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Matilde 04-09 - Io fotografa


di Alex46
15.05.2019    |    1.747    |    0 8.7
"Il nostro campione, che quando vuole può durare in eterno e più lo eccitiamo più dura, è ancora diritto e pronto a sfondare la prossima..."
Michele non è geloso della sua macchina fotografica e della sua attrezzatura. Più volte ci ha invitato a provare, magari con qualche suo consiglio, a provare.
- Non è difficile, basta prenderci confidenza. Le cose tecniche s’imparano in fretta...
Ma tant’è, non lo avevamo mai davvero ascoltato, a parte gli episodi in passato che avevo chiamato “le fotografie del trio”: ma erano i tempi in cui anche i risultati di Michele erano appena discreti, ben diversi da quelli che oggi ottiene.
Fino a che mi lascio convincere e una sera tocca a me fare la fotografa, dopo naturalmente che lui ha sistemato tutte le luci e mi ha spiegato quattro o cinque cose tecniche fondamentali.
Lo ascolto con interesse e buona volontà, ma nello stesso tempo mi trasmette la gioia di essere assieme, di essere birichini e ingegnosi complici, con occhi che gli diventano ancora più giovani quando è carico di energia.
È una sera di giugno, è ancora assai chiaro fuori e si sentono volare le rondini, cosa ormai sempre più rara a Milano.
E mentre Debra si prepara, Michele mi fa scattare qualche immagine di prova, mostrandomi poi i risultati nel display, il che porta a una piccola correzione nella disposizione dei faretti.
- Però la prossima volta le foto le facciamo in un altro posto... sempre qui a casa, dopo un po’ si vedono sempre gli stessi oggetti... – mi lamento.
- Ci sono le stesse donne, ci possono essere le stesse cose – osserva Michele.
- Già, perché vorresti per caso donne diverse?
- Per carità, queste due bastano e avanzano...
Debra fa la sua entrée vestita da ragazza sportiva, una specie di autostoppista vestita di scarpe Nike, minigonna grigioverde con lacci anteriori, camicia slacciata ma annodata sul davanti, uno zainetto appoggiato sul pavimento. Inizia lo show vicino al divano con una carezzina all’interno della minigonna a labbra un po’ imbronciate, la ragazzina che ha deciso comunque di sedurre anche se non ne avrebbe il permesso morale. Via la camicia, fuori il busto stupendo, abbronzato con i segni del costume, ora la mano sulle stringhe per slacciare la mini che inizia a rivelare un paio di mutandine bianche. La gonna cala lentamente in basso, stessa sorte alle mutandine. Dopo di che estrae il dildo azzurro dallo zainetto e così, senza una parola né un gesto in più si accuccia a gambe larghe e si penetra.
Ma dopo qualche secondo di questo spettacolo, Debra si rialza, guarda diritta nella macchina e dice: - Questo è quello che avrei fatto se non fosse arrivato Michele.
Si riveste in fretta, esattamente come era prima, e in quella arriva lui, a piedi nudi con jeans e t-shirt.
Assieme si siedono, lui non si perde in corteggiamenti, le slaccia subito la camicia e le solleva la gonna fino a mostrare le mutandine. Debra lascia fare, compiaciuta. Lui per spogliarla però ha bisogno che lei collabori. Debra si alza, gli si accosta con il culo al viso, si fa baciare e accarezzare a lungo prima che entrambi gli indumenti siano a terra.
Poi, ancora indossando la camicia che ormai non copre più nulla, Debra spoglia Michele, in modo da averlo completamente nudo. Fatto questo s’inginocchia sul divano, si volta verso di lui con un sorriso. L’invito è chiaro e Michele non esita a infilare quella che sembra un’asta durissima dove prima lei si era inserita il dildo di uguali dimensioni.
Per un po’ scopano in quella posizione, poi, anche per esigenze fotografiche, lui la penetra mentre è appoggiata con il sedere sul divano ma tutto il suo peso lei se lo regge sul braccio teso appoggiato sul pavimento. Una gamba le si alza e va ad appoggiarsi alla spalla di lui mentre comincia evidentemente a godere. La conclusione l’abbiamo però subito dopo, lei che cavalca il cazzo di Michele seduto. Gode con emissioni roche guardando all’indietro nell’obiettivo mentre Michele le succhia avidamente un capezzolo.
La vista di questo mi ha eccitata a morte, non sono più disposta a osservare e fotografare: devo entrare anch’io nella mischia.
- Vi dispiace se la smettiamo? Invece che fare foto potrei accarezzarmi o fare dell’altro...
- Volevo chiedertelo io – mi sorride Debra, ancora aggrappata e infilzata a Michele.
Così mi denudo anch’io, la camicia di Debra è caduta da tempo a terra. Per sottolineare che io sono entrata a pieno titolo nell’amore tra loro, Debra si stacca (penso a fatica) da Michele e viene a trascinarmi per mano sul nostro lettone, dove ci disponiamo nella favolosa posizione del 69, lei sopra di me.
Ci lecchiamo e ci baciamo il sesso per qualche minuto, Michele ci guarda e si massaggia in piedi. Questo 69 ci porta però a un subitaneo orgasmo contemporaneo, più che altro guidato da me che ero ancora a digiuno.
- Debra, sei sempre uno schianto. Tu prima o poi mi farai morire...
- No, Matilde, lo schianto sei tu e io prima o poi ci lascerò le penne a starti dietro...
A quel punto Michele entra nel mucchio e cominciamo disordinatamente a leccarci, baciarci, carezzarci, masturbarci, tre corpi che non sanno chi preferire, non sanno cosa omettere e vorrebbero tutto da tutti.
La situazione poi però si definisce meglio quando Michele mi prende alla pecorina, inginocchiato a inginocchiata, mi squassa a grandi colpi mentre io, il seno appoggiato sul pube di Debra seduta, le lecco le tette dicendole le oscenità che mi vengono in mente: - Debra, senti come mi fotte tuo marito, lo devi sentire dai colpi che ti do sulle tette mentre te le lecco. Dovresti godere, da quella troia che sei, già solo di questo. Io adesso godo a pensare di essere l’intrusa, quella che gode di tuo marito, quella che non te lo sta fregando e non te lo vuole fregare ma che sta facendo di tutto per piacergli di più di quanto tu riesca a piacergli... E così ti vomito addosso queste oscenità, perché troie lo siamo tutte e due, ma tu sei una bestia, ti vedo solo come essere che gode, tu di umano, ora, non hai più niente!
- Tu sei la bagascia numero 1, tu, non io! Sei tu ora che godi perché mio marito ti sbatte così forte e bene. Ma se lo fa è perché io ti amo, non scordarlo mai! Ora godi, brutta vacca che non sei altro, sborragli sull’uccello!
- Sì, ora gli sborro sull’uccello... ahhhh... ma io non la smetto di leccarti le tette e la pancia, di farti sentire con questi colpi cosa vuol dire essere chiavati da Michele con il tuo tronco davanti da accarezzare e baciare come la cosa più importante del mondo, come se io fossi solo il tramite con cui lui fa l’amore con te! Eccomi, amore, godo, sto godendo, ORA! Sì, ooorahhh, ahhhh, sì, sento che mi sta disfacendo il fondo della figa e io mi sciolgo, aahhhhh, in questo... orgasmo.... bestialeeeee!
Ma non è ancora finita. Il nostro campione, che quando vuole può durare in eterno e più lo eccitiamo più dura, è ancora diritto e pronto a sfondare la prossima. Debra ci sperava e non vedeva l’ora, si siede sul suo cazzone diritto, se lo infila ancora tutto fradicio dei miei umori e comincia a cavalcare guardando in faccia il suo uomo che sbatte la testa di qua e di là nel godimento e nello sforzo di ritardarsi ancora. Gli vado in soccorso anch’io perché questa scena è meravigliosa e non voglio perdermi solo nell’osservazione. Mi siedo sulla faccia di Michele, che comincia a leccare di gusto, felice di avere un diversivo che gli allontani per qualche istante l’inevitabile sborrata provocatagli da due scatenate come noi.
E seduta sul suo viso adorante e leccoso mi bacio con Debra senza abbracciarla, così, a braccia distese, seno contro seno, amore contro amore. Lei che sbatte Michele, io che sento la lingua di lui andare a lenire gli indolenzimenti provocati dal coito di prima.
E così, in questa posizione meravigliosa che ben riassume il nostro rapporto, arriviamo all’ultimo orgasmo, quello comune, quello che rinsalda il nostro vincolo di sesso e di amore. Quando vedo che Michele si lascia andare definitivamente nella figa di Debra, anche noi ci ritroviamo a godere.
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