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Matilde 05-18 - Non è richiesto abbigliamento intimo


di Alex46
02.07.2019    |    5.029    |    0 8.5
"- Davvero? - Sì! Debra si guarda un’ultima volta mentre con le mani accenna a sollevare il seno, poi dall’armadio prende una cortissima gonna bianca in..."
Mercoledì 3 dicembre 2003. Ho appena finito di prepararmi e truccarmi, come Debra ci ha chiesto misteriosamente di fare oggi pomeriggio con due messaggini, a me e Michele. Lei è nuda davanti allo specchio, ai piedi ha due sandali dal tacco assai alto e si sta sistemando le spalline del top nero punteggiato di qualche fiorellino rosso. Su di lei l’indumento si riempie alla perfezione, lei lo sa e le carezze fascianti cui indulge non sono per dare un ultimo tocco ma per compiacersi anche fisicamente della vista che lo specchio le rende. E il suo buon gusto è pari solo alla sua eleganza naturale e alla sua bellezza. Il solco tra i seni è appena visibile. Le guardo le natiche sode e alte.
- Sembra l’abbiano fatto per te – le dico.
- Davvero?
- Sì!
Debra si guarda un’ultima volta mentre con le mani accenna a sollevare il seno, poi dall’armadio prende una cortissima gonna bianca in maglia elasticizzata, se l’accosta al bacino per controllare l’abbinamento, poi piega il busto decisamente in avanti per poter far passare nella gonna i piedi. Il movimento fatto da lei non è per nulla goffo come potrebbe facilmente essere e quando alla fine si sistema la gonna bassa in vita la lunghezza delle sue gambe appare in tutta la sua magnificenza. Lei si volta verso di me soddisfatta: - Pronta!
- E... gli slip?
Debra non risponde ma mi porge il suo cellulare. Il suo profumo mi stordisce quasi. Sul display il messaggio sms è lapidario: “Non è richiesto abbigliamento intimo”. Il mittente è quell’Elisa nella villa della quale Debra e io ci siamo prodotte in show erotici che ancora ricordiamo ogni tanto assieme. La prima volta avevamo fatto l’amore noi tre di fronte ai loro ospiti. Una serata memorabile. La seconda è stata un happy hour fantastico, dove Debra e io ci siamo prodotte in uno spettacolo memorabile per sole donne. La terza è stata ancora con Michele. Ma quella volta eravamo solo noi quattro.
Adesso capisco dove stiamo andando! Debra che si preparava era già uno spettacolo eccitante, ma il ricordo improvviso di quelle esperienze mi apre un mondo di fantasie. Anche questa sera sarà speciale, lo sento. E l’idea di dovermi preparare agli eccessi mi eccita ancora di più.
- Tu sei pronta? – mi chiede.
- Mi sono persa a guardarti, ma sono pronta.
Debra s’incammina allora dinanzi a me verso la porta di casa (Michele è già andato a prendere la macchina), così continuo a guardare il sedere della mia donna, fasciato dalla strettissima gonna in modo che le natiche quasi danzano sotto lo striminzito tessuto quando ancheggia camminando: si vede bene che sotto non ha nulla e la gonna è tanto bassa che praticamente scopre la pancia quasi per intero, fino a pochi centimetri sopra alla figa. Dall’appendiabiti prende il paltò e lo indossa.
Camminando dietro di lei e nella scia del suo profumo mi sorprendo a contare mentalmente quanti “pezzi” ho indosso: esclusi i sandali sono quattro, solo quattro lembi di tessuto aderente sul mio corpo. Il paltò sopra a tutto. Inspiro e sento il seno premere sul top, devo stare attenta o lo faccio esplodere. La mia minigonna preme su culo e pancia, e percepisco improvvisamente il fastidio degli slip che, dopo le rivelazioni di Debra, sento inopportuni. Mi fermo, con Debra già fuori della porta, per cavarmi con un gesto deciso le mutandine: e non credo che mi metterò a fare i passi corti per non mostrare platealmente che sotto non ho nulla, anzi il fresco che sento sotto mi fa capire che mi sto bagnando al solo pensiero di quello che succederà. Mi sento desiderabile, eccitante... bella, anzi bellissima. Indulgo a immaginare l’effetto che farò sugli uomini alla festa.
In auto Debra ci racconta che la povera Elisa in questi pochi mesi aveva passato traversie non indifferenti. Le aveva raccontato tutto per telefono. Il marito se n’era andato con un’altra, più giovane di lei, e per il momento non aveva nessuna intenzione di tornare, anche se lei gli aveva detto più volte che lo amava ancora e che lo avrebbe facilmente perdonato. Le sue amanti, o quanto meno le sue amiche del cuore, Francesca, Laura e Adele erano praticamente sparite per delle stupide ripicche. Lei nel frattempo si era sempre più resa conto della sua bisessualità, così da fare coppia fissa con un’altra sua amica, Fabrizia, anche lei sposata e bisessuale. Questa le aveva fatto conoscere qualche coppia di amici, così si poteva dire che a casa di Elisa era davvero cambiato tutto. Aveva dato già un festino tre settimane fa e, anche se lei non aveva usato la parola orgia, era chiaro che non era stato un ballo dei diciott’anni. Elisa le aveva poi espresso quanto noi le fossimo mancate, che non vedeva l’ora di rivederci, ecc.
Sentito che Debra era affabile con lei, e disponibile ad accettare l’invito per un nuovo festino, le aveva chiesto: - Ti andrebbe di fare una piccola recita, come l’altra volta?
- Sì, certo - aveva risposto Debra - ma cosa? Che hai pensato questa volta?
- Nessuno sa che voi arriverete. Non ho parlato a nessuno di voi tre. Mi piacerebbe che tu e Matilde veniste separatamente da Michele, poi tu o lei andaste in caccia di un uomo, che naturalmente sarà Michele, e lo sceglieste in mezzo agli altri...
- E tu cosa le hai risposto? - s’incuriosisce Michele mentre sta superando una Tipo.
- Io? Di sì, naturalmente. Ragazzi, io voglio divertirmi e so che anche voi lo volete. Immagino che anche a te, Matilde, piaccia fare la troia per Michele e con Michele. E venire, godere... Tu cosa ne dici (rivolta a me)?
- Beh, le altre tre volte siamo stati fantastici: direi che non mi sembra il caso di deludere la povera Elisa... - concludo io mentre sento un languore sempre più deciso tra le gambe.
A pochi km dalla villa c’è una BMW noleggiata da Elisa e parcheggiata vicino all’uscita autostradale. Sotto la ruota posteriore destra c’è la chiave e le istruzioni erano che Michele arrivasse guidando quell’auto.
In effetti arriviamo alla villa a pochi minuti uno dall’altro, nessuno potrebbe dire che noi ci conosciamo.
Michele, dopo un gentile saluto a Elisa che pretende di essere una sua vecchia amica, si butta subito al tavolo delle bibite, a far conoscenza con gli uomini. Si tratta sempre dello stesso tipo di persone, industriali più o meno piccoli, qualche professionista. Un totale di 7 maschi.
Elisa ci fa un mucchio di feste e ci presenta subito a Fabrizia. Questa è una gran bella donna, anche lei sulla quarantina, nera di capelli e con due occhi che ti sezionano. Suo marito è presente, ma gli uomini ci verranno presentati più tardi, adesso dobbiamo conoscere tutte le donne, che comprese Elisa e Fabrizia sono 8. Non c’è che dire: la fauna è migliorata di parecchio, anche se eterogenea. Chi si veste al limite dell’indecenza, come noi, ma sa portare e chi invece purtroppo, anche se fisicamente dotata, non sa portare. C’è anche chi si veste da signora, ma sotto sotto capisci quale belva ci sia nascosta.
Dopo le presentazioni, Debra è subito circondata da uomini che fanno a gara per attirare la sua attenzione, la cosa non mi stupisce; la sua apparente disponibilità è tanto palese che è strano non la vogliano già stuprare in gruppo. Ma lei sa come tenerli a bada, anche incoraggiando battute e doppisensi unitamente ai complimenti.
Le altre sono disponibili quanto lei e altrettanto nude sotto, ma Debra sa come attirare l’attenzione. Si muove sensuale, ride e non nega un sorriso a nessuno. A differenza delle altre lei non sta valutando gli uomini che le stanno intorno, non si sta offrendo a chi saprà dirle le parole giuste: sembra invece che si stia offrendo a tutti, indistintamente. Talvolta si liscia la gonna che tende a salire scoprendo sempre di più le gambe e quel gesto naturale è più eccitante di tante nudità che vedo esposte in giro.
All’improvviso vedo il suo sguardo illuminarsi, si allontana dal gruppo e mi raggiunge mentre sto chiacchierando con Fabrizia, con la scusa di prendersi da bere.
- Mi piace quello! – ammicca indicando un uomo tra gli altri, non così piano da non essere sentita anche da Elisa che intratteneva altre amiche.
- E che ci vorresti fare? – le domando.
- Sesso!
- Ti basta lui?
- Sì!
- Puoi averne quanti ne vuoi... guardali come sbavano per te.
- Lo so, ma ne basta uno... se...
- Se?
- Se mi fa godere come voglio io...
Fabrizia la sta ascoltando con occhi che sembrano uscirle fuori dalle orbite.
Debra non se ne cura, mi si avvicina e preme il corpo contro il mio abbracciandomi mentre mi supplica con gli occhi.
- Mi lasci?
- Hai voglia di quello (guarda caso era Michele, che in effetti era l’uomo più bello di tutti)...
- Tanta!
Ancora abbracciata a lei, lascio scivolare una mano lungo il suo fianco, scendo sul sedere quindi passo davanti, sollevo di poco la gonna e la tocco tra le gambe che lei apre leggermente. È completamente bagnata e caldissima tra le cosce. Nulla di tutto questo sfugge a Fabrizia e, a questo punto, neppure alle altre.
- Però... lo fai qui in sala, vero?... e non farmi soffrire, non baciarlo... Lo sai quanto mi piace vederti scopare, però non farmi del male...
- Grazie, amore. Lo sai che lo faccio anche per te. Prima o poi capirai cosa è un vero uomo e allora ti vorrò vedere. Lui mi sembra carino... non ti piace neppure un po’?
- Non so... so che mi piace vederti fare sesso con un uomo.
- Non solo a te piacerà, vedrai.
Con questa frase già si allontana e torna in mezzo al gruppo dei maschi qualcuno dei quali ha compreso il motivo del suo allontanamento e ora è in attesa degli eventi. La vedo puntare direttamente sull’uomo che ha scelto e cammina decisa a lunghi passi sui tacchi alti. La gonna le si solleva a ogni passo, si potrebbe dire che lei accentua quest’effetto che su un uomo è di sicuro devastante. So che lei gode anche di questo. Vista davanti è uno schianto, i lunghi capelli neri che le calano sulle spalle senza nasconderle, il seno fisso nella sua soda immobilità e il bacino seminudo che tenta di evadere da sotto il lembo di tessuto che la cinge in vita.
Quando sta per raggiungere il gruppo tutti sanno che è stata già compiuta una scelta e che sarà proprio la più figa di tutte a dare inizio alla vera serata.
Dinanzi al suo uomo lo prende per mano e, senza degnare di uno sguardo gli altri, lo guida leggera verso il divano. Fa sedere Michele, che recita un po’ la parte dell’attonito e già poco dopo gli si strofina accanto tenendo stretto in mano il bicchiere di vino che, sicuramente, non berrà. È bellissima quando lascia libera la sua innata carica erotica, sta eccitando a dismisura Michele e gli invitati che la stanno guardando e che hanno realizzato cosa succederà tra poco. Le donne sono affascinate quanto gli uomini, vedo che almeno due, Ambrogina e Luisa, si stanno già accarezzando da sole con moderazione, senza troppo nascondersi.
Debra si appoggia a Michele e lo bacia mentre lui le solleva la gonna scoprendole completamente il pube. Lei si lascia trasportare dalla passione e lo bacia sempre più intensamente, mentre tutti le possono vedere la figa depilata perfettamente e coronata da una sottile striscia di pelo sopra al clitoride.
- Ma... non le avevi detto di non baciarlo? - azzarda Fabrizia.
- Sì, ma tu non la conosci, lo so che lo fa per colpirmi, il bacio è teoricamente escluso nei nostri giochetti poiché indica una passione che va al di là del puro sesso. Per noi è una regola: ora lei non solo lo sta baciando ma lo fa con tutta la passione che riesce a tirare fuori... per farmi incazzare... perché vuole che li raggiunga! – rispondo a Fabrizia.
Michele intanto non perde l’occasione, gode della figa di sua moglie esposta a così tante persone e a quel punto si china a baciarla. Debra geme e gli trattiene la testa tra le gambe, spinge il pube contro la lingua e inizia a prendersi parte di quel piacere che cerca.
Da come la vedo coinvolta le do pochi minuti prima dell’orgasmo, è troppo eccitata per resistere a lungo. E so anche che già desidera qualcosa dentro. Quando un uomo ti aggredisce così è fatale. Infatti dopo una breve leccatina al membro di Michele, estratto dai jeans in fretta e furia, subito gli chiede di spogliarsi mentre lei si sfila la gonna.
L’avrei trovata molto più arrapante con la gonna sollevata e raccolta in vita, ma se lei tiene ancora indosso il top va ancora bene.
Uomini e donne intanto hanno fatto cerchio in silenzio, anche Elisa e Fabrizia, che si sono scambiate un bacio fuggevole.
Debra si sistema in ginocchio sul divano, sporge e allarga il culo offrendosi senza alcuna esitazione.
- Ti voglio!
Qualcuno si lascia sfuggire un mormorio di approvazione.
Le mani di Michele che le si poggiano sul sedere la fanno rabbrividire. L’attesa è terribile ma vuole che sia lui a prenderla.
E lui entra delicatamente, la apre appoggiandosi appena alle labbra.
Anch’io sento come se qualcosa m’invadesse, ma è solo immaginazione. Niente sta colmando il doloroso senso di vuoto che sento nel ventre e mi dona un piacere che non mi soddisfa.
Elisa ha portato su un cabaret otto falli, tre vibratori e cinque dildo, che teneva pronti da qualche parte. Sorridendo agli uomini che la guardano trasognati, appoggia il cabaret vicino a Debra e Michele che stanno facendo l’amore sul divano.
Debra si spinge contro Michele sin che non sente il suo bacino premere sui glutei, ora lo ha completamente dentro. Lui l’ha penetrata con facilità e lei si muove sfruttando tutto il suo pene, si allontana per poi tornare decisa contro di lui.
- Scopami! - lo incita - non so neanche come ti chiami... ma mi sto sciogliendo per te... dal primo momento che ti ho visto!
Non dice questo a bassa voce, quasi lo urla il suo desiderio con una tale intensità che non può restare ignorato. Infatti, lui inizia a muoversi spingendo con violenza e con ritmo veloce.
- Così mi piace! No, non rallentare...!
Lo prega, ma lui tentenna sino a uscire da lei. È certamente una recita, io lo so, fatta apposta per eccitare ancora di più i presenti.
- Che ti succede? - chiede lei.
- Sei... sei troppo...!
- Troia?
- Sì, sei troia e mi piaci, per questo. Però vorrei condurre un po’ io...
Debra non ci sta a lasciarlo comandare. A differenza di lui, lei vuole anche fare spettacolo. Allora approfitta dell’esitazione di Michele per alzarsi, andare in piedi con la schiena al muro portando per mano il suo uomo. Apre le gambe per la vista di tutti e cerca di prenderlo in quella posizione. Non è facile in piedi, lei è davvero alta con i tacchi e deve abbassare il pube per riuscire a farsi penetrare da Michele. Ora mi dispiace che il top le nasconda le tette.
Nel frattempo, al culmine dell’eccitazione generale, vedo Ambrogina che si avvicina al cabaret e sceglie con cura un vibratore; poi è Luisa a fare la stessa cosa. Poi lo fa un marito che un attimo dopo prende a braccetto la moglie, una certa Elena, e la costringe a sedersi sul tappeto a gambe incrociate vicino a lui. Lei gli sorride, poi s’infila il vibratore sotto la gonna e aziona il motorino che, nel silenzio, si sente distintamente.
- Piano! Così mi squarti! - ansima intanto Debra facendo finta di sentire male.
- Allora adesso ti piace...! - e le dà un colpo ancora più intenso del primo.
- No! Così mi fai male! - protesta lei - fammelo leccare un po’.
Altra scusa a beneficio degli astanti, si accuccia a gambe scosciate e lecca languidamente il membro di Michele, che lo ha messo accanto alle sue tette e le offre il cazzo da succhiare. Visibilmente lei si masturba con una mano. Sembra quasi in attesa che le arrivi un altro uomo tra le gambe e chissà non stia proprio sognando questo mentre continua a succhiare quel membro che poco prima aveva dentro. Gli altri nel frattempo non stanno solo a guardare.
Ambrogina e Luisa, osservate dai mariti, si sono spogliate completamente nude e si stanno masturbando con i vibratori una di fronte all’altra, in piedi, anche se ogni tanto danno un occhio a Debra e Michele. La prima a urlare il suo orgasmo è Elena che nel frattempo ha ceduto al marito il governo del vibratore.
Elisa e Fabrizia hanno tenuto camicetta e sandali, si sono sedute su due sedie vicine, le gambe diritte e allargate, e una sta masturbando l’altra a colpi di dildo. È la padrona di casa a gridare “Vengo, vengo” per prima: guardo verso la sua figa, e vedo che il dildo è quasi interamente dentro.
Degli altri, nessuno si fa avanti, però. Forse sono tutti rapiti dallo spettacolo e preferiscono guardare. Quasi quasi mi dispiace di essere ignorata. Nessuna delle donne mi ha avvicinata, probabilmente perché ha paura di Debra. E tra gli uomini evidentemente non c’è nessuno che abbia dell’iniziativa. In giro comincia a esserci forte odore di sesso.
Debra è sempre regista, conosce bene le reazioni di Michele ai suoi pompini, quindi smette in tempo, lo fa stendere sul tappeto, gli si accovaccia sopra e gli sbatte la figa sulla faccia, facendosi leccare sin che non vedo il suo viso trasformarsi. Non penso stia venendo ma gode veramente tanto.
Poi si alza e va al muro a riprendere la posizione di prima, ma questa volta offre il didietro e si fa penetrare così. Adesso lo incita a sbatterla con sempre maggiore violenza, lo vuole sentire dentro, a fondo e godere passivamente delle sue spinte. Non urla orgasmi ma si vede che è stravolta dal piacere quando in pieno delirio gli chiede di stendersi per salirgli sopra. Lui si sdraia di schiena sul tappeto e le fa cenno di coprirlo. Lei si sistema e si cala sul membro, lo prende con una mano, se lo fa penetrare con un’espressione spiritata in viso. Inizia a muoversi come solo lei sa fare in apparenza incurante di tutti quelli che la stanno guardando. Più o meno ora si stanno un po’ masturbando tutti guardandola. Debra si scopa fino a che lui tenta di sollevarla, lei insiste impietosa sino alla resa di Michele che, spingendo in alto il bacino, la riempie con il suo sperma. Debra non si ferma, non si cura dell’orgasmo di lui, continua a muoversi sopra quel pene che eiacula dentro di lei sin che non comprende che lo ha spremuto troppo. È chiaro che non ha avuto ancora orgasmi. Allora si solleva, si stende accanto a lui, apre le gambe e mi chiama a gran voce.
- Matilde, voglio te ora, ti prego... mettimi dentro un dildo!
Ne raccolgo uno, osservata da tutti gli invitati. Che nessuno mi abbia fatto delle proposte non toglie che sicuramente sono considerata, al pari di Debra, la più figa di tutte.
- E leccami, anche! - aggiunge Debra, mentre Michele si alza per poter vedere meglio ciò che si svolgerà tra poco.
Elisa e Fabrizia stanno godendo urlando in un 69 mozzafiato, con i dildo dentro.
Ambrogina e Luisa sono passate al rapporto etero: due uomini le stanno scopando con violenza da dietro, probabilmente hanno fatto lo scambio di coppia. Elena invece sta facendo l’amore con il marito, nella posizione classica del missionario.
Allorché infilo il dildo, non intero però, e subito dopo prendo a leccarle il clitoride, Debra ha degli spasmi sempre più violenti fino a urlare.
- Ahhh, ahhhh, vengoooooo!
Le mancava davvero poco ma aveva voluto rinunciare all’orgasmo per lo show. Adesso però lo ha avuto, tutti se ne sono accorti e pensano ne abbia abbastanza. Invece lei riprende fiato, mi dà un bacino di striscio per ringraziarmi ma poi si inginocchia di nuovo davanti a Michele per giocare con il cazzo di suo marito (ma a saperlo siamo solo in quattro, anche se in questo momento Elisa non ci vede neppure).
Lo prende tra le labbra con dolcezza e lui lascia fare.
- Non ti basta, vero?
- No!
- Ma...
- Voglio ancora godere!
Debra ci sa fare con suo marito ed è determinata, lavora quel cazzone in riposo mettendoci tutta la sua esperienza e la voglia che ancora ha dentro. Lo sente crescere tra le labbra e animarsi pronto a soddisfarla ancora. Ora che ha già goduto si può concedere d’osservare meglio quel bel cazzo, che ora è di nuovo duro. Insieme tornano al divano, nel frattempo miracolosamente rimasto libero, e si mettono una sopra l’altro nel classico 69.
Vanno avanti in quel modo a lungo regalando lussuria agli astanti. Debra lo porta al limite, quindi rallenta e si concentra sul proprio piacere, gioca con lui sin che non ne può più e gode ancora: - Ahhh, ahhh, mi fai godere, ahhhhh, arghhhh!
- Ora però te lo sbatto dentro!
Lui è posizionato di schiena sotto di lei, con forza la dispone con la schiena sul suo torace, in modo da far vedere a tutti quelli che ancora guardano, me compresa, quanto è sublime la figa di Debra invasa dal cazzo che esce ed entra da quella pancia meravigliosa. Sono sufficienti pochi colpi per farla venire anche perché lei teatralmente si sta masturbando il clitoride dal momento che è sicura che il prossimo orgasmo sarà profondamente vaginale.
- Riempimi ancora, cosììì, sììì – ansima mentre gode senza ritegno, un oltraggio a qualunque pudore, mentre Michele le schizza dentro la sua seconda dose di sperma e la sborra comincia a colarle tra le cosce.
Per un po’ gli rimane sopra, le gambe spalancate, i tacchi appoggiati al tappeto, poi lentamente si riveste, indossa la gonna e raccoglie il top che nel frattempo era volato via. Ha lo sguardo fisso nel vuoto e si muove languida. Si allontana da Michele senza baciarlo, mi passa accanto camminando un po’ incerta sulle gambe, poi accosta verso alcuni degli uomini che hanno assistito all’amplesso, si ferma dinanzi a loro e lentamente solleva la gonna.
- Chi vuole fare un po’ di pulizia?
Eh, no. Questo no. Questa mossa non doveva farla. Non so se è teatro, ma io mi precipito da lei in tempo per vederla aprire leggermente le gambe alla lingua di due uomini che già si sono inginocchiati. Intanto mi guarda e vedo che mi sta scongiurando di interromperla... mi butto tra loro e la costringo a lasciar fare a me.
Il suo seno nudo, il top in mano, si muove sensuale al ritmo di un respiro sempre più veloce e affannoso mentre il ventre torna a contrarsi spasmodicamente e i glutei si tendono sotto le mie leccate. Le bevo tutta la sborra di Michele, mentre lei rimane in silenzio sin che non reclina il capo come una regina volgendo il viso al cielo e geme ancora di piacere.
- Sìììì, amore, sìììì, cosìììì... mi fai venire ancora, ahhhh!!!
Soddisfatta del mio lavoro, la guardo ancora dal basso all’alto, mentre lei si sistema la gonna e ringrazia con un sorriso i due uomini che sono stati lì a guardare, quindi s’incammina verso una poltrona mentre indossa il top. Qualcuno le porge il bicchiere che non aveva bevuto prima e lei si adagia per guardare i risultati di ciò che lei stessa ha scatenato intorno.
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