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VOGLIA DI CAZZO (seconda parte)


di gianfrancesco
05.06.2023    |    7.104    |    11 9.9
""Guarda che non sei obbligato, ognuno ha i cazzi suoi e se li tiene per sè, senza nessun obbligo"..."
Il primo incontro con Carlo era andato a meraviglia, mi aveva fatto sentire il cazzo come non mai, e poi, in tranquillità e sicurezza, con la riservatezza che cerco io.
Dopo che mi aveva spolverato per bene, siamo andati a vedere la partita.
Da quel giorno avevo finalmente trovato un amico fisso, che mi avrebbe chiavato ogni qualvolta avevo le voglie come una zoccola, ed anche sempre con la tranquillità a casa senza sotterfugi.
A volte mia moglie diventava sospettosa, pensando che la tradissi, ma mai immaginando con uomini.
Nelle varie settimane che seguirono i nostri incontri stavano diventando una consuetudine, ogni 15 giorni, quando la nostra squadra giocava in casa.
Trovavamo sempre nuovi giochi e stimoli, ma Carlo non si era ancora deciso a farsi fottere da me.
Era quasi sempre pronto, ma poi ci ripensava.
Ormai ritenevo questione di poco tempo, era cotto, ed ogni volta che mi inculava, mi chiedeva se tutto il mio godimento era vero.
Naturalmente io godevo come un riccio, ma accentuavo un po, per far si che lui cedesse.
Avevamo tanta voglia di fottere che qualche volta quasi quasi non saremmo andati neanche alla partita, ma non potevamo.
"Se il mio amico si accorge che i biglietti vanno sprecati, non me ne dà più", dice Carlo.
Cercavamo sempre di più di avere più tempo possibile.
Mentre mi chiavava mi dice: "allora, non sei ancora andato in perlustrazione a vedere se riesci a portare in questo letto Ricciardi?".
Ricciardi era quello che Carlo avrebbe voluto fottere, ed io dovevo tastare il terreno per vedere a quale parrocchia apparteneva il collega.
"Uno di questi giorni vado dal mio amico e vedo come è la situazione", gli rispondo.
Dovevo agire con cautela, il mio amico non sapeva delle mie voglie di cazzo e sarebbe stato brutto che poi girassero voci anche su di me.
Vado su da Lorenzi, parliamo come di solito si fa tra vecchi amici, ed infatti ci conoscevamo da parecchi anni, parliamo di calcio, anche lui con la stessa squadra.
"Siamo tutti tifosi della stessa squadra", mi dice.
"Anche lui?", dico, indicando Ricciardi.
"Lui?", lui è proprio malato.
"Non si perde una partita in casa per tutto l'oro del mondo".
"Anche io vado allo stadio, dove vai tu?".
Mi dice il settore e non era distante da dove andavamo noi.
Ero un po incerto se dire che andavo con Carlo, per le voci che giravano su di lui.
Ma volendo vedere se Ricciardi, che di nome faceva Maurizio, potesse essere coinvolto nei nostri giochi, lo dico.
"Io e Carlo andiamo nel settore vicino al tuo, anzi, se possiamo, magari cambiamo ed andiamo tutti nello stesso posto".
Il tifo unisce tutto, calcio, cazzi e culi, penso dentro di me.
Ci scambiamo i telefoni e vedremo cosa succede, avremmo visto in seguito se i nostri intenti di maiali, avrebbero avuto successo.
Chiamo Carlo, e ci mettiamo d'accordo per mangiare qualcosa assieme in pausa pranzo e gli
avrei detto della conversazione con Maurizio.
Così facciamo, ci vediamo al nostro bar, mangiamo qualcosa, e gli racconto tutto.
"Va bene, studieremo magari di farlo venire a casa mia a mangiare e poi...".
Passano un po di giorni e Maurizio mi telefona.
"Allora, domenica c'è la partita, cosa facciamo?".
"Hai già preso il biglietto?".
"No, aspettavo di sentirmi con te".
"Bravo, entro domani mattina ti dico, se riesco ti faccio una sorpresa".
"Va bene, aspetto, anche se tanto le sorprese non mi piacciono".
"Stai sereno", gli dico.
"Lo sai come è finito chi doveva stare sereno?".
Mi metto a ridere, e penso già a come fotterlo.
Chiamo Carlo, gli dico della telefonata e se riusciva a fare un miracolo e avere tre biglietti.
"Un miracolo? Ovvero portare Ricciardi a casa mia e fare una mini orgia?".
"Se il mio amico scopre questo vuole partecipare anche lui".
"Vuole partecipare anche lui?:
"Ascolta Renzo, non ti avevo detto che chi mi da i biglietti è un maiale che gli piace prenderlo nel culo, e penso ne prenderebbe anche due in una volta".
"E la zoccola sarei io?"....
"Diciamo che siamo due zoccole tutti e due e siamo pari".
"Va bene, vedi cosa puoi fare, nel caso gli abbiamo i biglietti studieremo qualcosa con Maurizio senza sputtanarci".
Non so cosa gli abbia promesso Carlo al suo amico ma abbiamo i tre biglietti.
Ora veniva il più difficile. Capire se Maurizio poteva essere della partita.
Non mi sono azzardato a chiedere al mio amico nulla.
Telefono a Maurizio, gli dico che abbiamo tre biglietti e se voleva mangiare un panino con noi l'indomani ci mettevamo d'accordo per tutto.
Così facciamo.
L'indomani ci troviamo al bar tutti e tre, gli diciamo che solitamente ci incontravamo prima a casa di Carlo, insomma come due amici, e se gli faceva piacere saremmo stati contenti di averlo con noi.
"Piuttosto, Maurizio, non so, hai impegni in casa?".
"Io sono sposato ma mia moglie mi dà il pass per la partita, Carlo è singolo, e tu?".
"Io, io, be, io sono singolo, ovvero sono divorziato, mia moglie mi ha lasciato, ed a ragione".
"Vivo da solo, e non devo dare conto a nessuno".
"Bene, allora se è così, mangiamo tutti assieme e poi andiamo alla partita".
"D'accordo", dice Maurizio, "allora cosa devo portare?".
"Nulla, ci pensiamo noi per questa volta, poi magari in seguito vedremo".
"Allora, se vi piace il Barbera, porto due bottiglie di quelle come si deve".
Risponde Carlo: "un buon Barbera non si rifiuta mai".
Arriva il giorno della partita, che questa volta era di sabato, e noi al solito ci vediamo per la colazione, e lo stesso Maurizio arriva all'appuntamento.
Andiamo a casa di Carlo, e quel giorno avrei cucinato delle seppie e dei moscardini.
Certo la Barbera non era il vino adatto ma noi non badavamo a niente.
Io e Carlo pensavamo solamente a quello che poteva succedere o non succedere con Maurizio e c'era anche la probabilità che quel giorno rimanevamo tutti e due a bocca asciutta.
Maurizio oltre la Barbera aveva portato un salame nostrano, così a casa lo taglia e ne mangiamo qualche fetta ed assaggiamo la Barbera.
Io comincio a cucinare, Maurizio guarda la Gazzetta, chiede se abbiamo bisogno ma eravamo a posto in cucina.
In una pausa di cucina ci sediamo tutti e tre sul divano e parlavamo.
"Visto che siete tanto gentili con me, vi voglio dire perché mia moglie mi ha lasciato".
"Guarda che non sei obbligato, ognuno ha i cazzi suoi e se li tiene per sè, senza nessun obbligo".
"No, voglio dirvelo, così abbiamo un rapporto franco, cosi come vedo che avete voi due".
"Va bene, se proprio vuoi".
Qui avviene il colpo di culo pauroso, quello che noi sognavamo.
"Mia moglie era gelosa, ed aveva ragione, l'avevo tradita con molte donne, ma non mi ha mai scoperto, e magari mi avrebbe perdonato, ma scoprire che l'ho tradita addirittura con suo fratello non me lo ha perdonato:
"Cazzo dici, con suo fratello?".
"Ebbene si, suo fratello, aveva tendenze omosessuali, lo sapevano tutti in casa, anche io, ma non ci badavo, e lui ha fatto tanto che si è fatto inculare da me".
"Ma te, che scopavi con donne, come è stato possibile?".
"Eravamo nella nostra casa al mare, io e lui, un po brilli e non so come è successo l'ho scopato, e la cosa strana è che mi è piaciuto".
"E tua moglie come lo ha saputo?".
"Quel bastardo di mio cognato, un altra sera, a casa loro, ubriaco glielo ha detto".
"Non mi ha perdonato, anche perché io da allora cercavo uomini e anche trans da scopare".
Io e Carlo ci guardiamo increduli.
"Ed ora, come mi giudicate?".
Ci mettiamo a ridere.
"Mi prendete per il culo", dice quasi incazzato.
Carlo si avvicina, allunga una mano sul pacco di Maurizio, gli prende la sua mano e la porta sul suo cazzo.
"Non mi dite, per caso, che anche voi due....".
"Si, si, visto che tu ti sei aperto con noi, noi ci apriamo con te! In tutti i sensi".
Incredibilmente ci eravamo trovati in tre maiali, uno più dell'altro.
Vado in cucina, finisco in un attimo quello che avevo sul fuoco e ritorno in salotto.
Ora avevo due cazzi a disposizione.
Slaccio la cintura prima ad uno, poi all'altro, tiro giù i pantaloni, poi le mutande, e li lascio a cazzo eretto libero.
Il cazzo di Carlo lo conoscevo ma quello di Maurizio è stato una vera sorpresa.
Cosa dire? sembrava una lattina grande di Coca cola.
Mi tolgo i pantaloni, mi accuccio come farebbe una troia, li faccio avvicinare, uno vicino all'altro e comincio a succhiare.
Penso che per me oggi non ci sarebbe né partita né stadio.
Il cazzo di Maurizio non mi entra neppure in bocca, lo assaggio, poi passo all'altro, i due intanto fanno conoscenza con la lingua.
Li porto alla massima eccitazione, al che Carlo ci indica la strada della camera da letto.
MI mettono in mezzo nel letto, e mi lavorano loro, ora, uno sul cazzo, uno che mi bacia.
Comincio ad andare in estasi.
"Ora, troia che non sei altro, sarai accontentata, un cazzo in culo ed uno in bocca".
Si, si, proprio così, ma ho paura con quel mattarello".
"Non ti preoccupare", dice Carlo, "ti lubrifico per bene".
Sono alla loro mercé, ma in fondo sono bravi, mi mettono a mio agio, e dopo avermi spalmato del gel, Maurizio si appresta a fottermi.
Aggiungevo un altro cazzo al mio album, ma questo era da copertina.
Delicatamente me lo appoggia, spinge piano, mi dà il tempo di dilatarmi, Carlo nel frattempo, mi spompina un po, lui spinge, ed infine, con po di dolore entra dentro tutto.
Mi sentivo pieno, senza fretta mi adeguo e comincio ad assaporarre il cazzo.
Ogni colpo era una frustata di piacere, godevo come poche volte, lui mi incitava, Carlo aveva lasciato il mio cazzo e mi dava il suo in bocca, e beneficiava anche lui del mio godimento, perché riversavo sul suo cazzo il mio godimento.
Maurizio era un vero stallone, avevo perso il senso del tempo, e per la prima volta, in vita mia, sborravo senza neanche essere toccato.
Penso sia passata una mezz'ora e con un grugnito animalesco Maurizio scaricava tutta la sua sborra nel preservativo, contemporaneamente Carlo mi sborrava in bocca.
Ci abbandoniamo sul letto esausti, ma contenti.
Era l'inizio di un trio meraviglioso.



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