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Gay & Bisex

Il venditore di giornali 2º parte


di Liliana1980
18.01.2023    |    6.645    |    10 9.8
"Mi fermo quando anche l’ultima goccia è uscita..."
Salve a tutti eccomi per scrivere un’altra puntata dell’avventura avuta con il giornalaio.
Vorrei fare una piccola premessa,ancora oggi che pubblico questa mia avventura,non riesco a capire il comportamento che ho avuto in quei giorni,disinibito,senza nessun timore,come fosse la cosa piú naturale di questo mondo.
Ma credo che a voi interessi come va a finire la storia.
Vi ricordate?..voleva farmi perdere una delle mie verginità.

Giuseppe non voleva iniziare dolcemente,desiderava mettermi a mio agio.
Cominció a parlare.
“a proposito,tu sai il mio nome,lo hai sentito dire diverse volte dai clienti,ma io non conosco il tuo,me lo vuoi dire?”
“certo mi chiamo Alvin”
“è il tuo vero nome?”
“no, è un diminutivo,ma tutti mi chiamano così che oramai non ricordo quasi quello vero.”
“allora vada per Alvin”
“grazie signor Giuseppe”
“no, così non va bene,tu sei Alvin ed io Giuseppe,il signor,lascialo fuori”
Mi venne spontanea una risata
“d’accordo signor Giuseppe”
“ma non eravamo d’accordo..”
“dai Giuseppe,che scherzavo”
Era quello che voleva.
Mi si avvicino,appoggiò le labbra alle mie e attese.
Capii che voleva qualcosa da me,che fossi io a dar inizio al bacio.
Aprii le labbra e feci uscire la lingua,forzai le sue ed entrai cominciando ad esplorare la caverna.
Trovai immediatamente la regina,era li che mi aspettava,iniziò una dolce battaglia,fatta di leccate,succhiate,inseguimenti.
Fu lui a porre termine al bacio.
“sei un allievo veramente dotato”
Sinceramente ne ero sorpreso pure io.
“merito del maestro”
“ora il maestro ti farà vedere qualcosa di magico,impara come si fà un pompino”
Si mette in ginocchio in mezzo alle mie gambe, ben divaricate,come aveva chiesto.
Ora è davanti all’obelisco di carne,che si stà pavoneggiando nella sua rigidità,ondeggiando come canna al vento.
Mi metto ancor più comodo.non voglio perdere nulla di quello che stà per succedere.
Che meraviglioso momento,quando iniziò usando l'indice e il pollice a scappellarlo.
Lo fece, molto dolcemente,con un leggero su e giù.
Era la prima volta che vedevo la cappella apparire e sparire,senza doverlo fare io,mi sembrava di stare a guardare una di quei filmati porno che si possono vedere in internet.
Ma quì c’era di mezzo la realtà e che realtà, ed io ero uno del protagonisti.
Affondò la testa tra le gambe.annusando l'odore dell'interno cosce.
Sfiorò con il viso il pene, ormai a solo qualche centimetro dalla bocca.
Con un bacio sfiorò la cappella.
Scese con la lingua lungo tutta l'asta.
Stò ansimando sommessamente, cercando di contenere il godimento,cosa quasi impossibile.
Tutto questo è troppo per me.
Schiude la bocca facendo penetrare il pene.
Lo insaliva, lo succhia, lo stuzzica con la lingua.
Inizia con un leggero movimento ondulatorio della testa, avanti e indietro, cercando, con dedizione crescente, dopo ogni affondo, di inghiottire sempre di più la verga.
Mi fa male l'uccello dall'eccitazione.
Sono quasi arrivato al punto del non ritorno.
Se ne accorge.
Toglie in membro dalla bocca.
Lo afferra e con l’altra mano strizza abbastanza decisamente le palle.
L’eruzione si interrompe.
Mi guarda sorridendo.
“sei stato bravo a resistere”
“non mi sembra,stavo per esplodere”
Ricomincia a masturbami.
Lo riprende in bocca.
Continua il pompino.
Gli cingo la nuca con le mani,non so perché, ma sento di doverlo fare.
Ho paura di perderlo,che si alzi e se ne vada,sono sicuro che impazzirei.
Vorrei che mi prosciugasse le palle.
La lingua avvolge la cappella, pompa con forza.
Sento che lo sperma sta nuovamente montando dai testicoli.
Voglio eiaculare,desidero esplodere e troppo per me.
Lui lo ha capito.
Se lo sfila dalla bocca.
Il magma va a finire sul pavimento.
Uno, due, tre schizzi,non credevo di avere così tanto sperma.
Ci calmiamo e lui il primo a trovare la voce.
“avrei voluto inghiottirlo,ma ho pensato che essendo la tua prima volta,non volevo correre il rischio che provassi schifo”
Sinceramente non capivo di cosa parlasse,ma ero sicuro me lo avrebbe spiegato.
“vedi ragazzo mio,ci sono uomini e donne che alla fine del pompino,desiderano ingoiare lo sperma”
“perchè non l’hai fatto se ti piaceva farlo?”
“il motivo te l’ho appena detto”
“la prossima volta ingoialo pure,non so cosa si prova,anche se sinceramente io non lo farò mai,ma se a te dava piacere dovevi farlo,mi hai dato tanto gioia,era giusto te la prendessi pure tu”.
“sei veramente dolce, la prossima volta sarà molto più bello”
Mi diede un lungo bacio.
“dobbiamo andare,dai rivestiti”
C’era uno strano silenzio,nessuno dei due voleva essere il primo a parlare e dare il via ai saluti.
Fu lui a parlare o meglio a farmi una domanda.
“devi rincasare o puoi rimanere fuori fino a tardi?”
“devo rincasare,vivo dai nonni finchè mio padre è all’estero per lavoro e si preoccuperebbero se non mi vedessero rientrare,farebbero diventare matto lo zio,che abita vicino a loro,per non parlare della polizia,sarebbe capace di far rientrare papà,non voglio nemmeno pensarci, meglio mi presenti”
“ma non puoi avvisarli che rimani fuori a mangiare una pizza con un’amico,diciamo fino alle 11,avrai qualche amico?”
“certo che ne ho e potrei anche farlo,ma avrei dovuto avvisarli molto prima,diciamo questa mattina,oramai è troppo tardi,l’ultimo autobus è alla 9,avrei dovuto rientrare con quello delle 6, conoscendo il nonno è già alla fermata che mi aspetta,mi dispiace devo rientrare”
“se rimanessi potresti dormire da me”
“ti prego non insistere,non posso proprio”
“ma io desidero rivederti”
“questo lo potremmo fare”
“quando?”
“il fine settimana prossimo,potrei dire ai nonni che vado due giorni in montagna,non avrebbero nulla da dire,sanno quanto mi pice”
“stai dicendo la verità,sei veramente sincero’..non è che lo dici per potertene andare?”
“la mia parola dovrà bastarti,il fine settimana prossimo possiamo incontrarci e fare quello che desideri”
“rimarrai a dormire da me?”
Non risposi subito.
“non so se lo farò”
“dai sono convinto che lui lo desidera e anche tu lo vuoi,sii sincero”
Nel dirlo mi stava accarezzando la patta e guarda caso il guerriero si stava risvegliando e allo stesso tempo mi baciava il collo,le orecchie.le labbra.
“guarda lo vuole,dai ascoltalo vedrai che non ti pentirai”
Mi riabbraccio dandomi un lunghissimo bacio il quale avrebbe dovuto far crollare le ultime barriere.
“ti prego smettila,non posso veramente rimanere,si hai ragione lui lo desidera,ma non posso ascoltarlo”
“allora aspetta che chiudo,ti do il numero di telefono,così potrai chiamarmi e ci metteremo d’accordo”
“se è per quello posso chiamarti anche domani e nei giorni successivi”
“veramente lo farai”
Non potevo fare a meno di notare che aveva parecchi dubbi su quello che stavo promettendo.
“guarda che quando prometto qualcosa,cascasse il mondo la mantengo”
“voglio crederti,eccoti il numero,veramente mi chiamerai domani”
“perchè non mi credi?..si ti chiamerò”
“allora puoi farlo dopo le sette,sarò libero di parlare”
“d’accordo dopo le sette”
Stavo per andarmene,quando..
“aspetta ti accompagno fino alla fermata”
“ma è un po’ lontano”
“meglio potrò rimanere un po’ con te”
“se ti fa piacere vieni,però faccimo presto non vorrei perdere il bus”.
“non lo perderemo,ne abbiamo di tempo”
Aveva ragione lui,la stazione era più vicina di quello che pensavo.
Mi fece compagnia fino all’arrivo del bus.
Ci demmo la mano e salii.
Andai in fondo e lo guardai dal finestrone posteriore.
Rimase lì,fino alla prima curva.
Mentalmente gli inviai un messaggio.
“verrò amico,verrò”
Ci voleva una buona mezzora per arrivare alla mia fermata, passai quel tempo a riflettere se facevo bene ad accettare quell’invito,avrei dovuto passare la notte con una persona estranea,per quanto,dovevo ammetterlo, era molto simpatico ed attraente e poi dormire con lui!!, quì feci un piccolo sorriso,mi sa che avremmo dormito ben poco,se l’antipasto era quello appena ricevuto,mi immaginavo come sarà il primo,il secondo e forse il dolce?
Mi resi conto che inconsciamente avevo accettato di andare a casa sua e rimanervi.
La cosa mi sconvolse parecchio.
Ma cosa stavo per combinare?..io etero convinto!!!
Un’attimo prima di arrivare alla fermata, avevo deciso, la sera sucessiva gli avrei telefonato,per..ancora non sapevo cosa gli avrei detto.
Scesi dal bus.
Come immaginavo ad aspettarmi c’era il nonno.
“come mai così tardi?”
“scusa nonno,ma stavo guardando una partita di calcetto e non mi sono accorto dell’ora,quando me ne sono reso conto,era tardi,il bus delle sei era partito”
“non potevi telefonare?”
“non c’era telefono nelle vocinanze, ma hai ragione scusami”
“lo sai che ci preoccupiamo, di solito sei sempre a casa per cena e non vedendoti arrivare, abbiamo cominciato ad agitarci”
“tranquilizzati,non è accaduto nulla,solo quello che ti ho detto,sono stato stupido a non telefonarvi,prometto che non succederà mai più”
“dovrai farti perdonare dalla nonna, ma credo non sarà difficile è al settimo cielo, oggi ha ricevuto posta da tuo padre”
“come mai? ..di solito non scrive..telefona”
“non posso dirti nulla, vuole essere lei a dirtelo”
“nemmeno un piccolo accenno”
“no”
Non ci fù verso a fargli dire qualcosa.
Arrivammo a casa, dovetti sorbirmi la predica di nonna e promettere anche a lei quello che avevo promesso al nonno.
Ma c’era qualcosa di strano, aveva un mezzo sorriso, cosa non abituale quando mi sgridava.
“mi ha detto il nonno che devi dirmi qualcosa”
Tiro fuori dalla tasca del grembiule un foglietto che riconobbi essere un telegramma, di solito quando arrivano portano brutte notizie, ma vedendo la felicità stampata sul viso di nonna, immaginai che doveva essere una bella notizia.
“chi ti ha scritto quel telegramma?”
“tuo padre”
“e cosa ti ha scritto?”
“non lo indovineresti mai”
“dai dimmelo”
“tuo padre ha anticipato le vacanze, arriverà domani e rimarrà con noi per tre settimane”
Saltai dalla gioia ,abbracciando, prima la nonna e poi il nonno.
Era da più di un’anno che non lo vedevo.
“ma come mai le anticipa?”
“non c’è scritto, c’è lo dirà quando sarà qui?
Intervenne il nonno.
“arriverà con il volo delle 16, perciò domani, dopo aver mangiato andremo all’aeroporto”
Nonna si intromise.
“io non vengo ci andrete voi due, voglio preparare il pasticcio che a tuo padre piace tanto, perciò avrò parecchio da fare”
Ci mettemmo a ridere, sapevamo che non veniva perché non voleva farsi vedere piangere come una fontana.
Passata la felicità per la bella notizia, sentii una fitta al cuore, mi resi conto che non potevo mantenere la promessa fatta a Giuseppe.
Avrei voluto telefonargli subito,ma il chiosco era chiuso e non sapevo dove chiamarlo.
Non mi restava che farlo il giorno dopo, anzi, decisi che sarei andato da lui e spiegargli a voce, cosa era accaduto.
“nonno domani mattina mi alzo presto e prendo il primo bus,devo andare in città,avevo promesso a Paolo che gli portavo gli appunti per il compito di matematica”
“ma farai tardi”
“no, ho controllato,c’è un autobus che ritorna alle 11, per mezzogiorno sarò a casa”
Non c’era motivo che dubitassero delle mie parole e infatti mi credettero.
La cosa mi intristì parecchio, non avevo mai raccontato bugie a quelle due meravigliose persone, ero quasi sul punto di mandare al diavolo la promessa fatta a me stesso e restarmene a casa,
Ma la voglia di rivedere Giuseppe, spiegargli il tutto e sperare che ci saremmo rivisti dopo la partenza di papà, fu più forte di ogni rimorso.
Il giorno dopo alle 9 ero li davanti al chiosco.
Aspettai che non ci fosse nessuno e mi avvicinai.
“Alvin che ci fai qui?”
“ciao Giuseppe ho bisogno di parlarti”
“è accaduto qualcosa di brutto?..non dirmi che tuo nonno ha saputo di noi?”
Vidi sulla sua faccia l’immagine della preoccupazione, o peggio..del terrore.
“no, tranquillo non è quello che temi è un’altra cosa”
“dai entra e dimmi cosa è accaduto,per farti venire qui di mattina”
Entrai dentro e provai una forte emozione nel rivedere il luogo dove poche ore prima avevo provato tante emozioni.
“allora cosa hai da dirmi?”
Gli raccontai dell’arrivo di papá e del fatto che per tre settimane non ci saremmo visti.
Lo guardai fisso negli occhi.
“Giuseppe devo dirti un’altra cosa, desidero essere sincero con te,non ti ho detto la veritá sulla mia etá”
“perché quanti anni hai?”
“16,fra qualche mese ne compio 17”
Pensai mi avrebbe buttato fuori dal chiosco,invece…
Chiuse la porta e mi trovai fra le sue braccia, con le labbra già incollate alle mie e la lingua che era prepotentemente entrata nella cavità, cominciando a duettare con la sua omonima.
E tutte le mie preoccupazioni o dubbi andarono a farsi friggere.
Quel bacio durò il tempo dell’arrivo di un cliente, ma ne seguirono degli altri, più lunghi o più corti a seconda dell’afflusso della gente.
In un momento di pausa riuscii a spiegargli cosa era accaduto e che non avrei potuto mantenere la promessa, se non fra tre settimane.
Gli dissi pure della mia paura che non avrebbe più voluto vedermi nel sapere della mia vera etá e poi di quello che sarebbe successo nelle prossime settimane..
“per prima cosa,sappi che sapevo la tua vera etá,esiste internet e sei parecchio su Facebook e sono felice che me lo abbia detto,non avrei sopportato la bugia e per quanto riguarda il resto… stai scherzando’..saranno le tre settimane più lunghe della mia vita, ma sarò qui che ti aspetto”
“grazie”
“quanto ti puoi fermare?”
“fino alle 10 e mezza, poi devo correre a prendere l’autobus”
“allora abbiamo più di un’ora per stare assieme”
“non è molto tempo”
“abbastanza per masturbarmi”
“ho capito bene,vuoi che ti masturbi?”
“si hai capito bene”
“ e come facciamo?”
“mettiti sotto il banco”
Feci come mi aveva detto e mi accucciai la sotto.
Servi qualche cliente, poi in un momento di calma, si tolse i pantaloni.
“le mutande me le togli tu, ma fallo con calma”
Si mise in piedi davanti a me e mentre serviva i clienti, cominciai ad abbassargli gli slip.
Lo feci con calma come mi aveva chiesto.
Tirai verso il basso la barriera che impediva la vista del guerriero.
Dovetti introdurre una mano affinché potessero scendere, il pene si era fatto rigido e si era incastrato sotto l’elastico.
Che emozione risentire quella rigidità nella mia mano.
Le abbassai del tutto.
Cominciai a toccarlo, c’e l'aveva già duro e l'erezione aveva in parte scoperto il glande, lo scoperchio del tutto lasciando a nudo la cappella.
Fu in quel momento che mi venne la voglia di leccarlo,gli volevo lasciare un’indimenticabile ricordo,(si lo so, ero un pó presuntuoso) in poche parole decisi di fargli un pompino,(almeno ci avrei provato),teoricamente sapevo molte cose e ne avevo visti fare parecchi in internet.
Richiamai alla mente tutti i ricordi ed iniziai.
Cominciai a leccarlo, prima sulla punta, poi facendo,con la lingua,un giro tutto attorno alla base del glande.
Mi fermo al frenulo e lo succhio in quel punto, per qualche istante.
Giuseppe comincia a sussultare col corpo e si lascia andare a qualche soffuso gemito, spero non ci sia nessuno, altrimenti non saprei come potrebbe spiegare quei gemiti.
Cancello il pensiero, per il momento non è un problema mio.
Con la bocca prendo tutto il glande e inizio a succhiare piano, poi lo sfilo, lo rinfilo.
Lo riprendo in bocca e questa volta vado oltre,lo infilo fino a quando mi sento soffocare (lo avevo visto fare),ma non credevo fosse cosí difficile.
I gemiti dell’amico si fanno piu' rumorosi,significa che sono sulla strada giusta.
Mi sento orgoglioso.
Ricomincio a succhiarlo mentre con la mano lo masturbo.
Il suo respiro diventa affannoso e i movimenti del corpo indicano quanto gli piaccia essere succhiato e maneggiato.
In un attimo di tregua,sento la sua voce.
“ma dove hai imparato a fare quello che stai facendo?”
“leggendo e guardando internet”
“non ci credo,ma continua”
Ritorno a dedicarmi a lui,lo sfilo dalla bocca,provo a stringerlo, senza fargli male.
Succhio solo la cappella sfilandola e rinfilandola, dalla bocca molto velocemente.
I movimenti del corpo aumentano, sembra tarantolato.
Interrompo, lo sfilo tenendo la mano ancora attaccata.
Sta per eiaculare
Muovo la mano il piú velocemente possibile.
È completamente in preda all’orgasmo.
Spero non ci sia nessuno,desidero possa godere di questo mio capolavoro.
Ecco il magma sta salendo per i canali seminali.
Lo guardo schizzare, a distanza di sicurezza.
Mi allontano continuando a menarlo, gli spruzzi proseguono in maniera industriale.
Mi fermo quando anche l’ultima goccia è uscita.
La mano è sporca di sperma.
Mi allunga dei fazzoletti, pulisco il tutto.
Ritorno nella zona di sicurezza e mi rimetto in ordine.
Dopo un pó arriva.
“guardami bene negli occhi,non è la prima volta che fai un pompino”
Feci una bella risata.
“scusa devo scappare altrimenti perdo l’autobus”
“va bene ne riparliamo la prossima volta,verrai vero?”
“te l’ho promesso,appena papá parte. ti telefono o vengo direttamente quí”
Non ho nemmeno sentito la risposta e visto che non c’era nessuno che avrebbe potuto vedermi,sono sgaiattolato fuori e via di corsa alla feremata del bus.
La storia non finisce quí.
In resto alla prossima.

...continua...
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