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Matilde 02-16 - Di nuovo in tre


di Alex46
06.03.2019    |    1.692    |    0 9.6
"Forse pensa che io sia arrabbiata..."
Non avevo neppure chiuso la porta. Così ritorno sui miei passi, sempre più eccitata e nervosa. Centinaia di volte avevo sognato quel momento e adesso che si è avverato mi sento senza forze, senza più nessuna energia. Richiudo la porta con mano tremante, poi mi costringo a prendere contatto con loro. Faccio a tempo a notare una bottiglia di vino aperta e resti di merenda.
Debra mi guarda da sotto le lenzuola, ma in qualche modo un po’ di tette salta fuori. Michele si alza in piedi, nudo, ma si vede che è un po’ preoccupato dalla mia reazione. Forse pensa che io sia arrabbiata...
- Ciao, amore, finalmente sei arrivata...
- Quando vi siete sentiti?
- Già questa mattina – mi risponde Michele.
- E visti?
- Non sono neppure due ore. Mi ha chiamato in ufficio e sono corso qui.
- Mi pare che non abbiate perso tempo – osservo sostenuta, ma si capisce che non sono imbronciata.
- Era ora che arrivassi, Matilde – mi ribadisce Debra.
Dentro di me è una vera tempesta. Già ero eccitata dopo aver letto ciò che mi aveva scritto Debra; già stavo per finirmi in bagno, poi la telefonata, adesso loro due assieme... Decido di darmi una mossa, così come un lampo mi vedo andare a prendere il mio vibratore e fare come se loro non ci fossero.
Mi stanno a guardare mentre lo estraggo dal cassetto, poi mi fissano ancora quando dico guardandoli a mia volta negli occhi: - La vostra fantasia preferita di tutti questi mesi, qual è? Io lo so qual è. E diventerà vera, questa sera.
Mi avvicino al letto dove loro sono seduti, mi chino anche per fargli vedere anch’io un po’ di tette da sotto il vestito.
- Ho un piano per noi questa sera: per noi tre.
E rivolta a Debra, con dolcezza: - comunque basta padrona e servi, ne abbiamo avuto abbastanza, vero?
Nessuna risposta da parte sua, solo un grande sorriso.
- Siete pronti, allora?
L’espressione attonita di Debra dura solo qualche secondo, poi scuote la testa in senso affermativo. Bene, dico tra me, ma la parte più difficile deve ancora arrivare. Debra mi guarda, poi guarda Michele, poi mi riguarda: - OK!
E a quella sillaba finalmente mi rilasso un po’.
Fuori si sente che s’è alzato un forte vento, io mi metto a ridere un po’ nervosa ancora: in realtà non ho alcun piano, volevo solo fare pari a punteggio con loro, rialzandomi dalla mia sorpresa con un bluff. Non riesco a togliermeli dalla mente, immagino la loro scopata di poco fa.
Così mi ricordo dello champagne che ho in frigo: ne riempio tre bicchieri e ritorno al letto. Non si sono mossi, stanno ancora aspettando.
- A noi – dico alzando il bicchiere.
- Al piano che hai per noi – dice Michele.
- Alle nuove esperienze – brinda Debra: e a quel punto ci tocchiamo i cristalli e accostiamo alle labbra i bicchieri.
In silenzio Debra si alza, non a piedi nudi, e va con il bicchiere accanto alla finestra. Fuori le chiome degli alberi si stanno agitando con l’ultima luce che se ne va e i lampioni appena accesi. È completamente nuda, slanciata sui suoi tacchi alti, bellissima, una seduzione perfetta. Al collo la sua beneamata collanina di corallo. Si gira verso Michele, lo guarda bevendo un sorsino, con una mano si accarezza un seno leggermente: e intanto gli sorride. È lì, nuda, si lascia guardare da me che sono ancora vestita con un bicchiere in una mano e il vibratore nell’altra; e si lascia guardare da Michele, stravaccato sul letto con lo sguardo adorante.
- Ho un po’ di coca. V’interessa?
- Come l’hai avuta?
- Girava in ufficio qualche giorno fa. Sai che non sono mai stata entusiasta. Un collega a tutti i costi ha voluto farmene gentile omaggio.
- Io ho provato – dice Debra, quando stavo con Roberto. Con lui non mi ha fatto sto grande effetto... però si può riprovare.
- Io non ho mai provato, anche se ne avrei avute parecchie di occasioni. Ma con voi posso farlo.
E allora prendo la bustina che tenevo nascosta in un cassetto, ne spargo il contenuto sulla superficie lucida di un libro, poi con un coltello riduco il mucchietto di polvere in sei righe.
Nel frattempo Michele ha tirato fuori una banconota, l’ha arrotolata e me la porge: - A te, naturalmente, per prima.
A turno ci aspiriamo nel naso una riga a testa, lasciando per dopo il resto. Ci sfreghiamo un po’ il naso, cercando di deglutire al meglio la strana sensazione che provoca nella zona tra palato e coane.
Sono come trasognata quando Debra mi si avvicina, sento vampate di calore trasudare dalla mia pelle. La lascio togliermi il vestito, due spalline giù e via, poi le mutandine, che mi sfila con cautela lasciandomi le scarpe. Quando Debra si rialza sfiora i suoi seni sui miei, poi con un sorriso d’intesa con Michele mi prende la mano e mi porta sul letto, vicino a lui.
Dapprima gioca un po’ con me, facciamo finta di fare la lotta: mi ritrovo io sopra di lei. Michele, non più sdraiato sulla schiena, ci guarda affascinato. Poi lei si divincola, si avvicina a lui e lo bacia con passione. Io sento il respiro che si blocca a quello spettacolo, ma è solo desiderio e non voglio perdermi nulla. Tiro giù il lenzuolo e mi prendo in bocca il cazzo duro di Michele, leccandolo poi tutto dalla base alla punta. Poi prendo a succhiarlo e mentre gli tengo le balle con le mani a coppetta, me lo mando su e giù per la gola.
Non voglio che venga troppo presto, così dopo un po’ lo lascio e mi sdraio anch’io sul letto accanto a lui che sta baciando e succhiando le tette di Debra. Avvicino anch’io la mia tetta sinistra vicino alla sua bocca, accanto alle tette di Debra, voglio anch’io essere leccata e succhiata. Inutile dire che mi sento la figa scoppiare di calore, non ne posso più di preliminari e di tensione. Mi sposto, mi acconcio e mi trafiggo letteralmente sul cazzo di Michele e lo faccio mentre Debra si siede sulla faccia del nostro uomo e si fa leccare la figa. Lei sta quasi tremando, di piacere.
- Mi ero quasi dimenticata di come lecchi, amore. Adesso leccati la tua sborra, così amore...
Io mi muovo su e giù sul cazzo di Michele, guardando come Debra scopa la sua faccia rigirando il bacino e muovendo la zona pelvica. Lei ha le braccia protese in avanti perché si appoggia al letto, io gliele copro con le mie e in un attimo ci troviamo con le bocche avvinghiate. Cerco di fare in modo che mi entri con la lingua il più possibile dentro. Abbiamo fame l’una dell’altra, ci esploriamo la bocca, tratteniamo il respiro e intanto godiamo dell’uomo che ci stiamo dividendo sotto di noi.
Ho desiderato troppo a lungo quelle labbra per non sentirmi elettrica e intanto guardo il seno di Debra che sfiora il mio, così mi stacco dalla sua bocca per cercare l’incavo dei suoi seni e bagnarlo di saliva.
Ma Michele è troppo bravo a leccare e ben presto, improvvisamente, Debra viene, me ne accorgo perché mi stringe e mugola mentre continua a strusciarsi la figa sulla bocca di Michele. Intanto sono vicina anch’io, non vedo l’ora di saltare nel precipizio dell’orgasmo che questo cazzo magnifico mi sta procurando. Debra, lungi dalla soddisfazione, è sempre più concitata: - Posso prendere il tuo posto?
Mi stacco malvolentieri ma acconsento: dopo tutto è lei in astinenza con Michele... perciò sono felice di farlo, anche se il desiderio di orgasmo mi sta facendo impazzire.
Perciò ci scambiamo la posizione e vado ad accosciarmi sulla faccia di Michele che chiaramente non chiedeva altro, sempre con il viso rivolto verso Debra che intanto ha cominciato a cavalcarlo come un’ossessa. Gli stringo la testa tra le cosce e vedo il cazzo di Michele che le esce e le entra, mentre la figa le si plasma a ogni movimento. Sentiamo che Michele si sta tendendo nell’orgasmo vicinissimo e allora insieme gli sussurriamo di non venire ancora, per favore, aspetta...
- Aspetta, amore, non ancora, facci godere ancora – insiste con foga Debra.
Lui intanto, non smette di leccarmi e di farmi sentire la regina delle troie che godono. Credo che lo aiuti a sentire meno il piacere che la figa di Debra gli sta dando. Sento che si sta sforzando di non ejaculare come un cammello.
- Cazzo, sto venendo, Debra mi fai venire...
Debra allora si ferma, vuol prendere tempo, si toglie l’uccello dalla figa e me lo mette in bocca, costringendomi a chinarmi sul corpo di Michele. Poi anche lei si mette lì a leccare, facendo poca attenzione a dove mette la lingua, sulle mie labbra, sul cazzo, ovunque. Intanto è chiaro che si è cacciata due dita nella figa e lo sta dicendo a voce alta.
- Ho due dita nella figa, ragazzi. Voi mi fate morire, io spero di sborrarvi addosso tutta questa libidine di cui mi avete caricato in questi mesi. Siete due bastardi.... Godo, aah, godo, dio se godo. Cazzo, questo è sborrare, tutte le seghe che mi sono tirata, tutti i cazzi finti che mi sono ficcata dentro e tutti i cazzi veri, anche se quelli sono stati pochini, non valgono niente di fronte a queste due dita che mi sto facendo andare su e giù per voi, brutti bastardi, luridi bastardi che non siete altro...
- Sì, saremo bastardi, ma tutte le volte che abbiamo scopato o ci siamo masturbati lo abbiamo fatto per te e con te nel pensiero, credici – dico io, mentre mi divincolo e vado a infilarmi ancora il cazzo di Michele in una figa che più rovente non si può: non sono ancora venuta questa sera, e adesso basta.
Gli monto sopra, e me lo sbatto senza esclusione di colpi fino a che lo sento sborrare senza un grido, solo il cazzo e il corpo duri: allora mi lascio sborrare anch’io, urlando come una selvaggia il nome di Debra.
- Debra, per te, per te veniamo per te.
Stiamo venendo tutti e tre assieme in modo quasi drammatico, se qualcuno ci vedesse gli potrebbe prendere paura. Abbiamo dei volti sconvolti, rantoliamo frasi mozze, ci rotoliamo l’uno sull’altro.
Poi Debra si lecca il cazzo di Michele con tutta la sborra mia e sua, e trangugia rumorosamente come una troia.
Nel momento di calma che segue ci abbandoniamo entrambe sul corpo disteso di Michele, che non muove un muscolo e rimane silenzioso. Poi improvvisamente si riscuote, si libera di noi con grazia: - Devo andare un momento in bagno.
Non so come trovi la forza. Debra e io siamo come sfinite e l’unico segno di vita sono le nostre dita intrecciate che palpitano e si danno segnali di amore. Entrambe sappiamo che non è certo finita, che abbiamo appena incominciato, però ci godiamo questo momento di assoluto relax con tanta gioia e serenità.
Al ritorno, Michele ci trova esattamente come ci aveva lasciate: - Ragazze, vado a fare due spaghetti. Vi interessa?
- Mmm, bravo, bella idea – rispondo – come li vuoi fare?
- Se vi accontentate, li farei con i pomodoro freschi, li ho visti nel frigo...
- Va benissimo – concludo, richiudendo gli occhi e strofinando il viso sulla schiena di Debra nel tentativo quasi di prendere sonno. Ma lei si risveglia e senza dire niente, con un viso imbronciato da bambina si rigira verso di me, si alza sui gomiti e sulle ginocchia e mi sorride: - Girati, sdraiati sulla schiena.
Io obbedisco, più incuriosita da quello che seguirà che non conscia di avere accanto a me una furia della natura.
- Cosa vuoi fare? – mormoro inghiottendo saliva.
- Fidati e rilassati.
- Ma tu sei andata a letto con qualche altra donna? – le chiedo.
- Sì, l’ho fatto. L’ho fatto con una fotografa, praticamente una vera lesbica. Ero disperata... Magari una volta vi racconterò...
Intanto mi guarda per vedere se sono gelosa. Io lo sono, ma non dico niente.
E subito dopo non perde tempo: appena capito che mi sono abbandonata a lei, mi tocca la peluria, mi accarezza leggera le labbra della figa. Poi si avvicina con la lingua, una lingua particolarmente calda, quasi da scottarmi, me la infila più profonda che può, poi la muove all’interno solo con movimenti laterali.
All’inizio mi eccita più che altro il pensiero, di lei che mi lecca mentre Michele ci sta preparando gli spaghetti, lo sento anche indaffarato in cucina. Poi, di mano in mano che il lavoro di lingua accompagnato da rumori soffocati e succhiate mi penetra in profondità, ecco che incomincio a sentire l’eccitazione, la voglia di non rimanere inerte a lasciarmi fare. Intanto le somministrazioni di Debra diventano sempre più vigorose, sento quasi la sua lingua indurirsi. Poi lei si stanca e decide di infilarmi un dito, poi due, poi tre e di muovermeli dentro sempre con gentilezza e rispetto.
- Debra, mi stai facendo venire con quelle tue dita... continua così, sì, così.
- Michele – urla Debra quasi facendomi trasalire – vieni a vedere!
Michele arriva quasi subito, ci vede così prese tra noi che lo guardiamo con espressione di sfida, come dire: allora, sei pronto? Noi siamo a questo livello, e tu?
Debra non smette di mandarmi su e giù per la figa tre delle sue dita.
Lui, ancora completamente nudo, preferisce sedersi vicino a noi e dire: - Dai, continuate. Voglio vedere dove volete arrivare.
Ed è in questo momento che decidiamo di sniffare ciò che ci è rimasto. In breve la copertina del libro rimane pulita, con il dito l’ultimo di noi, Michele, si spazzola la bocca. Lo facciamo velocemente, impazienti di riprendere dove avevamo lasciato.
Debra prende a sbattermi la figa con le dita ancora più veloce di prima, con l’evidente intento di farmi sborrare al più presto. Io mi concentro su quella splendida sensazione e quasi non mi accorgo che nel frattempo Michele si è messo dietro a Debra. È di nuovo duro il nostro campione, così non perde tempo a infilarlo nella figa di Debra da dietro.
Le dita di Debra si muovono bene davvero, io sto da dio, godo di fare l’amore così, di piacere così a entrambi. Poi sento una leggera spinta di un altro dito di Debra, questa volta deciso a entrare nell’altro mio buchetto. Comincio a tremare perché l’onda dell’orgasmo alza il livello di guardia.
Debra ora prende tra due dita il mio clitoride e lo palpeggia come un piccolo pisello, intanto non si capisce se vuole o no infilarmi l’altro indice nel culo, che è lì che aspetta voglioso. Poi finalmente spinge un po’ di più ed è a quel punto che mollo una sborrata ciclopica, senza dire nulla però. Ogni mio nervo ha preso fuoco, e sto lì tremante a guardare loro che a questo punto si concentrano nella loro scopata.
Così mi giro, vado con la faccia proprio sotto alla sua figa presa a colpi dal cazzo di Michele, che entra ed esce con sciacquii e sciabordii.
Raggiungo cazzo e figa con la lingua, ma non è facile leccarlo, si muove troppo. Così limito il tiro alla figa fradicia di Debra, leccandola a mia volta e facendola mugolare con espressioni ancora diverse di piacere. Incoraggiata da questo, continuo a leccarla sul clitoride che lei mi preme sulla faccia mentre assorbe le bordate di Michele.
In tutto questo movimento accidentalmente il cazzo di Michele fuoriesce per sbaglio e allorché lui cerca di riprendere la posizione, lei lo blocca dicendogli: - Non lì, non lì. Matilde, potresti prepararmi?
E mentre lo dice si tira più avanti, in modo che fosse inequivocabile il suo desiderio. Ho ancora fresca la sensazione del suo dito dentro di me, come mi aveva reso davvero selvaggia, così anch’io le prendo le natiche, gliele allargo e con la lingua cerco di entrare, mentre lei, esperta della cosa, sa che deve spingere e non stringere, in modo da favorire la mia lingua. Che entra, eccome se entra! Le esploro le pareti interne del culo e ogni tanto ritiro fuori la lingua per gustare fino in fondo il suo sapore, le sue più intime secrezioni.
Lei intanto si scioglie nel piacere, con una mano si tocca davanti, in modo teatrale. E mentre io le lecco il buco del culo e lei si masturba il clitoride dice: - Michele, per favore, prendi la vaselina.
- È in bagno, nel mobiletto, in alto a destra – gli dico, uscendo per un momento con la lingua.
Quando la vaselina arriva, ne prendo un po’ con il dito e la spalmo intorno e dentro il buco del culo di Debra, che intanto non smette di toccarsi, anzi si eccita sempre di più: - Che bello, questo mi fa sentire tanto troia!
Non ci vuole molto a prepararla. Michele è già pronto da parecchio, dunque non esita neppure un secondo di più e le avvicina il cazzo. Poi incomincia a spingere piano, mentre io lo aiuto a entrare, a convogliarsi nel modo giusto. Trovato l’avvio, Michele non spinge subito ma attende facendo solo una lieve pressione. Io guardo estatica, da vicino, questo cazzo che vuole entrare, che vuole ora qualcosa di diverso, non certo di nuovo, ma un’inculata è sempre un’inculata e ogni volta fa una grande differenza.
Piano piano il cazzo entra, mentre vedo i centimetri svanire all’interno, a ogni lieve avanzata io con il dito metto altra vaselina, facendo una lieve pressione sui bordi dello sfintere, in modo che la crema entri anche dentro. E mentre questo succede il culo di Debra sembra allargarsi, cosce e anche. Forse è solo un’impressione, ma sembra si allarghi anche il bacino.
Lei all’inizio stringe le labbra e i denti dal dolore, ma sappiamo che è solo il primo momento: poi comincia a rilasciarsi e allora la sensazione diventa meravigliosa, al massimo quando il cazzo di Michele è tutto dentro. Solo a quel punto Michele comincia il movimento di va e vieni.
Per un po’ li guardo, poi mi riscuoto ed ho un’idea. Anch’io mi spalmo il culo di vaselina e vado a sdraiarmi vicino a Debra con il sedere all’aria.
Michele comprende al volo la situazione: - Debra, non ti offendere, ma Matilde ne vuole un po’ anche lei...
- Prego, purché poi però sborri dentro a me.
Michele si stacca da lei e ricomincia daccapo con me. Stesse precauzioni, stessa gentilezza, mentre Debra mi ricambia facendo le stesse cose che le ho fatto io.
Così finalmente tocca a me di sentire l’intero cazzone in fondo al mio intestino, una sensazione bestiale, di goduria profonda e selvaggia.
- Puoi farla venire nel culo questa troia? – gli chiede Debra guardandoci e accarezzandosi la figa – vorrei che tu la facessi sborrare e poi tornassi da me, se ti è possibile.
- Certo che posso, con due troie così posso qualunque cosa – le risponde Michele ormai al culmine dell’eccitazione cerebrale e con un cazzo così marmoreo da non dover temere alcuna eiaculazione prematura. E, in più, la coca.
Rassicurata dalla risposta, Debra si pianta davanti alla mia faccia in ginocchio, ma a cosce allargate, la figa ben visibile davanti al mio naso. Con alcune dita si sta lavorando la fregna, con l’altra mano ha acceso il vibratore che era lì nei paraggi abbandonato da me e se lo infila nell’ano con quell’espressione da vera vacca che ogni tanto è capace di tirare fuori.
- Ragazzi, siete forti. Tu Michele che ne inculi due per volta, noi troie che ci stiamo e nel frattempo io mi sbatto il culo con questo cazzetto. Perché non vedo l’ora che tu, troia che non sei altro, sborri nel culo e me lo lasci per me. Perciò guardami come mi faccio, guarda come me lo muovo, senti come ronza, come vibra. Ho bisogno di cazzo, io. L’avete capito che ho bisogno di cazzi? Mi farei sbattere da due uomini assieme, ma solo di fronte a voi che siete i bastardi della mia vita. Ah, godo, aahh, godo, godo, mi fate godere brutti maledetti bastardi...
Intanto Michele mi affonda colpi su colpi nel culo. Io sento come un bastone che mi arroventa e mi comprime le budella. E lo sfogo della figa che sbrodola non basta, devo assolutamente venire anche se continuerei per ore così. Vedere l’orgasmo plateale di Debra mi ha eccitato ancora di più, così sento crescere dentro di me un’onda terrificante, che mi trascina a fondo, mi rivolta come un calzino e mentre lo fa mi fa sentire la donna più donna del mondo. Perché sono pronta a giurare che una donna per essere tale deve avere il culo rotto oltre che la figa sfondata. Sono pronto a giurarlo e lo dico forte: - Così, dai spaccami il culo, Michele. Mi stai facendo godere come solo tu sai fare... e tu, troia, guardami, perché una buona percentuale di come sto godendo la devo a te...
E mentre dico queste porcate vengo senza ritegno, trovo anche tempo e modo d’infilarmi un dito nella figa per sentire il corpo solido e intruso ben poco distante.
Debra mi bacia, mentre ancora ho dentro il cazzo che mi ha allargato il culo. Poi si alza e va a controllare, aiuta Michele a uscire. Si vede che le bolle non solo la figa, ma tutto il corpo. Sembra posseduta, in realtà vuole solo farsi possedere.
Michele non le riserva più i complimenti di prima. Le toglie il vibratore dal culo, me lo porge ed entra senza tante storie con il cazzo. Io li guardo ancora rintronata con il cazzetto in mano, ancora vibrante. Mi sento evaporata, ma anche stregata da tutto questo sesso. Accarezzo le balle a Michele, che la sta pompando di brutto.
Lei fa la vacca integrale, con espressioni e rantoli di pura estasi materiale.
Le vado vicino al viso, che ha gli occhi chiusi. Poi le forzo il vibratore tra le labbra, sporco di vaselina e di umori anali. La guardo mentre lo succhia, perché anche questo le sembra una degradazione, e certamente lo è, ma quanto erotica!
Sono esausta e dolorante, mi sembra che mi abbiano spaccato il culo e probabilmente è la verità. Adesso godo a vederlo spaccare anche a lei dal nostro maschio.
Il loro orgasmo simultaneo è, per così dire, definitivo. Non lascia posto ad altro nella serata se non coccole, carezzine e dolcezze. Ci sembra che la nostra stagione d’amore debba e possa durare per sempre. E pensare che fino a qualche settimana prima Debra era seriamente determinata di chiedere a Michele la separazione.
- Ho passato davvero un gran brutto periodo senza di voi, ma non me la sentivo di essere quella che si sottomette. Ho avuto però paura di essere così. L’unica soluzione era non vedervi, neppure sapere cosa facevate, se mi pensavate. È stato durissimo, però.
- Che cosa ti ha fatto tornare sui tuoi passi? Hai capito che forse è stato davvero nient’altro che un gioco tra di noi?
- Sì, forse. Ma più di tutto è il tempo che mi ha fatto maturare. Oltre ad alcune esperienze magari eccitanti ma per nulla felici. Sapete, non c’è limite a quanto si può godere. Però dopo c’è sempre un sapore così amaro e si soffre davvero tanto. Noi abbiamo un bel dire che siamo due grandi troie. Il problema è che siamo continuamente regolate dai nostri sentimenti, cui non si può dare il minimo comando. E per Natale evidentemente qualcosa mi è maturato dentro. A proposito, che facciamo a Natale? Come siete messi?
- Per Natale, vedremo.
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