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Lui & Lei

Matilde 07-09 - Di ritorno da Berlino (agosto 2004)


di Alex46
17.09.2019    |    615    |    0 6.0
"- Non c’è verso, ogni volta che uno entra in questa casa, c’è sempre qualche femmina che fa la troia..."
Sono appena rientrata a casa dopo un lungo viaggio da Berlino per lavoro. Lungo perché sfigato, caldo, con uno scalo intermedio a Francoforte e pieno di ritardi.
L’unica cosa piacevole di questo viaggio è stato, complice il fatto che gli impegni di lavoro erano stati svolti bene e con ottimo successo, il mio totale abbandono alle fantasie, a occhi chiusi sulla poltrona dell’aereo. Poi in taxi. In casa sono decisamente vogliosa, sono da sola e ho voglia di sesso.
In aereo non ho mangiato nulla, ho anche fame. Ma sono solo le sei del pomeriggio, quindi decido per una doccia ristoratrice e una lunga sosta in bagno.
Dopo il consueto trattamento e dopo essermi a lungo guardata allo specchio, quando esco è solo per andare a prendere il vibratore rosso e distendermi sul letto dopo aver messo su un cd dei Depeche Mode.
Il rituale è quasi sempre lo stesso. Mi accarezzo a lungo il seno, strizzando un po’ i capezzoli, indugio sulla pancia, sui fianchi, sul clitoride, introduco un dito, lo assaggio per gustare i miei umori, fino a che, dai sospiri, capisco che sono pronta. Mi sto gustando la mia nudità, mi sto rilassando in questa casa meravigliosa, su questo letto che ha visto passare tanto amore. Mi sto aprendo all’aria condizionata e alla penombra delle persiane chiuse.
Prendo in mano il vibratore, lo accendo, me lo passo per qualche secondo sui capezzoli, come a controllare la loro rigidità. Poi alzo in aria le ginocchia, avvicinando i talloni e aprendo al massimo le cosce. Do ancora una leccata al fallo, poi me lo introduco gemendo in una figa che non aspettava altro.
Lo lascio un po’ fermo, dentro di poco, e chiudo gli occhi per ascoltare meglio la musica e rilassarmi al massimo. Solo dopo un bel po’ mi decido a spingerlo fino in fondo, per vedere fin dove arriva, fino a farlo scomparire dentro. Ora quasi non sento più neppure il ronzio, mentre al contrario sento un gran piacere che monta, mentre inarco il bacino e arrovescio la testa all’indietro.
- Mmmmm... mmmmhhhh!!! - mugolo - uhhhh!!!
Ora, invece di spingere a fondo e di lasciarlo lì per un po’, comincio a muoverlo un po’ dentro e un po’ quasi fuori. Con l’altra mano mi accarezzo il clitoride, che finora ho trascurato, mentre il respiro diventa sempre più affannoso e quasi boccheggio. La combinazione dei due stimoli è tale che poco dopo mi sorprendo a mormorare: - sììì... sìììì... sììììì!!!
Ora sto gemendo e pompandomi furiosamente, tutti i miei centri di piacere sono eccitati al massimo e il prodotto interno lordo può essere solo un orgasmo micidiale. Sto facendo uscire umori alla grande, il clitoride è gonfio, i capezzoli mi fanno quasi male da tanto son duri, e agni movimento che imprimo la sensazione che il treno stia per arrivare diventa sempre più forte.
Improvvisamente in tutto il corpo si sviluppa un’onda tremenda di pressione, comincia dalla figa e si fionda in ogni parte del mio essere. E gemo, gemo, sopraffatta da un orgasmo che mi dura a lungo e che muore solo pian piano nella più grande dolcezza.
- Michele... Debra... - mormoro quasi svenendo, abbandonando le braccia ai fianchi, il vibratore ben piantato dentro la vagina, ancora ronzante. Che però ho la forza di spegnere.
Mi devo essere addormentata qualche minuto perché ho un soprassalto quando sento che qualcuno sta entrando in casa. Dal passo capisco chi è.
- Michele!! - lo chiamo, con la bocca un po’ impastata.
Lui fa capolino alla porta, mi vede lì, nuda sul letto, sguaiatamente a gambe allargate, il vibratore rosso ancora ben visibile nella figa.
- Non c’è verso, ogni volta che uno entra in questa casa, c’è sempre qualche femmina che fa la troia...
- Vieni qui, scemo, e baciami...
Si china su di me e mi bacia sulla bocca, appoggiando le mani sul mio seno.
- Chi è questa bella figa che si masturba sul mio letto?
Poi prende un copriletto e me lo dispone sul corpo nudo, in modo assai paterno, preoccupato per l’aria condizionata.
- Puoi continuare a sonnecchiare, se vuoi...
Per tutta risposta io riaccendo il vibratore. Al ronzio, Michele mi guarda con finto stupore: - E questo cosa è? Un serpente... Fammi vedere...
- No, no, non è un serpente - dico ridendo.
- Fammi vedere, fammi vedere...
- Secondo te questo è un serpente? - gli chiedo ridendo e scoprendomi solo il grembo.
Lui si china per baciarmi il clitoride, poi quando si rialza io lo attiro a me, lo faccio sdraiare accanto, lo spoglio e vado ad appropriarmi del cazzo che nel frattempo è diventato bello duro. Poi, lentamente, lo ingoio, tenendolo alla base con due dita. In questo trambusto il vibratore mi esce, allora lui ne approfitta per avvicinarsi e mettersi con me nella posizione del 69, sicché un attimo dopo l’incidente della fuoriuscita ho già la lingua di Michele dentro. Senza che io possa capire cosa era meglio.
Andiamo avanti così a succhiarci e leccarci per un po’, fino a che lui non prende l’iniziativa di girarsi, sdraiarsi sopra di me e penetrarmi con un colpo solo, emettendo un gemito profondo. Io ero già vicina all’orgasmo, così bastano davvero pochi colpi, ben dati, con le balle che sbattacchiano sotto alla figa, pochi altri gemiti ed ecco che entrambi veniamo urlando e ansimando.

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