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Matilde 07-19 - Basta pillola (ottobre 2004)


di Alex46
01.10.2019    |    1.274    |    0 6.0
"Debra lo guarda con occhi sgranati, mentre si strappa via le mutandine..."
Basta pillola (ottobre 2004)
Squilla il telefonino, non vorrei rispondere. È Michele che mi chiede che sto facendo. Io gli rispondo che “mi” sto facendo un bel 15 centimetri.
- Mi sto scopando con il mio dildo rosso, amore, ce l’ho quasi tutto dentro. È tutto il giorno che ne avevo una voglia bestiale, pensando a te e a Debra, avevo la figa fradicia... Poi ho letto il tuo racconto... Va su e giù come il burro... Volevi dirmi qualcosa? Hai visto cosa è successo a Mosca? Eh, sì, la vita continua... Spero che non ti dispiaccia se mi faccio mentre parliamo... Il tuo racconto l’ho interrotto solo una volta per andare in bagno a trovare un po’ di sollievo... Vorrei che ci fossi tu al suo posto... Dio, è così eccitante farlo al telefono con te... Credo che sto per venire... oh, sìììì, vengo, ahhhh!
Non è certo la prima volta che Michele mi sente godere al telefono, e anche ora dice di avere un cazzo così duro da fargli quasi male.
- Mi sto aprendo la patta, e adesso comincio a pomparmelo!
- Vorrei essere lì e succhiartelo io. Ho ancora il dildo dentro, amore, e adesso mi sto anche accarezzando piano il clitoride... Chiudi gli occhi e ascoltami. Dove sei?
- Sul letto della mia camera d’albergo.
- Ti piacerebbe farti un’estranea, una che arriva lì in camera tua?
- Sì, ma non lo farò.
- Cosa ne diresti se, mentre sei lì a menarti il cazzo con me al telefono, entrasse una cameriera figa e stesse lì a guardarti? Guardala, Michele. Sembra che si sia eccitata vedendoti... Tu fai finta di niente, mi dici di togliermi il dildo e di usare le dita... Tu non vuoi che io sappia che lei è lì che ti guarda... Lei si è messa le dita di una mano sotto la gonna della divisa, tu leggi la targhetta con il suo nome, Maria. È alta circa 1,70, ora si scioglie i capelli, poi scuote la testa scompigliandoli come se avesse appena scopato un gruppo di clienti dell’albergo... Mentre lei si avvicina a te, io continuo la mia conversazione cercando di farti venire. Non ho idea della presenza della donna.
Ora Maria ha sbottonato interamente il suo vestito, che quindi è tutto aperto sul davanti, senza reggiseno. Tu accentui il tuo movimento di mano, lei si sta sfregando la figa freneticamente, prima di chinarsi su di te e di togliersi le mutandine.
È chiaro che vuole che tu la veda bene. Prende una sedia e, silenziosamente, la sistema vicino al tuo letto. Si siede, allarga le gambe per te e s’infila tre dita in quella figa che cola. Dai, pompati per lei, amore, schizzale addosso mentre stai parlando con la tua amante. Lei adesso accelera, e tu la segui. Io ti ho disobbedito e ho ancora dentro il dildo... I vostri occhi s’incontrano mentre lei comincia a tendersi e a godere, e non smette di guardarti mentre sussulta sulla sedia. Poi si calma, ma subito si lecca le dita bagnate della sua venuta. A te piace, vero, vedere una donna che si lecca le dita con le quali si è appena masturbata? Io intanto comincio a venire, dicendoti di sborrare anche tu con me. Maria ti sta facendo impazzire, tu godi che lei ti sta guardando e così finalmente vieni. Lei non perde tempo: dopo il primo schizzo ha già in bocca tutto il tuo cazzo pulsante. Io ti sento mugolare il tuo orgasmo, ma non m’immagino che tu lo stia facendo con un’altra donna!
- Beh, Matilde, non ho parole... mi hai fatto sborrare come un cammello con questa storia di Maria...
Il resto della telefonata è tecnico-logistico. Lui tornerà solo tra due giorni, Debra invece domani. Almeno con lei potrò smetterla di masturbarmi da sola, da ormai tre giorni...
La sera dopo Debra è con me, tutta eccitata, felice di rivedermi. Non passa molto tempo e già siamo assieme a fare l’amore. In quella telefona Michele, e rispondo io. Subito mi chiede dove è Debra.
- È molto impegnata, adesso non può risponderti... è molto impegnata qui tra le mie gambe, a leccarmi la figa... Ti dispiace se non te la passo e stiamo così? Anzi ora ascolta, perché io sto per venire... Sta lì, non staccare... Sì, ecco, cosììì, ahhha, vengo, Debra mi fai venire, ahhhh!
Dopo due minuti Debra riacchiappa il telefonino: - Voglio stare con Matilde per un giorno di seguito... ci leccheremo e ci scoperemo finché non arrivi tu! Adesso metti il telefonino in viva voce, poi sdraiati sul tuo letto lì da solo.
Debra appoggia il telefonino vicino a me, sento l’apparecchio che gracchia: - Beh, adesso cosa volete fare?
- Siamo entrambe in mutandine, sai, nella fretta... Però sembriamo entrambe, modestia a parte, due dee. Vedessi poi le areole di Debra attorno ai capezzoli...
- Tu non sai cosa sta succedendo, Michele... noi abbiamo l’impressione che qualcuno ci stia guardando dalla finestra... - attacca Debra.
- Ma quale finestra... in casa nostra nessuno può vederci...
- Sì, è vero. Ma questa sera sì - chiude Debra, decisa a continuare la sua fantasia - c’è il nostro vicino, Marco, che, completamente nudo ci sta osservando dalla finestra del suo bagno.
Non esiste alcun Marco nostro vicino.
- Ora lo vediamo benissimo, è lì con il cazzo in mano... e che cazzo... sta aspettando che noi ricominciamo... mi spiace che non possa sentirci, ci può solo vedere... Forse si è accorto che noi sappiamo di essere osservate... Matilde, hai voglia di prendere il nostro serpentone?
Non esito neppure un secondo a toglierlo dal cassetto. Debra lo guarda con occhi sgranati, mentre si strappa via le mutandine. E io la imito subito dopo.
- Matilde mi sta allargando la figa con le dita, siamo entrambe sdraiate con le cosce aperte verso la finestra. Ora prendo il serpentone e lo infilo, prima nella figa di Matilde, così... poi nella mia... Matilde sta movendo il bacino, trattenendo con una mano il “coso”. Dio, se è eccitante! Sento che il liquido mi sta colando giù per le cosce... e ce n’è ancora da infilare...
- Michele, pensa a quello che sta vedendo Marco - dico io - ce lo stiamo spingendo dentro assieme, si vedono le labbra delle fighe rientrare, quando spingiamo... è un’invenzione fantastica, questa! Lo sai, sembra proprio di scopare una donna essendo scopate...
Non ci vuole molto a farci esplodere. Quando sembra che Debra torni sulla terra, rimuovo il mostruoso dildo.
- Vorrei che tu fossi qui, Michele - rimpiange Debra - so che ti piace vedermi leccare Matilde, e io adesso lo sto facendo. Ha bagnato il lenzuolo, la troia. E ora le porgo la mia di figa da leccare, in modo che Marco possa godersi ancora un po’ di questo sesso depravato.
- Così, lecca, Debra, lecca.... Ci senti, Michele, come ci stiamo leccando? Ahhh, io vengo ancora, sìììì, io vengo, ahhhh!
- Ahhha, anch’io, anch’io, eccomi! - rimanda Debra.
- Anch’io sto sborrando, ragazze! Mi avete fatto venire a litri, ho tutta la pancia bagnata!
- Bene, adesso posso dirlo - annuncia Debra - da stasera non prendo più la pillola... Siete tutti d’accordo, vero?
- Certo che siamo d’accordo - concludiamo in coro.
- Beh, allora buona notte, amori miei - ci congeda Michele.
Da tempo la decisione era nell’aria, dunque ora è ufficiale. Ci sarà un bambino, prima o poi, di Debra e di Michele. Dunque un po’ anche mio. Ma ho bisogno di conferme, sento di aver tanto bisogno di amore, dentro di me ne sono piena.
- Debra, sei sicura della tua decisione? Sei serena?
- Certo, amore... tu no?
- Sì, anch’io, mi sento già chiamare «zia Matilde»... Ma tu vorresti più un maschio o una femmina?
- Non riesco ad avere una preferenza... meglio così, no?
- Sarà di sicuro bellissimo... non vedo l’ora, ti sogno già incinta, con il pancione...
- Ma per il momento il pancione non c’è... anzi io ho qui una fighetta che vorrebbe ancora attenzioni...
- Sai che anch’io provo la stessa cosa? È come se avessimo entrambe bisogno di un po’ d’intimità, tra di noi... In fondo questo figlio è un po’ una decisione presa in comune, lo sento già anche mio...
Nel frattempo ci siamo un po’ rivestite, sommariamente, scegliendo di girare per la casa, un po’ freddino, in shorts e top: ai piedi non i soliti tacchi alti, bensì un paio di comode sneaker. Praticamente non avevamo cenato, ci prepariamo un’insalata con un uovo a testa, ridendo e scherzando sul nostro prossimo futuro.
Fino a che Debra non mi afferra da dietro e mi abbraccia a mani basse sulla pancia. Io mi volto per baciarla.
- Ti amo, Matilde... - mi sussurra togliendomi il top. Poi mi stampa una serie di baci sul seno, poi si sofferma sui capezzoli, con qualche piccolo lecchino... Io mi arrovescio indietro, godendomi il suo amore e la sua dolcezza.
Poi tocca a me, l’aiuto a togliersi gli shorts (siamo senza slip), mi siedo di traverso tra le sue gambe e la lecco mentre lei cerca di offrirmi la figa con il bacino tutto in avanti. Sa di figa in modo davvero penetrante. Nel frattempo m’infilo un dito tra la striscia sottile di jeans e comincio a carezzarmi, ancora umida e odorosa degli orgasmi precedenti. Lei allarga le gambe per permettermi un migliore accesso, io cambio posizione, mettendomi in ginocchio a gambe larghe e continuando a masturbarmi.
- Fammi vedere che ti tocchi - mi dice.
Allora io mi giro, accucciata e a gambe larghe, in modo che possa vedermi dall’alto. Allorché Debra sente avvicinarsi l’orgasmo si sente debole sulle gambe e, appoggiata alla parete, si accuccia, costringendo me ad appoggiarmi sulla schiena sul pavimento per poter continuare a leccarla. E mentre lo faccio mi sembra di bere, i suoi umori, la mia saliva: le sto passando la lingua per tutta la lunghezza della fessura, fino al buchetto... e intanto ora mi sgrilletto il clitoride, sento che ho voglia di godere così... Fino a che lei sbotta: - Ahhhhh... Matilde, mi stai facendo colare la figa... mi stai annaffiando e prosciugando insieme... ora vengo... è la terza volta, questa sera, con te, amoreeee, ahhhh!
Io sto cercando disperatamente di farmi, mi sto sgrillettando a velocità frenetica, ma succede solo che mi eccito sempre di più...
Allora lei si sposta a cavalcioni sulla mia pancia e m’infila un dito nella figa, mentre io continuo nel mio pazzo moto rotatorio sul clitoride. Basta un attimo ed eccomi anch’io a godere come una cavalla forsennata: - Debra, vorrei avere io la sborra per fare un figlio con te... ahhh, godo, godo, quel tuo dito mi fa morireeee, ahhh!
Lei è scatenata, ma anch’io non scherzo. Sembra che ci siamo lanciate in una di quelle sessioni dove lo sfinimento chissà quando arriverà...
Mi sdraio su di lei, mi struscio, mi agito, quasi nel tentativo di compenetrarmi nel suo corpo, la stringo con le cosce, poi infine istericamente mi butto a leccarla, la penetro con la lingua, nel disperato tentativo di farla godere ancora, di farla mia ancora una volta. Mi sono sdraiata a terra, lei si è seduta sul mio seno e mi dà la figa aperta da leccare... E ci riesco, certo che ci riesco... I suoi sussulti sono deboli, ma mi dice che sta godendo con il cervello. - Mi stai chiavando la testa - mi dice in un soffio.
Poi, non so come, trova la forza di restituirmi il favore, che a questo punto non so più neanche se è un favore... Si butta anche lei con la testa tra le mie gambe e non se ne distacca fino a che non mi sente urlare. Perché stavolta urlo, urlo che sto sentendo quasi male. Che sto morendo di piacere, che dobbiamo smetterla....
In tutta risposta, lei che è più forte di me, mi tira su in piedi, mi spinge in bagno, mi sbatte per terra sulla stuoia pelosa e davanti allo specchio.
- Ora lo facciamo assieme e non smettiamo fino a che non siamo venute ASSIEME... Se no qui ci lasciamo la pelle...
Ha ragione, dobbiamo farlo. Avvinghiate per terra, ci sbirciamo allo specchio. Siamo uno spettacolo osceno, direi rivoltante. Non c’è più eros, c’è solo la violenza, la voglia di far morire l’altra o, se volete, di morire assieme...
Alla fine ci sistemiamo in modo che io sono sdraiata di schiena su di lei, entrambe a gambe aperte di fronte allo specchio. Abbiamo preso due vibratori, perché non potremmo sopportare l’introduzione di un dildo. Li accendiamo e ciascuna di noi se lo infila, guardando la scena nello specchio. Poi un mugolio, un gemito, ci fanno capire che questa è la strada giusta per finirci... ci siamo quasi...
- Amore, io ci sono... ci sono vicina... sento che tra qualche momento sarà irrefrenabile... sei pronta anche tu? - dico io in fretta e furia.
- Sì, ci sono, eccomi...
- E allora dai, dai, ecco, dai, ahhhh... ahhhh... arghhh!
- Sìììì, ahhhhh, che bello! Ci mancava, questo... ahhhh!
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