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Matilde 06-12 - Con Debra al sexy shop


di Alex46
09.08.2019    |    1.136    |    0 9.2
"E intanto si alza, mi mette le mani sotto la camicetta, mi accarezza il seno, mi tormenta i capezzoli..."
Quando Debra arriva, mi trova perfettamente vestita e sistemata, dopo la seconda doccia della giornata. Mi legge in faccia le peripezie sessuali, sorride sorniona. Saranno le cinque di pomeriggio.
- Allora adesso mi dici qual è la sorpresa?
- Vorrei uscire con te e andare al sexy shop di via ... Mi hanno detto che lì la merce si può provare... cosa ne dici?
- Dico che mi prende un casino quest’idea... ma prima devi leggere questo che ho scritto oggi - concludo porgendole i fogli appena stampati.
Durante i dieci minuti di lettura, le sto vicina sul divano. Sento il suo profumo, sento quanto si sta gradualmente eccitando.
- Lo sapevo che la tua giornata sarebbe stata questa... quando incominci così... Mi piaci, dio se mi piaci... Matilde. Purtroppo ti ho pensata solo adesso in macchina, prima proprio non potevo. Sei grande! E poi hai scritto delle cose stupende!
- Bene, allora andiamo.
Dopo una mezzora ci troviamo ormai dentro il negozio, osservate come merce rara dagli uomini presenti. Gli articoli esposti sono davvero tanti, alcuni non so neanche cosa servano... solo leggendone il nome si può capire qualcosa. Voi sapete cosa è un anal plug, per esempio?
- Lo sapevi che qui il proprietario è una donna? - mi rivela Debra.
- Cerchiamo di lei, allora - rispondo dopo l’iniziale sorpresa - sai anche come si chiama?
- Sì, si chiama Monica.
Ma ecco che, senza bisogno di chiedere, una signora assai piacente di circa 40 anni compare e cui saluta: - Posso aiutarvi? Non vi ho mai viste qui da me...
- Sì, è la prima volta... Per lei poi è proprio la PRIMA volta - dice Debra accennando a me.
- Capisco - dice Monica - venite con me di là, nel mio ufficio. Decido di stare al gioco e di far finta di non sapere nulla di oggettistica.
- Cosa cercate? Un vibratore, un dildo? Qualcosa sado-maso?
- Il sado-maso non c’interessa grazie - precisa subito Debra - ma la signorina qui presente non ha mai provato le vostre delizie...
- Vorrebbe anche provarle, se del caso?
Arrossisco veramente.
- S...sì, forse vorrei anche provarle.
E così Monica ci apre la prima scatola, evidentemente tutti pezzi di “campionario”.
- Questo gira. E questo vibra. Questo gira e vibra.
Seguono una sfilza di misure e di altre caratteristiche di materiale. La seconda valigetta contiene invece le stesse cose ma di misura assai superiore... così faccio finta di meravigliarmi, ma anche di essere davvero interessata.
Debra prende un “mostro” verde da circa 20 cm e chiede a Monica: - Dove possiamo farglielo provare?
- Se la signorina non s’imbarazza, lì, sul divano. Se chiudo la porta, qui non entra nessuno...
Le due mi guardano in modo interrogativo. Io faccio cenno di sì. Allora Monica estrae da un cassetto un lenzuolo bianco e lo stende con cura sul divano di pelle. Debra è già pronta, ha afferrato una cremina e ha già preparato il dildo per me.
- La signorina preferisce che io non sia presente?
Non so cosa rispondere, ormai sono tutta eccitata dalla situazione. Poi esprimo il desiderio di non essere toccata da lei, ma le permetto di essere presente, in modo da dare i consigli giusti.
Mi avvicino al divano, ma esito. Per un verso ho voglia di esibire la mia “verginità”, per l’altro verso ho timore di non so cosa. Debra sembra invece sapere il fatto suo.
Mi guardo attorno, cercando di respirare fondo e di stare calma. Il divano sembra comodo e invitante, Debra mi fa cenno di accomodarmi.
- Io non sono lesbica - dico con voce fintamente tremante a Monica, ma intanto mi siedo sul divano.
- Mmmm, 40 euro, leggo. Giusto?
- Sì, quel modello costa 40 euro.
- Sei sicura, Matilde, di voler provare? Non sei obbligata...
- Sì, voglio provare. Voglio provare cosa significa.
- Guardi che neppure io sono lesbica - precisa Monica - perciò si rilassi e si goda quest’esperienza.
- Tirati su la gonna... - mi ordina Debra.
Ho addosso una gonna blu di cotone, ho le gambe abbronzate e nude, ai piedi dei bei sandali di Prada. Monica mi sta squadrando, ma io in realtà non provo alcuna vergogna, anzi il pensiero che Debra e io ci stiamo prendendo gioco di lei mi eccita al di là di quello che stiamo per fare.
Obbedisco e non solo. Mi scosto anche l’orlo degli slip.
- Quelli è meglio se li toglie - osserva Monica.
Obbedisco anche a lei, con una mossa che rivela molto delle mie intimità. Faccio scivolare gli slip sulle gambe, poi le agito fino ad avere gli slip alle caviglie. Godo al pensiero che Debra veda tutto ciò.
A questo punto sono lì, semisdraiata sul divano, con la figa esposta, gli slip ai piedi.
Debra intanto si fa dare le batterie. Il dildo è uno di quelli che fa anche da vibratore. Poi lo accende, al minimo. Da parte mia sento i primi sintomi di bagnato tra le gambe.
Mi meraviglio di me: oggi ho goduto come una pazza scopando Debra al mattino, mi sono masturbata con le mani parlando al telefono con Michele, poi mi sono infilata una bottiglia fino ad avere un’esplosione. E ora sono qui, in un negozio di sesso, non squallido devo dire come lo è la maggior parte, ma pur sempre un luogo di commercio di sesso. La mia amante mi sta porgendo un dildo di 20 cm vibrante e una perfetta sconosciuta mi sta a guardare, sperando che io goda abbastanza da spendere dei soldi...
- Allarga bene le gambe - mi consiglia amorevolmente Debra.
Mi appoggia una mano su una coscia, e io ho un tremito.
- Rilassati... farò piano...
Monica osserva tutto e non interviene, evidentemente giudicando che Debra sappia il fatto suo.
Io guardo il dildo, verde, del tutto simile a un cazzo, ma dalla lunghezza fuori del normale... Sto tremando leggermente. Il clitoride, evidente al di sotto dello strisciolino di pelo biondo che ho, cresce a vista d’occhio.
Debra mi accarezza le cosce con la mano libera, sempre più vicino alla vera attrazione, mentre io allargo le gambe al massimo. Poi improvvisamente si avvicina alla figa e si copre la testa con la mia gonna.
- Oh, dio - penso - questa vuol fare sul serio...
Con la lingua mi lecca brevemente fino ad arrivare al clitoride: e a questo punto vi si dedica, leccandolo, circondandolo con le labbra, succhiandolo. Io vedo la sua schiena, inginocchiata tra le mie cosce, i sandali con i tacchi che puntano all’esterno. La gonna è ancora quella di quando è uscita a fine mattinata, ma la giacca se l’è tolta e l’ha appoggiata al divano. Succhiandomi e leccandomi non fa alcun rumore. Io sento che per oggi devo ancora dare e posso ancora dare.
Va avanti in questo modo per qualche minuto. Monica mi guarda in modo da dubitare fortemente che io sia del tutto etero. Vuol vedere la novizia godere? La vedrà, questo è certo. E per sottolineare questa sicurezza, di mia iniziativa scopro la testa e i capelli neri di Debra, tirandomi su la gonna come volessi strapparmela dall’alto. Questo per Debra è il segnale: così lentamente mi appoggia il dildo, che è rimasto acceso tutto il tempo, senza premere, in attesa. Sono del tutto esposta allo sguardo di Monica. Godo qualche momento della situazione, poi con una mossa decisa, comincio a infilarmi io stessa il dildo, con attenzione, perché comunque oggi sono già successe tante cose. Ribalto la testa all’indietro, perché comincia un godimento che forse chiuderà questa giornata pazzesca.
Debra intanto si affanna ad allargare le labbra, in modo da permettere un inserimento più profondo. Ogni tanto avvicina ancora le labbra e mi eccita il clitoride. Il dildo è ora dentro per metà, e già mi sembra di essere letteralmente e piacevolmente squartata. Sarebbe un’agonia cercare di spingerlo oltre, così le faccio segno che basta.
Allora lei aumenta leggermente la velocità di vibrazione, e accenna a un leggero va e vieni.
- Sìììì - mormoro.
- Ti piace?
- Sììì, mi piace... dai, muovilo... scopami Debra... un po’ più veloce...
- Calma, Matilde, non ti agitare... impara a godere bene... più sei capace di durare, più godi... non è diverso che con un cazzo vero...
Ma non c’era verso. Ogni volta che dava un movimento un po’ più veloce, io la pregavo di sbattermi di più. Allora lei mette al massimo della frequenza.
- Sììì, così, scopami... dio che bello, mi sento così figa di fronte a voi... Più veloce, più veloce...
- Non vuole provare qualcosa d’altro prima di venire? - interviene Monica.
- No, voglio godere, ora... per favore... - riesco a dire con un filo di voce.
- Non toccarlo - mi ordina Debra lasciandolo a vibrare da solo lì dove è. E intanto si alza, mi mette le mani sotto la camicetta, mi accarezza il seno, mi tormenta i capezzoli...
- Cazzo, Debra, fammi godere... non ne posso più! Devo sborrare... ora!
- Ti scopa così tuo marito? No, vero? Godi mai così? E lo sai che lui è anche capace di tirarsi delle seghe, di ignorarti?
- S... sì, posso immaginarlo...
Quale marito, penso.
- È un porco, come anche mio marito, quel bastardo... tu devi essere fiera di quello che stai facendo... di quello che ti sto facendo... sai che puoi sempre contare su di me...
Ormai mi sbatte duro, ha lasciato stare le tette e mi manovra dentro e fuori il dildo. Mi sembra che la figa mi scoppi di goduria e di pienezza.
Ed è così che mollo un orgasmo sonoro, liberatorio, lunghissimo. Credo l’abbiano sentito nel resto del negozio... Un ahhhhhhh urlato, per nulla aspirato, cui succedono numerosi spasmi che mi durano due o tre minuti, durante i quali lei smette di muovere il dildo ma si guarda bene dall’estrarlo.
Dopo ancora qualche minuto di quiete ansimante, nel tentativo di reagire, mi alzo, ancora con gli slip alle caviglie, le mani sulla gonna abbassata e appoggiate alla pancia.
- Andiamo Debra, per favore.
- Sarò felice di rivedervi un’altra volta - ci cinguetta Monica.
- Paghiamo alla cassa? - dico io sbrigativa.
- Se vi volete accomodare avverto il commesso di darvi un esemplare in scatola regalo...
- Grazie, signora, lei è molto gentile.
- Dovere. Qualche volta anche un piacere - aggiunge guardando Debra in modo inequivocabile.
Usciti dal negozio ci precipitiamo a casa. Ho in mente di leccarla a morte prima di sfondarle la figa con questo nostro nuovo acquisto.
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