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Matilde 06-20 - La vodka (marzo 2004)


di Alex46
28.08.2019    |    944    |    0 6.0
"Io ho accettato ben volentieri, ma le ho detto anche che non sarei potuta passare da casa..."
Debra mi ha invitata fuori a cena. Io ho accettato ben volentieri, ma le ho detto anche che non sarei potuta passare da casa. Appuntamento dunque alle 21.
Quando entro la vedo subito, si alza per salutarmi e baciarmi È appena andata dal parrucchiere, i capelli sono stupendi, così neri e così curati. Ha una gonna blu assai attillata e una camicia bianca. È bellissima... e si è fatta ancora più bella per me.
Non faccio a tempo a sedermi che arriva la cameriera con il prosecco, evidentementemente ordinato da lei mentre mi aspettava. La camicia è abbastanza aperta davanti, un bottone di più di quello che dovrebbe... si intravede il solco tra i seni... certamente l’ha fatto apposta...
Io invece indosso un mio vestito intero, stretto e nero, che lei conosce bene ma che di sicuro non si stanca mai di ammirarmi addosso: forse perché i capezzoli trovano modo di spingere senza essere perciò compressi, quasi esplodono alla vista.
Ci facciamo i complimenti a vicenda, poi ci chiediamo delle banalità su come è andata oggi, se abbiamo sentito Michele, ecc.
Poi ordiniamo. Ci serve la stessa cameriera che, a questo punto, non posso fare a meno di notare quanto sia colpita dal nostro look. Con un sorriso lo dico a Debra che mi risponde: - Beh, ha ragione... con quel vestito sei uno schianto!
- Dici che le piace guardare le tette alle donne? Magari anche le tue...
- Può darsi - mi risponde Debra sorridendo e aprendosi di un altro bottone...
- Certo, Debra... specialmente le tue... io poi le conosco bene, ti garantisco che possono infuocare chiunque, maschi e femmine...
- A me interessa infuocare te...
Mi accorgo che tra le gambe sono già umida, mi muovo a destra e sinistra per trovare una posizione, il vestito mi si alza ancora su per le cosce.
Ritorna la cameriera con i primi e vede subito quanto il mio vestito sia su, le cosce quasi interamente scoperte. Mi sembra che si morda un labbro, mi sembra anche che ci metta più tempo del necessario a servirci...
- Quella ti guardava… - mi sussurra poi Debra - quella ti guardava le cosce e i capezzoli.
La cameriera ci aveva servito il vino rosso, Debra si scola il primo bicchiere, come avesse una gran sete.
- Stai bevendo perché vuoi sedurmi e non trovi il coraggio? - scherzo.
Siamo sedute non una di fronte all’altra ma ad angolo retto. Divoriamo gli spaghetti che abbiamo ordinato (davvero buoni), ci beviamo ancora un altro bicchiere di rosso. Poi, dopo essermi forbita le labbra con il tovagliolo, tiro un po’ indietro la sedia, ho voglia che Debra mi veda di più, voglio che veda quanto sono scoperta per lei. Allargo anche un po’ le gambe.
Nessuno ci può osservare, a parte la cameriera: siamo in posizione tale da non dare nell’occhio.
Tra l’altro prima la guardavo mangiare la sua pasta. Ha un modo estremamente sensuale di mangiare, Debra. Non si può spiegare a parole... ogni volta che mette la forchetta alla bocca è come se stesse prendendo un cazzo duro in bocca... sì, con la stessa carica erotica e con la stessa tenerezza. Lei comunque si era accorta che la osservavo, ma non essendo la sua una recita bensì comportamento per lei assolutamente normale, aveva continuato a muovere le labbra allo stesso modo sensuale.
Ho ancora il tovagliolo in mano. Lentamente me lo infilo sotto il vestito, solo un attimo, lo riestraggo e me lo passo sulla bocca. Lo so, sono oscena. Ma è quello che esattamente voglio, Debra non si è persa una frazione di secondo di questa mossa.
- Di cosa sai? - mi chiede con voce un po’ arrochita.
- Non so di cosa so... però è buono...
Lei si vuota un altro bicchiere, credo sia il terzo... più il prosecco di prima. I suoi occhi non mi lasciano mai.
- Matilde... stanotte voglio proprio mostrarti come mi piaci e come ti amo...
Io le sorrido, goduta della sua dichiarazione, mi mordicchio il labbro inferiore: - - Penso che sarà una notte di fuoco...
Ma a quel punto siamo disturbate dalla cameriera che ci sta portando i secondi. La troietta ha di sicuro capito cosa c’è tra me e Debra, ci guarda ancora un po’ in trance, poi si china al mio orecchio (quello per lei più agibile) e mi sussurra: - Mi piacerebbe essere con voi, in un altro ristorante... con voi due!
Poi mi mette in mano un biglietto (che chiaramente si era preparata prima) con su il suo numero di cellulare.
- Cosa ti ha detto - mi chiede Debra quando lei si allontana.
- Oh, niente... niente di speciale...
- Quella ti ha dato il suo numero, altro che... - dice Debra con una nota di gelosia.
- Magari lo volevi tu? Lascia che stanotte si masturbi da sola pensando a noi... avrà un bel daffare!
Poi è la volta di un po’ di frutta, senza dolce (ma è un cameriere uomo a portarcela), una sambuca, il conto. Quando mi alzo in piedi, appare ancora più chiaro quanto il mio vestito fosse scandaloso, ho praticamente la figa fuori, almeno un secondo. Quando sono in piedi del tutto, allora lo forzo giù, guardando Debra e ridendo come matta.
- Andiamo subito a casa, vero? - mi chiede.
Ci dobbiamo separare, ognuna ha la sua auto, ma per breve tempo, non siamo lontane. Appena entrate mi abbraccia e mi bacia con la lingua in bocca.
- Ehi, ehi... lasciami fare almenio la pipì - le dico.
Entriamo in bagno separatamente, perché una si rinfresca, l’altra prepara da bere. Quando esco io, per seconda, la trovo adagiata mollemente sul divano, la camicia ancora più aperta, la bottiglia di vodka sul tavolo, ghiacciata di freezer.
Lei è proprio stravaccata, a occhi chiusi, e respira piano. Penso che abbia bevuto qualcosa più di me... adesso vedremo con la vodka dove arriverà...
- Beviamo, allora? - dico io versando nei bicchieri. Poi ho un’idea bestiale... Mi avvicino a lei e le verso direttamente in bocca una mezza sorsata. Qualche goccia si sparge sul viso e sulla camicia.
- Meglio che ti spogli, amore...
Lei esegue immediatamente. Saltano fuori le solite tette da urlo.
- Dio come sono belle...
- Dici?
- Sì, dico - e intanto le verso un altro po’ di vodka su un’areola, facendola trasalire.
- Adesso lascia bere anche un po’ me... - e detto fatto lecco ciò che ho appena bagnato. Se già ero eccitata prima, ora è quasi insopportabile. Sentire i capezzoli e le tette di Debra sotto le mie labbra con il sapore della vodka è uno sballo totale.
- Sì, Mati... ancora...
Allora la mordicchio anche, mi faccio sempre più aggressiva, le verso ancora della vodka giù per il collo, lecco e bevo...
- Ancora, ancora... ti prego!
Sono in piedi ma china su di lei, mentre mi trastullo con i suoi capezzoli lei mi sta accarezzando le gambe, dalle ginocchia in su. Poi sale ancora, fino al solco...
- Ti voglio toccare la figa... sentire come ce l’hai... è tutta la sera che... vorrei affondare la faccia in questo vestito...
- Oh, dio, come sei morbida...
- Ti eccito, Debra? La senti la tua di figa come sarà calda?
- Non è solo calda, Mati. È fradicia... Sì, mi fai venire una voglia bestiale, mi piace un casino che mi tocchi così...
- Allora fammi vedere cosa fai quando pensi a me e io non ci sono...
- Quando ti desidero io mi masturbo, Matilde...
- E come ti masturbi... fammi vedere... quanto spesso lo fai...???
- Quasi tutti i giorni... perché tu no?
- Sì, anch’io e lo sai bene... però adesso sono io che te lo chiedo... fammi vedere...
Allora lei finalmente si abbassa la gonna, la scalcia via, poi si mette in ginocchio sul divano, allarga le cosce e si scosta il tessuto del tanga. Con una mano sullo stomaco e l’altra sulla figa, comincia il suo show.
- Così faccio... - mi mormora, agitando i fianchi avanti e indietro sulla mano aperta.
Io mi siedo accanto a lei, il vestito sale ancora una volta, ora senza alcun pudore, lei un po’ si guarda la sue e un po’ si fissa sulla mia, di figa. Comincio a strofinarmi anch’io, subito prediligendo il clitoride, ma poi infilandomi il medio in profondità.
Con la mano libera le tiro giù il tanga, abbastanza elastico da sopportare di essere allargato così, fino alle ginocchia aperte. Lei ormai sta gemendo, ma con due passetti di ginocchio, impediti dal tanga tirato al massimo, si muove verso di me, con la chiara intenzione di essere leccata.
- Leccami, Matilde... leccami... ora.
- Sì, però anch’io ti voglio. Vieni ancora più vicina... - le dico mentre allargo ancora di più le gambe, il vestito ormai risalito oltre il bacino... Sono completamente esposta a lei, come lei lo è per me. Lei, senza staccare la mano dalla figa, si abbatte sulle mie cosce con la faccia e mi riempie di bacini ovinque. Io sono troppo eccitata per queste schermaglie, così le ordino: - Ti ho detto che ti voglio... perciò leccami... e subito!! Lecca ‘sta figa! - e sottolineo spingendola per la testa verso il mio grembo fradicio.
Si sta masturbando come impazzita mentre mi lecca ferocemente dove può. Se potesse arrivarci mi slinguerebbe anche il culo... poi comincia a entrare dentro con la lingua, mi scopa con quella sua lingua dura. Io freneticamente mi mi libero del vestito dalla testa, anche perchè voglio essere libera di accarezzarmi le tette.
- Sì, Debra, scopami con quella lingua da troia... oh, sìììì... ohhhh, anche il dito sul clitoride, ohhh... questo è scopare... - continuo a parlare sporco, so quanto la eccita.
Poco dopo esplodiamo. Lei sulla sua mano frenetica che ormai faceva rumori di scacquio, io sotto i colpi della sua lingua. Meraviglioso, come sempre.
E, come sempre, questo è solo l’inizio.
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