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LA MAESTRA DELL'ASILO (seconda parte)


di gianfrancesco
01.05.2023    |    14.563    |    6 9.7
"Mi dispiaceva molto, ormai eravamo proprio innamorati..."
La maestra
Breve riassunto prima parte
Dopo aver conosciuto Elena, maestra all'asilo di mio figlio, la corteggio e per la prima volta ci scambiamo dei baci..
In questa seconda parte racconto...
Cominciavo ad essere preso da Elena, mi stavo innamorando, ma non doveva succedere per nulla al mondo
In questa seconda parte racconto...
Cominciavo ad essere preso da Elena, mi stavo innamorando, ma non doveva succedere per nulla al mondo.
Avevo una famiglia e non potevo permettermi errori, eppoi c'era il piccolo Francesco.
Ma con Elena ero stato chiaro e lei stessa era d'accordo.
Ora dovevo trovare il modo di stare un po con lei e di scoparla. Dovevo essere delicato e paziente, non aveva avuto molte esperienze, e in fondo non mi dispiaceva, era tutta mia quella bella creatura.
Averla per una notte era molto difficile, ma con un po di pazienza qualcosa mi inventerò.
Anche mia moglie vedeva bene Elena, Francesco era innamorato, come me, di Elena.
Io quando accompagnavo il bambino cercavo di essere il meno invadente, non volevo dare adito a nessun sospetto.
Una sera mia moglie mi dice: "sai, visto che ci saranno due giorni di festa, pensavo di invitare Elena a pranzo da noi".
"A me fa piacere, se lei accetta".
"E perché non dovrebbe accettare, qua è sola".
"Dicevo solo che non si creino gelosie con le altre mamme, solo per questo".
"Ne parlo con lei, e se vuole la vai a prendere e pranza con noi".
La vai a prendere... si si la vado a prendere, ma prima magari...
Elena accetta ed io dovevo trovare il modo di andare per tempo e prendere quel fiorellino...
Viene il giorno dell'invito ed io dico a mia moglie che pur essendo festa, dovevo vedere un cliente che veniva da un altra città, ed era interessato ad una casa.
Mia moglie non si insospettisce di nulla, e così verso le nove esco di casa.
Ero già d'accordo con Elena, sarei andato da lei, avremmo fatto l'amore, e poi verso mezzogiorno tornavo a casa con lei.
Arrivo da lei, imbosco la macchina in un garage e vado su.
Entro da una porta secondaria, d'altronde ho le chiavi, salgo su e suono il campanello.
Elena mi apre ed appare come una dolcissima visione. Aveva addosso un pigiamino di cotone, senza reggiseno, le tette in evidenza sotto il morbido cotone, un paio di pantaloncini che mettevano in evidenza la figa, delle belle gambe.
Non serviva altro, come un affamato la abbraccio e la bacio. In un attimo la frugo dappertutto, infilo le mani sotto e tocco le tette, dure, sode e soffici allo stesso tempo.
Gli titillo i capezzoli, duri come acciaio, era vogliosa la fanciulla ed io non ero da meno.
Entrare ed essere a breve sul letto, nudi, fu un tutt'uno.
Cominciamo a baciarci, le tocco la patatina, era umida, scendo giù e metto la lingua.
Era uno zucchero, bagnata, morbida, con un buon profumo.
Stavolta anche lei voleva qualcosa in bocca, mi fa girare e comincia a prendere il cazzo in bocca.
Ancora non sapeva bene come fare, ma la sua bocca era di seta, e piano piano ingoiava tutto il mio cazzo.
Trovo il punto in cui la sentivo di più gemere, ed in breve la porto a godere.
Io cerco di resistere di più, ma ero già sul punto di godere, mi scosto un pochino, porto le sue mani sul cazzo ed in breve godo.
Metto un dito sulla mia sborra, lo porto alla sua bocca, lei lo lecca, gli piace, e gli dico che la prossima volta, se vuole, può farsi venire in bocca.
La abbraccio forte e ci baciamo ancora.
Andiamo in cucina dove lei aveva preparato la macchinetta del caffè, la accende, mangiamo due biscotti, prendiamo il caffè, non perdiamo tanto tempo, avevamo in mente una sola cosa, tutti e due.
Torniamo a letto, torniamo a baciarci e lei mi sussurra in un orecchio: "fottimi, voglio il tuo cazzo!".
Non poteva essere più eloquente.
In un attimo indosso un preservativo, lei di distende sulla schiena, e poggio il cazzo sulla sua fighetta, faccio piano, e lentamente le infilo il cazzo tutto dentro.
Era ancora bagnata di prima, e non ho avuto difficoltà.
Era meravigliosa, mi sentivo avvolgere tutto da quella vagina, comincio lentamente a chiavarla, dolcemente, sempre con lo stesso ritmo.
Ora potevo resistere a lungo, visto che avevo goduto prima.
Le nostre bocche si cercano e i baci durano a lungo. Intanto continuo a chiavarla e dopo un po lei comincia a godere. Scopre il piacere di essere chiavata.
Gli piace, mette le sue gambe sopra le mie e mi tira forte a sè.
Dopo un po ha il primo orgasmo, un vero godimento, sussulta e mi stringe forte.
Dopo allenta un po la presa come svuotata, io continuo a martellarla.
La lascio riprendere, e dopo un po gli chiedo che vorrei farle cambiare posizione.
La faccio venire al bordo del letto, io con i piedi sul pavimento la penetro ancora, sento ancora di più la sua figa, anche lei gode di questa nuova posizione, e dopo un po godiamo, assieme.
Avevamo consumato il nostro primo rapporto sessuale.
Eravamo contenti ma ancora vogliosi.
Indossiamo un accappatoio ed andiamo in cucina.
Nei giorni precedenti avevo portato alcune cose mie, tanto la nostra tresca sarebbe durata e per tanto.
Avevo portato anche il mio bagnoschiuma, identico a quello che adoperavo a casa, nulla era lasciato al caso, usavo mille attenzioni per non essere scoperto.
Mangiamo qualcosa, aveva dei prodotti dei suoi, gli avevano mandato un pacco.
Tutta roba buonissima, soprattutto naturale.
Ci mettiamo sul divano, parliamo, mi confida i suoi progetti, vorrebbe frequentare l'Università ed accrescere la sua cultura, per migliorare anche il lavoro, anche se stare con i bambini gli piace.
La facoltà che lei vorrebbe frequentare era in un altra città, e lei, prendendomi in giro, mi afferra con le mani la faccia: "Come farei senza di te in un altra città?".
Un lungo bacio suggella la nostra passione, mai avrei pensato di provare cosi tante emozioni in una donna diversa da mia moglie.
I sensi di colpa, non mi avevano ancora abbandonato del tutto, ma mai avrei smesso quella relazione.
Per la terza volta torniamo sul letto, avevamo già avuto i nostri godimenti, ed ora ci culliamo nel toccarci ed accarezzarci, le mie mani andavano dappertutto, poi la faccio girare e con la lingua la bacio tutta, partendo dai piedi.
Salgo sino al collo, e li lei si agita, si contorce, gli piace essere baciata sul collo.
Anche lei vuole la sua parte, si fionda sul cazzo, ancora non in forma, lo fa rinvenire alla grande, e succhia, cazzo come succhia, le piace, dopo un po la verga si indurisce ed ora sono io ad ansimare, lei continua e io sborro come non mai, lei non si scompone e beve un po, e lascia gocciolare il resto dal cazzo.
Mai avevo goduto con un pompino.
Terminato, per quella mattina, il nostro fare sesso, ci facciamo la doccia e ci prepariamo per andare a casa mia.
Scendiamo, passiamo sempre per un uscita secondaria ed andiamo alla macchina.
Arrivati a casa, Francesco corre ed abbraccia Elena, mia moglie la accoglie con gioia.
Passiamo una bella giornata e poi alla sera riaccompagno Elena a casa sua.
In macchina le metto una mano sulle cosce, gradisce, eravamo come il fuoco e la paglia.
La lascio fuori del portone, era meglio non andare su e torno a casa.
Per mesi e mesi scopo Elena in tutti i modi possibili, a tutte le ore, e per ora unico diniego era stato sul suo culetto.
Non aveva voluto darmelo, ma non desistevo.
In tutto questo lasso di tempo mai ero stato una notte assieme a lei, ma ora viene l'occasione per farlo.
Mia moglie viene invitata dai suoi per una gita, ed accetta di andare.
Io che sapevo di questa gita, mi ero premurato di crearmi un impegno, e rinunciando, a malincuore, agli occhi di mia moglie, sarei rimasto a casa... non nella mia!
Quello che non avevo detto, era, che per un paio di mesi, non avevo visto Elena, visto nel senso che non l'avevo scopata, ed era per la presenza dei suoi.
Eravamo arrivati verso maggio, tra un po finivano le scuole, e sapevo che Elena sarebbe tornata al suo paese per le ferie.
Mi dispiaceva molto, ormai eravamo proprio innamorati.
Quindi il poter stare assieme tutta una notte era una bella cosa.
Volevo si ricordasse la serata, avevo prenotato una cena in un locale fuori città, la passo a prendere e andiamo a cena.
Era più bella del solito, indossava un bel vestito, glielo avevo regalato io, dopo che lei lo aveva scelto.
Leggermente truccata, un paio di tacchi a spillo, non altissimi, insomma, tutta la sua femminilità era venuta fuori, il chiavare gli aveva fatto bene.
Ceniamo, beviamo anche, e poi facciamo ritorno a casa. Prima di ritornare, passiamo in una spiaggia, stiamo un po li, come due innamorati, ci baciamo, ci coccoliamo, e poi a casa.
Sempre attento a non farsi vedere ma come due innamorati, mano nella mano.
Tornati a casa, sarebbe stata una bella notte d'amore, ed io ero pronto a chiedere come regalo il suo bel culo.
Facciamo sesso in tutti i modi, una passione travolgente ci unisce, ed alla fine gli chiedo se vuole concedermi il suo culo.
E' un po titubante, ma poi cede.
"Ormai sono tutta tua, e rimarrò tua per sempre".
"Tra un po tornerai a casa tua per l'estate e questo già mi pesa".
"Poi ne parliamo, ora amami".
Ci abbracciamo come due innamorati.
Dopo un po le chiedo se era pronta ed al suo assenso prendo un lubrificante, che avevo portato, glielo passo sul buco del culo, abbondantemente salivato prima con la lingua, e mi appresto ad incularla.
La faccio mettere a pecora e poi con calma, piano piano, gli appoggio il cazzo nel buco, spingo piano, gli do il tempo di allargarsi e dopo un po entro completamente.
Un solo grido di dolore, mi fermo, le faccio prendere fiato e poi comincio a pomparla.
Dopo qualche minuto, evidentemente il dolore si era attenuato, e lei stessa spinge il suo culo verso il mio cazzo, era bellissimo.
Gli piace, io continuo un po, ma tanta era l'eccitazione che non duro tanto e dopo un po vengo dentro il preservativo.
Mi sdraio sopra di lei, e rimaniamo cosi per un po.
Poi ci giriamo e ripuliti, torniamo ad amoreggiare per tutta la notte come se non ci fosse un domani.
La mattina successiva, avevo un impegno vero, mi alzo, mi faccio la doccia e mi preparo.
Ma prima di uscire ricevo un colpo da ko.
Ci sediamo sul divano, lei mi prende le mani: "ora ti devo dire una cosa".
"Dimmi, tutto quello che vuoi", le dico io scherzando.
"Ti farà un po male, ma devo dirtelo".
Mi faccio serio, "dimmi pure".
"Sai Giacomo, un po di mesi fa sono venuta a conoscenza di una possibilità di avere un lavoro in un paese vicino al mio, e visto che i miei non sono tanto giovani mi sono data da fare".
"Allora te ne vai?".
"Si, l'anno scolastico prossimo inizierò lì".
La abbraccio forte.
"Mi spiace, ma capisco, d'altronde io non posso offrirti nulla".
"No, non è vero, tu mi hai dato tanto, mi hai fatto diventare donna, mi hai fatto sentire meno sola lontano da casa, sarà un dolce ricordo per tutta la vita".
Ci baciamo a lungo.
Termina cosi la mia relazione con Elena, una relazione bella, una relazione che per tanto tempo mi aveva fatto sentire tanto in colpa, ma poi il sesso aveva preso il sopravvento e non pensavo altro che a scopare con lei.









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