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Lui & Lei

Passa la banda


di Liliana1980
28.11.2021    |    4.047    |    2 9.3
"Poi una sola musica , una musica che solo le nostre orecchie possono udire..."
Salve amici e amiche, dopo l’ultimo racconto dove ho confessato una violenza subita all’età di 18 anni, desidero fare un bel salto in avanti e raccontarvi di una vacanza romantica, con finale a sorpresa.
In questo modo potrete conoscere meglio il personaggio di Alvin, che sarà protagonista in alcuni prossimi racconti.

Iniziamo il racconto.

È un giovedì sera di fine luglio, il giorno dopo è la festa del patrono della città, perciò, vigilia di un lungo ponte,fino a lunedì non si va a lavorare,mannaggia che fare?
Tutti gli amici sono in vacanza, non so cosa inventarmi per questi tre giorni, per non annoiarmi.
Suona il cellulare, riconosco la suoneria, sei tu mio caro amico Alvin, forse un po’ di più che amico, so quanto mi ama e quanto vorrebbe essere ricambiato, ma al momento non me la sento di legarmi a qualcuno.
“Lilly te la senti di partire domani mattina presto diciamo alle 2 di notte?”
“certamente e dove andiamo?”
“so della tua passione per il naturismo, ho riservato una casetta al villaggio Vallalta di Rovigno in Croazia, che come sai è un villaggio naturista.
Credo di aver urlato per la gioia, mi piace fare la nudista, non devo depilarmi la passerina che è la cosa che più detesto, mi piace troppo la mia peluria, invece così, una sistematina e via all’aria aperta.
A parte questo, nell’udire il nome del villaggio, sono rimasta a bocca aperta, era uno dei migliori dell’Istria, un 5 stelle cat. Lusso.
“ehi!, Alvin hai vinto alla lotteria?”
“no amore, ma per te, solo il meglio”
Notte insonne tanta era la voglia di partire.
La sera prima avevo messo lo stretto necessario in un borsone.
Sento lo squillo del cell vuol dire che sta partendo da casa, veloce doccia, mi vesto e già sento il clacson.
Veloce viaggio in autostrada.
È l’alba quando arriviamo al villaggio.
Ci registriamo,sistemiamo le cose nella casettae poi via in spiaggia come mamma ci ha fatto.
Abbiamo fatto amicizia con altri ospiti del villaggio, nuotando, scherzando e giocando, con loro.
Ma io desidero essere tua e voglio tu sia solamente mio.
Mi piace dedicarmi solo a colui che sta con me, quel giorno ho questa voglia, ti voglio solo per me,ma per la prima volta non solo fisicamente.
La giornata trascorre veloce.
Si sta facendo sera, il sole è quasi al tramonto, mi alzo, saluto i ragazzi con una mano, l’altra è impegnata a prenderti per il pene come fossi il mio cagnolino,
Per loro deve essere un bel spettacolo, ci guardano, leggo tanta invidia nei loro occhi, chissà in quanti vorrebbero essere presi al guinzaglio.
Noi due nudi, siamo belli, mi sento bella e tu lo sei, nella tua maturità, sei fantastico.
Andiamo verso la villetta.
È un giorno di festa oggi nella cittadina naturista.
Tutta il villaggio sembra un gran pavese.
Bandierine messe in ogni angolo, sventolano alla brezza serale.
Nell'aria si sente un dolce profumo.
Ma non è la festa che mi interessa.
Entriamo in casa, penso sia meglio lasciar libero il “Doberman”, il guinzaglio comincia a diventare troppo rigido.
Ci facciamo una ristoratrice, purificante e calmante doccia.
Ognuno per conto suo, troppo pericoloso farla assieme, il mio programma è un altro.
Ci vestiamo.
Siamo nel salotto che dà sul terrazzino, la finestra aperta, continua a fare caldo, anche se una leggera brezza ha rinfrescato l’aria.
Avevi già pensato a tutto, la cena ci è stata servita in camera.
Stiamo cenando romanticamente, candela accesa, luci soffuse, come sottofondo il rumore delle onde che muoiono sulla spiaggia..
Gli occhi negli occhi, le mani che portano meccanicamente il cibo alla bocca.
Mute le nostre bocche, occupate a masticare.
Parlano gli occhi, promesse di amore, felicità a piene mani, sesso sfrenato, tanto sesso.
Arrossisco un po’,ho paura possa leggere quello che sto pensando.
Siamo persi nel nostro mondo fatto di ovattata irrealtà.
Improvviso una strana musica si insinua fra di noi.
Apro gli occhi, lancio un piccolo urlo.
"arriva la banda".
Mi alzo e corro sul terrazzo per vederla passare.
Tu rimani a tavola.
C'è ancora il mio profumo che sta lentamente svanendo.
Apri anche tu gli occhi, ti giri verso il terrazzo.
Sono appoggiata alla balaustra, il sedere bene in vista fasciato da quell'abito di seta che morbidamente aderisce alle curve, che ben conosci.
Una folle idea ti passa per la mente, ti avvicini a me, tenendoti basso in modo che dalle altre case non possano vederti, arrivi vicino a me, tocchi le bellissime (sono parole tue) gambe, me le allarghi, ti intrufoli fra di loro, ti siedi con la schiena appoggiata al parapetto.
Rimani lì per un momento, alzi il viso, che celestiale visione: due colonne armoniosamente scolpite nei miei muscoli, frutto dell’intensa attività sportiva.
Le vedi, lunghe diritte, alla loro sommità una piccola foresta, in mezzo, come il beccuccio di una fontana, due invitanti labbra purpuree che aspettano l'assetato viandante.
Non porto le mutandine, chissà cosa avevo in programma se non fosse arrivata la banda (la tua mente formula mille fantasie, ma non lo saprai mai, purtroppo per te la banda è arrivata prima).
Cominci ad accarezzare le gambe, belle, lisce, sali dolcemente verso l'alto, la banda si avvicina, la musica si fà sempre più forte.
Capisco il gioco, ci sto, le allargo un pò, la bocca segue le mani, mille baci sulla pelle che sa di pesca, arrivi alla meta.
La musica si avvicina, annusi il pelo, sa di sali da bagno, di umori, di voglia, allarghi le vaginali labbra, infili la lingua, cominci a leccare, trovi il clitoride, inizi a succhiarlo come il bambino succhia il suo lecca lecca.
Non c’è la faccio più, comincio a mugolare è più forte di me, sei troppo bravo, la tua lingua è come il pennello di un grande pittore, sei un vero artista.
Le ginocchia cominciano a vacillare, ti togli velocemente i pantaloni, gli slip, dando la libertà al pene che come il pennone di una bandiera si erge verso l'alto.
Con la lingua e le labbra, continui a tormentare la conchiglia, cedo, mi abbasso, piegando lentamente, molto lentamente, le ginocchia, con le mani aggrappate alla balaustra.
Prendi in mano il pene, lo indirizzi fra le labbra della fonte, la cappella entra nel paradiso terrestre, viene risucchiata da mille ventose, sale, sale verso l'alto in quella accogliente guaina che è il tunnel della vagina.
È tutto dentro, le chiappe sono a contatto con i testicoli, restiamo immobili, non serve muoversi, ci pensano le mucose a massaggiare il pene.
La musica e sotto di noi, trombe, tromboni, flauti, tamburi, fanno a gara per creare una melodia.
La musica è al massimo.
Urlo.
Urli.
Sento il tuo sperma che esce e va a sbattere contro le pareti dell’utero.
Senti il mio miele colare lungo l’asta come lava rovente.
La musica comincia ad allontanarsi.
I nostri corpi sono attraversati da meravigliosi spasmi di delirio sessuale.
Siamo abbracciati, la mia bocca sul tuo orecchio, la tua sul mio.
Sento il tuo caldo alito.
Tu senti il mio.
La banda è arrivata alla fine della strada, svolta, si allontana, la musica sempre più flebile.
Infine il silenzio, nel silenzio la tua voce.
"Ti voglio bene mia cara amica".
La mia voce.
"Ti voglio bene anch’io, no, non ti voglio bene, ti amo e ti voglio sempre con me".
“Lilly, oramai pensavo che non avrei mai udito queste parole uscire dalla tua bocca,ti amo,ti amo”.
Poi una sola musica ,una musica che solo le nostre orecchie possono udire.
È una melodia unica, rara, composta da un sommo musicista è la musica dell'amore che i nostri sessi stanno suonando, e ora anche i nostri cuori, una canzone che non avrà mai fine.
Ecco la mia storia con finale a sorpresa, cari amici/amiche.
Spero che vi sia piaciuta.
Ciao vi aspetto al prossimo vero racconto.
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