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Lui & Lei

Il Professore di Spagnolo 2° parte


di Liliana1980
16.10.2021    |    9.140    |    12 9.9
"“scusami è la forza dell’abitudine a scuola devo usare quel termine”..."
Finalmente mi sono messa in pari con il lavoro,ora la scrivania è libera, mi posso dedicare alle mie storie.
Allora che faccio?
Riprendo il racconto interrotto?
Andiamo avanti allora…

Vi ricordate che dovevo andare due volte alla settimana a lezione di Spagnolo da un prof. che era un ex insegnate di zia?
Non lo sapevate?
Avete ragione mi sono dimenticartelo di dirvelo, era prof di storia quando zia frequentava il Liceo, prima di essere ammessa alla scuola di polizia.
Venne il giorno,andai a lezione con il cuore in gola, cosa avrebbe fatto oggi?.
Avrei dovuto scappare, ma il corpo desiderava quell’incontro, arrivai,la porta,come al solito,aperta,capii che mi aspettava,entrai .
“Buongiorno proff.”.
“arrivo subito Lilly e non eravamo d’accordo che mi avresti chiamato per nome?”.
“scusami è la forza dell’abitudine a scuola devo usare quel termine”.
Mi sedetti sulla solita poltrona.
Lo sentii arrivare, era alle mie spalle.
“chiudi gli occhi bambina mia”.
Lo feci, ero nelle sue mani,avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto.
Sentii che si muoveva, ora era davanti a me.
“apri gli occhi Liana”.
Era lì, completamente nudo, il cazzo (oddio ho sdoganato la parola), in erezione e che erezione!.
Allargò un pò le gambe,vidi i testicoli dondolare leggermente,il pene andava su e giù, come se un invisibile filo lo tirasse e poi lo lasciasse andare, il folto pelo grigio che partendo da lì, saliva verso l’alto,allargandosi sul petto.
Avevo la bocca aperta,ero incantata da quello spettacolo,feci per allungare la mano ed impugnare l’asta,come mi aveva fatto fare l’altra volta.
“no ferma...amore mio”.
Si avvicino di più alla poltrona.
“annusami,senti il profumo del maschio”.
Mi prese la testa con una mano, tirandomi verso di se, con l’altra,spostò il cazzo, in modo che il naso arrivasse il mezzo al pelo pubico,un profumo acre,invase le narici,con la mano che teneva il membro me lo fece strusciare sulla guancia, facendomi una lenta carezza, non capivo più nulla,ero persa in una estasi per me incomprensibile, sconosciuta, ma di una cosa ero sicura, mi stavo eccitando, sentivo la fighetta (altro sdoganamento), umida, tirò indietro la testa,ci rimasi male, mi piaceva quel contatto.
“tira su le gambe”.
Non capivo cosa volesse, si inginocchio, mi tolse le scarpe, impugno le caviglie e le spinse verso l’alto fino ad appoggiare i piedi sulla poltrona,mi trovavo seduta con le ginocchia appoggiate al petto, la gonnellina era caduta verso il basso,dalla sua posizione,aveva la visione delle mutandine con le cosce in primo piano,per non parlare del segno che lasciava la passerina con il tessuto tirato, mi venne un brivido pensando che avrebbe visto l’umido lasciato dall’eccitazione.
“apri un pò le ginocchia”
Vedevo la sua testa,immaginavo i suoi occhi incollati al pube.
Ero tesa,non capivo cosa volesse farmi.
Aspettavo da un momento all’altro che la sua mano cominciasse ad accarezzarmi.
Non succedeva, guardava,non si muoveva.
Io continuavo ad eccitarmi sempre di più di questa immobilità.
Sentivo il suo alito sulla figa (ora ho nominato il tutto), attraverso il tessuto delle mutandine.
Sicuramente lui vedeva la mia eccitazione, bagnare il sottile tessuto.
Si alzò lentamente, la prima cosa che vidi, il suo viso illuminato da un leggero sorriso.
“vedo che il gioco ti piace?”.
Non dissi nulla.
Continuò ad alzarsi.
La seconda cosa, il petto peloso.
“ti piace quello che sto facendo”.
Non era una domanda, ma una costatazione.
Continuò ad alzarsi.
La terza cosa, finalmente, il cazzo, possibilmente ancor più duro, di quello che avevo visto poco prima.
Ora era in piedi davanti a me.
Con una mano lo prese,cominciò a menarlo,lentamente, faceva scendere la pelle fino a scoprire del tutto la cappella, risaliva, ricoprendola, nel magico gioco del nascondino.
“guarda Lilly, guarda bene”.
Non serviva dirmelo, non avrei staccato gli occhi da li, per nessuna ragione al mondo.
Lo fece durare qualche minuto, quel gioco, ma a me parvero secondi.
Poi improvvisamente avvicinò il cazzo al mio viso.
“vuoi dargli un bacio?”.
Ebbi solo un attimo di esitazione, non mi aspettavo quella proposta.
Guardai la grossa cappella violacea.
Misi le labbra a mo di bacio e le appoggiai su quel glande voglioso, lasciandovele.
Fui tentata di aprirle e allungare la lingua.
Probabilmente lo aveva intuito,si tirò indietro,non era quello che voleva,non in quel momento.
Mise il pene fra le ginocchia.
Appoggiò sopra le mani, una da una parte una dall’altra.
Con una piccola pressione lo chiuse fra di loro.
Cominciò ad andare avanti e indietro, come aveva fatto prima con la mano.
Vedevo quel meraviglioso membro andare e venire, la pelle che copriva e scopriva la cappella.
Paolo faceva questo dondolandosi tranquillamente con il corpo.
“Lilly guardami negli occhi”.
Lo feci.
“sai cosa stò facendo?”.
Scossi la testa, facendo l’ingenua,che ai maturi piace molto.
”no, nessuno ha mai fatto una cosa del genere con me”.
“mi stò masturbando usando le tue ginocchia, non puoi immaginare quanto eccitante sia per me?”.
“allora ti piaccio?”.
Lo dissi tutto d’un fiato.
“certo che mi piaci”.
“quanto, più o meno della zia?”.
Lo vidi sorridere.
“ancora quella storia. non molli la presa,un giorno ti racconterò tutto, cmq vi somigliate molto, ma ora lasciami lavorare”.
La voce si era arrochita, il viso arrossato,sulla fronte qualche piccola goccia di sudore, ma continuava il suo avanti indietro come un metronomo.
Che bello vedere il guerriero che si induriva al massimo, la cappella farsi più grossa,le vene gonfiarsi.
I testicoli che sbattevano sugli stinchi, facendo uno strano rumore
”paff, paff, paff”.
Cominciavo a sentire caldo.
Un fuoco ardente sembrava volesse bruciarmi la fighetta.
Improvvisamente aumentò il ritmo, ansimava.
Si mise a parlare,a volte frasi sensate, alternate ad altre senza senso
“Lilly, bambina mia, sei mia, sei tutta mia, ti sto scopando, si, lo sto facendo, guarda che bel cazzo, ti piace, vorresti averlo in bocca,nella figa, si lo so, lo vuoi,guarda la figa e tutta bagnata, sei eccitata, ah! come vorrei leccarla, lo farò sai, si lo farò, oramai sei mia, tutta mia“.
Era un fiume in piena.
Ad un certo punto, non compresi più quello che diceva, accelerò ancora il ritmo.
“si si si vengo, vengo, ahhhhhh”.
Dal glande usci un fiume di crema.
Fu lesto a mettere davanti una mano armata di fazzoletto.
Guardavo affascinata tutta quella roba che usciva,sembrava non finisse mai.
Aveva rallentato il ritmo, stava per fermarsi.
Si fermò.
Fece uscire le ultime gocce.
Mise via il fazzoletto.
Rimase qualche minuto in silenzio.
Il respiro si fece meno affannoso.
Riprese il controllo di se stesso.
Mi guardò fisso negli occhi.
“Lilly è stato bellissimo, non so come ringraziarti, la prossima volta ti farò godere, te lo prometto,vedrai quanto sarà bello”.
Ascoltavo le sue parole,anche se non capivo nulla di quello che voleva dirmi,anzi avrei voluto chiedergli cosa significava,”che mi stava scopando” per quel poco che avevo scoperto, ascoltando quelle più grandi di me, la cosa avveniva in un altro modo,ma non mi sembrava il momento giusto, meglio aspettare che si calmasse del tutto.
Mi fece allargare le ginocchia.
Il cazzo cadde sui testicoli, ancora mezzo duro.
Mi fece alzare.
Mi abbracciò strettamente,sentivo il pene appoggiarsi poco sopra l’inguine.
Mi tenne un po’ così.
Sentivo il suo cuore battere fortemente.
Mi lasciò libera, facendomi fare mezza piroetta.
In questo modo si trovò con il sedere rivolto alla poltrona,si sedette.
“ vieni, vieni in braccio a me”
Mi accomodai sulle sue ginocchia,mi abbraccio stringendomi al petto,con una mano mi prese il mento,alzando il viso verso il suo, si abbassò ed appoggiò le labbra alle mie, erano umide,rimase appoggiato, aspettavo che da un momento all’altro le aprisse, non ero intimorita no, anzi lo desideravo, ma non avvenne, si scostò e mi fece alzare.
“girati, allarga le gambe e siediti”.
Lo feci,mi trovai seduta su di lui,viso a viso,fra di noi il cazzo, oramai completamente moscio,lo prese in mano.
“dai toccalo, senti come è piacevole toccarlo anche quando è mollo”.
Lo presi in mano, cominciai a toccarlo, a manipolarlo, lo tiravo e lascivo andare, mi appoggiai al petto,senza lasciare il membro, mi sentivo bene, mi sentivo protetta, ero felice.
“bambina mia, vuoi imparare tutto quello che c’è da sapere sul sesso?”.
“si”.
“prometti che sarà un segreto nostro?”.
“promesso”.
“nessuno lo dovrà sapere”.
“te lo prometto, nessuno lo saprà mai”.
Cosi è stato, voi siete i primi a cui racconto questa storia, nemmeno mia sorella lo sa,ma oramai avrete capito che tutto quello che leggerete, nessuno l’ha mai saputo, sono anni che questi segreti stanno rinchiusi nel mio cervello e nella Pen Drive, inaccessibili al mondo.
“sei disposta a fare tutto quello che ti dirò?”.
“si sono disposta,ma ad un patto, non farmi fare cose disgustose come ho letto in internet o che mi hanno raccontato le ragazze più anziane di me e soprattutto nessuna violenza, la odio ”.
“Lilly farai solo quello che ti piacerà,non ti farò fare nulla che non sei disposta a fare”
“allora va bene”
“ però voglio un premio, quando avrai imparato tutto, desidero essere io che ti farò diventare donna”.
“cosa significa?”.
“ah! Bambina mia, beata ingenuità, significa che voglio essere il primo uomo della tua vita, il primo che entrerà quì dentro”.
Con un dito mi toccò in mezzo alle gambe, all’altezza della fighetta, protetta dal sottile tessuto delle mutandine, questo non mi impedì di sentire un forte scossa.
“si Lilly in premio desidero la tua verginità, ma dovrai essere tu a volerlo, sarai tu a decidere il momento,io ti dirò solamente quando sarai pronta”.
“va bene, lo farò, ma tu mi insegnerai veramente tutto?”.
“non preoccuparti ti insegnerò tutto quello che ho appreso”.
“non vedo l’ora di iniziare”.
“a dir la verità abbiamo già iniziato, hai visto il cazzo di un uomo, come mi masturbo, lo sperma”.
Per poco non feci una frittata rivelando cose che non avrei dovuto sapere.
Scema, scema, scema, mi sono detta dentro di me, mi stavo quasi tradendo.
“scusami, stavo pensando a chissà quante cose avrai da insegnarmi”.
Fortunatamente prese per buona la spiegazione.
“hai ragione c’è ne sono molte, te ne insegnerò alcune, molte dovrai impararle da sola”.
“da sola?”.
“è un modo di dire,con la settimana prossima imparerai a suonare il flauto”
“il flauto?, guarda che già lo studio a scuola”
“ah,ah,ah,non si tratta di uno strumento musicale,anche se gli assomiglia molto,penso avrai capito di cosa si tratta?”
Certo che lo sapevo, ma logicamente feci finta di essere candidamente ingenua.
“immagino sia manipolare il tuo”.
“non dire altro, ora vai a casa, si è fatto tardi”.
Dentro di me ridevo come una pazza, mi credeva veramente una ingenua verginella, va bene che lo ero, ma ingenua! lasciamo perdere.
Mi diede un’ultimo bacio,mi alzai,ma prima di andarmene feci due cose, per prima diedi un bel bacio al cazzo,che oramai era a riposo, la seconda guardandolo gli feci una domanda.
“dimmi una cosa e sii sincero,altrimenti se poi saprò che mi hai mentito,non mi vedrai mai più,anche a zia hai insegnato le stesse cose che insegnerai a me e donandoti la sua verginità,quando era tua alunna?”
Mi guardo, prima sorpreso, poi con una faccia molto seria.
“un giorno ho fatto una solenne promessa e a costo di qualsiasi cosa la manterrò, anche se questo dovesse allontanarti da te, cmq una cosa è certa, sei proprio come lei”.
Non mi serviva altro, avevo capito, me ne andai con una felicità immensa nel cuore, avrei avuto lo stesso insegnante sessuale di zia,da quello che avevo capito, era stata eccezionale a letto, glielo avevo letto negli occhi.
Ritornai a casa cantando, mamma mi guardò in modo stupito.
“non dirmi che hai avuto un bel voto in matematica?”.
“se fosse cosi,oltre che cantare ,ballerei pure,tranquilla mamma quel miracolo deve ancora avvenire”
Così dicendo le buttai le braccia al collo e la baciai nel modo più appassionato possibile.
“ehi! piccola, hai imparato in fretta a baciare,ne hai fatto di pratica”
“si molta,dopo quello che mi hai insegnato,non vedevo l’ora di riprovare”.
“spero l’abbia fatto con i ragazzi?”.
“mamma le uniche donne della mia vita sei tu e Cinzia”
“dimentichi zia Carla, credi non si veda quanto sei affezionata a lei?”
“certo anche lei,non preoccuparti mi piacciono i ragazzi”
Le diedi un’ultimo veloce bacio e volai in camera a meditare sul pomeriggio appena trascorso.
Capisco che siete un po’ interdetti al riguardo di mamma.. e all’ appassionato, bacio, andate indietro di qualche storia e lo saprete, nel frattempo andiamo avanti con questa storia.
Il fine settimana passò abbastanza veloce e così il lunedì.
Martedì mattina fu la più lunga mattinata di quel periodo, finalmente pomeriggio,volo a prendere l’autobus, non vedo l’ora di scoprire cosa sia “imparare a suonare il flauto.
Mi presento in perfetto orario.

Ma voi cari amici dovrete aspettare la prossima puntata per sapere cosa aveva intenzione di insegnarmi il caro prof.
Per il momento grazie per leggermi e ricevete un bel bacione.. va bene, immagino lo vogliate lì,eccolo, Smackkkkkk

Continua….
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