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La mia mamma 4º parte


di Liliana1980
20.12.2021    |    28.276    |    11 9.8
"Prende i testicoli con tutte e due le mani, come fossero due fragili uova..."
Buongiorno amici e amiche,per prima cosa vi auguro un bellissimo Natale.
Vi avevo lasciato con una domanda.
Perché il mattino seguente?
Ora vediamo il perché.

Eravamo andati a cena e poi in discoteca, alla fine eravamo talmente stanchi e anche leggermente brilli, almeno io lo ero, lei non lo dava a vedere, in poche parole non vedevamo l’ora di raggiungere la villetta e di conseguenza il letto.
Sembrò la cosa più naturale di questo mondo, coricarsi assieme completamente nudi, non fantasticate, non è accaduto assolutamente nulla.
Fra il viaggio, il mare, la pineta e il letto, facemmo appena in tempo a darci il bacio della buonanotte che, crollammo addormentati.
Venni svegliato da un dolce solletico al basso ventre, mi stava accarezzando con i suoi cappelli.
“buongiorno mamma”
“buongiorno bambino mio, dormito bene?”
“mai dormito così bene”
“nessun sogno erotico?”
“non c’è n’era bisogno, la realtà è molto più bella”
“ti avevo promesso che avrei contraccambiato quello che mi hai fatto ieri pomeriggio”
“cosa hai intenzione di fare?”
“rilassati e lasciati andare, goditi quello che ti farò”
Mi fece mettere comodo, ben adagiato al letto, gambe leggermente divaricate.
Posò le mani aperte sul petto, accarezzandolo, e disegnandolo coi polpastrelli, i capezzoli, per poi slittare lentamente, dal torace al ventre.
Ora il volto era vicino al sesso, le soffia sopra, lo vuole svegliare, come se c’è ne fosse bisogno, lo fece ugualmente con tanta delicatezza.
Abbassò il capo sul ventre e cominciò a sfiorarlo.
Il guerriero oramai sull’attenti, vibrava e pulsava.
Tirò il prepuzio verso il basso, scappellandolo, ora è li, in’attesa di un bacio con le labbra.
Scende un pò, così da urtare col mento l'asta, accarezzando la cappella e roteando il volto su di essa.
Mi guarda, le sorrido inebetito.
Punta i suoi occhi dentro i miei e con la bocca aperta, si cala sulla cappella sfiorandola appena con le labbra.
Immagino voglia fare all'amore con lui, solo con la bocca, prima di cominciare a succhiarlo.
E pronta a spedirmi all’inferno o in paradiso?
Sicuramente alla follia.
Sfiora, la rosetta dell’ano, ma subito ritira il polpastrello, non è quella la sua meta.
Prende i testicoli con tutte e due le mani, come fossero due fragili uova.
Non c’è la faccio a rimanere supino, mi appoggio coi gomiti sul letto.
Desidero vedere la professoressa al lavoro, non volevo perdere lo spettacolo di mamma che mi faceva un pompino.
L’ha fatto uscire dalla bocca, ora soffia sulla cappella.
Migliaia di brividi pervadono il corpo teso allo spasimo, e pronto ad esplodere tutta la gioia che bolle dentro.
Decisa, lo afferra alla base, in modo selvaggio.
Sfiora l'asta e sicuramente percepisce il sangue che scorre violento dentro le vene.
Dolcemente lo morde alla base, lo lecca, lo stringe e senza mai allentare la presa, lascia scorrere la mano verso l'alto fino a far tramontare la cappella dentro il pugno.
Ora, lentamente, la mano scende accompagnando la pelle, il pene risorge, ma solo per tramontare fra le succose labbra.
Lo imbocca.
Lo succhia, lo sega e lo risucchia.
Sempre più veloce.
Afferra e stringe le natiche.
Lo sa, l'ha avvertito, lo sente contrarsi, il godimento è prossimo.
Non stacca gli occhi dal mio volto.
Amici, avete mai sentito l'effetto che fa il sangue quando ti sale alla testa?
Sapete cosa si prova quando gli occhi si annebbiano di piacere?
Ero in quelle condizioni.
Ecco, il vulcano stà per esplodere, arriva il magma, lo sento scorrere dentro l'asta.
Vorrei rallentare per prolungare il piacere, ma è troppo tardi.
Sono sulla via del non ritorno.
Toglie il pene dalla bocca, un momento prima dell’eruzione, lo stringe in mano e lo fa strusciare sulle guance, sul collo, fino a scendere sul seno e lì si ferma.
Si spalma la crema sui capezzoli.
Prendo il suo volto fra le mie mani, la tiro a me.
La bacio il più appassionatamente possibile.
Ci mettiamo comodi e la stringo a me, avvicino la bocca all’orecchio per sussurrarle.
“grazie mamma mi hai fatto impazzire”
Si stacca leggermente e sempre con quello strano sorriso.
“a proposito la mia amica psicologa non esiste”
“come sarebbe?..ma se ti ha consigliato di venire in questo villaggio”
“a dir la verità non è stata lei,visto che non esiste,ma l’ho deciso io,consigliata da una persona molto cara”
“e chi sarebbe questa cara persona?..se ti va di dirmelo”
“una certa Giorgia,immagino la conosci”
“tua cugina??..ti ha consigliato di…”
“già proprio lei e dimmi,sono più brava io o la mia cara cuginetta?”
Mi si gelò il sangue nelle vene.
“ma cosa stai dicendo, non penserai che io con tua cugina..?”
“non dire altro, non voglio altre bugie, so tutto, me l’ha detto lei.”
A questo punto era inutile negare.
“quanto ti ha raccontato?”
“tutto, e nei minimi particolari“.
“cosaaa!!!, ti ha raccontato tutto?”
“già, tutto, proprio tutto, anche le fantasie che avevi su di me”
“incredibile, pensavo di potermi fidare di lei”
Non sapevo che dire, di una cosa ero certo, provavo tanta vergogna.
Avevo raccontato a sua cugina, la mia passione per lei, convinto che non le avrebbe mai raccontato nulla.
Sicuramente non quello che facevamo durante le vacanze, o le visite a casa sua.
Mannaggia alla linguaccia della sua cuginetta, come era solita chiamarla, (aveva 5 anni di meno).
Ora scoprivo che mamma sapeva tutto.
Dovevo pur dire qualcosa, giustificare tutte le bugie che le avevo raccontato.
“perchè non hai detto nulla e mi hai lasciato raccontarti tutte quelle fandonie?”
“mi andava bene così”
“in poche parole ci siamo imbrogliati a vicenda”
“no, non lo chiamerei imbroglio, tu hai fatto la tue belle scoperte sessuali, ed io mi sono ritrovata un giovane amante con una bella esperienza”
“chissà che risate ti sei fatta, quando ti dicevo che non sapevo cosa e come fare per farti godere”
“diciamo qualche sorriso, ma poi ho visto che la cuginetta è stata una brava insegnante”
“ma quando te l’ha detto?”
“fin dall’inizio”
“in poche parole, da quando ero convinto di sedurla”
“già e mi ha detto che eri incantevole con quel tuo osare e non osare”
Mannaggia che colpo al mio ego, ero convinto di averla circuita e ora scopro che la sua ritrosia era solo scena.
“ma in che occasione ne avete parlato?”
“guarda che settimanalmente ci incontriamo a casa sua”
“e quando? se non hai mai un giorno libero”
“ti ricordi le riunioni in studio, per il riepilogo settimanale?”
“si, normalmente le tieni al venerdì nel tardo pomeriggio”
“diciamo che non esistono, ameno che non vogliamo considerare, riunioni, gli incontri con la cuginetta”
“mamma, non dirmi che tu e lei...???”
“si è quello che pensi, facevamo sesso fa di noi, dopo che tuo padre ci ha lasciato, non volevo più saperne di uomini e tantomeno farli entrare nella mia vita e da qualche parte dovevo pur sfogarmi sessualmente”
“ma non sei lesbica e nemmeno lei lo è, lo posso testimoniare”
“certo che non lo siamo, ma questo non ci vieta di divertirci fra di noi, lo abbiamo sempre fatto, sin da quando abbiamo scoperto che era bel gioco”
“e quando lo avete scoperto?”
“quando? vediamo, io avevo 23 anni e lei 18, non fare quella faccia, diciamo che sono stata la sua insegnante, anche se poi ha superato la maestra”
Che altro dire?
Mi sentivo come un pugile suonato.
Scoprire, non solo che mamma sapeva dei miei incontri con la cuginetta, ma che faceva sesso con lei da.. meglio lasciar perdere, c’era da far girare la testa.
Fu mamma a rompere quello strano silenzio che si era istaurato.
“dai andiamo a pranzo e dopo aver preso un pò di sole, che ne dici di farmi vedere quello che hai imparato, Giorgia dice che sei diventato veramente bravo a farla felice col tuo pisello”
“quella pettegola, farà i conti con me”
“guai a te se ti arrabbi con lei, dovrai solo dirle grazie per tutto quello che ti ha insegnato”
L’abbraccia strettamente e cominciai a darle tanti piccoli baci.
Restammo in spiaggia piú del previsto, era una bella giornata di sole e desideravamo goderla il più a lungo possibile.
Da parte mia mi godetti la visione di mamma nuda, anche se ero un pó seccato per gli sguardi degli altri ospiti del villaggio.
A mamma non sfuggi il mio sguardo assassino verso i maschi.
“la pianti di essere così scocciato”
“non lo sono, mi rompe che ti guardino in quel modo”
“e in che modo mi guardano? non certo per spogliarmi, visto che lo sono giá”
“come se ti volessero scopare”
“se e per quello, non mi sembra che il tuo sia migliore”
“ma io ti voglio bene, anzi ti amo, loro invece vogliono solo il tuo corpo”
“Dio mio, mio figlio mi ha fatto una dichiarazione d’amore”
“dai non prendermi in giro, lo sai cosa provo per te”
“sapevo che mi desideravi sessualmente, che mi volevi bene, ma non che mi amassi”
“beh!, ora lo sai”
“capisco, sei geloso!!!”
“mi rompe che facciano quegli occhi da affamati e per giunta sono quasi tutti vecchi e poi non sono geloso”
“come no!!!, sei gelosissimo, si vede lontano un miglio e non chiamarli vecchi, molti di loro hanno la mia stessa etá”.
“scusa, non era in quel senso che intendevo dire”
“va bene oramai il sole sta per tramontare, che ne dici di fare un’ultimo bagno e poi rientrare?”
Non dissi nulla, la presi per mano e corremmo verso l’invitante azzurro del mare, guardassero pure e pensassero quello che volevano, la donna che bramavano era mia e solo mia.
Entrammo in acqua e cominciammo a giocare, come una madre e un figlio dovrebbero fare, rispettando le parti, senza pensare a quello che era accaduto il giorno prima, e qualche ora prima.
Questo non ci impediva di essere consapevoli che la passione, che ci aveva travolti, era lì, pronta a ritornare appena fossimo stati soli.
L’acqua cominciava a farsi un pò fresca e avevamo la pelle d’oca, lo si notava soprattutto dai capezzoli di mamma, erano duri e spingevano in fuori.
Potete immaginare quanta voglia di succhiarli.
“ritorniamo a riva, comincio a sentire qualche brivido e poi si legge nei tuoi occhi quello che vorresti fare”
“che fai, leggi nel pensiero? vorrei vedere te come ti comporteresti, vedendo i capezzoli che sembrano vogliano uscire dal seno, tanto sono duri”
“beh! guardando il pisello, qualche voglia mi viene”
“mamma non ti vergogni!!, guardare il pene di tuo figlio e avere certe voglie!!”
Ridemmo di gusto.
“ti immagini se sentissero quello che ci stiamo dicendo?”
“in questo caso, o ci invidierebbero, o chiamerebbero la buon costume”
“opto per la seconda ipotesi vostro onore!”
“va bene avvocatessa”
Ritornammo a riva.
“hai visto? non si é mosso nessuno, aspettavano la tua uscita,”
“dai piantala, sono una donna come c’è ne sono tante altre qui, ne bella, ne brutta”
“se lo dici tu, mi sa che sarai responsabile di parecchie masturbazioni e scopate, pensando a te“
“allora dovrebbero ringraziarmi”
“dai ritorniamo a casa, peró, mi fai un piacere? ti metti il vestito”
“alla faccia del non geloso, d’accordo peró anche tu ti metti i bermuda”
Mentre facevamo quello che avevamo reciprocamente desiderato, feci il verso alla sua frase.
“alla faccia della non gelosa...”.
Camminammo lentamente verso casa, consapevoli che di lì a poco saremmo rientrati nella perdizione, o in quello, che la maggior parte della gente, chiama, depravazione.
La mia giovane età mi aiutava a non rendermi conto di quello che stavamo per ritornare a fare, ma lei sicuramente, ne era consapevole.
La guardai per capire se avrebbe varcato la soglia.
Rispose al mio sguardo con un leggero sorriso.
Si, era consapevole del momento che stavamo vivendo, ma allo stesso tempo, determinata ad andare avanti.

Purtroppo il tempo mi è tiranno, devo prendere servizio.
Prometto che nella prossima parte porterò a termine la storia.
Vi voglio un mondo di bene voi che mi leggete e vorrei potervi ringraziare ad uno o una alla volta,ma la cosa non potrà mai avvenire, perciò un bel bacione là dove lo desiderate.

…continua…
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