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Matilde 02-21 - Al locale


di Alex46
13.03.2019    |    1.532    |    0 9.6
"Mi sto scopando Michele come potrei fare con un dildo appoggiato per terra, e così lo dico forte: - Michele, il tuo cazzo è un dildo enorme e io me lo sto..."
E' ancora presto e decidiamo di uscire assieme. Vogliamo andare a divertirci in qualche locale un po’ equivoco, con buona musica ma anche molta eccitazione. E non è facile, però forse questa sera al ...... riusciremo a trovare quello che fa per noi.
Usciamo così come siamo, Debra e io non ci laviamo neppure, siamo ancora sudate di sesso e su precisa richiesta di Michele lo accontentiamo. Questo naturalmente ci eccita, sappiamo che il nostro esibizionismo ne riceverà delle magnifiche ed esaltanti emozioni. Il fatto di presentarsi alle voglie degli altri avendo già goduto, riservando loro solo gli spiccioli, gli ultimi scampoli della nostra libidine, ci eccita incredibilmente.
Ci buttiamo solo addosso una canottierina e una mini, con stivali al ginocchio e a tacco altissimo. La mini di Debra è in pelle. Niente slip e ovviamente niente reggiseno.
Quando entriamo sono molte le teste che si girano...
Ci hanno appena servito da bere, quando una giovane entraineuse (il nome lo sapremo dopo, Tina) ci chiede se vogliamo assistere a una dance personalizzata. Certo che sì, le rispondiamo. Ma lei deve ricordarci le regole: noi non possiamo toccarla. Poi incomincia, ma vediamo subito che la danza non è per Michele, ma per me. Con le sue gambe slarga le mie, che sono il suo palo: e comincia la sua danza, lenta e seducente, molto vicino al mio volto. È seminuda e assai eccitante, io faccio fatica a trattenermi. Vorrei almeno accarezzarla, ma intanto me la mangio con gli occhi.
È così vicina che ne sento l’odore intimo, mi sto eccitando e visibilmente. Michele e Debra mi osservano, hanno capito che lo show è per me e si stanno godendo le mie reazioni. Sono più attenti alle mie emozioni che allo show di Tina.
Ogni volta che si china è un brivido, io mi sto bagnando e vorrei toccarmi senza vergogna. Lei mi avvicina il seno alla faccia, io tiro fuori la lingua, mimando ciò che non voglio fare, anche se mi è stato detto che non si può fare. La ragazza sta giocando un po’ sporco, però.
Vedo che ha la figa completamente depilata, lo indovino dai bordi del tanga, e questo mi fa bagnare ancora di più. Poi, con la fine del pezzo di musica, lei termina lo spettacolo e a meno che non vogliamo una cosa in privato ci fa capire che il suo dovere è finito. Ci guardiamo noi tre e decidiamo di fare questa follia.
Ci spostiamo in un separé. Tina va a cambiarsi, poi torna quasi subito in semplice costume da bagno. Mi fa sedere, Debra e Michele li fa accomodare un po’ più in là. Con l’inizio di un nuovo pezzo ritmato lei si toglie il top con gesti da spogliarellista consumata. Io allargo le gambe, dandole spazio per muoversi e ancheggiare tra di loro. Lei ha occasione di sfiorarmi con il ginocchio, tra le cosce vicino alla figa. Forse anche lei sta partendo, in breve mi danza china addosso.
- Qui si fa a modo mio – mi sussurra.
Appoggia le labbra sulle mie e accenna a infilarmi la lingua in bocca: ma non lo fa, lo accenna solo. Io le tocco i capezzoli, praticamente glieli sfioro appena, lei è ancora con il ginocchio sulla figa, poi me la sfiora con la mano. Prima mi lascia la mini, a mia difesa, poi la alza appena e mi sfiora ancora a ritmo tribale.
Sono fradicia.
- Oh, ma tu hai bisogno di qualche attenzione qui sotto. Perché non guardi se anch’io sono come te?
A questo punto anch’io accenno a toccarla, non sul serio però, lo faccio come per giocare. Dentro di me sento che non lo farei neppure fossi da sola, figuriamoci osservata come sono. Tina non mi eccita per lei stessa, mi eccita perché mi provoca e soprattutto perché lo spettacolo è anche appannaggio di Michele e Debra.
Siamo andati vicini al limite, ma ora basta. Michele si avvicina sorridendo, con gli occhi e con le mani le dice brava, ma poi le dà il danaro convenuto e quindi usciamo. Sembra quasi di vedere un’ombra di delusione negli occhi di quella povera ragazza. Domani sera lei sarà ancora lì a eccitare grassi commendatori o qualche mezza lesbica stufa di cazzi flaccidi.
Io sono eccitata selvaggiamente. Devo assolutamente fare qualcosa per avere un sollievo, per dare respiro a una figa rovente. In più mi sembra che Michele e Debra stiano assieme, abbiano preso scusa della mia parentesi con Tina per stare per i fatti loro a tubare. Non è proprio così, ma sono gelosa ugualmente. E soprattutto devo venire.
Invito Debra a ballare sulla pista, voglio vederla muoversi ed eccitarsi più di quello che certamente è. Lei sa bene in che condizioni devo essere, gode di questo e quindi darà tutto per farmi morire ancora di più. Michele rimane seduto al tavolino e ci segue nelle nostre evoluzioni. In cuor suo spera che diamo il meglio e di certo non vogliamo deluderlo.
Debra balla benissimo, è una vera artista, io sono un po’ più rigida, anche se i cazzi li faccio tirare di sicuro anch’io. Per due, quasi tre pezzi balliamo noi due, la gente comincia a osservarci, perché due fighe così non è che le vedi tutti i giorni. Siamo scatenate, arrapate, non c’è mossa che non sia sessualmente un invito a coprirci entrambe di cazzo. Lo diciamo con il volto, con le braccia, con le gambe: ma soprattutto con il bacino e con il culo, le nostre armi letali. Con le quali c’infiammiamo a vicenda, ma la gente non lo sa o, se lo intuisce, questo non fa che accrescere la tensione.
Debra improvvisamente sale su uno dei due cubi, lasciato libero da qualche ragazza titolare del locale. Ed è quasi un mormorio che sale dalla sala, che supera perfino il ritmico e assordante pulsare dei bassi. È incredibile. Tacchi alti di stivali di classe, mini a vita che più bassa non si può, pancia fuori mossa magistralmente, t-shirt bianca, aderente, le punte dei capezzoli che tendono a perforarla e i capelli scurissimi che si agitano a suon di musica, è un vero schianto.
Io vado a danzarle davanti, sono perciò più in basso di lei, ma la gente vede entrambe e capisce perfettamente che noi ci siamo elevate in un nostro proprio mondo sessuale. I ragazzi s’immaginano cosa faremo noi quella sera, vorrebbero fare parte anche loro di questa lussuria, vorrebbero affondare il naso nei nostri grembi, sentire che odore abbiamo tra le gambe. Se sapessero! Siamo sporche, sudate, sborrate. Ci facciamo schifo, se ci pensiamo, ma ci piace così. Prima per poco non saltavo addosso a una troietta da lap dance, figurati adesso che Debra me la sta facendo annusare da lontano e dall’alto.
Sono impazzita di sesso, sarei pronta ad accogliere in figa tutto il locale, già mi vedo che, infoiata come una gran troia, mi prendo leccate di figa da tutte le bocche. E quelle poche donne che ci sono in giro, anche loro prenderei.
Cosa penserebbe Michele?
Dopo una mezzora di danza scatenata, la stanchezza fisica ci consiglia un po’ di moderazione, così con uno sguardo ci capiamo e stiamo per tornare al tavolo dal nostro uomo.
Ma in quella il maledetto decide la mossa vincente. Si alza, con un gesto ci prega di rimanere ai nostri posti e deciso punta all’altro cubo rimasto libero proprio in quel momento dalla mulatta che si cagavano in pochi. Comincia a ballare a torso nudo (la camicia l’ha buttata in un angolo) e sapete cosa fanno le troie del locale, sia quelle ufficiali che le clienti? Vanno tutte sotto di lui ad applaudire, non con le mani ma con i loro corpi sudati e infoiati. C’è anche la mulatta di prima, stava andando a riposarsi e invece s’è fermata apposta. E tutte guardano in alto sognanti e si perdono in quel vago gonfiore che tutti gli uomini vestiti normalmente lasciano un po’ intravedere in corrispondenza del basso bacino.
Allora continuiamo anche noi, consce dell’attenzione di tutto il pubblico maschile, ben superiore a numero. Dai rispettivi cubi Debra e Michele si lanciano messaggi di sesso e io ne rimango fuori come une povera stronza.
La musica è ossessiva, sempre uguale a se stessa, per cercare di far trasognare il pubblico e fargli dimenticare un sacco di cose brutte della vita. Noi non ci caschiamo, ma il sesso ci ha ridotti in uno stato di bisogno quasi miserando. Mi viene voglia di masturbarmi mentre ballo, sola di fronte a tutti, ma chiaramente, apertamente, con la mano sulla figa scoperta da una sottana tenuta alta dall’altra mano. E mentre sogno quest’azione con la mente sono già oltre, a quando mi scoperò Michele a casa nostra, a quando finalmente potrò avere sollievo.
Debra non sembra vivere cose diverse dalle mie. Non so cosa le passi per la testa, ma il suo ballo è talmente sensuale e pieno di sesso quasi esplicito che farebbe impazzire anche un mezzo impotente. Ogni tanto la sbircio da sotto e godo della sua troiaggine, godo della nostra capacità di far impazzire i maschi del locale. Quegli stivali sembrano voler condurre per direttissima alla figa, visti da sotto...
Mi sono un po’ persa... quando mi risveglio dall’intontimento musicale e sessuale, mi accorgo che Michele non è più sul cubo.
E sapete cosa ha fatto intanto lo stronzo? Ha attaccato discorso con una, dev’essere una puttanella del locale, una di quelle che gli ballava sotto e chissà cosa gli ha fatto vedere. Ora sta ridendo e sghignazzando con lei, con davanti due bibitoni.
Con Debra ci precipitiamo da loro, ci sediamo accanto sorridendo, ma dentro siamo livide di rabbia. Lui lo sa benissimo e ben sappiamo che l’ha fatto apposta.
- Ragazze, vi presento Luana. Volete ancora qualcosa da bere?
- Ciao Luana, com’è fare la troia qui in questo posto?
- Ciao, Luana. Avresti per caso messo gli occhi addosso a mio marito?
Luana non sa più cosa fare o cosa rispondere. Tira un sorso dal suo bicchiere di gin tonic, ci sorride imperturbabile e dice: - Beh, se mi volete sono qui. Io sono qui per tenere compagnia...
- Su, non ti preoccupare... lasciale dire – la incoraggia Michele – piuttosto cosa mi dicevi sull’attrazione di questa sera...
- Attrazione, che attrazione? – intervengo io.
- Questa sera, in un separé, hanno messo una sex-machine. Se volete vi prenoto tre posti, dovrebbe essere tra poco il secondo spettacolo, con Alba e Monica.
- Ah, perché, ci siamo persi il primo? – dice Debra un po’ aciduzza.
- Va bene, dai, prenota. Però devi esserci anche tu a tenerci compagnia – conclude quel bastardo di Michele.
Dopo pochi minuti Luana ci accompagna in una cameretta, dove la musica della discoteca non si sente. Ci saranno almeno una decina di uomini, seduti a bere e fumare, in attesa dello show. Che non tarda, effettivamente.
Debra e io siamo le uniche donne, ovviamente abbiamo gli sguardi di tutti addosso. In mezzo all’ampia camera è una pedana ricoperta di velluto, con sopra un ingombrante oggetto coperto da una stoffa.
Le note di un pezzo languidamente ritmico iniziano a diffondersi nel locale, quand’ecco entrare due ragazze stupende. Sono incredibilmente vestite in modo quasi normale, anche se comunque sexy. Sulla maglietta di quella mora c’è scritto Alba a lettere cubitali: dunque l’altra, la bionda, dev’essere Monica.
Cominciano subito a baciarsi e ad accarezzarsi, poi iniziano la consueta trafila di spogliarello reciproco, fino a che Alba non si siede su una sedia a gambe larghe, la figa fuori. Con lo sguardo implora l’altra di leccarla, la tensione di tutti questi uomini che la guardano si potrebbe tagliare con il coltello.
Con movenze lente ed erotiche Monica, facendo vedere il culo a tutti, si china a leccare la sua amica, che comincia immediatamente a gemere e ad agitarsi sulla sedia. È tutto un po’ meccanico, ma in ogni caso efficace, perché non mi sembra affatto che le due recitino.
Ed è comunque ulteriore eccitazione che si aggiunge al nostro stato già preoccupante. Non so se abbiamo fatto bene a entrare qui dentro. Mi passa per la testa perfino di unirmi alle due... Nessuno qui ci ha parlato di regole.
Le due ragazze vanno avanti un buon cinque minuti e, quando ormai anche Monica sta strofinandosi la figa con la mano, ecco che Alba geme sempre più forte e viene a grandi spasmi. Se non è vero, è ben recitato...
Le due stanno ancora un po’ lì a coccolarsi qualche minuto, poi Alba si alza, sorride all’amica e va a sollevare il lembo di quella stoffa che fino a ora ci ha impedito di vedere cosa c’era sotto. Appare la sex-machine e anche un esagerato stupore eccitato sul viso di Monica. Lo chiamano sybian, è una specie di cavalletto imbottito, all’estremità del quale, attaccato a un braccio meccanico, è un dildo di discrete dimensioni, reclinabile in più di una posizione.
Monica si acconcia sul cavalletto e si masturba con un dito di fronte a tutti, mentre l’altra si dà da fare a sistemare il marchingegno. Alla fine lo propone in modo che si muova in obliquo, dal basso verso l’alto. Tutti possono vedere il movimento, telecomandato da una specie di playstation manovrata da Alba.
Ad un cenno di Monica che voleva dire che così le andava bene, la musica riprende. Lei si avvicina e si penetra con il dildo, chiudendo gli occhi. Ha il bacino proteso in avanti, a gambe spalancate, tutti la vedono benissimo, perché il centro della stanza è leggermente sopraelevato, come le gradinate di una galleria di cinema. La visione d’insieme è abbastanza mostruosa, ma ormai siamo oltre ogni limite...
La macchina parte, a bassa velocità, Monica impiega due o tre secondi per acconciarsi nella maniera migliore, il che tra l’altro coincide con il fare mostra di sé nel modo più osceno possibile. Dopo una decina di andirivieni Alba alza la velocità di un poco e Monica comincia a godere. Geme e respira forte, ogni tanto si tocca il clitoride, ma poi per non impedirci la vista del coito meccanico, deve ritrarre la mano.
È lì, le scarpe a zeppa con 14 cm di tacco languidamente sul velluto, le gambe sconciamente spalancate, appoggiata con i gomiti e con il culo sul cavalletto imbottito. Sembra una dea del sesso sporco. Mi attrae, sì, mi attrae in modo scandaloso.
Noto che Debra si sta toccando e sussurra qualcosa all’orecchio di Michele, probabilmente gli starà dicendo quanto la vorrebbe anche lei quella macchina e quanto vorrebbe usarla di fronte a tutti. Sono gelosa pure di questo... Luana è professionale, non commenta e osserva fumando.
Nel frattempo Alba e Monica continuano il loro show, determinate all’unico obiettivo possibile, quello di avere un orgasmo potente e trasmetterlo agli spettatori. Alba si sta vistosamente masturbando in piedi con due dita, in modo da essere vista non solo da tutti ma anche da Monica, la quale è ben vicina all’orgasmo. Ormai la macchina è al massimo e non c’è più bisogno di comandarla.
Ancora qualche secondo di furia, poi le due cominciano a chiamarsi a vicenda, e a dirsi che stanno per venire.
- Alba, sto godendo... questa roba è bestiale, mi sta facendo impazzire... lo faccio per te!
- Anch’io sto sborrando, lo stiamo facendo di fronte a tutti...
- Sì, perché vogliamo che ci vedano godere assieme, sììì, con le fighe... Sì, sì, cosììì, sborro, godooooo.
L’orgasmo di Monica è qualcosa di travolgente, un urlo roco e strozzato, che la costringe dopo qualche secondo a staccarsi dall’attrezzo infernale che avrebbe continuato a dilaniarla...
- Vi è piaciuto? Brave, no? – ci chiede Luana.
- Bravissime – dico io – già ne avevo voglia prima, adesso sono in fiamme...
E intanto stiamo sciamando fuori dal locale, diretti di nuovo al bar per bere ancora qualcosa.
Ed è proprio quando stiamo bevendo che Luana si avvicina a Michele con fare confidenziale e sexy e gli chiede, ma in modo che sentiamo anche noi: - Ti è piaciuto quello che hanno fatto Monica ed Alba?
- Sì – risponde lui bevendo il primo sorso di vodka liscia – tu saresti capace di fare altrettanto?
- Beh, io posso fare anche meglio se sono con la compagnia giusta – conclude dando un’occhiata significativa a Debra e me, inequivocabile invito a farsi assumere per il resto della seratina.
- Certo, cara, ma forse avevi capito male. Noi Michele ce lo scopiamo solo noi...
- Ma sono io che l’ho invitata qui... – la difende ancora lui.
- Ah, carino, bello stronzo sei. Noi stavamo cercando di farti tirare quell’uccello floscio con il nostro ballare e tu intanto vai a fare il cascamorto con questa troietta... poi ci vediamo assieme a lei lo spettacolino della sex-machine, e poi cosa vuoi ancora...?
Debra non parla in modo tanto amichevole. Luana, che sarà anche una zoccola ma che non è certo una stupida, capisce al volo l’antifona, si sente un’intrusa e punta nell’orgoglio.
- Senti, quanto a essere troiette non mi sembra che siate da meno... Ma guarda che siete stronze, eh! – esclama.
- Sì, ma lo sai Luana che queste qui sono due lesbiche... altro che farmi tirare l’uccello! Quelle stavano ballando perché questa sera vogliono spassarsela tra di loro. Queste sono morte d’invidia davanti a quella macchinetta... E pretendono che io me ne rimanga qui buono buono....
- Sentite, le vostre menate ve le gestite voi. Io vado con qualcun altro se no qui stasera finisce male... Meglio gente meno impegnativa... e grazie del gin tonic.
Luana si allontana ancheggiando, già alla ricerca di qualcun altro da provocare lì vicino.
Michele ci sorride con un’aria da sberle che fa venire il prurito alle mani.
- Sentite, frocione mie, perché non ce ne torniamo a casa? Avrei due o tre cosette da mostrarvi, per esempio come sbattervi facendovi dimenticare della sex-machine e facendovi pentire di avermelo fatto venire così duro in tutta la sera.
La proposta ci sembra un buon programma. Nel viaggio di ritorno, una scena successa già altre volte si ripete. Debra e io dietro a toccarci a vicenda, incastrate tra i sedili e le gonne sollevate, ci regaliamo un orgasmo, riempiendo di odore di donna e di figa tutta l’auto. Michele è davanti e cerca di guidare più in fretta che può.
- Fai schifo Debra, cos’hai fatto con questa patata questa sera?
- Tu fai schifo, sei sozza e puzzolente... e sudata!
- Amore ti laverò io questa sera a casa....
- E io laverò te..
- E a me chi mi lava? – dice Michele.
Entrati in casa mi precipito a riempire d’acqua calda la vasca da bagno, Debra si è già spogliata e sta tirando via i vestiti a Michele, ridono entrambi eccitati. Poi la chiamo: - Dai Debra, vieni anche tu qui dentro!
- E io? – si preoccupa Michele.
- Tu? Tu vai a fare la doccia, che ne hai anche tu di sporcizia!
- Non vale però. Voi due nude nella vasca da bagno a chissà fare che cosa, io da solo sotto la doccia...
- Tu finirai prima di noi, se vuoi puoi venirci a vedere subito dopo.
C’immergiamo assieme nell’acqua calda coperta di schiuma, mentre Michele entra nella doccia e senza tanto perdere tempo comincia a lavarsi. Noi invece ce la godiamo, una di fronte all’altra, lasciando che l’acqua ci deterga senza fare nulla. Poi sento l’alluce di Debra che si cerca la strada in mezzo alle mie cosce, lentamente. Mi sta guardando con un sorriso appena accennato, sa che è esattamente quello che voglio, che lei mi tocchi e mi accarezzi. Se lo fa con l’alluce, posso farglielo anch’io. Restiamo in silenzio.
Michele chiude lo scroscio e mentre si avvicina coprendosi con l’accappatoio chiede: - Che state facendo così mute?
- Ci stiamo accarezzando la figa con i piedi, ma tu non puoi vedere perché l’evento si svolge sotto la superficie...
- E allora togliamo l’acqua – dice Michele, prontamente tirando su il tappo e mettendolo fuori portata.
Con un grido cerco di riaprire il rubinetto dell’acqua calda, ma lui me lo impedisce di forza, perché riesce a metterci le mani prima lui. Debra lo picchia sulle braccia, ma non c’è niente da fare, è troppo forte.
Allora lei gli mette le mani sotto l’accappatoio e va a strizzargli i coglioni, almeno è quello che fa finta di fare. Michele si ritrae e molla la presa, io ne approfitto subito per riaprire l’acqua.
- Brutte mignotte – fa Michele ridendo.
- Lasciaci in pace, ti chiamiamo noi quando servirai.
- Eh no, carine. Quando servirò lo stabilirò io... Volete stare nel vostro brodo? E stateci, io vado a sdraiarmi davanti alla tele, metto su qualcosa con qualche figa più bella di voi e di voi me ne sbatto!
Lo dice e lo fa, in due secondi è fuori dal bagno. Noi ci guardiamo complici, poi usciamo dalla vasca, prendiamo gli accappatoi e qualche asciugamano, due vibratori, tacchi alti ai piedi e ci avviciniamo a lui in soggiorno.
La nostra andatura è quanto di più erotico si può immaginare. Abbiamo infatti entrambe indossato i sandali a zeppa, quelli che mai porteremmo fuori per strada ma che usiamo solo per il piacere di vestirsi in un certo modo. Sono uguali, neri, con uno spessore di 4 centimetri, fissati al piede con un semplice ponte di pelle sulle dita e un duplice laccio sulla caviglia.
Michele ha intanto messo su un DVD, uno dei nostri favoriti, in cui si vede una bionda che corteggia una bruna e poi finiscono con lo stare a letto per una ventina di minuti a farsi di tutto.
Stendiamo gli asciugamano sul tappeto, tra lui e il televisore, e nude ci stendiamo lì davanti. Debra va subito al sodo, andando a leccarmi con furia tra le gambe. Io per qualche secondo mi godo il suo assalto, poi sospirando di piacere vado a cercarle la figa per renderle il pareggio. Debra si stacca un momento per parlare: - Ti piace come ci lecchiamo, Michele? Cosa preferisci, quelle troie dello schermo, preferisci Alba e Monica o le tue troie private, quelle che hai davanti a te e per te farebbero qualunque cosa, anche pagarti? Guarda come le sto bagnando la figa e il culo, ti piace?
Io intanto sento già arrivare un orgasmo potente. Quando c’è qualcuno che mi guarda è sempre potente. Mi sembra di regalargli la figa, che in quel momento è la cosa più importante. Sono talmente concentrata sulle onde che stanno per arrivare che mi stacco da Debra e mi metto a gemere apertamente a pancia all’insù e con i gomiti appoggiati, la testa arrovesciata all’indietro.
Debra afferra il vibratore e me lo spinge dentro, muovendolo velocemente, poi non resiste, si mette anche lei nella mia stessa posizione e accanto a me. Si penetra con il secondo vibratore, senza neppure darsi la pena di accenderlo.
Siamo lì davanti a lui, a gambe allargate, i tacchi da dodici centimetri piantati sul tappeto. Una accanto all’altra ci muoviamo nella figa un cazzo finto e stiamo per venire.
- Cazzo, Michele... hai mai visto una cosa così eccitante? Ti piace come ci masturbiamo per te davanti a te? Stiamo per godere, stiamo per squassarci per te!
- Era solo questo che pensavate di fare prima in discoteca? Tutto qua quello che volevate fare? Con quello che mi è costato la lap dance, lo spettacolino di lesbiche con la macchinetta e quant’altro... Stasera non siete alla vostra altezza, signore mie!
E poi aggiunge: - Avrei fatto meglio a dare un po’ più retta a Luana...
A sentire questo, noi ci scateniamo. Sappiamo perfettamente che sta provocando, praticamente ci sta incitando. E così ci riesce benissimo, anche perché sa che vogliamo dimostrargli di essere più troie di una troia professionista.
Così continuiamo nella nostra frenetica masturbazione. Io sono sempre appoggiata su un gomito, a bacino rialzato, la figa verso di lui invasa da un vibratore che mi sbatto su e giù; Debra invece si è messa in ginocchio, e gli sta mostrando il culo, menandosi da sotto il vibratore, finalmente acceso, a gambe aperte.
- Se vuoi tornare da Luana, puoi farlo anche subito. Noi restiamo qui e penso che abbiamo modo di godere così tanto tra noi da farti invidia per un mese – sibila Debra.
E io aggiungo: - E poi quando torni domattina, sappi che non ti lascio dormire se non ti faccio una sega con le mie mani. E se non sborri, ti riempio di botte.
- E poi vedremo le conseguenze, perché qui non si può andare a troie impunentemente – conclude Debra.
Nel frattempo stiamo avvicinandoci a un orgasmo esplosivo, di sicuro dirompente, rinviato così a lungo nel locale, appena accennato per tutto il viaggio di ritorno e poi ancora coccolato in vasca da bagno. Non ne possiamo davvero più.
- Vengo, vengo – urla strozzata Debra.
- Anch’io vengo, oddio che bello!
- Sto sborrando Michele, per te. Guardami!
- Anch’io sto sborrando per te, amore.
Michele ci guarda affascinato, si è tolto l’accappatoio. Nudo ci osserva mentre ci agitiamo nelle nostre convulsioni, nei nostri spasimi erotico-masturbatori.
Poi decide di intervenire: - Alzatevi, andiamo a letto.
Mi sollevo dal pavimento di malavoglia, sarei stata lì a farmi sbattere, invece mi tocca trasferirmi. Anche Debra si alza protestando.
Ci stendiamo sul letto, abbracciate tra di noi, di fianco. Michele ci viene accanto, ci accarezza dolcemente le schiene, poi decide di prendere sua moglie.
- Matilde, tu leccagliela, per favore.
Obbedisco, spostandomi e mettendole la testa vicino alla figa, ormai invasa dal cazzo di Michele che la sta prendendo da dietro. Lecco, lecco senza distinguere tanto, ma poi mi dedico più precisamente a Debra. È impossibile seguire i movimenti di Michele.
- Sì, così, Michele. Dai, sbattimi così. Sono tua. Pensa che c’è Matilde che mi lecca, tanto per ricordarti che moglie troia che hai, che non le basta mai, che vorrebbe sesso tutto il giorno, tutti i giorni. Tu, Matilde, leccami così. Lì, sì, lì, anche sul clitoride che voglio impazzire questa volta...
- Prendi questo mio cazzo, dai. Sì, è tutta la sera che lo vuoi, non ti è bastata la scopata di prima. E quando eri sul cubo? Cosa volevi dirmi, con quei movimenti, con quei gesti? Io ti avrei scopata lì sul pavimento...
- Sì, lì sul pavimento, sììì. Ora vengo, mi fai sborrare, Michele. Mi fate sborrare, sììì! Godo, godo, godoooooooo!
E così dicendo si agita come una cavalla imbizzarrita, cercando di penetrarsi oltre ogni limite sul cazzo di Michele.
- Godo, godo, aahhh! – pronuncia ancora dopo qualche secondo, affievolendosi.
- Adesso tocca a te, Matilde – dice Michele.
Non aspettavo altro. Dentro di me avevo pregato che Michele non sborrasse nella figa di sua moglie, ne voglio anch’io... È tutta la sera che lo voglio.
Mi stacco dal bacino di Debra, che comunque s’accascia senza più forze per il momento, prendo Michele per le spalle, lo costringo a sdraiarsi sulla schiena e vado a impalarmi secca su di lui, che con le dita sta tenendo il cazzo dritto e non chiede altro.
Inizio subito a ballargli sopra, a fare in modo che il cazzo ogni volta che mi muovo quasi esca, in modo da sentirlo sempre di più ogni volta che rientra. Mi sto scopando Michele come potrei fare con un dildo appoggiato per terra, e così lo dico forte: - Michele, il tuo cazzo è un dildo enorme e io me lo sto scopando. Sto facendo come ha fatto Monica prima, con la differenza che questo è il TUO cazzo. Mi sto facendo venire da sola, perché è tutta la sera che lo voglio e adesso devo vendicarmi, avere la mia parte di orgoglio. Mi sto masturbando sul tuo cazzo! E tu, Debra, sta a guardare come mi scopo tuo marito, altrimenti godo di meno di quello che potrei... Non fare finta di niente!
Debra a queste parole si riscuote, si volta a guardare la scena, decisamente sono una furia che cavalca Michele, che ormai sembra destinato a restare duro per sempre e a non venire mai più, dopo il pompino e la scopata di qualche ora fa e tutta l’eccitazione di questa sera, con la conseguente e abbondante produzione di sborrina pre-eiaculatoria.
- Dai, Matilde, fagli vedere che troia che sei. Sì, muoviti così, lo vedi che lo fai impazzire... altro che masturbarti su di lui. Sta godendo come un maiale sotto la tua figa, non vedi?
Effettivamente, da vari segni, capisco che Michele è vicino alla sborrata liberatoria. Non ho intenzione di perdermela.
- Debra, non azzardarti a togliermelo da sotto, perché questa volta è mio fino in fondo...
- Matilde, vai. Vai così, sono con te. Solo che io sono sfinita.
Ed è così che dopo pochi secondi urlo rumorosamente: - Vengo, Debra amore, vengo su questo cazzo che più duro non si può. Vengo, Michele, dai sborrami dentro, dai, dai!! Vi do tutta me stessa con questa sborrata... Aahh, aahh, sì, eccomi. Dai Michele, ché ti sento. Dai, vieni anche tu, sì, così, cosìììììììì, aahh, vengo, sborro!

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