Racconti Erotici > trio > Matilde 04-08 - Così gode Debra
trio

Matilde 04-08 - Così gode Debra


di Alex46
14.05.2019    |    1.778    |    0 9.6
"Per esempio cosa le facciamo fare subito? - Direi jeans e canotta, sul letto: erotica ma casalinga – rispondo dopo una breve esitazione..."
- Stabiliamo subito quanti set fare... io direi tre e non uno di più – propone Debra mentre in Tv fanno cantare il povero Umberto Bindi, morto qualche giorno fa.
La sera prima, dopo cena, avevamo riguardato e discusso le fotografie che Michele mi aveva fatto e Debra aveva espresso il desiderio di posare pure lei.
- Michele, sei diventato bravissimo con le luci! Mi sembra che ora le tue foto non siano più così da dilettante. Le prime che facevi erano un po’.... come dire, crude. Ora è diverso!
- Beh, si cerca sempre di migliorare... aveva concluso Michele, modesto.
Poi i due avevano fatto l’amore, con la mia benedizione. All’inizio avevo avuto intenzione di partecipare, poi però non me l’ero sentita. Ero decisamente stanca.
Adesso invece è domenica pomeriggio, questa mattina siamo andati all’Ikea a comprare due cazzatine e una serie di sedie per la cucina.
Avevamo anche mangiato il salmone svedese, prima di affrontare una terribile coda alle casse.
- Posso aiutarti? – chiedo a Michele quando comincia a trafficare con l’attrezzatura.
- Certo che puoi, magari mi aiuti soprattutto per le idee. Per esempio cosa le facciamo fare subito?
- Direi jeans e canotta, sul letto: erotica ma casalinga – rispondo dopo una breve esitazione.
- Ok, approvato. Vado a prepararmi – conclude Debra – al dopo penseremo poi.
Io resto vestita con il mio miniabito bianco, che avevo già su questa mattina con addosso il giaccone, ma per comodità mi sono tolta le scarpe.
- Come scarpe cosa metto? – ci urla Debra dal bagno.
- Niente, sei in casa a piedi nudi. Non sarai mai ripresa a figura intera, vorrei mettere l’accento sul tronco più che sulle gambe o sul totale.
Debra si presenta con un paio di jeans senza cintura e una canotta blu con lo stemma di Superman.
- Prima facciamo un po’ di soft – dico io, assai compresa nella parte della regista.
Inizia così una lunga serie di pose, lei che (inginocchiata sul letto, ma non si vede) ci guarda con le mani sui capelli e la pancia generosamente esposta, lei che a canotta sollevata si tormenta i seni, ancora lei che, sempre in ginocchio e una mano appoggiata sulla coscia, s’infila una mano nella patta dei jeans e va a esplorare le gioie del cavallo dei pantaloni. La canotta le è tornata giù, le pose così sono più di una, tanto che un lieve sospiro sfugge a Debra.
Ora la vogliamo in piedi, ripresa prima davanti e poi di dietro, i pantaloni abbassati a metà coscia e in assenza di mutandine. Quando poi si piega in avanti offrendoci alla vista totale il suo bel culo, Debra non riesce a trattenersi dall’infilarsi appena un dito, sia pur tenendolo fermo...
- No, dai, non ancora... aspetta ancora – le dico.
Nelle pose seguenti la facciamo distendere sul letto, sempre con i jeans a mezz’asta, le gambe in aria. Ormai Debra respira con affanno e a un certo punto s’infila ribelle di nuovo il dito nella figa.
Ma alle nostre preghiere riesce ancora a dare un minimo di ascolto e ancora si trattiene.
- Mi eccita troppo farmi vedere così!
Ora è la volta di piani più ravvicinati sul culo. Toltasi i pantaloni, lei lo agita per aria, in ginocchio sul letto, assume posizioni di sua iniziativa, dettate dalla voglia che ha dentro. Poi sempre più vicino, come se la macchina volesse entrare in quei due buchini così graziosi, così liberi, senza dimenticare il resto del corpo, archiviato in memoria...
Finalmente le dico che può rilasciarsi e dare il meglio di sé. Lei si sdraia sulla schiena, si aggiusta comoda, quasi cercando di spalmarsi sulle lenzuola. Noi fissiamo una ripresa, scattando senza mai cambiarla, lottando con la profondità di campo per avere tutto a fuoco, dalle cosce alla testa.
- Siete pronti? – ci chiede.
Lei ora fa finta di dormire, un ginocchio verticale e l’altro appoggiato sul letto, poi sobbalza, si rialza sul busto, ci guarda con curiosità. È stupenda nel suo candore, nella sua offerta. Così sembra quasi una ragazzina, sorpresa nella sua cameretta.
Ma è solo un attimo... lei si mette una mano sulla figa, in modo che l’angolo tra indice e medio vada a toccare il clitoride e lì fermarsi, come se questo fosse una protuberanza, un ostacolo... poi, quando si penetra con il dito, riporta il capo in avanti e si guarda a bocca semiaperta, cominciando evidentemente a godere.
Un orgasmo veloce, ma non così tanto che non possiamo eternarlo con almeno due o tre scatti.
Il secondo set si svolge ancora sul letto, ma con molta più luce, per suggerire il pomeriggio solitario. Abbigliamento molto semplice: mutandine e reggiseno azzurrini. Qui facciamo solo glamour, lei che medita sdraiata di pancia davanti ad alcune carte da gioco sparpagliate, lei con la schiena sul letto e il seno esposto, poi ancora così, ma a gambe piegate e aperte, mentre sembra che guardi qualcosa, tipo la televisione; infine una veloce toccatina sulla figa, scostando le mutande, prima guardandosi poi completamente sdraiata. Debra non ce la fa a trattenersi ed eccola venire di nuovo, si è appena sfiorata eppure un altro piccolo orgasmo si è aggiunto quasi a tradimento, penso senza che lei lo volesse. Ma, d’altra parte, se fosse tutto prevedibile...
È stato tutto talmente breve che decidiamo di continuare, senza cambiare nulla. Michele mi fa alzare per prenderle il dildo e averlo così a portata di mano. Lei la sistemiamo contro la parete, vicino alla cassettiera. Ha già le mutandine abbassate e il reggiseno è sopra le tette, inutile.
Lei si siede a terra e comincia a masturbarsi furiosamente con un dito, guardandoci con aria complice ma un po’ corrucciata. Quando è quasi al limite dell’orgasmo la facciamo rialzare in piedi, le porgo il dildo e lasciamo che lei si faccia da sola, come vuole, purché stia appoggiata alla cassettiera.
Ne segue una lunga scopata di dildo, in piedi a gambe larghe, lo vediamo davanti e di dietro. Durerà quasi dieci minuti, durante i quali io m’avvicino alla cassettiera, prendo la foto del loro matrimonio e l’avvicino al gomito di Debra che non smette neppure per un momento di fottersi.
Poi guardo Michele, che mi fa cenno di sì con la testa «sì, riesco a farcela entrare». E così, finché morte non vi separi, avrete anche questo ricordo, Debra che gode da sola e sguaiata accanto alla foto delle sue nozze, il dildo quasi completamente dentro al suo sesso.
- È davvero stata oltraggiosa la tua idea – riesce a dirmi Debra quando si riprende – e mi ha fatto godere da pazzi.... Vero che sono riuscita a eccitarvi?
- E ce lo chiedi? – osserva Michele.
Michele aveva notato che occorreva dare una stretta a una vite del cavalletto, così si reca con lo strumento nel ripostiglio dove tiene gli attrezzi. E dopo aver lavorato di cacciavite neppure un minuto ritorna da noi, in tempo per vedere Debra, inginocchiata di fronte a me sul letto, leccarmi la pancia che mi sono scoperta sollevando l’abito e avvicinarmi una mano sulla figa. Le mutandine me le ero già tolte durante la sessione fotografica, non avevo resistito a toccarmi, lo confesso.
Sentendo un pochino di freddo lei aveva indossato una sottoveste, e ne aveva approfittato per rimettersi le scarpe: così è bellissima. Michele non vede l’ora di entrare in azione, e il vederci così calde non fa che accelerare il suo inserimento.
Si siede sul letto, in mezzo a noi, sorride un po’ a una e un po’ all’altra. Pure noi ci siamo sedute ai suoi fianchi e lo guardiamo con le gambe accavallate. Debra gli appoggia una mano sulla gamba. Poi lui decide, mi afferra e mi costringe dolcemente a sedermi tra le sue gambe allargate: mi mette una mano sulla coscia nuda, mi bacia sul collo, mentre Debra mi ha sfilato il miniabito e me lo lascia cadere attorno alla vita. I seni sono così liberi di respirare, protendo il petto sperando che qualcuno me li accarezzi. È Debra che capisce e mi accontenta. Se qualcuno mi guardasse dal davanti vedrebbe quanto sono amata, anche se probabilmente sarebbe attirato dalle mie cosce semichiuse che lasciano indovinare al fondo quella che tra poco sarà la regina del pomeriggio.
Per qualche minuto mi lascio lisciare dalle mani di Debra, seduta accanto a me, mentre mi bacio appassionatamente con Michele. A lei offro il seno come si farebbe con la cosa di cui si è più orgogliosi. È così grande l’amore che provo per queste due persone che non c’è giorno, non c’è ora che io non desideri di regalare a loro il meglio di me. E nello stesso tempo mi accorgo che vorrei proprio essere loro, a volte lei a volte lui, senza fare una grande distinzione. E il modo che ho a disposizione per essere così come loro è il fare l’amore con loro, cercare fino allo spasimo di appropriarmi di quelle loro parti che so essere mie. E il sentiero obbligato è il sesso.
Dopo un po’ la natura della doppia seduzione prende il sopravvento e io mi ritrovo a gambe allargate, la figa fuori che pretende attenzione, e loro due che mi leccano i seni e mi succhiano i capezzoli.
Michele scende dal lato, a torso nudo e jeans, s’inginocchia davanti a me e mi fa alzare in piedi, diritta e fiera sui miei tacchi. Il massaggio ai seni me lo continuo da sola, lui entra con la lingua nella figa, Debra si trastulla con il mio sedere che le ostento proprio davanti alla faccia.
Dio, come mi sento figa! Mi sento così carica di energia che potrei affrontare qualunque situazione erotica. So di piacere così tanto ai miei due compagni che questo basta a colmarmi l’anima. Sono io, Matilde! Guardatemi, adoratemi, amori miei... Vi voglio riempire della mia gioia!
Potrebbe sembrare esagerato parlare di anima in un momento come questo... ma è così che io sento, non faccio questa grande distinzione tra sesso e anima, non la faccio quasi mai. Che bisogno avrei, quando accanto a me ho gli individui che più ho amato e amo al mondo, senza di cui penso che potrei anche lasciare perdere tutto... Che bisogno c’è di pensare a un’anima astratta quando una donna se la sente dentro ogni volta che desidera o che dona, che sia il suo uomo o il suo bambino?
Michele si rialza e mi bacia a lungo sulle labbra, io gli rispondo freneticamente, arrapata come sono dalle sue leccate di prima. Debra, ancora seduta sul letto, si dedica a tirare giù i pantaloni a Michele, e io, appena possibile gli afferro il cazzo con tutta la malizia possibile.
Segue un lungo scambio di baci bagnati, di leccate, io che bacio la figa a Debra, lei che lecca Michele oppure viceversa; nelle nostre evoluzioni sul letto ci stiamo scaldando sempre più, fino a che Michele mi solleva quasi di peso e mi appoggia sulla sua erezione. Non fa alcuna fatica a entrare e io comincio a muovermi su di lui come se non l’avessi fatto da mesi. Nel fare questo non dimentico Debra, che nel frattempo si è messa in ginocchio e mi scongiura di accarezzarla. Lo faccio per un po’, ma siamo scomodi. Alla fine lei preferisce sdraiarsi accanto a Michele, baciarmi i seni e masturbarsi da sola con due dita. Lo vengo a sapere perché ce lo dice: - Beh, questa sera è di Matilde. Io forse sono già venuta abbastanza, preferisco fare da sola, venire ancora una volta da sola... ma-stur-bar-mi.
E allora cambiamo posizione, io mi adagio sul letto, Michele mi scopa da sopra a braccia tese, lei si siede sulla mia faccia.
- Non potevamo lasciarti venire ancora da sola – ansima Michele – Matilde ora ti leccherà fino all’orgasmo... mentre io la sbatto, vero Matilde?
- Sì, tu sbattimi, così, così, più forte, sbattimi forte, mmmm, io intanto lecco la figa di.... sì, proprio la figa di tua moglie, sì, quella che dovrebbe essere solo tua, e invece è anche mia, perché a lei piace che io la lecchi, mmmm, che la faccia venire io, vero Debra che ti piace?
Lei è già oltre la comprensione, è alle soglie di un quarto orgasmo della giornata, ma riesce comunque a blaterare ancora qualcosa che non ricordo, sul dildo, sulla lingua mia, su quanto si sente porca, prima di venirmi in bocca come una fontana e a sussulti.
Michele dev’essere in vena di novità perché a un certo punto s’interrompe, con grande mio dispiacere.
- Scusa, ma ho una voglia pazza di sborrarle sulla faccia.
E così va a disporsi vicino al viso di Debra, accasciata senza forze sul letto, e si masturba fino a venirle copiosamente sugli occhi aperti, sulle labbra, sul collo.
- Questo te lo faccio così, stasera sei stata troppo porca!
In verità io ci sono rimasta un po’ male, per fortuna so anche che quando Michele fa così riesce sempre a farsi perdonare.
Debra mi vede in stato di bisogno, pertanto si muove per venire a baciarmi, il viso tutto schizzato di sperma. Ci baciamo affannosamente, io lecco e ingoio.
Michele ci porge un vibratore, è chiaro che vuole rieccitarsi al più presto: è Debra che mi allarga le gambe e me lo pone ronzante nella figa: - Comincia a giocare con questo, vedrai che tra poco torna a sbatterti. Tu intanto muoviti da troia, fagli vedere che senza di lui potresti impazzire, che questo falletto ti serve solo per poter aspettare senza diventare matta...
Lei ha un bel dire, ma io al solo primo contatto del vibratore per poco non vengo. E mentre sono lì ad agitarmi, gambe per aria e piedi privati di scarpe nella confusione, Debra comincia a leccarmi le dita dei piedi...
Questo è troppo, la mia donna amata che mi lecca l’alluce e poi le altre dita... io vengo, io così vengo, sìììì, ecco, vengo così... con questo affare nella figa e con un piede in bocca a Debra che me lo succhia come fosse il cazzo di un uomo!
Lo sapevo che quando Michele si tira una sega, i suoi tempi di recupero sono brevissimi. È bastato questo mio orgasmo unitamente alla scena del piede per arraparlo di nuovo come una bestia. Mi salta addosso, mi ribalta, mi costringe ancora a scoparlo da sopra, mi dà dei grandi colpi... e intanto Debra ci ha preso gusto, mi riafferra un piede e me lo lecca ancora (ma fa un po’ fatica a tenerlo fermo..).
Qualche minuto in questo modo ci porta a un’esplosione meravigliosa, mi sento titanica con lui sotto, avvinghiato alla mia schiena mentre emette dei mugolii così sordi da essere davvero animaleschi.
Debra intanto non ha smesso di succhiarmi l’alluce e di carezzarmi il piede, ma nel frattempo si sta carezzando ancora una volta... anzi dopo poco mi prega di aiutarla a finirsi: - Quest’oggi mi è mancato il cazzo, e non voglio un altro dildo... potresti darmi un aiutino?
Non ne avrei voglia, ma non mi faccio pregare. Nude, sfatte, sudate, sborrate e laide ci disponiamo in un 69 che però, già dopo pochi secondi, si rivela assai caliente: - A te sarà mancato il cazzo, ma ti assicuro che a me sono mancate la tua bocca, la tua lingua... non credevo di averne ancora voglia, ma ora credo che ci arriveremo assieme!
E sotto gli occhi di un Michele, spento nel fisico ma ben vigile nello spirito, verso le sei del pomeriggio concludiamo quest’ultima maratona. Noi due donne ce la intendiamo da sole, ce la sbattiamo a grandi leccate, fino a farci venire rumorosamente. Da fuori si potrebbe dire che un uomo non ci basta, ma io so che i meccanismi tra noi sono estremamente complicati. E chi non ama non capisce. Comunque per oggi è finita, siamo tutti ridotti a calzini smessi.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Matilde 04-08 - Così gode Debra:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni