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Matilde 03-06 - La telefonata


di Alex46
28.03.2019    |    1.114    |    0 8.5
"Sento le sue mani che vagano intorno agli slip, ne afferrano il bordo e tirano lentamente per togliermeli..."
Sola! Sono sola. Debra ha dovuto andare a Parigi, per lavoro. Anche Michele è in Francia, non so esattamente dove. Starò sola per qualche giorno.
È più o meno mezzanotte, mi sto finalmente rilassando con gli occhi chiusi nel torpore che precede il sonno, le ultime ore della giornata in ufficio erano state veramente pesanti: suona il telefono. Ma chi è capace di rompere così i coglioni, a quest’ora? Mi viene da non rispondere, poi rifletto che potrebbe essere Debra, o forse Michele.
- Sì? – ringhio al microfono.
- Ciao, ma quanto c’impieghi a rispondere? – è Debra da Parigi.
- Ah! Sei tu... non mi aspettavo una tua chiamata! – rispondo svogliata con un malcelato senso di fastidio.
- Sì! Volevo sentirti per raccontarti la mia giornata e...!! – dice lei maliziosa.
- E...? – sono un po’ più incuriosita, ma non troppo.
- E... dirti cosa sto facendo adesso!
- Dimmi! – rispondo più per educazione che per reale interesse.
- Oggi ho conosciuto un collega molto simpatico e... carino. Un bel tipo insomma! Alto e con i muscoli giusti, né troppi né pochi, occhi azzurri come il ghiaccio e delle mani stupende, insomma il tipo d’uomo che mi fa impazzire... non vuoi sapere come faccio a sostenere che ha delle mani stupende? – mi chiede all’improvviso lei.
Non ci posso credere... Debra con un uomo! Sento una morsa allo stomaco, non si conosceranno mai le persone a sufficienza. Mi alzo dal letto, con cautela perché mi tremano un po’ le gambe, e con il cordless all’orecchio mi porto in sala, sul divano; mi metto comoda per poter ascoltare meglio.
- No... dimmi allora, ho come la sensazione che hai voglia di raccontarmi delle cose importanti... o sbaglio? – la invito ad andare avanti.
- È qui con me! – dice lei con tono di sfida nella voce.
Guardo l’ora: sono le 23.45, anche a Parigi. Come un lampo nella notte, la sua affermazione ha il potere di risvegliarmi del tutto. Perché ci sta tradendo, perché... me lo vuol raccontare? Vuole anche farmi partecipe di questa carognata? Non capisco cosa ha in mente e dove vuole arrivare, ma sto al suo gioco perché sono curiosa. Tremendamente incazzata e impaurita, ma curiosa.
- Davvero? E cosa hai in mente di farci ora? – chiedo come se non lo sapessi.
- Adesso mi sta dolcemente accarezzando le cosce, sopra le calze. La sua mano tentenna un po’ ma sale sempre di più. Ha gli occhi fissi sui miei e mi sta studiando, cerca di capire dalla mia espressione cosa voglio da lui e cosa sono pronta a concedergli... Di certo ha capito che se ti sto telefonando è perché voglio fare la troia. Ma non sa a chi sto parlando, forse crede che sia un uomo. Apro un po’ di più le gambe e... sì, lui ha capito, si è spinto più all’interno... ha davvero delle mani stupende, calde e morbide, ma forti. Sì, le sento forti, lo capisco da come mi stringe le cosce. Ora sta sfiorando, a ogni carezza, gli slip. Credo che abbia notato come sono calda e umida lì sotto, gli si sono illuminati gli occhi. Ohhh!!!
- Debra, sei una gran troia! Come puoi farci questo? In un albergo, a Parigi, con uno stronzo che hai appena conosciuto...
- Le sue mani mi scorrono sopra, dalle caviglie alle cosce, e si fermano appena prima del pube, sull’elastico delle calze... è bravissimo. Ora ha insinuato un dito sotto gli slip, ha separato le labbra della figa e, al primo colpo, ha centrato il clitoride... è un mago! Adesso si sta inginocchiando davanti a me... Ah! Io sono seduta sul bordo del letto, ho addosso una camicetta leggera di seta e quella gonna nera, corta, che ho comprato quest’estate... ricordi? Sotto ho messo le calze e quegli slip molto carini di pizzo nero, coordinati con il reggicalze e reggiseno che mi hai regalato la settimana scorsa... solo che non ho messo il reggiseno... il reggicalze sì, però. Cerco di aprire le gambe ancora di più... la gonna tira e non mi lascia aprirle oltre. Ci sa proprio fare. Sai, non pensavo che fosse così, è tanto più giovane di me, almeno sei, sette anni... deve aver avuto un’ottima scuola! Ora sta avvicinando una mano alla mia camicetta, cerca i bottoni e... mi ha slacciato il primo in alto, che faccio? Dimmi!
- Debra, non ci sto a questo gioco. Sei partita per la Francia con i regali che ti ho fatto io? Avevi già qualche programmino? Ma come fai a essere così? Tu non ti rendi conto di quello che stai facendo... E io dovrei dirti anche quello che devi fare?
- Sì, dimmelo.
- Tu cosa vuoi ? – le chiedo io.
- No... dimmelo tu! – incalza lei.
- Sei tu in quella situazione, scegli tu! – le dico ben sapendo quello che vuole. Ormai ha scelto, quella stronza.
- Allora non lo fermo, spingo in avanti il seno e... lo struscio contro la sua mano. Ha capito e sta slacciando un bottone alla volta, molto lentamente mentre mi guarda sempre negli occhi. È delicatissimo... mmm... ora la camicetta è tutta slacciata e lui la apre. Mi sfiora il seno, con il palmo della mano stuzzica i capezzoli... Apre la mano e passando in mezzo alle tette scende verso il basso, mi preme forte sul bacino, capisco che vuole scendere di più ma la gonna lo impedisce.
Io sto per perdere completamente la testa, sono molto eccitata! Inizio a desiderare che le sue mani si spingano ancora più in giù, proprio sul pube di Debra, le voglio a contatto con le morbide labbra della figa... Mi accorgo che sto desiderando che lo faccia, so quanto mi pentirò di questo, ma evidentemente non mi basta. Dovrei sbatterle il telefono in faccia e farle capire tutta la mia disapprovazione... e invece non solo la lascio fare, ma dentro di me la incito.
- Mi alzo in piedi, almeno tento di farlo. Ok! Ora gli volgo la schiena... lui mi sfila via la camicetta, aspetta che devo cambiare mano! Va bene, sono senza la camicia, il mio busto è completamente nudo! Lui lo guarda dal basso, è ancora in ginocchio davanti a me, gli do le spalle, spero che capisca...
- Cosa? Cosa deve capire? – le chiedo sapendo che lei vuole sentire la mia voce.
- Voglio che mi slacci la gonna e me la faccia scivolare giù per le gambe.
- E poi... cos’altro vuoi?
- Lo sai! Lo voglio dentro. Mi fa impazzire con quelle mani, lo so che te l’ho già detto, ma ha davvero delle mani stupende, se il resto è anche così... non ci voglio pensare! Sento che sta aprendomi la gonna! Sì, ora la sta tirando giù... mi risiedo sul bordo del letto e mi offro a lui.
- Come fai, intendo come fai a offrirti così? Non potevi startene buona nella tua stanza d’albergo? Avresti potuto telefonarmi, tenermi compagnia. Potevamo toccarci assieme...
- Mi sono seduta e ora mi lascio cadere già con la schiena. Sento le sue mani che vagano intorno agli slip, ne afferrano il bordo e tirano lentamente per togliermeli... Oh! Sì, finalmente me li sta sfilando via. Adesso sono completamente nuda a parte le calze, il reggicalze e le scarpe. Le sue mani mi stanno aprendo le gambe, me le spalancano. Ma non sto guardando, non so cosa ha in mente di fare!
- Quanto sei eccitata? – le chiedo.
- Dovrei toccarmi per dirtelo, ma mi sento un lago là sotto e provo un fortissimo calore in pancia. È come se... Ahh!! La sua lingua, all’improvviso, mi è arrivata in mezzo alle labbra... e non quelle della bocca! Mmm... è bravissimo... mi piace... mi contraggo e seguo i suoi movimenti. Mi lecca il clitoride e accenna a penetrarmi con la lingua. Mi fa impazzire... Godo!
La sua voce sta cambiando di tonalità, divenendo sempre più calda e ansimante.
– Ora con le mani mi dilata al massimo le labbra della figa in modo da spingere la lingua sempre più al mio interno. Gioca con il buchino, ci sta infilando un dito... Sììì!! Mi ha penetrata con un dito, spingendolo sin dove poteva per tutta la sua lunghezza e ora... Ahhh!!
L’ascolto e intanto la mano libera si è infilata sotto i pantaloni del pigiama. Non voglio ammetterlo, ma la troia mi ha eccitata, e io comincio a toccarmi lentamente, in cuor mio desiderando che la telefonata duri a lungo.
- Mi piace, mi muovo come se avessi dentro qualcosa di più grosso. Ci sa proprio fare... sai... non so nemmeno come si chiama! L’ho conosciuto oggi alla riunione, è francese e non parla una parola d’italiano. Non gli ho nemmeno richiesto il nome, sai che non riesco a ricordameli al primo colpo. Ma quando me l’hanno presentato mi ha subito acceso qualcosa dentro e così stasera me lo sono portato in camera.
- Ti piace farti uno sconosciuto, non sapere niente di lui e passare direttamente a vie di fatto, vero? Credi di poter tornare poi qui come se non fosse successo nulla, vero? Solo per il fatto che me lo stai dicendo...
- Sì... mi fa impazzire l’idea che tra noi ci sarà solo sesso! Ma?... cosa... ohh! Mi sta puntando qualcosa di duro e più grosso di un dito... non è il cazzo... dev’essere... mi sta sempre leccando ma allo stesso tempo mi sta... ahhh!! Mi sta mettendo dentro qualcosa di grosso, di misura giusta. Non so dove lo aveva ma è stupendo avere la sua lingua sul clitoride e... ahh!... Lo ha spinto sino in fondo, ho le gambe completamente spalancate e lui mi sta scopando con quel...
Lei ansima e le sue parole si confondono con i gemiti.
– Se continua così vengo...
Io non riesco a trattenermi, ormai mi sditalino apertamente.
- Tu cosa fai intanto? Non dirmi che ti stai tenendo la mano a posto perché non ci credo... Dimmi che ti stai masturbando... Vero che lo stai facendo? Perché non mi rispondi?
Non le rispondo perché lotto con me stessa. Da una parte ho una voglia sfrenata di godere perché la radiocronaca diretta di Debra mi ha acceso come un fiammifero. Dall’altra non vedo come questa storia possa avere uno sbocco. Tutto si reggeva sul nostro accordo di non coinvolgere altre persone, neppure per fare solo sesso. E adesso Debra ha rovinato tutto. E su questo io mi ci sto tirando anche una sega. Questa è pura depravazione, incapacità di avere una direzione.
- Non riesco a trattenermi... mi lecca e mi succhia la figa mentre muove quel dildo dentro di me sempre più veloce... Ohhh! Mi piace... troppo... Ahhh!!
Come riconosco i suoi gemiti: è chiaro che sta venendo.
– Godo... sborro, sìììì!!!
L’ultimo monosillabo si trasforma in un rantolo di piacere.
Io ho due dita nella figa, devo essere davvero indecorosa con le gambe aperte, due dita dentro e la testa reclinata sul divano e accostata al cordless. M’immagino perfettamente la scena, lei sdraiata sul letto, con le gambe giù dal bordo, e lui che in ginocchio la lecca e spinge dentro di lei un fallo di gomma o qualcosa di simile. Dai suoi gemiti riesco a capire che ha inarcato la schiena e si è lasciata andare completamente al suo piacere.
- Ci sei ancora? – mi chiede con la voce rotta.
- Sì!
- Ciao, come va? Ti stai sdilatinando, amore? – non è più la voce di Debra, questo è Michele...
- Bastardi che non siete altro, fottuti bastardi! Questa non me la dovevate fare...
Un brivido di delusione, quasi. No, non è possibile che io desiderassi quello... eppure quel brivido.
- Sì, è vero mi stavo masturbando... ma voi siete due maledetti schifosi. Io ci stavo male su questo...
- Si stava masturbando – dice Michele a Debra.
- Stronzi, mi stavo toccando perché sono fatta così – urlo nell’apparecchio - ma dentro soffrivo come un cane. Questi non sono scherzi da fare. Avrei voluto vedere te, coglione. Ti ha fatto piacere quando Debra ti ha messo le corna con Franco? Dimmi, ti ha fatto piacere? Doveva magari anche telefonarti mentre lo faceva?
- Non mi ha fatto piacere, lo sai. Ma dai, non prendertela così, è stato uno scherzo...
- Ma cosa ci fai a Parigi anche tu? Solo io come una cretina qui a Milano... mi viene voglia di darla in giro, altro che storie!
- Puoi sempre farlo, salvo poi affrontare le conseguenze...
- Fallo, stronza, se ti riesce – questa è Debra che ha capito cosa avevo detto a Michele – fallo e poi vedi. Tu senza di noi puoi solo farti di seghe, puoi ammazzarti di seghe, sai che questo ci fa solo piacere. Anzi, vogliamo che tu continui a fare quello che stavi facendo. Dove sei, sul letto o sul divano?
- Sul divano, e sono in pigiama.
- E la figa te l’abbiamo infradiciata?
- Sì, me l’avete bagnata per bene. Ma io non sapevo che ci fosse Michele, dai perché mi avete fatto questo scherzo del cazzo?
- Sono venuta anche al pensiero di quello che ti stavo facendo fare, ed è stato magnifico! Ora però voglio far godere anche un po’ lui, anche se non fino in fondo, ne voglio ancora, voglio sentire il cazzo dentro di me, quel dildo non mi ha soddisfatto del tutto. Mi alzo, aspetta. Ora sono nuovamente seduta sul bordo del letto, lo faccio alzare... ecco, ora è in piedi davanti a me, si sta spogliando. La sua camicia... i pantaloni... gli slip... però! Te la ricordi la dotazione di Michele? Gli prendo in mano il cazzo, è durissimo tanto è eccitato ed è anche molto caldo. Lo scappello lentamente mentre lo tiro verso di me...
Debra non dice più nulla ma i suoni sono inequivocabili e durano a lungo. Ricomincio a masturbarmi.
- Dimmi ancora! – quasi urlo al telefono, praticamente incitandola – dimmi ancora cosa state facendo così posso smanettarmi più da porca.
- Ha il suo sapore, se vuoi saperlo... anche qui a Parigi. Però quando ho visto che stava stravolgendo la sua espressione... ho smesso! Adesso lo voglio dentro! Dimmi come devo prenderlo, dimmelo tu!
- Cavalcalo, sei molto brava in questo, lo sai!
- D’accordo, come vuoi!
Segue un momento di trambusto, che io m’immagino fin troppo bene, continuando le mie carezze, tanto intime quanto sguaiate. Ho voglia del mio dildo, così mi alzo e lo vado a prendere, sempre con l’orecchio incollato al telefono.
- L’ho afferrato per mano e lo sto guidando sul letto. Lo faccio stendere. Mi posiziono a cavallo del suo bacino... spingo un po’ indietro il pube... lo sento è sotto di me, durissimo. Ora strofino il pube contro la punta, sento le labbra della figa che si stanno aprendo. È bellissimo sentirlo strofinare lì, anche a lui piace. Ora... lo prendo dentro... che dici?
- Sì... fallo, dai, fatti penetrare!
- E tu cosa stai facendo?
- Ho appena preso il mio dildo e me lo sto infilando.
- Salgo un po’ con il bacino, lo sollevo... lui se lo prende con una mano e... me lo punta contro ... sì... è al punto giusto, scendo! Scendo su di lui?
- Vai! – le dico sempre più eccitata, mentre inizio il va e vieni con il dildo.
- Ohhh!!... sta entrando... È dentro di me... ora scendo più che posso, lo voglio dentro per tutta la sua lunghezza... Ahhh!... C’è! C’è l’ho tutto! E, Michele, lo sai cosa sta facendo Matilde?
Sento una risposta, ma è confusa.
- Sì, certo, ha preso il suo dildo e si sta sbattendo da sola. Ma, quanto sei grosso questa sera? Ma quanto c’è n’è!... Inizio a muovermi di anche, non voglio ancora salire e scendere su di lui.
- Sì - capisco dalla sua voce come si sta movendo.
- Sto lentamente salendo, lo faccio uscire poco alla volta... sino a farlo quasi uscire del tutto... ecco è al limite e ora... Ahh!! Sono scesa di colpo fino in fondo, sino a quando non ho sentito le palle contro il pube... Sono così eccitata da essere un lago, lui scorre dentro di me facilmente. Ora lo rifaccio, aspetta!... Ahh! È fantastico, le sue mani mi afferrano i fianchi e mi guidano nella cavalcata... Se andiamo avanti così non dura a lungo, ma nemmeno io... sento che sto nuovamente per godere!
Ormai la mia mano è impazzita e sta manovrando il dildo quasi con violenza.
- Spinge anche lui, quando io scendo lui spinge in alto, così lo sento di più! Cosa faccio, lo lascio venire così? Mi faccio riempire in questo modo? Dimmelo, lo sai che mi eccita seguire le tue istruzioni!
- Basta, cambia posizione. Mettiti a novanta gradi davanti a lui e fatti prendere!
- Ohhh ! Sì... mi piace!
- Ah! L’ho fatto uscire, lui mi guarda stupito, pensava già di venire così... aspetta che mi posiziono...! Ok... ci sono. Sono in ginocchio in mezzo al letto, ho la schiena piegata a novanta gradi e mi sono scosciata... lui si sta posizionando dietro di me... eccolo!
- Ahhh!! – è un urlo di vero piacere quello di Debra, la mia donna che si sta scopando suo marito a Parigi – mi ha preso in un attimo, è entrato dentro di me come... ahhh!... Mi dà dei colpi... ahh!... Il seno mi balla davanti dalla forza dei colpi con cui mi sbatte! Mi trattiene per i fianchi e... ahhh! Mi piace... mmm... Ora si è calmato, mi sta sbattendo di meno! – conclude con una nota di delusione.
- Muoviti tu, allora, sborra tu!
- Sì... ora lo faccio... Ma tu? Dimmi cosa fai tu... ma... ohhh, sì! Ecco perché… Mi sta divaricando le natiche con le mani e... gioca con il mio culo... lo stuzzica con il dito bagnato dal mio fradiciume e nel frattempo spinge piano... ohhh! Sta entrando... mi sta infilando un dito nell’ano e nel mentre mi scopa... ohhh! È delicatissimo, sento il suo dito nettamente dietro e il suo cazzo che mi muove tutti e due insieme, all’unisono... mi fa godere... e tanto... Ci sono, ora! Godooo!
Un urlo d’intenso piacere mi sfonda quasi l’orecchio, segno di un’inequivocabile e pazzesca sborrata di Debra, questa molto più intensa della prima, quella ottenuta con il membro di gomma e le leccate di Michele.
– Ahh! Ahh! Mi sta sbattendo come un forsennato... non ti fermare, ché sto venendo di continuo... Non è più un cazzo... ho un orgasmo tale che mi sembra che sia tutto mio, mi sembra che sia io quella che si riempirà da sola di sborra!
- Fatti riempire! – le ordino, mentre anch’io sono quasi al parossismo.
- Eccolo, eccolo, dio che cazzo che hai Michele, dio come sborro, sììì... Vieni anche tu, Matilde, con noi, dai, ORA...
E in quella io mi mollo in via definitiva: - Vengo, Debra, sborro! Cazzo, come sborro. Siete fantastici a eccitarmi così, sto sborrando per voi, e ce l’ho tutto dentro, quasi è scomparso! Non lo sto più tenendo con la mano... ora mi è riuscito, ma di poco...
- Anche Matilde è venuta, amore, con il suo cazzo finto sta sborrando per noi! Ora Michele ha finito... ora sta uscendo da me... io, però... rimango così, guardo verso la figa... c’è un leggero rigagnolo del suo sperma che mi sta colando sulla coscia: è denso, penso a quello che mi ha iniettato dentro... che bel regalo! E a te, grazie per avermi ascoltato, sai che mi piace proprio farlo con te che mi ascolti?
- Lo so... ti conosco un po’, non credi?
- Sì! Sei unica, sai?
- Grazie, anche a voi... riposatevi un po’ ora, domani dovete essere di nuovo in forma!
- Ok, hai ragione... grazie, cara! Notte!
- Buona notte anche a voi... ciao!
Spengo l’apparecchio e rifletto guardandomi. Sono qui, semisdraiata sul divano, con il dildo piantato a metà nella figa. Se non fossi sola, ne avrei ancora voglia. Invece così mi sento appagata, quasi spossata, e desidero solo il mio lettone. Sono felice di essere del tutto soddisfatta. Sono felice che Debra e Michele ora stiano dormendo insieme.
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