Eleonora: l'inizio

Questa è la storia di due persone che per lunghi anni sono stati una coppia innamorata. E' un racconto piuttosto lungo, suddiviso in parecchie puntate. La vita, si sa, ci porta lungo percorsi spesso completamente imprevedibili. Nel nostro caso la trasgressione sessuale ha contribuito potentemente a definire e soprattutto portare alla luce aspetti importanti delle nostre rispettive personalità. A distanza ormai di tanti anni queste due persone, di cui una è la scrivente, non sono più una coppia, ma sono tuttora unite da un'amicizia ed una complicità che non è immodesto definire rare. Persone normali, 184x85 io, 168x58 Eleonora, bella biondona abbastanza appariscente, capelli lunghi ed occhi azzurri, sorriso e carattere dolce. Raccontando la storia della nostra trasgressione bisogna partire da parecchi anni fa, quando io ero ventottenne ed Eleonora, la mia lei, ventiquattrenne. All'epoca stavamo insieme da quasi tre anni, la classica coppietta di fidanzati serena e tranquilla, io lavoravo nell'informatica e vivevo da solo, lei studentessa di economia e commercio all'ultimo anno e viveva ancora con i genitori.
Come è approdata questa coppietta tradizionale di fidanzati alla trasgressione? Ricordo ogni dettaglio di quei giorni con una lucidità impressionante.
Entrambi prima di conoscerci, nonostante non fossimo certamente più adolescenti, eravamo relativamente poveri di esperienze affettive e sessuali significative, ed i piaceri del letto li abbiamo realmente scoperti ed approfonditi insieme, giorno dopo giorno.
Due persone timide, poco estroverse, ligie alle direttive familiari e sociali, che tuttavia nascondevano una propensione al sesso di cui all'inizio non erano affatto consapevoli. Il primo contatto con il "lato oscuro" della sessualità lo abbiamo avuto una sera di settembre, che rappresentò una vera svolta per entrambi. Classica serata con una coppia di amici condita da vino e risate. Dopo esserci accommiatati, lungo la strada del ritorno abbiamo finito per appartarci con la macchina vicino ad alcuni giardinetti all'EUR. Iniziamo a baciarci e stimolarci. Eleonora mi estrae il cazzo dai pantaloni e me lo accarezza dolcemente. Le sbottono la camicetta, le sfilo il reggiseni. Poi la sua gonna risale, le sue cosce si aprono, la mia mano nelle sue mutandine. Un copione amoroso percorso e ripercorso già tante volte.
Questo per una decina di minuti. Poi, mentre le baciavo le tette e il collo e la stimolavo intimamente, sento Eleonora improvvisamente irrigidirsi.
Mi rendo conto che umori della sua fica aumentano in misura sconcertante. La osservo e le vedo uno sguardo torbido, che non le conoscevo. Le mi prende la testa e me la preme contro i suoi seni, la mano che accarezzava il mio cazzo ora lo serra quasi dolorosamente. Mi incita con voce arrochita a leccarle e a morderle i capezzoli, ad aumentare la pressione delle mie carezze intime. Lei rappresenta ogni mia fonte del piacere e sentirla così accesa mi manda fuori di testa. Solo dopo qualche minuto realizzo ciò che in realtà stava accadendo: avverto un rumore esterno, abbandono le tette di Eleonora, mi volto. Ad un metro dalla macchina e dal finestrino del passeggero, c'è un uomo con il cazzo in mano, che si sta masturbando guardandoci. Ho un momento di sbandamento, avendo messo immediatamente in relazione l'eccitazione della mia fidanzata con la presenza di quel voyeur. La mia capacità di comprensione vacilla. "Ma che cazzo succede", mormoro, e lei che mi ribatte con voce roca "Lascia stare, non fare nulla, lascialo stare, lascia che ci guardi".
Trasecolo e lo stomaco mi si torce in un groppo di emozione. Lei mi infila la lingua in bocca e prende a masturbarmi velocemente. Inebetito, anche io la masturbo e la sento diventare un autentico lago. Il guardone si avvicina, appoggia quasi il membro al finestrino comunque chiuso. Lei si volta, il guardone se lo sta menando a cinquanta centimetri dal suo viso, il mio dito le strofina la clitoride più intensamente, i suoi occhi ipnotizzati dalla cappella del guardone e subito Eleonora esplode in un orgasmo violentissimo, animalesco, del tutto inedito rispetto a ciò che conoscevo di lei. Il guardone a sua volta spruzza, quasi in contemporanea, vedo il suo sperma sgocciolare dalla cappella. Eleonora trema, inizia a ricomporsi, il guardone si allontana e sparisce nella notte. "Andiamo via dai, subito", geme. Ho il cazzo ancora duro ma lei insiste. Metto in moto e avvio la macchina. E' ammutolita, io non so veramente cosa dire. Arrivati sotto casa dei suoi genitori lei mi abbraccia disperatamente e mi chiede se sono arrabbiato con lei, mi ripete che non sa cosa le è preso, che mi scongiura di perdonarla se sono offeso con lei. Baci e lacrime, lacrime e baci. Le dico che la amo, che non deve avere paura di nulla. Un'ora a scambiarci tenerezze rassicuranti. Poi la lascio sul portone del suo condominio. Faccio duecento metri, trovo una piazzola scura e mi fermo. Sdraio il sedile. Sono sufficienti pochi secondi di masturbazione per esplodere a mia volta in un orgasmo svuotante, liberatorio ed irrinunciabile, non riesco a non urlare per la tensione accumulata. Poi mi assopisco, stordito, davanti al volante. Ora posso tornare a casa.