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L'INFERMIERA


di gianfrancesco
12.04.2023    |    14.862    |    3 9.7
"In camera c'era la tele, con l'apparecchio dvd, avevo messo un cd musicale, una musica dolce ci avvolgeva..."
Mi chiamo Gianni, ho 65 anni, e sono stato da sempre un rappresentante.
Da pochi mesi sono in pensione, ma ancora ora quando il mio vecchio principale ha da far vedere prodotti nuovi a grossi clienti mi chiama e con la partita iva che mi ha fatto prendere aggiungo qualche soldo alla pensione.
Lo faccio volentieri, non mi pesa, questo lavoro mi tiene in forma.
Vado in giro anche quando non lavoro sempre ben vestito, come se lavorassi, giacca e cravatta.
Mi ritengo ancora un bell'uomo, sempre in forma in virtù delle mie corse serali, che mi mantengono giovane.
Sono sposato con Francesca da molti anni, un bella donna, moglie e madre molto brava.
A letto le cose vanno bene, non benissimo come vorrei io, lei non è mai stata capace di forte passioni e pulsioni come me, che sono sempre affamato di sesso e che non mi sono mai fatto mancare nulla.
Confesso che l'ho tradita tante e tante volte, con donne di tutte le specie.
Mai pagata una, regali si, ma mai soldi.
Ho sempre cercato e trovato belle donne con una caratteristica su tutte, un bel seno.
Sono un cultore del seno, mi emoziono ogni volta che tolgono il reggiseno e vengono fuori delle belle tette.
In pochissime occasioni mi sono sbagliato.
Tornando al racconto mia moglie doveva fare un piccolo intervento, nulla di grave, ed era ricoverata in ospedale.
Andavo a trovarla due volte al giorno, erano finiti i tempi delle restrizioni, ed oltre a portare qualche manicaretto che io stesso cucinavo, le tenevo compagnia.
L'altro mio divertimento, dopo le donne, era la cucina.
Era piuttosto bravo ed a casa nostra c'erano spesso i miei cognati per alcune specialità che cucinavo come lo stoccafisso accomodato.
Stavo a fare compagnia a mia moglie ma i miei occhi erano attratti dalle belle e giovani infermiere che erano in reparto.
Tra tante, una in particolare mi attraeva, biondina, con un viso molto carino, piuttosto esile ed in contrapposizione un seno da urlo.
Aveva una bella terza piena. La mangiavo con gli occhi.
Dovevo stare però attento, Anna era gelosa e poi sapeva delle mie attenzioni verso i bei seni.
Dovevo fare in modo di agganciarla.
Pensavo e ripensavo come fare.
Per intanto avrei portato a lei dei campioni di profumo, che sempre avevo nella mia borsa, in virtù del mio lavoro.
Trattavo infatti profumi di alta qualità, ed avevo sempre dei campioni che regalano ai miei clienti...ed alle mie donne del momento.
Una sera mentre uscivo ho cercato questa infermiera che ho poi saputo si chiamasse Elisa, e lontano dagli occhi di mia moglie, incontrandosi in corridoio le ho dato un pacchettino.
All'interno dei campioni di profumo, ma sopratutto un biglietto in cui le confessano di essere attratto dalla sua bellezza e se lei voleva, potevamo prendere un caffè assieme.
Senza impegni, se la cosa le creava fastidio e non voleva io non l'avrei disturbata, altrimenti allegavo il mio numero di telefono.
Mi era sembrata un po sorpresa ma aveva accettato il pacchettino ed io non le avevo dato tempo di pensare, l'avevo salutata ed ero andato via.
Ora tutto dipendeva da lei. Non sapevo nulla di lei.
Passano un paio di giorni senza più incontrarla in ospedale, ed la sera mi squilla il telefono.
Pensavo fosse Anna per la nostra telefonata serale, invece vedo un numero per me sconosciuto.
Rispondo: "pronto?".
"Buona sera, sono Elisa".
"Elisa?".
"Si Elisa, l'infermiera".
"Ciao, scusami, non sapevo ti chiamassi Elisa, non ci siamo mai presentati".
Parliamo un po, mi dice che gli ha fatto molto piacere il bigliettino.
"Se vuoi, Gianni, possiamo andare a prendere quel caffé che dici ".
Ero già a 30 centimetri dal pavimento.
Stai a vedere che gli piaccio e riesco a combinare qualcosa.
Era tutto un turbinio di pensieri, ma dovevo rispondere.
"Sicuro, se ti va andiamo a bere qualcosa, dimmi tu quando puoi, una sera di queste".
"Non domani, ma tra due giorni, faccio pomeriggio, ed alle 20 smonto".
"Va bene, facciamo così, ci vediamo verso le 20,15 all'angolo del Bar degli aperitivi, ho una mercedes nera".
"Va bene, d'accordo così".
Non riesco a crederci, una bambolina cosi bella e giovane con un attempato signore....
La telefonata mi mette di buon umore e se ne accorge anche Anna dopo che mi chiama.
"Ti sento su di giri stasera, non è che stai combinando qualcosa, mi raccomando, e non mettere troppo casino in casa".
"Stai tranquilla, è che mi ha chiamato il capo per un importante incontro di lavoro la settimana prossima e spero che tu per quei giorni sarai nuovamente a casa".
Nella mia mente mi portavo già avanti per un incontro con Elisa e mi preparavo il terreno.
Passano in fretta i due giorni e sono pronto per incontrare Elisa, intanto Anna è ancora sottoposta ad esami e così si allunga la degenza.
La sera dell'appuntamento lascio Anna e vado a prendere Elisa, non ho progettato nulla, non so come evolverà la serata, in ogni caso è la prima volta e devo fare buona impressione.
Vado all'appuntamento, la vedo, indossa jeans ed un giubotto di pelle, la faccio salire in macchina e riparto.
Mi allontano un po dall'ospedale e mi fermo in uno spiazzo ben illuminato per parlare con lei e poi portarla a bere in un posto un po più lontano.
"Sai, da quando ti ho vista ho sempre avuto il pensiero di conoscerti, e onestamente ci speravo anche se non ti conosco per niente".
"Sei un bell'uomo con modi sempre gentili, e non mi dispiace vedermi con te".
"Dimmi in po di te, sei libera?".
"Non vorrei crearti problemi".
"Gianni, stai tranquillo, se fossi impegnata non sarei qui, sono libera da tutto e da tutti e anche tu mi piaci".
Gli prendo le mani e gliele bacio, e lei mi stupisce perché mi abbraccia e mi bacia.
Non mi tiro indietro e ci baciamo intensamente.
"Ed ora, dimmi, dove mi vuoi portare".
"Io stasera non ho molto tempo perché tra un po chiama Anna e devo essere a casa, andiamo a bere qualcosa e poi ci organizziamo meglio per un altra sera".
Così facciamo, andiamo a bere un aperitivo e poi la riaccompagno a casa e nel tragitto ci mettiamo d'accordo per un altro incontro.
"Sabato Anna sarà ancora in ospedale, puoi venire a casa mia, ti preparo una cenetta e stiamo insieme un pò".
Così facciamo.
Io tranquillizzo Anna che voleva tornare a casa, e viene cosi sabato sera.
Gli avevo dato l'indirizzo ed infatti verso le 20,30 suona al citofono.
Le apro la porta e quasi sulla porta la bacio.
Risponde in modo travolgente, mi sembra già pronta a fare sesso, era troppo carica.
La faccio mettere a suo agio, ci baciamo lungamente, con le mani la frugo dappertutto, e soprattutto li, sul seno.
Morbido e duro allo stesso tempo.
Smettiamo con fatica, ma volevo farla cenare, avevo preparato una cenetta squisita.
Ma tutti e due avevamo altri pensieri, insomma ceniamo velocemente, beviamo qualche prosecco, nel frattempo la solita telefonata di Anna, e poi ci andiamo a sedere nel divano.
Mai mi era capitato di portare una donna a casa nostra, ma non avevo scelta.
Anna chiamava tutte le sere, Elisa viveva in coabitazione, e non rimaneva altro che farla venire a casa mia.
Seduti sul divano cominciamo a baciarci ed a spogliarsi, non ci vuole molto, e finalmente vedo Elisa nuda, era bellissima.
Il seno era come lo avevo immaginato, maestoso, dritto, con due bei capezzoli.
Io, confesso, mi ero preparato per bene, e con un piccolo aiutino volevo fare la mia nella figura.
Non mi aspettavo da parte sua tanta disinvoltura e tanta passione, notavo un senso di piacere ad accarezzarmi.
Restiamo sul divano poco e poi la prendo per una mano e la porto in camera, non la mia, mi sembrava troppo, ma nella camera che era stata dei miei figli.
Dopo che il grande era andato via il piccolo aveva voluto un letto ad una piazza e mezza, sicchè eravamo comodi anche li.
La pelle morbida e liscia, il profumo inebriante di una giovane donna, l'armonia dei suoi movimenti, era come andare in paradiso.
In camera c'era la tele, con l'apparecchio dvd, avevo messo un cd musicale, una musica dolce ci avvolgeva.
Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, giovane.
Mentre le bacio i capezzoli con le mani arriva alla figa, era un lago, era tutta bagnata.
Infilo un dito, la tocco piano piano, è molto sensibile.
Mi toglie le mani dal seno e si abbassa.
Con la bocca, avvolge il mio cazzo che sembra esplodere.
Lo assapora, lo bacia, va su e giù, un pompino interminabile.
Volevo ricambiare il piacere ma lei per ora vuole solo assaporare il mio cazzo.
Continuando così non durerò a lungo.
Nel mio ansimare glielo dico, lei non molla la presa e un mare di sborra gli va in bocca.
Riesce a bere tutto, sono stupito, continua a pulirmi per bene e poi mi bacia, con il sapore della mia sborra in bocca.
Le faccio appoggiare la testa sul mio petto, poi gli dico che ora dovrà aspettare un po per farsi scopare, gli anni si sentono e il cazzo ha bisogno dei suoi tempi.
Sorride, mi abbraccia.
"Non vorrai buttarmi fuori in fretta, abbiamo tempo, vedrai come ti scopo...".
Non sapeva se era una minaccia o una promessa.
Parliamo un po e gli chiedo se era tanto che non faceva sesso.
"Perchè non si vede? è tanto che non scopo, non trovavo la persona giusta".
La copro con un lenzuolo, mi metto un accappatoio e vado a prendere da bere.
Torno in camera ed anche sotto un lenzuolo sembrava una dea.
Beviamo un prosecco, e poi ricominciamo.
Ora toccava a me mangiarle la figa, e non perdo altro tempo.
Ma la signorina non si accontenta di farsi mangiare solo la figa, vuole provare a far andare su il cazzo per poi farsi fottere.
Iniziamo cosi uno splendido 69, mi sento rinascere, lei gode come una forsennata, il sapore dei suoi umori è buono, il cazzo riprende vigoria.
La nottata continua....





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