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La mia bella dirimpettaia (seconda parte)


di gianfrancesco
25.06.2022    |    13.459    |    5 9.3
""Sai", dice, "spero di aver fatto bene, li ho invitati per un aperitivo sul nostro terrazzo"..."

Questo racconto era nato per una sola puntata, ma poi...
L'incontro con Anna era stato molto piacevole, ci eravamo amati con passione, ma poi, per evitare di minare le fondamenta delle nostre unioni, d'accordo, avevamo detto che non ci saremmo mai più incontrati.
Così infatti è stato finchè succede un fatto nuovo che ora vi racconto.
Un giorno arriva mia moglie, Marta, a casa, e mi dice: "sai, ho conosciuto la nostra vicina di ftronte".
"Quale vicina?", faccio lo gnorri.
"Come quale vicina, quella a cui tu, ogni tanto, guardi dalla finestra".
"Ah quella di fronte?".
"Si, si, esattamente quella".
"E come hai fatto a conoscerla?":
Mi racconta che la mattina, al centro commerciale, dove era andata per la spesa, per una questione di carrello, aveva conosciuto la nostra vicina, si erano presentate, entrambe si conoscevano di vista, ed alla fine avevano anche preso un caffè assieme.
"Sai, si chiama Anna, convive con il suo uomo, e mi è sembrata una brava ragazza".
"Non è del posto, ha poche amicizie, e così abbiamo preso confidenza".
"Hai fatto bene, se si trovano amici veri, meglio che i parenti".
Questa ultima battuta era stata detta per via di contrasti vari con alcuni parenti, per via di un eredità.
"Sai", dice, "spero di aver fatto bene, li ho invitati per un aperitivo sul nostro terrazzo".
"Tutto mi sembra affrettato, ma comunque non ci sono problemi".
Il sabato sera, puntuali, suonano alla porta.
Anna bellissima, anche il suo compagno un bel ragazzo, con in mano una pianta per lei, ed una bottiglia di bollicine per me.
Li facciamo accomodare, ci presentiamo, cominciamo a parlare, insomma una bella compagnia.
Anna aveva evitato il mio sguardo, ed altrettranto avevo fatto io, non potevamo permetterci di compromettere tutto per uno sguardo.
Quando non ero visto la mangiavo con gli occhi.
Prendiamo alcune cose ed andiamo nel nostro terrazzo soprastante.
Su tutto era preparato a modo, comprese un po di fumogeni per eventuali zanzare.
Ci accomodiamo nei divanetti e ci conosciamo per bene.
Io e Anna ci eravamo conosciuti per bene, ma dovevamo sostenere la parte.
La serata scorre veloce, beviamo e mangiamo bene, insomma trascorriamo un paio di ore assieme, e ci lasciano con la promessa che ci sarebbero stati altri incontri.
Riassestiamo tutto, Marta era allegra, le erano piaciuti i nuovi amici.
"Mi sembrano due bravi ragazzi, sono contenta di averli come amici, vediamo il prosieguo".
Passano un po di giorni, poi, invio un messaggio ad Anna, in un orario che ero sicuro che il suo compagno, Stefano, non c'era.
Gli dico che ero contento di averla rivista e che ormai il nostrio accordo era saltato e se ci fosse stata occasione....
Lei mi risponde che le aveva fatto piacere, ma che dovevamo stare ognuno al proprio posto.
Si, si, pensavo io, quando ti faccio sentire l'odore del cazzo, voglio vedere.
Mi si era riaccesa la voglia, eccome.
Un giorno chiama Marta e le dice che la domenica, ci sarebbe stata una fiera, e che se volevamo, potevamo andarci assieme a fare un giro.
Non avevamo impegni, e cosi ci siamo messi d'accordo.
La sera prima richiama e ci dice che se volevamo, visto poi la, la scarsità di parcheggi, potevamo andare con una sola macchina, la loro.
Nessun problema, dico io.
La domenica ci vediamo, prendiamo un caffè al bar, e poi ci mettiamo in macchina.
Un breve tragitto ci porta alla Fiera.
Una Fiera molto grande, tanta gente, ci perdiamo tra le bancarelle, io curioso tra qualche pianta, le donne tra i vestiti, Stefano invece era un appassionato di articoli di antichità.
Passa il tempo, viene ora di mangiare, Stefano ci suggerisce un localino poco distante, che conosceva, anzi senza dirci niente, aveva prenotato un tavolo per noi.
A piedi, in dieci minuti arriviamo, un locale veramente carino, magari non conosciuto ma molto carino.
Pranziamo per bene, al momento di pagare il conto Stefano non ci ha dato modo di pagare, un vero signore.
Facciamo un giro ancora per la fiera, poi da parte delle donne viene la proposta di andare in un posto dove c'era la piscina.
Non era prevista la visita alla piscina e quindi non avevamo nulla dietro, ma tutti d'accordo, decidiamo di comprare dei costumi li alla fiera ed andare in piscina.
Detto, fatto.
Arriviamo alla piscina, ci cambiamo ed andiamo a bordo piscina, tutto attrezzato, con sedie sdraio, ed un bellissimo tappeto di erba.
Le due donne erano belle, io le conoscevo entrambe ed anche bene, Stefano non conosceva mia moglie ma vedevo che la mangiava con gli occhi.
Trascorriamo un paio di ore in allegria, intanto riaffiora la mia voglia per Anna, a questo punto tutti i buoni propositi erano volati via, e cercavo un occasione per parlare con lei e avere un appuntamento per chiavarla.
Ancora non capivo se anche lei voleva parlarmi oppure se era rimasta ferma al nostro primo proposito.
Capita che Marta e Stefano si allontanano un attimo, e noi due rimaniamo da soli.
"Sei sempre più bella!".
"Allora ti è piaciuto l'altra volta?".
"Perché avevi dubbi?":
"No, ma vedo che ora i buoni propositi vengono spazzati via".
"Si, ora che ci conosciamo tutti, è più semplice, voglio vederti".
"Devo confessare che anche io voglio stare un po con te da sola, vediamo come fare".
"Bisogna trovare un modo per non correre rischi".
"Va bene, ci mandiamo dei messaggi, e cerchiamo di combinare".
Passano un po di giorni e finalmente arriva il messaggio giusto.
"Lunedi, d'accordo con una mia amica, vado via con lei tutto il giorno, Stefano è d'accordo".
Era fatta. Era riuscita con la complicità di una sua amica, ad avere un giorno tutto per lei.
L'avrebbe presa sotto casa, e riportata la sera.
Il particolare era che un po distante da casa sarebbe venuta con me e poi nella serata io l'avrei riaccompagnata dalla sua amica che l'avrebbe riportata a casa.
Mi metto in moto, e invento la scusa per andare via il lunedì.
Marta non sospetta nulla poichè effettivamente ogni tanto, per lavoro andavo via.
Ad una distanza di sicurezza avevo trovato un piccolo hotel, avevo prenotato una camera e li avrei portato Anna.
Non vedevo l'ora di riaverla tra le mie braccia.
Arriva il giorno, tutto avviene come programmato, la trovo ad aspettarmi al luogo convenuto, rimango segreto anche per la sua amica.
Sale in macchina, mi abbraccia e poi un lungo bacio ci avvolge.
Gli dico tutta la mia felicità ad averla solo per me tutto il giorno.
La porto ad una cinquantina di chilometri di distanza, un bel posto, non troppo conosciuto, arriviamo in albergo ed andiamo subito in camera.
Avevamo un paio di ore prima di andare a pranzo in un locale li vicino che avevo prenotato.
Era un vecchio mulino, con un piccolo torrente, i locali tutti riadattati.
Lo conoscevo perchè era al limitare di un bosco, dove alcune volte siamo andati per funghi con alcuni colleghi.
Entriamo nella stanza, una stanza spartana, ma andava più che bene per noi.
La bacio con passione, intanto con le mani la spoglio, e lei fa altrettanto con me.
In un battibaleno siamo nudi, e ci buttiamo sul letto.
Comincio a baciarla sul seno, sul collo, nelle orecchie.
Il cazzo era già prepotentemente già sul chi va là, lei non ci mette molto a prenderlo in bocca.
Mi posiziono meglio, e comincio a mangiarle la figa.
Un mare di umori già uscivano, sembrava un fiume, godeva, ansimava, succhiava a piena bocca.
Con le mani mi titillava il buchetto, non mi dispiaceva.
Avevo scoperto che mi piaceva anche farmi toccare il culo, ed anzi avrei voluto provare ad infilare un qualcosa, magari anche un cazzo di gomma.
Erano fantasiema anche quando mia moglie mi toccava mi piaceva.
Eravamo arrivati oramai al punto di chiavare.
Mi siedo sul letto, lei viene sopra, si siede sul mio cazzo, che le entra tutto senza difficoltà, mi abbraccia e con tipica posizione, che io chiamo a cucchiaio, la fotto.
Lei si soleva e ridiscende con grande godimento.
Intanto ci baciamo.
Prendiamo tutte le precauzioni del caso, scopiamo con preservativo, non sia mai...
Duro il più a lungo possibile poi mi lascio andare ed esplodo dentro di lei tutto il mio godimento, quasi all'unisono con lei.
Sono come un maiale assetato di sesso.
Il tempo di togliersi il preservativo, lei pulisce tutto con la bocca ed io ancora a bere i suoi umori.
Ci fermiamo un po, beviamo qualcosa, mi coccoliamo, ci baciucchiamo, come dei ragazzini.
Nessun senso di colpa, come un nostro diritto a fare sesso, infischiandosene dei nostri partner, senza nessun rispetto.
Lei mi confessa che Stefano l'appagava a letto, ma con me era un altra storia.
Ritorniamo sul letto, e mi dice che vuole essere chiavata alla pecorina, una figura che le ricordava quanto era zoccola.
Non mi tiro indietro ed in un attimo la faccio ancora mia.
La prendo dai fianchi, la tiro con forza, lei spinge con forza, e considerata la scopata di prima la martello per un bel po.
Lei continuava a godere. Mai avevo visto una donna godere così tanto.
Alla fine godo anche io ed insieme rimaniamo sul letto per un po.
Ci rialziamo, facciamo una doccia, intanto erano arrivate quasi le due, ed andiamo a pranzo.
In una stanzetta appartata, quasi che il locandiere avesse capito, poca gente.
Mangiamo di gusto, beviamo un vinello prodotto dal locandiere, tutto bene, un dolce ed alla fine un caffè.
Usciamo e facciamo una passeggiata li vicino.
Mano nella mano, come due fidanzatini, ci baciamo.
Abbiamo ancora voglia.
Ci incamminiamo verso l'albergo, saliamo le scale spediatamente, entriamo in camera e subito senza parlarci ci spogliamo nuovamente.
Eravamo insaziabili.
La faccio mettere a pancia in giù, la bacio tutta, ed arrivo al suo bel culetto.
Gli faccio entrare la lingua, le piace, la lecco a volontà, poi senza neanche parlare gli faccio sentire la cappella del cazzo, non dice niente, piano piano, spingo, lei collabora, si dilata a sufficienza, ed entro tutto.
Le sussurro nell'orecchio se le piace, mi dice di si, che vuole sentirlo per bene, e vuole sentire quando le riempio il culo di sborra.
Inizio a martellarla, mi incita, sembra indemoniata, io rallento per non godere subito, quasi mi insulta.
"Spingi quel cazzo, spingi, fammelo arrivare nella pancia".
Non duro a lungo. Le sue imprecazioni mi avevano eccitato al massimo, le inondo il culo di sborra, ed in quel preciso momento urla di godimento.
Si gira, mi bacia con forza.
"Giura che avremo ancora giorni come questi, giura".
La bacio e le prometto che avremo ancora avuto giorni come questo.
Cominciavo ad essere preoccupato. Mi stavo innamorando.
Restiamo ancora una mezz'ora, parliamo di un altro incontro e poi via, la lascio al posto dove l'avevo presa al mattino e vado via.
Non era stata una semplice scopata, ma l'inizio di una relazione che sarebbe durata a lungo.







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