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"Villa Mary....Il tempio del sesso"


di quartofederico
16.07.2020    |    9.688    |    5 9.3
"Comunque, il week end finì ed io e Giorgio ritornammo a casa..."

Dormii come una marmotta in letargo; il letto, al mio fianco, era ancora caldo, ma Federico non c'era.
Dal bagno filtrava un po’ di luce e, difatti, dopo un paio di minuti lo vidi comparire.
"Buongiorno, dormito bene?" chiese.
Ed io, stiracchiandomi "Sì bene e tanto, credo. Che ore sono?"
Erano quasi le nove e scendendo dal letto cercai le pantofole. Poi mi ricordai che dovevano essere nell'altra camera.
"Prendi queste" e, sedendosi sul letto, mi diede le sue.
Ciabattai fino al bagno e, quasi per farmi osservare, lasciai la porta aperta.
Da dove si trovava poteva solo sbirciare; forse lo fece, ma sicuramente lo scroscio della mia pipì arrivò distintamente fino alle sue orecchie.
Ritornai e mi sedetti accanto a lui, rendendogli le ciabatte.
Volevo recuperare le mie, per cui, di soppiatto, varcai la soglia dell'altra camera, dove Giorgio e Mary continuavano a dormire.
Federico si avvicinò ed io, sussurrando:
"È bello il mio amore, vero? Ora ti faccio vedere come ama farsi svegliare".
Mi avvicinai al letto e, con tanta malizia e desiderio, allungai la mano raggiungendo il suo meraviglioso cazzo.
Il tocco lo fece sobbalzare e la carezza cominciò a far sortire i suoi benefici effetti.
Federico fermo sull'uscio mi osservava, curioso di scoprire come poteva andare a finire.
Quando l'uccello prese le giuste dimensioni, mi abbassai quel tanto per iniziare a leccarlo.
Con un cenno feci intendere all'altro uomo di avvicinarsi.
Intanto il brusco movimento del bacino di Giorgio scosse il letto e con un assonnato mugolio ritornò nel mondo dei desti la bellissima Mary.
Un tantino incredula fece una smorfia di disappunto e si girò dall'altra parte.
Federico, accettando il mio precedente invito a partecipare, si era avvicinato alla moglie e, seduto sulla sponda del letto, cominciò a carezzarle la testa.
Gli occhi dei due si incrociarono e Mary, trovandosi a venti centimetri dal cazzo del suo uomo, prima cominciò a masturbarlo poi sospinta dalla sua mano, avvicinò le sue carnose labbra all'uccello, già bello duro.
Li stavamo sbocchinando alla perfezione, ma volevo qualcosa di più.
Senza pensarci oltre, saltai pure io sul letto, in mezzo a Mary e Giorgio e, quasi scacciando Federico, costrinsi Mary a portarsi tra le mie gambe.
Quella magnifica femmina voluttuosa, capì subito cosa volessi da lei e cominciò a leccare la mia figa con una veemenza e una passione degna di una delle migliori sacerdotesse di Saffo.
Il piacere, che mi stava procurando, mi distolse da quello che stavo facendo a Giorgio, che rimase, insieme a Federico, disoccupato.
Eravamo di traverso sul letto, a sessantanove, offrendo ai nostri uomini le nostre impudiche intimità.
Il primo ad agire fu mio marito che, in un colpo solo, entrò in me dalla via naturale del piacere (Sic..non è che le altre siano da buttare via), pompandomi nel ventre con il suo meraviglioso uccello, mentre con la lingua di Mary, che ogni tanto leccava anche la sua asta, lo stavamo portando all'acme del piacere.
Lo stesso stava facendo Fede, ma non prima di avermelo letteralmente spinto in gola. Conoscendo Giorgio, sicuramente avrebbe voluto che fossimo inondate in faccia dalla loro sborra, per cui fece un cenno di intesa al suo amico e dopo averci portato all'orgasmo, ci fecero sdraiare accanto e, segandosi, vennero copiosamente sulle nostre facce.
Chiusi gli occhi per non riceverne gli schizzi, ma inutilmente; Giorgio, intento a godere mi sbrodolò sulla fronte e il suo sperma scese lentamente sul resto del viso.
" Scusa" mi disse passandomi un fazzolettino di carta.
Quel sabato ci divertimmo moltissimo: colazione a bordo piscina, sole e tante, tante risate.
Appena soli, chiesi a Giorgio cosa pensasse di Maria e Federico.
"Devo pensarci ancora un po', ma, in linea di massima, mi sembrano bravissime persone, anche se il padrone di casa ama troppo il ruolo di protagonista; gli piace accentrare su di sé l'attenzione di noi tutti. Forse contrasta un tantino con il mio carattere."
Lo disse con un pizzico di rammarico, abituato ad essere sempre lui il regista delle nostre performance.
Forse aveva ragione, pensai, e poi, erano due galli dello stesso pollaio!.....
Comunque, il week end finì ed io e Giorgio ritornammo a casa.
Mary mi avrebbe aggiornato "sull'arruolamento" dei maschi per la festa.
Difatti il mercoledì successivo ricevetti un suo messaggio vocale che diceva di aver ricevuto parecchio materiale, ma sarebbe stato meglio visionarlo assieme.
Purtroppo, quel fine settimana avevamo già un altro impegno, per cui stabilimmo che ci saremmo aggiornate.
"Non puoi mandarmi già qualcosa via whatsapp?" chiesi alla mia amica e fu così che il giorno dopo ricevetti dei video e delle foto dei possibili concorrenti.
Dovevo visionarli quando non c'era Giorgio, per cui approfittai il giorno successivo, mentre egli era occupato con dei clienti.
Il materiale era davvero intrigante: foto e video molto esplicativi, ma uno in particolare mi aveva colpito.
Un maschio sui cinquant'anni, non molto alto con un fisico massiccio e abbronzatissimo, capelli rasati senza barba né baffi; quando feci partire il video, mi resi conto di come veramente era fatto: il suo nick era il "capitano"; dalla voce ed dal suo intercalare era chiaro che era meridionale, credo napoletano e diceva di amare il mare, le barche, ma molto di più le donne.
Poi cominciò a spogliarsi iniziando dalla camicia bianca che indossava a torso nudo e che fece volare alle sue spalle.
Non eccessivamente peloso, ma quel poco dava un segno forte della sua virilità. Poi scese e abbassando la cerniera dei pantaloni li tolse restando in boxer.
Era ben visibile un bozzo molto consistente che, partendo dal centro del bacino, si estendeva sulla sinistra, fino all'inguine. Se lo carezzava da sopra la stoffa e, così facendo, si vedeva il progressivo ingrossamento del pacco e, quando reputò che era già abbastanza duro, abbassò appena l'elastico e ne fece uscire la cappella.
Era grossa, ancora ricoperta dalla pelle del prepuzio, ma con la tendenza ad uscire allo scoperto.
Di colpo si abbassò le braghe e venne fuori tutto il resto.
Cominciò ad accarezzarsi e a scappellarlo fino a mostrare una magnifica fava già lucida di umori.
La sega che ne seguì, era lenta ma di una tensione non indifferente: era chiaro che provava ad immaginare chi potesse vederlo; durò alcuni minuti e si fermò solo quando eruttò la sua calda e abbondante crema.
Rimasi sbigottita e profondamente turbata: mi ero eccitata a tal punto che mi sentivo tutta bagnata tra le cosce.
Avrei voluto continuare a masturbarmi, ma il rumore della chiave che girava nella toppa, mi fece desistere.
Era rientrato Giorgio e feci appena in tempo a chiudere il video e rifugiarmi in bagno.
Quelle foto e quei video mi avevano coinvolta, ma ancora di più eccitata: dovevo parlarne immediatamente con Maria.
Provai a chiamarla, quando ero chiusa in bagno, ma non era raggiungibile, per cui le inviai un whatsapp, chiedendole di contattarmi al più presto.
Il suo messaggio arrivò mentre ero in cucina a preparare per la cena. Mi preannunciava una sua telefonata, appena si sarebbe scrollata di dosso Federico, che quella sera sembrava indiavolato.
"Adesso se non gliela mollo, non me lo tolgo di torno. Non è che mi dispiaccia, ma....."
Comunque, la sua telefonata arrivò dopo un paio d'ore: eravamo in salotto a guardare la tv.
"Buonasera tesoro – dissi, e rivolta a Giorgio - E' Mary"
Mi alzai dal divano e mi spostai in cucina per cercare di essere più libera di parlare.
Per sommi capi le spiegai cosa avevo provato, guardando il materiale ricevuto: principalmente ero intrigata a conoscere il "capitano".
"Pure tu sei rimasta colpita da quell'uomo? Effettivamente ha un qualcosa di misterioso; anche a me ha fatto lo stesso effetto; ha quel certo non so che di misterioso, che lo rende molto affascinante; hai fatto bene a segnarmelo positivamente, sicuramente sarà dei nostri."
"E degli altri che ne pensi" continuò
"Maschi che debbono farci godere, mi sembra che la selezione che mi hai mandato possa essere all'altezza della situazione; quando puoi manda il materiale degli altri concorrenti. Lo sai che di te mi fido ciecamente.
"Come è andata con Federico?" domandai
"Mezz'ora in camera di....consiglio ed è uscito il verdetto: Assolto con formula piena e soddisfacente, ora canticchia tutto contento sotto la doccia."
"Debbo stare attenta; credo che Giorgio stia subodorando qualcosa" riferii.
"Anche Federico sta fiutando la pista, ma, per ora, sta brancolando nel buio."
"Lasciamoli che si crogiolino nelle loro fantasie; così poi si godranno una bella sorpresa.
Mi promise altro materiale per il giorno successivo e difatti nel primo pomeriggio mi arrivarono le foto ed i video degli altri candidati.
Erano otto cartelline con foto e video, relativi ad otto uomini.
Due li scartai subito, non avevano minimamente i requisiti richiesti, sia per l'età che per fisico. Gli altri sei dopo averli osservati attentamente decisi di tenerli tutti.
Interessanti anche i due versatili, che sicuramente avrebbero soddisfatto la curiosità sia mia che quella di Mary di vederli all'opera.
In effetti, non nascondo che mi ero spesso eccitata a guardare video hard omo o bisessuali, ma mai avevo assistito ad un vero amplesso.
Questa poteva essere la volta buona.
Relazionai, immediatamente, il tutto alla mia amica che fu, subito d'accordo con me.
Se la vide tutto lei per gli inviti e stabilimmo pure la data.
Il venerdì successivo alle ventuno e trenta.
Ormai quotidianamente, io e Mary ci contattavamo o telefonicamente o tramite whatsapp, ma né io né lei, avevamo, ancora, comunicato ai nostri uomini dell'avvenimento.
Lei suggerì di aspettare all'ultimo momento per fare loro una sorpresa.
Venne il venerdì e da sola andai all'appuntamento, ricordando a Giorgio di raggiungermi non tardissimo, come al solito.
L'accoglienza calorosissima di Mary, l 'abbraccio delicato ma intimo di Federico e poi noi due ci ritirammo nello studiolo privato.
Avevamo, ancora, molte cose da verificare e Maria propose di aspettare una mezzoretta.
"Federico deve uscire, per incontrare delle persone, credo che ritornerà non prima delle otto di stasera e, poi, sai che sorpresa!!!! Vieni andiamo su a sistemare le tue cose." E appena l'uomo se ne andò, Mary mi prese per mano e mi condusse nel prive'.
In effetti, poco era cambiato dall'altra volta, ma Mary pigiando un bottone posto su una parete, mise in moto un meccanismo che fece scorrere una parete sottile, che creava una specie di separé tra il lettone e l'ingresso.
Era un "glory hole" con una decina di fori.
La guardai sbigottita
"Hai fatto le cose in grande - dissi - stasera faremo una gara io e te a chi ne succhia di più."
Ero già euforica e il solo pensiero mi stava facendo bagnare.
"Facciamo una prova, vediamo se funziona." E così dicendo si alzò la gonna fino al bacino e si sfilò lo slip. Si era rasata tutta, anche il ciuffetto che mi faceva impazzire, poi prese lo strap-on duble e se lo allacciò alla vita.
Una smorfietta di piacere quando il membro dal suo lato la penetrò e poi, saltellando, passò dall'altro lato della parete.
Di là vidi comparire da uno dei buchi quell'enorme uccello finto e senza pensarci su, mi accovacciai e lo presi in bocca.
Accovacciata sulle ginocchia con le gambe aperte, reggevo quel cazzo con la mano destra e, appoggiandovi le labbra, cominciai a leccarlo.
Era enormemente grosso, faticavo a prenderlo in bocca, ma spalancandola per bene riuscii ad ingoiarne una metà. Feci volare la mano sinistra verso il mio inguine e, spostando di lato il perizoma, raggiunsi con il dito medio il mio clitoride.
Fu una scossa elettrica seguita da scarica di adrenalina che mi provocò un piacevole dolore che, partendo dal cervello, raggiunse il mio ventre. I movimenti divennero scomposti, ma con la poca lucidità ancora presente, mi staccai da quel pene e sfilandomi gli slip mi girai e, mettendomi in ginocchio a novanta gradi, me lo feci scivolare tutto nella vagina.
Credo che urlai, ma era solo piacere e solo la parete del glory hole mi fermò nella penetrazione.
Mi chiavai da sola e il mio ritmico movimento produsse anche in Mary una specie di orgasmo. Le sentii urlare il suo piacere fino a sfilarsi dal mio corpo.
Rimasi un attimo delusa, ma quando la vidi comparire da dietro la parete, la presi per mano e ci stendemmo sul letto.
Eravamo ancora piene di voglie, ma fui proprio io a fermare Maria che voleva continuare.
Meglio aspettare stasera ed essere ancora più vogliose e cariche.
Anche se a malincuore, ci rifugiammo a bordo piscina e, tolti gli abiti, ci tuffammo nude in acqua.
Il contatto sulla pelle di quell'elemento fu subito un sollievo per calmare i bollori dei nostri corpi.
Restammo immobili per un quarto d'ora poi uscimmo per fare una doccia tiepida veramente ristoratrice.
Ci asciugammo al sole ed eravamo ancora completamente nude quando squillò il citofono.
Era Giorgio! Maria, indossato un accappatoio in microfibra, andò ad accoglierlo.
Mio marito e la mia amica mi raggiunsero e, sempre nuda, al sole come una lucertola, offrii la bocca al mio amato.
Un bacio lungo e appassionato che suscitò un tantino di invidia da parte di Mary, che subito dissipai invitandola ad unirsi a noi.
Non se lo fece ripetere una seconda volta e, sedutasi sulle gambe di Giorgio, offrì all'uomo le sue labbra carnose.
Sicuramente saremmo andate oltre, ma lo squillo del cellulare di Giorgio interruppe quelle lubriche piacevolezze.
"Pronto, Fede, dimmi" rispose.
Dall'altro capo Federico parlò brevemente, dopo di che Giorgio passò il suo cellulare a Maria.
Il padrone di casa aveva tentato più volte di comunicare con la moglie, ma il suo telefono (chissà dove era) non lo avevamo sentito.
Comunque, era rimasto in panne con l'auto nei pressi di Firenze e, dopo averla affidata ad un carro attrezzi, aveva preso il treno per Lucca.
Sarebbe arrivato in quella città fra una oretta e poi avrebbe cercato il mezzo più veloce per tornare.
Ovviamente, Giorgio si propose per andarlo a prendere e partì subito per Lucca.
"E ora? Che facciamo?" dissi.
Poi mi venne un dubbio: vuoi vedere che i due marpioni si erano messi d'accordo per sorprenderci, arrivando nel corso della festa?
Lo dissi a Maria e pure in lei si insinuò qualche dubbio.
"Freghiamocene: andiamo a prepararci e poi vediamo" suggerì

Salimmo in camera di Maria e dal suo guardaroba tirammo fuori un po' di abitini sexy.
Scelsi un vestito nero con una scollatura a "V" sul davanti, corto a metà coscia con un lungo spacco, che da seduta arriva a scoprire il bordo delle calze, con un push up, che esponeva alla vista gran parte delle tette e sotto una guepiere e mini tanga dello stesso colore.
Autoreggenti e tacchi a spillo completavano il quadro.
Maria, ancora più spregiudicata, indossò un vestitino con una scollatura dietro che faceva intravedere il solco delle natiche e davanti una "V", che mostrava l'incavo delle abbondanti mammelle, sorrette solo da un reggiseno con coppe aperte e sotto un invisibile tanga.
Anche lei in autoreggenti e stivaletti con tacco.
Il trucco lo volevamo molto marcato con rossetto rosso acceso e lucido. Ci guardammo allo specchio: eravamo proprio due bellissime "PUTTANE".
Si erano fatte le nove di sera; dei nostri mariti nemmeno l'ombra e nessuno dei due era raggiungibile al cellulare.
Gli accordi con gli ospiti erano che si fossero radunati fuori del cancello per poi entrare tutti insieme; alle ventuno e venti suonò il citofono.
Che rabbia! Né Giorgio, né Federico erano ancora all'orizzonte, per cui io e Maria ci guardammo dubbiose sul da farsi.
Non potevamo ignorare gli ospiti, ma eravamo anche un tantino preoccupate di rimanere sole in balia di quella decina di maschi allupati.
"Rischiamo?" dissi
"Che dirti?! Siamo in ballo e io direi di ballare: ho le telecamere accese ed il telecomando dell'allarme a portata di mano" rispose e con un rapido gesto azionò il comando di apertura del cancello.
Nel viale illuminato cominciarono a sfilare i nostri bravi "soldatini"
Stavamo aspettando sul patio, all'ingresso della casa e man mano che si avvicinavano, una stretta di mano e il loro pseudonimo.
Erano in dieci: ne mancava uno all'appello.
Il primo fu "il capitano", seguito dal "toro", dallo "sfondatore", dal "maturo"; poi c'era il "lupo", il "coraggioso", "l'avventuriero", il "monaco", il "jolly" ed il "piccolino".
Ma per me e Mary le sorprese non erano finite: come due fantasmi comparvero dal buio della siepe due loschi individui, Federico & Giorgio.
Ci presero di sorpresa e con un sorrisetto beffardo ci comunicarono che ora la festa poteva iniziare.
Avevano scoperto tutto ed ora ci stavano deridendo.
Bisognava che ci vendicassimo.
Mary si staccò da noi e condusse i maschi nel prive' e spiegò loro come dovevano farsi trovare; poi ci raggiunse.
"Che zoccole che siete - disse Giorgio ridendo e, rivolto all'altro - andiamo a prenderci pure noi il piacere che ci spetta".
Federico prese sotto braccio sua moglie e mio marito fece altrettanto con me.
Maria aveva organizzato tutto alla perfezione: dieci meravigliosi cazzi duri, fuoriuscivano dai fori del glory hole.
Ad altezza di visuale c'era una feritoia, da dove si poteva sbirciare l'altro lato della stanza e, da essa, i nostri dotati e sconosciuti amici potevano assistere al nostro streep tease.
Mentre i nostri uomini si spogliavano, io mi tolsi il vestito rimanendo in guepiere, tanga, autoreggenti e tacchi a spillo.
Mary pure si spogliò e rimase in reggiseno, le cui coppe aperte facevano uscire il suo bellissimo seno sodo e maestoso; inoltre il tanga, generosamente ridotto, dava a quegli assatanati la visione delle grandi labbra quasi tutte scoperte.
Cominciammo, io partendo da destra e Maria da sinistra, inginocchiate davanti a quelle fave dritte, principiammo a saggiarle.
Dal bacio alla slinguata, fino ad ingoiarlo, io e Mary stavamo sciorinando il meglio del nostro saper fare.
Il primo fu servito e mi fermai nel momento in cui lo sentii irrigidirsi, per poi passare al secondo e cominciare con questo lo stesso trattamento.
Avevo bisogno di un cazzo anche nella figa, per cui feci cenno ai due, alle nostre spalle, di avvicinarsi e rendersi utili.
Mi infilzò Giorgio con un colpo solo, per cui mi trovai seduta sul suo ventre con il cazzo nella pancia e piegata in avanti a continuare a succhiare il cazzo dello sconosciuto.
Mi staccai da lui solo quando una grossa perla di liquido trasparente mi si posò sulla lingua. Molto buona, dolce e appiccicosa, dovevo ricordarmi di lui in seguito, pensai.
Scivolando insieme a Giorgio, raggiunsi il terzo cazzo che pulsava di desiderio.
Lo baciai e lo leccai tutto dal glande alla base, per lo meno la parte che usciva dal foro e, non contenta, mentre mio marito mi possedeva con veemenza, allungai una mano e cominciai a segare quello del quarto foro.
Quest'ultimo, a differenza degli altri, era appena appena barzotto e, ad un tratto, si staccò dalla parete e lo vedemmo comparire dalla nostra parte.
"Credo che starei meglio di qua: che ne pensate?" e, senza aspettare risposta, si inginocchiò pure lui e cominciò a darci una......bocca!
Anche Mary in ginocchio e leggermente piegata in avanti offriva la figa a Federico, che la stava sconquassando con colpi su colpi, mentre anche lei era al terzo piatto.
Il nostro compagno di pompa era davvero un grosso e valido rivale: ci sapeva fare e, con il viso ben rasato come era, difficilmente dall'altra parte se ne sarebbero accorti.
Ormai tutti e nove stavano al limite della resistenza, per cui, ad un nostro cenno, Federico li fece allontanare dai fori e fece scorrere la parete nella sua intercapedine.
Volevamo la loro sborra sui nostri corpi, ma prima ognuno doveva scoparci.
Sul tavolino centrale, Maria aveva disposto una ventina di preservativi e ognuno di essi ne indossò uno, tranne il piccolino che si mise a guardare la scena insieme ai nostri mariti.
"Belle le vostre donne - disse rivolto ai due – io non partecipo con loro, voglio conservarmi per un giochino un po' particolare."
E così, mentre noi due, una di fronte all'altra, piegate a pecora sul tavolino, con gli uomini che ci circondavano, potevamo scambiarci baci e lingue in bocca.
In aggiunta avevamo anche l'opportunità, girando la testa io a destra e lei a sinistra, di aver un maschio pronto a darci il cazzo da succhiare, e sempre il cazzo duro di uno dei nostri sconosciuti ospiti, nella figa.
Tutto questo mentre loro tre, continuavano a guardare sorridendo, da perfetti sornioni.
Ad un certo punto, dopo che, sia io che la mia amica li avevamo presi tutti sia in bocca che nella figa, ci stendemmo a sessantanove sul tavolo e ci regalammo una bellissima leccata, mentre i maschietti, a turno, passavano a baciare e leccare i nostri sederini.
Con un violento sussulto, venni in bocca a Maria. Ella continuò a far scorrere la lingua tra le labbra della mia vagina, prosciugandomela.
Ad un tratto, pure lei si irrigidì e riempì la mia bocca del suo mieloso nettare. Ci guardavano tutti, ed io, allungando una mano, sfilai il preservativo dell'uomo a me più vicino e avvicinai la bocca a quel cazzo offerto.
Tutti si tolsero i preservativi e noi donne sedendoci una accanto all'altra, un po' con le bocche e un po' con le mani, li stavamo portando all'orgasmo.
Non contemporaneamente, ma quasi, incominciò a venir giù sulle nostre teste, sul nostro viso, sui nostri seni una pioggia di caldi e cremosi spruzzi di delizioso sperma.
Giorgio e Federico erano ancora fuori dai giochi, ma da loro, conoscendoli, ci saremmo dovuto aspettare lo spettacolo pirotecnico finale.
Eravamo sfinite, ma soddisfatte: nove cazzi, oltre ad aver visitato ripetutamente i nostri orifizi, ci avevano riempite di crema che si stava asciugando sulla nostra pelle, lasciando quasi una crosta biancastra.
Anche i nostri sconosciuti compagni, stravaccati sui divanetti, sembravano appagati: avevano sborrato tanto su di noi, dopo che si erano dilettati delle nostre bocche e dei nostri invitanti e ingordi buchetti.
Il "capitano" fu uno dei primi a riaversi e, seguito "dall'avventuriero", ci tesero la mano per farci alzare da terra.
Federico invitò tutti per un drink vicino alla piscina, ma, prima, fu d'obbligo un bel tuffo per ripulirci.
Comunque, Maria mi fece notare che qualcuno mancava all'appello: "Il jolly ed il piccolino" non si vedevano.
Mi prese sottobraccio, come stessimo passeggiando e, allontanandoci dal gruppo, andammo a cercarli.
Erano dietro il gazebo!
“Il piccolino”, inginocchiato, stava succhiando il cazzo dell'amico.
Il rumore del succhio e del risucchio era sancito dal ritmo che “il jolly” stava dando, chiavandolo letteralmente nella bocca.
“Il piccolino” si dovette fermare per riprendere fiato e per ingoiare la saliva che stava producendo.
"Avevi mai visto due maschi, dal vivo, che fanno sesso - chiesi a Maria - io mai, è la prima volta."
"Anche per me è la prima volta; mi sto eccitando di nuovo" affermò e prendendo la mia mano, per farmi constatare, se la portò tra le sue gambe.
Il contatto fu apprezzato e pure lei cominciò a carezzarmi.
"Vieni sediamoci su quel divanetto" dissi e, sempre spiando i due, proseguimmo nel delizioso ditalino reciproco.
Ad un tratto” il Jolly” aiutò l'altro ad alzarsi e lo fece piegare in avanti, facendogli poggiare le mani sul vaso dei gerani.
Era a pecora e pronto per prenderselo nel culo. Da dove stavamo si sentivano anche i loro bisbigli.
"Fai piano... sono stretto, leccamelo un pochino per prepararlo" disse” il piccolino” e l'altro gli si mise dietro e, accovacciato, iniziò ad umettarlo.
Come la lingua lambì il forellino, quasi un urlo soffocato di piacere uscì dalla gola del “piccolino”. Poi dovette proseguire con le dita perché si udì distintamente:
"Come cazzo sei stretto!" e l'altro: "Dai... spingi, non ti preoccupare."
Un dito, o forse due, riuscirono a scivolare dentro e poi si vide “il jolly” alzarsi e posizionarsi dietro l'amichetto e, mentre quest'ultimo si teneva le natiche aperte, puntare la cappella e penetrarlo.
"Fermati... fai piano... mi fai male" ma l'altro, inesorabile, lo attirò a sé con un certo vigore piantandogli tutto il cazzo nella pancia.
Si fermò solo un paio di secondi, poi quasi incitato dal” piccolino”, cominciò a cavalcarlo con veemenza, assestando colpi secchi che facevano sobbalzare l'inculato.
"Spettacolino eccitante, vero?" dissi a Maria, che per le mie carezze al suo clitoride, con gli occhi chiusi, stava venendo di nuovo.
I due continuarono per altri quattro o cinque minuti, l'uno piantato nel culo dell'altro che si stava masturbando con una velocità pazzesca.
Dovettero venire assieme, perché il rauco gemito fu doppio e si accasciarono entrambi sul vaso dei fiori.
Ora volevo godere anch'io; Maria si inginocchiò tra le mie cosce e con la lingua mi dette l'agognato piacere.
I due intanto si erano staccati;”Jolly” si stava pulendo con un fazzolettino di carta, mentre” il piccolino” lo vedemmo scappare in bagno.
Maria mi ricordò che gli unici a non aver goduto erano i nostri uomini.
Ormai la festa volgeva al termine, ma Giorgio, avvicinandosi senza diritto di replica, disse:
"Scegliete due maschi a testa per continuare la festa e congedate gli altri"
Indubbiamente "il capitano" doveva essere dei nostri, poi optammo per "l'avventuriero", sulla quarantina alto, bello e con un maestoso argomento fra le gambe," lo sfondatore" il cui nick era tutto un programma, poco più che quarantenne, calvo con un fisico minuto, ma con cazzo lungo e grosso, ed infine il "coraggioso" tipo giovanile forse un tantino più giovane del precedente, ma era stato quello che nell'ultima fase era stato il più resistente.
Segnalammo i quattro ai nostri uomini che, dopo un breve conciliabolo, prima tra di loro e poi con i prescelti, si accompagnarono a loro e rientrarono nella casa.
Io e Maria salutammo calorosamente gli altri ospiti e li accompagnammo all'uscita.


EPILOGO:
Come entrammo in casa, Giorgio e Federico ci bloccarono e ci obbligarono ad indossare una mascherina da riposo, quelle, per intenderci, che si usano per dormire in aereo, che non permettevano di vedere nulla.
"Ora andiamo di là ed ognuno di loro vi darà il cazzo - disse - prima in mano poi lo porterete alla bocca. Dovete indovinare a chi appartiene in modo da formare con loro la squadra che vi dovrà possedere. Io e Federico saremo spettatori fino all'ultimo e il nostro intervento avverrà a gruppo completato. Dovrete dimostrarci tutta la vostra abilità a riconoscerli, mettendo in pratica tutta la vostra esuberanza sessuale."
"Possiamo fare di tutto?" chiese Maria.
"Sì, tutto quello che volete, senza nessuna regola e/o limitazione" ribadì Federico.
Prese per mano, entrammo nella "stanza dell'amore".
Fummo invitate a sedere sul letto, ognuna ad un lato, e ci fu ordinato di stenderci, tenendo le gambe penzoloni.
I quattro cavalieri dell'apocalisse si stavano avvicinando: li percepimmo ai piedi del letto e a coppia si portarono e si stesero ai nostri fianchi.
Allungai le mani cercando i loro piselli e credo che anche Mary stesse facendo altrettanto.
Quello alla mia destra aveva il cazzo lungo e grosso, per cui l'abbinai allo "sfondatore", ma, carezzandogli la testa, mi resi conto che non era calvo, per cui pensai potesse essere il "capitano" e l'unico modo per esserne certa era quello di succhiarlo e odorarlo.
Difatti avevo notato, già da prima, che la pelle del suo prepuzio era piuttosto lunga e quando lo scappellavo restava avvolta alla base del glande, formando un rotolino un tantino doppio; abbassai la testa e attirandolo a me lo presi in bocca.
Avevo ragione era lui e lo comunicai alla platea.
Quasi contemporaneamente Mary aveva trovato il suo primo uomo: era lo "sfondatore", il calvo.
Rimanevano” l’avventuriero", quello sulla quarantina e “il coraggioso", quello lungo a venire.
Beccai "l'avventuriero": me ne accorsi dal suo cazzo grosso che già avevo faticato a prendere in bocca prima durante il glory hole e alla mia compagna di bagordi toccò “il coraggioso”.
A questo punto i gruppi erano fatti, anche se Giorgio, in corso d'opera, stabilì che poteva esserci interscambiabilità.
Federico si avvicinò alla moglie e Giorgio a me.
Mentre i quattro si stavamo masturbando per non perdere l'erezione, ci mettemmo a pecora io di fronte a Maria e cominciammo a limonare tra di noi.
Che buona la sua saliva, la sua bocca e la sua lingua che saettava nella mia. Certo io non ero da meno e ricambiavo con tutta la voluttà di una femmina in calore.
I nostri uomini da dietro stavano leccandosi i "baffi". Con la bocca sulle nostre passerine, avidamente succhiavano quel dolce nettare, frutto di tanta eccitazione, e, di tanto in tanto, spingevano le lingue più su, verso il buchino "proibito". Capimmo che ci stavano preparando per qualcosa di più peccaminoso.
Ad un cenno, a due a due gli ospiti si avvicinarono e ci offrirono i loro cazzi da succhiare.
Con la lingua da fuori colpivo prima l'una poi l'altra cappella. Presi in bocca il cazzo” dell’avventuriero" e lo feci scivolare giù fino in gola; lo trattenni un po’ in bocca con la cappella che spingeva su una guancia e poi lo sputai fuori.
Fu, poi, la volta” del capitano": che bella la sensazione di sentire la sua cappella sotto il mio palato e piano piano farla scivolare verso le labbra. Grossa e pulsante la volevo dentro di me, per cui, quando Giorgio si stese sul letto e mi attirò su di sé, capii che dovevo prenderne uno davanti e uno dietro.
Fui io da sola a puntare il cazzo di mio marito sul mio ano e, con una smorfia di dolore, permisi alla sua cappella grossa e violacea ad entrare nel mio retto.
Forse urlai, ma senza fermarmi mi impalai totalmente su di lui. Il capitano si inguainò il pene con un preservativo e spingendomi su Giorgio si introdusse nel mio ventre.
Due cazzi enormi dentro di me ed uno, ancora uno, sempre bello grosso che si stava avvicinando alla mia bocca.
Ero in estasi! Non riuscivo a coordinarmi, ma loro sapevano che cosa fare.
Mi stavano scopando senza tregua: Giorgio nel culo dava il ritmo al "capitano" che, con bordate sempre più forti, entrava quando Giorgio era fuori e viceversa.
Quello che stavo spompinando corse il rischio di mutilarsi, perché, nella foga, si era preso più d'un morso.
Federico e Maria, che si erano stesi accanto a noi, stavano facendo le nostre stesse cose, solo che" lo sfondatore" era steso e chiavava Maria seduta su di lui e Federico, da dietro, la stava inculando.
Il coraggioso, in ginocchio accanto alla donna, si stava sfogando nella bocca della mia amica.
Credo che tutto durò una mezz'oretta, poi sfilandosi da noi donne, tra mugolii e grugniti vari, vennero tutti e sei sui nostri corpi.
Eravamo sfinite, piene di crema e attorniate dai sei uomini che stavano ancora masturbandosi.
Maria per concludere si girò verso di me: mi prese per mano e, fissando i suoi occhi nei miei, posò le sue labbra sulle mie, per unirci in un concupiscente, lussurioso bacio.


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