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Eleonora: il maestro - parte 2


di AlessandraRoma
30.12.2023    |    77    |    1 9.0
"Eleonora ci fa sapere che il plug inizia a darle fastidio..."
"Ora togli il dildo, dammelo". Lei obbedisce a malincuore. "Rimani ferma così, a pancia in sotto". Ottavio va in una stanza attigua e torna con un pacco. Mi chiede di aprirlo, dentro ci sono calze autoreggenti nere, un collare, un miniabito in latex nero lucido e un piccolo aggeggio in gomma dura a forma di "T". Capisco che si tratta di un piccolo dildo semirigido e ne intuisco la funzione. Ottavio porge il completino a Eleonora. "Indossalo che usciamo, vi porto qui vicino a bere una tisana speciale". Lei mi guarda titubante, io mantengo la mia espressione perplessa ma le sorrido. Eleonora indossa l'abito. E' sensazionale l'effetto del latex sulla sua carnagione chiara e i capelli biondo oro. "Vieni Eleonora, appoggia le mani sul letto", le fa Ottavio. Poi si rivolge a me porgendomi il plug e un tubetto di gel. "Lubrifica questo miniplug e inserisciglielo piano piano dietro". "Che cosa?" sbotta lei. "No, no, nel culo no". Ottavio la squadra con espressione severa, poi assume un tono paziente: "Tu sei una troia neonata, e ai neonati si dà il latte, non il cibo solido. Vuoi fidarti di me o continuare a fare di testaccia tua?". Eleonora ha un cedimento, la sessione di percosse ricevute sul pavimento l'hanno ammorbidita. Ottavio fa accomodare Eleonora su una poltrona, con le mani sullo schienale e il posteriore offerto a me.
"Leccale prima il buchetto, la aiuterà". Mi inginocchio dietro di lei, le accarezzo dolcemente le natiche ancora rosse, le separo fino a scoprire l'intimità anale che lambisco delicatamente con la lingua. "Infilale la lingua dentro", mi suggerisce Ottavio. Con un po' di sforzo riesco a inserire la punta della lingua nell'ano di Eleonora e a muoverla. "Ora procedi con il miniplug". Spalmo un po' di gel sull'oggetto e lo inserisco piano piano nel culetto di Ely. Il plug è davvero piccolo, avrà un diametro di un centimetro, un centimetro e mezzo al massimo. "Non fa male..." commenta lei. Ottavio sogghigna soddisfatto: "Il sesso anale non deve mai fare male. Però crea tensione in chi non è esperto, e te ne accorgerai tra una decina di minuti". Eleonora si sistema, usciamo. Camminiamo tutti e tre affiancati su Via Cavour, lei non appare minimamente in imbarazzo nel camminare tra due uomini sfoggiando un completino sexy lucido, vistosamente sadomaso. Imbocchiamo una piccola traversa, proseguiamo per un centinaio di metri, entriamo in uno di quei vicoletti di Roma di cui mai avresti supposto l'esistenza e arriviamo a un locale seminterrato con una piccola insegna. Scendiamo la scaletta e ci ritroviamo in una piccola ma simpatica sala da tè con luci tenui e soffuse. La gestrice saluta cordialmente Ottavio, che ricambia rivolgendosi a lei per nome, ci fa accomodare su divanetti di velluto davanti a un tavolino di legno basso, simili a quelli dei locali dove si fuma il narghilè. È una signora di circa sessant'anni circa, e mostra di essere molto in confidenza con il nostro ospite. Non lesina i complimenti alla sua nuova amica per quanto è giovane e bella, e non si allontana senza prima aver strizzato l'occhio a Eleonora. Rimaniamo soli in attesa delle tisane. Eleonora ci fa sapere che il plug inizia a darle fastidio. "Certo che ti dà fastidio. Ti sta dilatando. Poco, ma ti sta dilatando. E' la durata che conta, adesso, non quanto ti allarga. Devi solo imparare a rilassare la parte, nient'altro". Ottavio ci racconta la storia di questo locale, le vicende passate della padrona che a quanto pare vanta dei trascorsi pesantemente libertini: il nostro pigmalione ci racconta di come la signora in passato sia stata una prostituta molto apprezzata, che ha avuto tra l'altro l'indubbio onore di essere stata l'unica donna che Ottavio abbia mai pagato. Eleonora però interrompe la narrazione: "Ottavio, non lo sopporto più, sono tutta indolenzita". Lui le concede di andare al bagno a toglierlo. Assente Eleonora, Ottavio mi si rivolge: "È una donna difficile, testarda, bisogna avere polso con lei". Annuisco senza rispondere. "Come vedi finora non l'ho nemmeno toccata. A me non interessano le scopate facili, ne ho quante ne voglio. A me interessa domare una tigre e cavalcarla". Poi continua: "Anche tu dovrai iniziare a fare esercizi spirituali da ora in poi". Lo guardo sbigottito: "Esercizi spirituali?". "Certamente. Io domino le coppie e tu devi essere dominato insieme a lei, altrimenti il nostro triangolo non funziona. Domani o dopodomani devi venire da solo a trovarmi". Non so cosa ribattere a questa direttiva, mi salva il ritorno di Eleonora. Lei fa per sedersi ma Ottavio la invita a sistemarsi in piedi davanti a lui, tra il divano e il tavolino. Siamo i soli avventori nella saletta e lui senza la minima esitazione infila una mano sotto l'abitino di Eleonora, cerca il suo buchetto con le dita e inizia a titillarglielo. Eleonora diventa paonazza, fa per protestare, ma lui ribatte di rilassarsi perché è tutto sotto controllo.
Arriva la signora con un vassoio dorato con sopra tre tisane fumanti che spargono un aroma invitante e un cestino di biscottini da te. Vedendo la manovra di Ottavio che continua con la massima naturalezza sorride, e ci fa: "Tesori, credo sia opportuno che io vi serva le tisane nella saletta speciale".
Ci trasferiamo in un locale soppalcato, protetto da una porta con la scritta "Riservato". La signora depone il vassoio sull'unico tavolino e ci strizza l'occhio raccomandandoci di chiuderci a chiave dall'interno. Il posto è arredato finemente, un ampio divano Chester con poltroncine disposte attorno a un tavolino di cristallo. "Bene, godiamoci le tisane, vanno sorbite calde. Tu, Eleonora puoi bere in piedi vicino a me." Ottavio sorseggia la tisana, posa la tazza e riprende la manovra di prima: le sue dita ritrovano l'ano di Eleonora. La fa appoggiare al muro, le solleva l'abitino di latex sulla bassa schiena, lasciando le natiche scoperte. Due dita di Ottavio si insinuano nel buchetto di lei, che sospira. Io non ho mai neppure tentato una simile manovra, Eleonora ha sempre affermato e ribadito l'inviolabilità del suo lato B. Invece ora l'indice e il medio di Ottavio la stanno frugando proprio lì, e lei non si ribella. Ottavio procede con molta delicatezza, facilitato dal rilassamento già indotto dal plug. Immerge le dita nella tisana ancora caldissima mentre io mi domando come faccia a non scottarsi, poi le infila bollenti nel culetto di lei, strappandole un lungo gemito quasi di sbigottimento. Eleonora apre di più le gambe offrendosi alla manovra dell'uomo. Ottavio estrae dalla tasca un tubetto e velocemente si sparge una sostanza oleosa sulla mano. Le dita riprendono il lavorio anale, da due inserite passano a tre, con un movimento particolare di impastamento e dilatazione continuo.
Siamo tutti e tre come in trance per almeno mezzora, solo i sospiri della mia fidanzata rompono il silenzio. Ottavio mi fa un cenno. "Continua a stimolarla con la lingua". Mi inginocchio tra le natiche di Ely e inserisco la lingua nel suo culetto, muovendola. Avverto il sapore un po' sgradevole dell'abbondante sostanza lubrificante oleosa inseritale da Ottavio, che nel frattempo si spoglia e si siede sul divano. Una insospettabile erezione torreggia tra i suoi inguini, un cazzone rispettabilissimo con una tornita cappella, di lignea e quasi minacciosa consistenza.
"Vienimi sopra, Eleonora". Lei comprende le intenzioni dell'uomo e impallidisce. "Non credo di poterlo fare". "Certo che lo puoi fare, e lo farai tu, sopra di me. Non ti succederà nulla che non sarai tu a fare". Lei esitante sale a cavalcioni sopra di lui, dandogli le spalle. Si abbassa finché la cappella di Ottavio non le lambisce le natiche. Prova furbescamente a indirizzare il palo di carne verso la fica, ma lui le assesta un potente schiaffo su una chiappa, la afferra solidamente per i fianchi e la sistema nella posizione corretta. "Sieditici sopra, adesso, sfrutta il peso del corpo". Eleonora abbassa il bacino, la pressione del membro contro l'ano le fa spalancare la bocca. "Così, brava, finalmente". Ottavio favorisce la manovra con spinte delicate e decise, lei spinge istintivamente sulle gambe per sottrarsi e proteggersi. "Non scappare, troia, che sei già aperta". Lei si riposiziona, stavolta è più convinta. Spinge sull'uomo, inarcando la schiena per la tensione dello sforzo, mugola e annaspa. "Forza così, che ci sei". Eleonora cede, si rilassa e rialza, prende dei respiri, poi ci riprova. Spinge, e ancora si rialza. Poi ancora un altro tentativo e si rialza ancora. Si risiede sull'erezione, spinge, ed emette un lungo lamento gutturale. "Siii, che è entrato, forza spingi ancora..." Lei aumenta la spinta. Chinandomi vedo l'asta di Ottavio sprofondare nell'intestino di Eleonora. Lei sembra come presa dal panico, ansima in maniera strozzata. Ottavio la afferra e la immobilizza e le urla addosso. "Stai ferma ora, non ti muovere, resisti che piano piano ti allarghi, non è dolore, è tensione". Eleonora quasi ruggisce e digrigna i denti per lo spasimo e la concentrazione, è coperta di sudore e ha i muscoli tesissimi. "Dai che ora la tensione va via, forza, tu, leccale la fica, muoviti". Mi inginocchio tra le cosce di Eleonora. Ottavio parla velocemente a Eleonora, la distrae, la fa rilassare, le fa prendere il tempo che le occorre per adattarsi alla situazione. Lecco velocemente la clitoride di Eleonora accarezzandole le cosce, sento le palle di Ottavio a contatto con il mento. Lei lentamente si rilassa. "Fa male, fa male, fa male... ma è bello... è bello..." Più che parlare, lei rantola in maniera strozzata. "Inizia a godere, troia, devi godere con il culo, non solo con la fica". Eleonora è letteralmente coperta di sudore. "Ora ti piace, vero, il cazzo in culo?". Lei annuisce con un lungo "Siiiii....". "E allora muovitici sopra, adesso puoi farlo". Lei obbedisce, con il bacino danza lentamente sull'erezione di Ottavio muovendosi all'unisono con lui. "Lo senti il tuo padrone come ti incula?" La sferza lui. "Dillo che sono il tuo padrone". "Si, sei il mio padrone" mugola lei. Poi improvvisamente Eleonora arriva all'orgasmo. Io intensifico le slappate sulla clitoride. Eleonora urla, gutturalmente, non l'avevo mai sentita emettere simili vocalizzi. Gode, gode e gode ancora, con il membro pulsante di Ottavio completamente inserito bel didietro. L'orgasmo lentamente le si spegne, e torna subito a gemere. "Ti prego, ora toglimelo, non ce la faccio più". Ottavio solleva Eleonora con le robuste braccia, lei con un gemito di sofferenza riesce a sgusciare via. "Forza, inginocchiati, prosciugami le palle e bevi tutto". Lei esegue, domata. Prende in bocca il membro di Ottavio, la cui ammirevole erezione non ha conosciuto un attimo di cedimento e lo pompa devotamente. Non deve attendere molto, lui inarca il bacino, ringhia come un leopardo, lei inizia a deglutire più volte...
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