Racconti Erotici > Gay & Bisex > VOGLIA DI CAZZO
Gay & Bisex

VOGLIA DI CAZZO


di gianfrancesco
30.05.2023    |    12.893    |    15 9.7
""Onestamente non vedo l'ora di chiavarti" mi dice papale papale..."
Mi chiamo Renzo, ho 65 anni, sposato e con nipoti, ma non per questo rinuncio a farmi montare come una vacca.
Mi piace mettermi a pecora ed averlo tutto dentro, eppure sino a non moltissimi anni fa, mai avevo pensato a fare sesso con uomini.
Successe qualche anno fa in casa di un amico, che da tanto tempo sognava di incularmi, e quella sera, soli nella sua casa al mare, mi approcciò ed io volli provare.
Mi è piaciuto tanto, e così ogni tanto ci ritroviamo e mi mette a pecora, qualche volta ci troviamo in tre, insomma da quella volta non ho mai smesso di prenderlo nel culo.
Purtroppo, per impegni di lavoro, per impegni di famiglia, e soprattutto per non farmi scoprire, passa tanto tempo tra un incontro e l'altro, e così quando sono in astinenza smanio per cercare qualcuno, non il primo che capita, ma gente sicura, pulita e soprattutto molto riservata.
Era uno di questi periodi e mi guardavo attorno, e mi sono ricordato di un impiegato del nostro ufficio, che lavorava al piano sopra il nostro, che si diceva avesse... insomma che gli piaceva il culo degli uomini.
Decido di intensificare le ricerche e vedere se riuscivo a farmi scopare.
Con una scusa vado al piano di sopra, nel suo ufficio, ci conosciamo, e dopo le cose di lavoro, parliamo.
Noto sulla sua scrivania un amuleto di una squadra di calcio, combinazione la mia stessa squadra del cuore, e quello mi dà l'imputo a cominciare una conversazione più frivola.
Parola dopo parola, parlando della nostra squadra mi dice che a volte va a vederla, anche per via di biglietti omaggio che gli vengono regalati, e cosi mi dice: "sai, se vuoi, qualche volta puoi venire con me, se ti fa piacere, solitamente i biglietti sono due".
Che culo penso io, senza nessun sforzo mi abborda lui, e con mia moglie, avrei anche una scusa vera e reale.
Ma io non ero intento a vedere la partita, era un'altra cosa che volevo vedere, comunque ero nella strada giusta.
Lo saluto, ed aspetto sue notizie per andare a vedere la partita.
Avrei studiato in seguito il modo di finire a casa sua ed essere messo a 90 gradi.
Sapevo già di sicuro che abitava solo, avendo accesso all'archivio di tutti i dipendenti.
Passano un po di giorni e mi chiama.
"Domenica c'è la partita, ed ho due biglietti, vuoi venire?".
"Bene" rispondo io, "ne parlo in casa e ti faccio sapere".
Si, si , ti faccio sapere, penso, sicuro che vengo alla partita, ma mi auguro due partite.
Accetto ben volentieri e penso come organizzare l'agguato al mio collega.
La fortuna mi aiuta.
Mia moglie deve andare con mio figlio a seguire una gara di mio nipote, io vengo esentato per via della partita, e quindi telefono al mio amico.
"Sai Carlo", gli dico, "visto che mia moglie non c'è, cosa ne dici se mangiamo qualcosa assieme prima di andare alla partita?".
"Magnifica idea, vediamo come fare".
"Ci risentiamo domani e vediamo cosa fare".
Bene, penso io, la soluzione ultima era farlo venire a casa mia, ma proprio se non ci fosse un'altra soluzione.
La sera successiva mi chiama infatti.
"Ciao Renzo, allora come ci organizziamo?".
"Io una mezza idea l'avrei se a te va bene".
"Dimmi pure allora".
"Visto che tu sei bravo a cucinare, lo sanno tutti, vieni da me, che mi hanno regalato della cacciagione e cucini..., cosa ne dici?".
"Cosa ne dico? Splendida idea".
"Allora, visto che la partita è alle sei, vengo verso le 10, facciamo colazione e poi cuciniamo, ed abbiamo il tempo di fare le cose con calma".
"Va bene, rimaniamo d'accordo così".
Il mio piano funzionava a meraviglia, a casa sua avrei trovato il modo di farmi fottere, oramai non avevo nessuna difficoltà ad espormi con lui, e poi, la voglia del cazzo era salita a mille.
Arriva la domenica, prendo la metro, scendo alla stazione sua, lui mi aspetta e mi porta a fare colazione in un bel bar.
Si vede che li era conosciuto, ci mettiamo in un tavolino e facciamo un'ottima colazione.
Poi a piedi andiamo a casa sua.
Qualche centinaio di metri, poi un bel condominio, tutto ben curato, un giardino in piena fioritura.
"Cavolo che giardino!", dico io.
"Tutti diamo una mano, anche io, per far sì che questo giardino sia sempre molto bello".
Saliamo in ascensore, ultimo piano, una bellissima casa.
Non molto grande ma ben curata, sembrava ci fosse la mano di una donna.
Un'ampia poggiolata tutto attorno alle stanze ed un piccolo terrazzino attrezzato per mangiare.
Gli faccio i complimenti anche per gli accostamenti dei vari mobili.
"Tutto merito di un mio carissimo amico, un architetto, è lui che si prende cura di tutto".
"Anche di te?", dico.
"Vedo che nella nostra azienda niente passa inosservato, sicchè tu dici...".
"Spero non ti sia offeso", dico io.
"Cosa vuoi offendermi, è la realtà, a volte mi accompagno con uomini, tutto sempre nella massima riservatezza".
"Guarda che a me non importa, sono fatti tuoi, se ero infastidito non sarei venuto".
"E poi...."...
"E poi, cosa", cosa vuoi dire.
"Visto che tu sei stato franco con me, anche io dovrei dirti una cosa".
"Dimmi, dimmi, sono tutto orecchi".
"Ebbene, si, anche io, nonostante sia sposato, a volte, vado con uomini".
Uscire allo scoperto così mi era sembrata la cosa migliore, anche per arrivare al suo cazzo.
Mi guarda un po stupito, ed esclama: "mi stai prendendo per il culo?".
"Veramente ti vorrei prendere per un altra cosa".
Mi abbraccia, e mi mette le mani dietro alla testa e mi bacia.
Io solitamente non ero molto attratto dai baci, ma in questo caso non mi sono tirato indietro ed ho risposto con trasporto.
Ci siamo baciati per bene, e non ho potuto fare a meno di allungare una mano, aveva il cazzo in erezione, lo sentivo sopra i pantaloni.
Pensavo di impiegare più tempo, invece, in pochi minuti ed ero già quasi con il cazzo in mano.
Lui per tutta risposta mi palpa il sedere, insomma, tutti e due tocchiamo quello che ci interessava.
A quel punto, ormai tutti e due allo scoperto, volevo vedere l'arnese che mi avrebbe dato gioia, gli slaccio la cintura, glia abbasso i pantaloni, rimane in slip, il cazzo spingeva sulle mutande, senza vederlo mi sembrava un cazzo importante, abbasso le mutande ed esce lui, un cazzo imperiale, sembrava uno splendore, non lunghissimo, ma molto grosso, avvicino la bocca, un odore piacevolissimo, piano piano lo assaporo, lui mi mette le mani sulla testa, ed comincio a pompare.
Lui era in piedi ed io in ginocchio, si sposta leggermente e si siede sul divano, io rimango in ginocchio, lo gusto, era meraviglioso...
Comincia a gemere, mi dice qualche parola, oramai ogni freno inibitorio era sparito.
"Sei proprio una zoccola, succhi meglio delle donne"...
Insomma, tra lui che si vede che era a digiuno da tempo, tra quella zoccola che sono io con un cazzo in bocca, mi viene in bocca.. e come mi viene!
Onestamente mi aveva avvertito ma io non avevo voluto mollare la presa.
Lo ripulisco per bene, lui mi abbraccia.
"Mai avrei pensato di avere una pompa da te, impazzisco dietro a tanti culi in ditta ma te non ti avevo mai considerato tra le mie prede".
"Ma hai avuto storie con qualcuno in azienda?", chiedo io.
"Pochissime, ho sempre paura di essere sputtanato, ma qualcosa è capitato".
"Sarei curioso, ma non voglio metterti in imbarazzo".
"Bravo, non mi piace parlare di storie avute li da noi, ma ti dico solo che Ricciardi, non so se lo conosci, me lo farei volentieri".
"In quale sezione lavora?".
"E' al terzo piano, insieme a Lorenzi".
"Conosco molto bene Lorenzi, ma non il suo collega".
"Anzi, con Lorenzi siamo proprio amici da prima di lavorare assieme".
"Cercherò di sapere di più da lui, magari un giorno lo potrai inculare il suo collega".
Intanto che parlavamo lui mi fa sedere sul letto, sul bordo, mi tira giù pantaloni e mutande, e mi dice: "ora devi godere anche tu, ma voglio fotterti più tardi".
Io mi affido completamente a lui.
Apre un cassetto e tira fuori un plug, bello, molto bello, sembra in acciaio.
Si inginocchia davanti a me, il mio cazzo era in erezione, non ancora al massimo, e lui avvicina la sua bocca.
Mi dà qualche pompata, il cazzo reagisce, si indurisce e lui mi spompina.
Nel frattempo mi fa scendere con la schiena sul letto, e mentre mi continua a fare il pompino, mi avvicina il plug al culo.
Era freddo, piano piano, anche con gli umori che il mio culo già emetteva, me lo infila dentro.
Con quello in culo il cazzo mio si indurisce al massimo.
Con il sincronismo della bocca e della mano comincio a godere, lui accelera e in breve tempo gli sborro in bocca.
Anche lui si fa sborrare in bocca, anzi mi sembra che proprio gli piaccia.
Ingoia tutto per bene, poi mi torna a baciare e sento l'odore acre della mia sborra.
Stavo diventando una vera zoccola, niente più lasciavo indietro.
Ci riprendiamo e Carlo mi dice: "ora che hai finito di fare la zoccola, perché questa sei, dobbiamo pensare a cucinare se vogliamo mangiare".
"Si io zoccola, ma tu come ti vuoi chiamare, hai ingoiato la mia sborra come niente".
"Si è vero, ho bevuto volentieri, ma tu quando spingevo il plug spingevi ancora di più per fartelo entrare meglio".
"Va bene, siamo due maiali, ed è una fortuna che ci siamo incontrati, ma ora andiamo a cucinare".
In breve tempo mi do da fare e cucino, ovvero metto su la cacciagione che avevo fatto mettere in infusione a Carlo, preparo qualche altra cosa, beviamo una birra e parlottiamo un po.
"Direi che il primo approccio è andato bene", dice Carlo.
"Si, si, siamo entrati subito in sincronia", rispondo io.
"E vedrai quando entro in un altra parte...", e ride.
Sembriamo due vecchi amici di lunga data, stavo proprio bene.
Mi suggerisce di farmi una doccia e dopo mi fornisce un paio di pantaloncini corti ed una maglietta.
Si era fatta ora di pranzo e cucino dei spaghetti a modo mio.
Cominciamo a mangiare, avevamo ancora tanto tempo, passiamo a bere del prosecco che avevo portato, parliamo un po di tutti, delle nostre famiglie, del nostro lavoro.
Mi alzo per mettere i piatti sul lavandino, anche Carlo si alza, mi viene dietro, si appoggia e sento già il suo cazzo duro.
"Ma sei già in agitazione?", dico.
"Onestamente non vedo l'ora di chiavarti" mi dice papale papale.
"Ed allora cosa aspettiamo?".
In un attimo siamo in camera da letto, volano i pochi vestiti, belli nudi, direttamente a prenderlo in culo.
Mi fa posizionare, indossa il preservativo, mi dà una dose di gel, e mi appoggia il cazzo.
Io ero già bagnato per conto mio, e non ha nessuna difficoltà ad entrare.
Qualche istante per trovare la giusta posizione e poi via a chiavare.
Era un vero maestro, alternava lentezza e poi esuberanza a spingere, godo e gemo.
Mentre mi scopa mi mette le dita in bocca, le succhio come fosse un cazzo.
"Ti piacerebbe anche un cazzo in bocca?", mi dice.
"Certo, a tre sarebbe ancora più bello".
"Allora cerca un terzo compagno e ci divertiamo ancora di più".
"Ma tu ti fai scopare?".
"Per ora no, mai preso in culo, anche se oggetti ne ho messo dentro e non mi dispiace".
"Allora promettimi, se decidi, di darlo a me il tuo bel culetto".
"Va bene, prometto".
Intanto intensifica la scopata, ma è bravo a trattenersi.
Ora mi fa cambiare posizione. Si siede sul letto, ed io di fronte a lui mi impalo.
Ora siamo faccia a faccia, mi fotte e mi bacia.
Pochi colpi ancora e gode di brutto.
MI mangia, mi bacia sul collo, mi strizza le tette.
"Grazie, grazie, una bella scopata!".


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per VOGLIA DI CAZZO:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni