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Eleonora: intermezzi peccaminosi


di AlessandraRoma
09.09.2023    |    200    |    2 9.3
""Amore, meno male che sei tornato, quello di mezzo mi ha guardata senza smettere un attimo, se tardavi ancora un po' me lo ritrovavo sicuro al..."

La settimana scorre veloce, gli impegni di lavoro e di studio reciproci ci tengono separati, Eleonora sostiene con successo un importante esame all'università. Ci chiamiamo, ci messaggiamo, ci scambiamo tenerezze continue. Per me è una settimana infernale al lavoro, sono totalmente deconcentrato ed ossessionato dalle immagini di Eleonora nuda in riva al mare e abbordata da uno sconosciuto. Devo masturbarmi più volte solo per raffreddarmi il cervello in ebollizione. Le fantasie sessuali si accavallano in un'autentica tempesta mentale. Arriva finalmente il sabato, lei mi raggiunge a casa mia nel pomeriggio. Apro la porta, resto piacevolmente basito: Eleonora indossa una minigonna cortissima che a malapena copre un quarto di coscia e una maglietta con scollatura esagerata e sotto il seno libero. Le unghie di mani e piedi smaltate di rosso fuoco. In tre anni che ci vediamo non l'ho mai vista vestirsi in questo modo, nemmeno lontanamente. Faccio appena in tempo ad ammirarla che lei mi salta letteralmente addosso coprendomi di baci, con la mano va subito al pacco e me lo artiglia, cosa che non aveva mai fatto prima, quando il sesso per noi era principalmente un'estensione dei sentimenti di amore. Andiamo subito in camera da letto, ci spogliamo velocemente. "Ti sei vestita e vai in giro come una zoccola, adesso ti tratto da zoccola!!!". Le infilo brutalmente il cazzo in bocca, eccitato dalla possibilità di dirle "Succhia, troia!!!", cosa che non avrei mai osato fare prima. E lei succhia con un'avidità mai sperimentata prima. "E ora leccami bene le palle". E lei che si esalta nel sottomettersi alle mie richieste. Ci mettiamo a 69, la lecco avidamente fino a portarla vicino all'orgasmo e mi fermo, evitando anche io di venire. E' tempo di elaborazione e comunicazione, adesso. Ci calmiamo, vado a prendere da bere, metto della musica. Abbracciati sul letto, sento il prepotente bisogno di sapere cosa pensa, di sondarla e di stimolarla. Lei non chiede di meglio. "Amore ti sei vestita come una troietta!!!". "Siii, stamattina ho fatto un po' di shopping. Sono uscita dal negozio indossando la minigonna, poi arrivata sulle scale di casa mi sono cambiata altrimenti mio padre mi bastonava. e lo stesso quando poi sono uscita". "Stai benissimo, tesoro, mi farebbe piacere che andassimo insieme a comprarti altre cosette altrettanto sexy". Le mi bacia con forza. Altri bacini e coccole intime e poi vado diritto all'obiettivo: "Non abbiamo più parlato di domenica scorsa". "Eh infatti" ridacchia lei. "Ti è piaciuto spogliarti in spiaggia, vero?". Lei annuisce divertita senza rispondere, le mie mani scendono a titillarle nuovamente la clitoride. Iniziano i primi sospiri. "Lo sai... lo hai visto, no?" mi fa. "Certo che ti è piaciuto, e pure tanto". "Si, mi è piaciuto, e pure tanto", ripete quasi a pappagallo. Insisto: "E ora posso chiederti una cosa?". "Dipende da cosa...". "Beh, è una cosa che ho fissa nel cervello, che un po' mi ha sconvolto". "Credo di sapere cosa stai pensando... ma dimmi.". "Riguarda il tipo che ti ha agganciato sulla spiaggia...". Eleonora si schermisce subito: "Mica è successo nulla, non mi ha nemmeno sfiorata". "Certo, lo so, vi guardavo, ma volevo sapere... lui come ti guardava?". "Beh mi guardava, certo" risolino imbarazzato. Il mio dito continua il massaggio clitorideo, la mano di lei mena lentamente il mio cazzo eretto. Ogni frase è seguita da una ventina di secondi di silenzio carico di aspettativa. "Come ti guardava?". "Eddai, come mi guardava... ero nuda... credo con desiderio". Sento lo stomaco torcersi dal piacere. "E dove ti guardava". "Ehhh... mi guardava un po' negli occhi". "Negli occhi? E le tette te le guardava?". "Si, me le guardava". "Eri nuda vicino a lui... ti guardava anche le cosce ed il culo?". Eleonora non risponde subito, ha gli occhi chiusi. "Si, mi ha guardato le cosce e anche il culo....". Lascio passare un altro minuto di masturbazione reciproca. Il respiro di Eleonora si è fatto affannoso. Mi rendo conto che le nostre fantasie sessuali coincidono. "E la fica te l'ha guardata?". "Si.....". "Ti è piaciuto che ti ha guardato la fica?". "Mi fai certe domande...". Delicatamente le infilo tre dita nella fica bagnatissima. Eleonora sospira più profondamente. Ripeto la domanda. "Ti è piaciuto che quell'uomo ti ha guardato la fica?". Lunghi secondi di silenzio e sospiri di piacere. "Si, mi è piaciuto...." Sono consapevole che è un po' un gioco al massacro, ma fermarsi non è possibile. E' come una palla da bowling che rotola su un piano inclinato. "E... ti sei eccitata a stare nuda da sola vicino a lui?". Contemporaneamente spingo le dita nella sua vagina. Lei sospira e mormora "Si...". "Senti... ma tu il cazzo glielo hai guardato?". "No, non direttamente, mi vergognavo". "Ma ti sarebbe piaciuto guardarlo, vero?". "Si, mi sarebbe piaciuto". Eleonora si sta avvicinando all'orgasmo, lo sento. "Ma se lui ti avesse toccata che avresti fatto". "No...io... non gli avrei permesso mai...". "Ok, lo so, ma ti sarebbe piaciuto farti palpare da quell'uomo?". Eleonora è rossa sul viso ed infine sibila un "Siiiii..." appena percettibile. La palla da bowling sta per colpire i birilli, rimane il tempo per una sola domanda. "Ti sarebbe piaciuto fare sesso con lui, vero?". Eleonora rovescia gli occhi all'indietro e rantola "E tu me lo lasceresti fare, vero?" per poi esplodere immediatamente dopo in un orgasmo incontrollato, le gambe le tremano, va avanti a miagolare una serie di "Siiiii..." per un paio di minuti abbondanti. Poi si rilassa, piano piano, mi abbraccia con forza, l'orgasmo le fa ancora effetto. "Amore, faccio schifo da quanto sono diventata troia...".
Andiamo a cena a farci una bella pizza, poi al cinema e poi a fumare nargilè in un locale a Piazza dei Re di Roma. Eleonora indossa la minigonna corta, ci sistemiamo semisdraiati sui puffi a fumare nargilè alla menta e mela bevendo un cocktail alcolico. Il nargilè accoppiato all'alcool ha sempre avuto un effetto afrodisiaco su Eleonora, effetto che in tempi passati riversava su di me, gratificandomi di lunghi pompini in macchina mentre io guidavo tornando a casa. E' sabato sera, il locale è quasi pieno. A circa tre metri di distanza ci stanno tre tizi sulla trentina che fumano e discorrono. Mi rendo conto che gli uomini senza insistere di tanto in tanto scoccano qualche occhiata furtiva alle gambe nude di Eleonora. Lei ridacchia come sempre quando è leggermente brilla. "Amore, quelli mi stanno guardando". Faccio il finto tonto: "Quelli chi?". "Eh... i tre uomini ad ore 11 rispetto a te". "Hai delle gambe stupende, tesoro, le metti in mostra con questa minigonna, è normale che gli uomini te le guardino". Lei affonda il viso nel mio collo ridendo, poi riprende il nargilè e tira ampie boccate di fumo profumato. Mi rendo conto che c'è stato uno scambio di sguardi tra lei e uno dei tre tizi, e che nessuno dei due ha distolto immediatamente lo sguardo. C'è un parlottio fra i tre uomini, poi con la coda dell'occhio vedo gli altri due girarsi dalla nostra parte, stanno parlando sicuramente di Eleonora. I giochi di sguardi non cessano, mi invento che ho lasciato il bancomat nel cassetto dell'auto. Lascio Eleonora al tavolo ed esco dal locale seminterrato. Sono eccitato dalla situazione e mi piace alimentarla lasciandola sola ai suoi giochini di sottile provocazione. Aspetto una decina di minuti e rientro. Scendo le scalette dentro il locale con la segreta speranza di vedere qualcosa come uno dei tre al nostro tavolo insieme a lei, ma, come ovviamente mi aspettavo, resto deluso. "Amore, meno male che sei tornato, quello di mezzo mi ha guardata senza smettere un attimo, se tardavi ancora un po' me lo ritrovavo sicuro al tavolo". "Ma dai, è stato così sfacciato?". "Si, mi ha pure sorriso apertamente". "Sicuramente gli piaci molto. E tu hai ricambiato il sorriso?". "Ma che sei scemo?". Rido apertamente per sdrammatizzare la battuta infelice. "La gente esce la sera per divertirsi, vede una ragazza da sballo come te, è normale che ci provi in qualche modo". "Eh si, quello ci stava abbastanza provando... andiamo amore che è tardissimo? Aspetta solo che vado alla toilette". Eleonora si alza e non distende, forse intenzionalmente, la minigonna, che arriva ora quasi a lambire le mutandine. Passa vicino al tavolo dei tre uomini ancheggiando leggermente, forse intenzionalmente. I tizi la seguono con gli occhi come fossero registi dietro a macchine da presa. Stesso spettacolino al ritorno. Uscendo dal locale mi dice ridacchiando: "Così imparano quei tre stronzi". Tornati a casa, ci appisoliamo abbracciati. Prima di addormentarci Eleonora mi fa: "Amore, ma perchè non torniamo a Capocotta domani?". A quanto pare la palla da bowling ha fatto proprio strike.
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