevo mai provato una cosa del genere, sensazioni nuove per me, tanto che riesco a gridare.
"Ehi! che fai!, dai fermati, ti prego fermati!, cosa mi stai facendo?".
"nulla bambino mio, nulla di strano"
"come nulla, guarda stó tremando come una foglia al vento, e ho la pelle come uno che ha freddo"
·é normale Alvin, sto facendoti provare cose nuove, dai fidati di me, non te ne pentirai"

Mi devo femare, non ho molto tempo, lo devo rubare al tempo libero, ma prometto che torneró presto a continuarlo, sperando lo apprezziate.
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