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Eleonora: come si gestiscono i maschi


di AlessandraRoma
25.09.2023    |    125    |    1 9.0
"Riprende in bocca la cappella, mi guarda fisso e mi fa il gesto delle corna con la mano libera..."
L'indomani c'è maretta. Eleonora ha esposto ai suoi genitori la sua decisione di venire a vivere con me, incontrando un'opposizione piuttosto decisa. Finisci prima gli studi che ti manca poco, aspetta di avere un lavoro, non ti mettere sulle spalle di un uomo, hai solo 24 anni, pensa a te stessa. Tutte le considerazioni ragionevoli di due genitori preoccupati del benessere dell'unica figlia. Ma Eleonora è categorica, dice loro che li ama tantissimo ma che io le manco come l'aria che respira e che non riesce più a trascorrere le sue notti da sola nel suo letto. Chiede loro di capirla e di perdonarla, ma lei ha preso la propria decisione. La risposta le arriva dopo un paio di giorni di incubazione: i suoi genitori accettano la sua decisione e si offrono per di più di aiutarla e sostenerla in tutti i modi. I giorni successivi concordo con lei le modifiche da apportare all'arredamento di casa e siamo andati a scegliere e ordinare i mobili. La consegna con montaggio compreso è prevista entro un paio di settimane, stabiliamo dunque la data del trasferimento.
Eleonora è raggiante. Sta studiando per il suo penultimo esame, non dei più difficili, e conta di laurearsi nel giro di qualche mese. Ha iniziato a portare da me un po' delle sue cose. È giovedì, la mattina mi comunica che Luca le ha proposto di trascorrere la sera con lui, un amico gli presta casa. Le rispondo che non ho nulla in contrario. Aggiunge che il pomeriggio di domani avrebbe un appuntamento con Gino, le confermo che le lascerò casa a disposizione. A mezzanotte mi manda un SMS: "Amore, io e Luca abbiamo finito...". "Tutto bene?". "Si, certo... però... posso venire da te a dormire?". "Ma certo, amore, vengo a prenderti subito". "No, non preoccuparti, mi accompagna Luca". Verso mezzanotte e mezza sento l'auto sotto casa, mi affaccio e vedo Eleonora scendere da una Punto. Sale, sulla porta mi si slancia addosso coprendomi di baci. Sono enormemente felice di stringerla. "Non potevo stare senza di te, adesso, amore perdonami se ti faccio dormire poco, so che domani ti svegli presto". La rassicuro dicendole che non ci sono scadenze in azienda e che due ore di permesso posso prendermele. Si lava i denti e mi raggiunge a letto. Ci abbracciamo aggrovigliando braccia e gambe. "Ho discusso con Luca stasera. Siamo arrivati a casa del suo amico ed ha continuato a insistere che devo lasciarti e mettermi con lui. Mi sono veramente incazzata e gli ho detto di andarsene al diavolo. E niente, quindi lui ha fatto marcia indietro ma mi ha chiesto spiegazioni, perché non riesce proprio a capirmi. Allora mi sono stufata della commedia e gli ho detto la verità, cioè che tu sai tutto e che il mio amico Paolo in realtà eri tu. È rimasto di merda veramente". Non dico nulla, la accarezzo dolcemente invitandola a continuare. "Insomma, caro il mio Luca - gli ho detto -, io sto con lui, lo amo pazzamente ma mi piace scopare anche con altri uomini, e la cosa piace pure al mio uomo. Gli ho detto che tu sapevi che io stavo con lui in quel momento...". Eleonora si mette a ridere di gusto. "Ora - gli ho fatto - se la cosa ti sta bene così, scopami e poi portami da lui. Se non ti sta bene dillo che mi chiamo un taxi e tu te ne puoi andare dritto dritto a fare in culo, ma per sempre, perché mi sono veramente rotta le palle delle storie che mi fai!". Ora Ely sghignazza apertamente. "È ammutolito ed è rimasto a guardarmi a bocca aperta... Ho preso il telefono e ho chiamato il Centro Taxi, lui mi ha bloccata e ha preso a baciarmi. L'ho stoppato e gli ho fatto: hai capito cosa ti ho detto? Ti sta bene? La pianterai di scocciarmi? Si è arreso. Mi è saltato addosso e mi ha spogliata... abbiamo scopato per un'ora di seguito. Poi mi ha accompagnato qui da te e nel tragitto non abbiamo spiccicato parola". L'attiro a me, facciamo l'amore dolcemente, stranamente senza stimolarci con le porcate verbali. Lei si addormenta sulla mia spalla, io la abbraccio e le accarezzo i capelli. Non posso fare a meno di notare quanto sia profondo e repentino il cambiamento di Eleonora nell'ultimissimo periodo: un'autentica evoluzione in tempi record per quanto riguarda sicurezza di sé, spavalderia, determinazione, capacità di imporsi. Qualità che erano evidentemente sopite in lei e aspettavano solo di manifestarsi.

Venerdì mattina, io vado al lavoro, Eleonora si fa venire a prendere da Luca e portare all'università. La giornata trascorre tranquilla, verso l'ora di pranzo lei mi chiama: "Amore, Gino mi ha chiesto se possiamo spostare alle 18.30 l'incontro di oggi.". "Va bene, tesoro, allora magari vado a trovare mia mamma prima di tornare a casa, tanto finirete per 20.30, no?". "Appena finito ti chiamo, nel tempo che arrivi ti sistemo un po' casa e ti preparo una cenetta". Esco dal lavoro alle 18 ma non vado da mia mamma, torno a casa. Causa traffico arrivo verso le 18.45, mi apposto nelle vicinanze dell'atrio ma per una ventina di minuti non vedo passare Gino, concludo che è arrivato prima di me. Salgo le scale e mi apposto dietro la porta dell'appartamento. Nel silenzio mi arrivano debolissimi e soffusi alcuni gemiti di Eleonora, posso azzardarmi a entrare di soppiatto. Mi avvicino silenziosamente e mi infilo nello sgabuzzino. Adesso sento distintamente Eleonora godere. Con infinita precauzione chiudo la porta e giro la chiave nella toppa. Il materasso è ancora lì, per fortuna, e posso sdraiarmi e farmi una sacrosanta sega. Verso le 20.00 il vocione di Gino riempie il corridoio davanti alla mia porta. "Mi tocca tornare da quella rompicoglioni di mia moglie, sarei rimasto volentieri di più". Altro tramestio, poi: "Amore, dopo ti dò la buonanotte e poi ci sentiamo domani". "Certo, tesoro mio", gli risponde Eleonora. Altri rumori incomprensibili, poi la porta d'ingresso si chiude. Subito mi arriva l'SMS: "Fatto, puoi tornare".
Non voglio spaventarla né denunciare la mia debolezza rivelandole che stavo nello sgabuzzino. Aspetto diversi minuti, e finalmente la sento armeggiare nel bagno. Quatto quatto mi avvicino alla porta d'ingresso, la apro e la richiudo rumorosamente. "Sono io", faccio ad alta voce. "Amore, vieni sono in bagno". La raggiungo e ci baciamo con trasporto. "Tutto bene, tesoro, mi ha dato altri 200 euro e... vai in camera da letto a vedere". Sul letto trovo un bellissimo completino sexy e diverse confezioni eleganti di lingerie che devono essere costate un occhio. "Gino è completamente cotto di me, tesoro, spero non diventi un problema gestirlo". "Ti ha scopata bene oggi?". "Come al solito... lui è molto maschio e molto dominante... e mi dice che non fa che pensare a me. Hai visto che regali mi ha fatto, gli saranno costati più dei 200 in contanti". Non ribatto nulla. Trovo molto eccitante che un altro uomo regali mutandine, calze e lingerie alla mia fidanzata oltre che andarci a letto. Mentre mi faccio scorrere tra le dita quei magnifici capi di lingerie immaginandoli sul corpo di lei, Eleonora mi abbraccia da dietro cogliendomi di sorpresa... mi tira su la maglietta, sento la sua lingua strusciarmi sulla schiena. "Tesoro, Gino ha fatto le cose veloci stasera...". Capisco l'antifona e mi giro per abbracciarla, felice all'idea di fare l'amore con lei, ma lei stoppa il mio abbraccio respingendomi con una mano sul viso. "Ma io ho voglia di farti ancora cornuto, stasera". "Amore, cosa hai in mente?", ribatto stupito. "Ho già chiamato Fabio, gli ho dato l'indirizzo, sta venendo qua". Sono inizialmente perplesso sull'opportunità o meno di fornire il nostro indirizzo a un quasi sconosciuto, ma poi ripenso a Fabio, evidentemente una brava persona, e mi tranquillizzo. "Vado a sciacquarmi e darmi una sistemata, ti dispiace rifare il letto e rassettare un attimo la stanza?". Sono le 21.30, suona il citofono. Eleonora sta ancora in bagno, apro la porta a Fabio, gli stringo la mano facendolo accomodare e gli offro da bere. Fabio è simpatico e alla mano, come ricordavo, e in pochi minuti chiacchieriamo completamente rilassati. "Ma allora vivete insieme, siete una coppia sposata". Ribatto: "Non lo so, dipende da quello che ti ha detto Eleonora". E giù a ridere. Improvvisamente Eleonora si affaccia dal corridoio: è una visione da urlo: indossa uno dei capi di lingerie regalatile da Gino, che le sta superbamente. Un lungo e sottile velo la avvolge mettendo in evidenza le sue forme. Sotto solamente un reggiseni a balconcino e un perizoma minimale le ricoprono una minuscola porzione di pelle. Fabio si alza in piedi, dimenticandosi completamente di me, e la raggiunge ponendole le mani sui fianchi. Fa per baciarla ma lei si sottrae. "Versaci del Martini", mi fa. Verso altri tre Martini e ne porgo uno a Eleonora e uno a Fabio che non lo degna di un'occhiata. Lei sorseggia il liquore tenendo a bada le mani di Fabio che non vogliono saperne di restare lontane dal suo corpo. Eleonora intinge le dita nel mezzo bicchiere rimasto e me le porge: "Lecca", mi fa. Mi avvicino a lei e lecco le sue dita. Lei le intinge nuovamente e me le ripassa sul viso prima di rimettermele in bocca. "Sei un bravo lecchino". Fabio intanto si è appiccicato a lei e le struscia l'erezione ancora nascosta dai pantaloni contro una coscia. Si baciano, le mani di Fabio corrono sul corpo di lei, fanno risalire il velo, si insinuano tra le cosce. Ora il cazzo di Fabio svetta prepotente fuori dei pantaloni, la mano di Eleonora non tarda ad avvolgerlo e stringerlo. Lui si alza in piedi davanti al divano, lentamente lei si sporge verso il suo membro e lo lecca delicatamente guardandomi. Senza distogliere i suoi occhi dai miei lo prende in bocca interamente, lo tira fuori, gli appoggia la lingua sulle palle, gliele slappa prendendogliele tra le labbra. Riprende in bocca la cappella, mi guarda fisso e mi fa il gesto delle corna con la mano libera. Si rivolge all'uomo: "Fagli le corna anche tu". Fabio esegue divertito, incrociano gli avambracci con le corna puntate verso di me, il cazzo di lui sempre nella bocca di lei. Eleonora si alza, prende l'uomo per mano e mi si avvicina. Mi bacia infilandomi la lingua in bocca travasandomi la sua saliva. "Lo senti il sapore del cazzo? Ti piace il sapore delle corna che ti metto". Poi si dirige in camera da letto. Mi fa cenno di seguirli. Arrivati sulla porta della camera da letto lei si volta, mi mette una mano sul viso e mi respinge fuori quasi brutalmente. "Tu ora fai il bravo cornuto e rimani fuori a farti una sega". La porta si chiude, la chiave gira nella toppa, mi siedo per terra nel corridoio e mi tiro fuori l'uccello, ascoltando come posso quanto accade oltre la porta chiusa.
Sono le 23.00 passate quando l'orgasmo simultaneo di Eleonora e di Fabio mi porta sull'orlo di un'involontaria eiaculazione, resisto soltanto con grandissimo sforzo. Sono indolenzito e infreddolito dal tempo interminabile trascorso sul pavimento. Mi trasferisco nello sgabuzzino, mi distendo sul materasso gonfiabile e gradatamente mi assopisco. Alle tre del mattino Eleonora mi sveglia scuotendomi. "Amore, scusami, ci siamo addormentati. Fabio è andato via. Vieni a letto con me". Ci sistemiamo nel letto, l'odore deciso dei due uomini che ci sono appena passati non ci impedisce di abbracciarci. Eleonora mi bacia dappertutto quasi ossessivamente, il suo viso è umido e caldo, il suo fiato mi pare ardente, la sua lingua cerca la mia, poi mi lecca il torace, le ascelle, l'addome e torna su, mi morde dolorosamente i capezzoli, poi altrettanto dolorosamente mi morde le labbra, raccoglie la propria saliva e me la sputa in bocca più volte. Per me è più del paradiso. Infine me lo prende in bocca, strizzandomi le palle e succhiandolo rumorosamente. Riesco in pochi minuti a venirle in bocca, lei stavolta non ingoia ma mi afferra il viso e mi bacia profondamente, riempiendomi la bocca del mio stesso sperma. Mi torna in mente come in un flash la nostra primissima trasgressione sulla spiaggia di Capocotta, il sapore dello sperma del ragazzo con cui ho condiviso lo spettacolo della scopata di Eleonora con Guido. Rimango di sale al pensiero di avere completamente accantonato quell'esperienza. Limono a lungo con lei, assurdamente smarrito nel perverso erotismo senza fine della donna che amo. Così abbracciati scivoliamo nel sonno.
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