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Quando una moglie....4


di quartofederico
18.03.2020    |    19.682    |    18 9.8
"All'ora fissata, dall'auto lo chiamammo ed io riuscii solo a dire: "Enzo?" "Per favore, passami lei"; obbedii e con un certo fremito..."
Quella mattina giunsi tardi al lavoro, ma ero felice come una pasqua.
La mia vita, o meglio, la nostra vita ora aveva un senso... non era più piatta, come una volta.
Se ne accorsero anche i miei colleghi, che scherzando mi chiesero:
"Hai vinto al Superenalotto?", ma uno, in particolare, sottovoce mi disse: "Quanto mi piacerebbe condividere questa tua euforia!"
Lì per lì non feci caso a quella frase, ma più tardi, nei bagni, mentre ero intento a scaricare la vescica, giunse anche lui, Marcello, il collega, e, guardandomelo spudoratamente, disse:
"Accidenti, ora capisco il motivo dell'enfasi tua e, certamente, anche di tua moglie".
Restai basito.... aveva pronunciato la parola magica: "moglie"... e senza farsi scrupoli riguardò il mio cazzo semiduro e poi si allontanò.
La circostanza mi colpì non poco, ma al momento avevo ben altro per la testa.
Uscii per ultimo dal lavoro, dovendo recuperare il ritardo del mattino.
In macchina presi ad elucubrare: chi poteva essere il tizio? Uno che lavorava al centro commerciale, oppure solo un frequentatore del parcheggio, per far da guardone alle coppiette? Un dato, però era certo: conosceva bene l'ambiente e sapeva come muoversi.
Ricordavo bene quel suo sguardo sornione e quel sorriso sotto i baffetti che, in parte, richiamavano l'espressione del collaboratore del Commissario Montalbano, cioè l'Ispettore Mimì Augello.
Quante volte, vedendo gli episodi in TV, a mia moglie era sfuggito di dire:
"Che tipo, quel Mimì!"
Ora poteva disporre di uno simile, in carne ed ossa, ecco perché ne era rimasta attratta.
A maggior ragione, quindi, dovevo ritrovarlo e contattarlo.
L'altra sera prima di andar via ci aveva detto "Quando e se vi va, mi troverete qui"; l'unica cosa da fare era quella di un sopralluogo in una delle prossime sere.
A casa, mia moglie, mi aspettava con ansia: quello che era cambiato da un giorno all'altro, era l'affettuosità, il pendere dalle mie labbra, la curiosità di sapere come mi sarei mosso, quali passi avrei fatto; del resto, l'avevo lasciata dicendole: "Tranquilla, ci penso io!"?
Quella sera, dopo cena, niente TV; ci mettemmo a letto... avevamo voglia di far l'amore... ancora non si era dissolto il ricordo della sera precedente.
Mentre ero dentro di lei ed i suoi mugolii mi comunicavano quanto fosse eccitata, ripresi l'argomento.
"Hai più pensato a ieri?"
"Vuoi la verità?"
"Sì"
"E' da stamattina che ci penso..."
"Per questo eri un lago ed eri così ansiosa?"
"Ebbene sì" rispose, aumentando l'intensità delle risposte ai colpi che riceveva ed i sospiri che emetteva.
"Vuoi che lo cerchiamo?"
"E come?"
"Potrei andare io da solo, a fare un giro al centro, al parcheggio... che ne pensi?"
"Perché da solo? Cosa vuoi programmare tu e lui?"
Diffidenza o prudenza di mia moglie?
"No, vengo anch'io, oppure non se ne fa nulla"
"Ok, magari organizziamo per una di queste sere"
"Esatto... mi avverti quando... mi faccio trovare pronta.... facciamo un giro nel centro commerciale e così mi compri quella camicetta che mi piaceva tanto"
"Tutto quello che vuoi, amore mio, ma ora lasciami fare il "porco", come piace a te"
Mi sfilai da lei e mi tuffai tra le sue cosce aperte, a leccare tutti quegli umori che l'avevano resa così scivolosa da, quasi, non avvertire più le sensazioni della penetrazione.
Ella rispose a questa mia iniziativa, con uno slancio che non ricordavo avesse mai avuto.
Poi, spostandosi di lato, raggiunse con la bocca il mio membro e prese a leccarlo come si fa con un cono gelato, ripulendolo da tutti i suoi stessi umori.
Decisamente l'erotismo aveva invaso la mente di mia moglie ed io, anche se sorpreso, ne ero infinitamente e piacevolmente travolto.
Giusto due giorni dopo, tornammo al centro commerciale.
Come prima cosa andammo ad acquistare la promessa camicetta, poi, girovagando, giungemmo al "MediaWorld" e... che fortuna! Lui era lì, era l'addetto al controllo della merce in uscita.
Appena ci vide, scrisse qualcosa e ci passo il foglietto: era il suo numero di cellulare e la frase "stasera, dopo le 22.00" Enzo.
Nell'attesa di chiamarlo, tornammo al McDonald's a mangiare qualcosina.
Mi sarebbe piaciuto che tutti voi, lettori, aveste potuto vedere il viso estatico di mia moglie: dal momento di quel contatto, non aveva più detto una parola; era come imbambolata, stava vivendo un suo momento molto intimo ed io glielo lasciavo fare, perché la cosa intrigava anche me.
Era quello che desideravo per lei ed ero più che felice che tutto si stesse svolgendo secondo i suoi "desiderata".
All'ora fissata, dall'auto lo chiamammo ed io riuscii solo a dire:
"Enzo?"
"Per favore, passami lei"; obbedii e con un certo fremito alle mani le passai l'apparecchio non primo di aver messo il viva voce.
"Dove siete" chiese
"Siamo allo stesso posto dell'altra sera e tu?"
"Sto nello spogliatoio mi cambio e vi raggiungo"
" Vieni con la tua auto, così da poterci seguire".
Sentirli parlare a telefono come vecchi conoscenti mi provocò un fremito,quasi non la riconoscevo, questa sua sicurezza mi sbalordì. Ripresi il cellulare dalle sue mani: erano gelate eppure, era una bella serata abbastanza calda. Le tenni le mani fra le mie fino che non giunse. Pochi minuti dopo era lì. Misi in moto e partimmo. Di nuovo silenzio... lo stesso di quell'altro... poi le chiesi:
"Lo portiamo a casa nostra?"
"Sì", fu la risposta senz'altro aggiungere.
Era eccitata, si sfregava le gambe strette nei jeans. Le misi la mano tra le gambe. Le strinse tanto forte da farmi male.
“Fai presto, me la sto facendo addosso”
“Vuoi che mi fermi’?”
“E dove?”
“Ecco” ed entrai in una stazione di servizio.
Scese solo lei. Enzo scese dalla sua auto e mi si avvicinò
“Problemi?” chiese
“No – solo eccitazione”
Quando mia moglie tornò lo trovò vicino la nostra auto, lui le sorrise e le aprì lo sportello.
“Tutto bene?” chiese
“Si grazie, andiamo?” riprese lei mentre si metteva la cintura.
Appena entrati in casa, Enzo la prese tra le braccia e la baciò sulla bocca con passione; lei sembrava inerme, si lasciava fare di tutto, come in un sogno lei era una "sonnambula"; tutto ciò che le avveniva intorno, sembrava non aver alcun effetto su di lei.
“Vedere quell'uomo che la baciava come un innamorato e vedere lei che rispondeva a quel bacio come la sua donna, mi fece vacillare le gambe e avvertire le classiche farfalle allo stomaco.
Ci sedemmo in salotto: io al suo fianco, di fronte Enzo in una poltrona.
Le feci bere un goccio di whisky che avevo preparato per me e per lui.
Sembrò scuoterla.
Presi a baciarla di fronte a lui...poi, come lo sposo fa con la sposa, la presi tra le braccia e la condussi in camera, adagiandola sul letto.
Avrei voluto spogliarla, ma lei mi fermò:
"Fallo fare a lui", disse.
Così mi ritirai, invitando Enzo a prendere il mio posto.
Egli le si distese affianco e, mentre continuava a baciarle bocca, viso, orecchie, collo, le apriva la camicetta, mettendo a nudo i suoi seni.
Appena scoperti, prese a leccarli, titillare e succhiare i capezzoli, mentre dalla bocca di lei affioravano sospiri profondi.
Io ero intenerito nel guardarla, ma, allo stesso tempo, eccitato all'inverosimile. Mi sedetti sul letto, dall’altro lato, lei allungò una mano e la strinsi nella mia. Mi guardava negli occhi, li aveva lucidi di desiderio. L’altra mano stava carezzando il braccio del maschio quasi a chiedergli di donarle il piacere che aveva sognato.
Enzo le strappò, letteralmente, i vestiti di dosso, senza mai smettere di vellicare ogni lembo di pelle man mano scoperta di mia moglie.
Ora era completamente nuda ed offerta alle voglie di quel maschio, comunque, ancora sconosciuto per noi. Con poche mosse si spogliò anche lui: scarpe, calzini, pantaloni e camicia. Quando si abbassò lo slip svettò il suo cazzo, veramente maestoso.
A questo punto Enzo conquistò il posto tra le sue gambe e con la lingua, prese a leccare il fiore.
Lei con la stessa mossa usata con me qualche giorno prima, ruotò in maniera da trovarsi con la bocca sul pene di lui, che fino a quel momento aveva carezzato con la mano.
Vedevo, inusitatamente, mia moglie intenta a godersi un 69 con il nostro amico ed i fremiti che le scuotevano il corpo, stavano a significare quanto profondo fosse il suo godimento, poi.... un urlo.... SSSSSIIIIIII...con il respiro affannato
"Ti prego.... chiavamiiiii.... chiavatemiiiii..... sono la vostra "troia".
“Passagli un preservativo” mi chiese nervosamente.
Allungai una mano e presi un condom dal comodino, lo porsi ad Enzo. Anche lui eccitato faticò ad aprirlo e ad indossarlo, tanto che lei:
“Sbrigati, quanto cazzo ci vuole?”gli disse
“Fai presto e chiavami!!!”
Enzo non se lo fece ripetere una seconda volta : si posizionò all’impiedi tra le sue gambe, l’attirò maggiormente a sé, con tutte e due le mani le sollevò il culo e puntò la cappella tra le labbra della sua meravigliosa vagina. Fu lei che, artigliandolo con i piedi dietro la sua schiena, se lo fece scivolare tutto dentro.
Dalla mia posizione vidi distintamente la cappella che “forzò” le grandi labbra ed entrò nel suo ventre. Quando fu tutto dentro, lei chiuse gli occhi come per poter cogliere tutte le sensazioni e le vibrazioni del suo corpo e quando li riaprì incrociò i miei che la guardavo estasiato. Mentre lui la chiavava mi stringeva la mano forte, quasi a trasmettermi il piacere che stava provando. Con l’altra mano carezzava il culo peloso del suo “amante”.
A mia volta mi accostai ancora di più e presi a strizzarle un seno, con il relativo capezzolo.
La baciavo sotto l'ascella e poi spostavo la bocca a succhiarle il capezzolo: sapevo che, forse, le facevo male, ma la mia eccitazione era tale che avrei potuto staccarglielo.
Intanto i colpi che Enzo le assestava in figa, erano così potenti da farli sbalzare entrambi dal materasso.
Anch'io non l'avevo mai "chiavata" a quel modo, quasi bestiale.
E lei, la mia donna, la mia adorata compagna, controbatteva con il bacino a quella furiosa aggressività, stringendo ancor più, se possibile, le gambe intorno ai fianchi dell'amante.
Le sue grida, attutite dai continui baci che le davo, attestavano quanto forte fosse il piacere che stava provando.
"Sì.... sì.... che bello.... che bello... non ti fermareeeee... continuaaaaa.... annientamiiiii….chiavamiiiii….chiavamiiii!"
Furono queste le sue ultime parole prima che un prolungato "uuuhhhhhmmmmmm" la lasciò esausta, priva di forze, con gli occhi estatici.
Enzo, trascinato dal godimento di lei, si sfilò dalla vagina, strappò il condom ed eruttò tutto il suo piacere sulla pancia e pube di lei; alcuni schizzi la raggiunsero anche sulle tette e sul mio viso, in quanto ancora intento a baciarle.
Quando la vidi uscire da quello stato di "trance", di torpore, mi distesi su di lei e la penetrai a mia volta.
Lei mi accolse con tutta la tenerezza dovuta al suo ”compagno” e, agendo con i muscoli interni alla vagina, mi praticò il più bel “pompino” mai provato.
Con il mio cazzo dentro, ricominciò ad avere le smanie: roteava il bacino spasmodicamente, cominciò a carezzarsi la pancia, il seno, spalmandosi la sborra di Enzo a mo’ di crema.
Venni pure io con un urlo che fu soffocato dalla bocca di mia moglie, mi stava baciando o meglio mi stava mordendo le labbra con una sensualissima violenza. Quando me ne uscii da lei, un rivolo di sperma si allungava dalle sue piccole labbra fin sul lenzuolo.
Enzo nel frattempo ed inaspettatamente prese a carezzare me e lei, poi stampò un bacio sulla bocca prima a lei e poi anche a me.
Rimanemmo ancora sul letto per una decina di minuti, esausti tutti e tre.
Il primo a riaversi fu Enzo che si alzò e cominciò a raccogliere le sue cose. Mia moglie sembrava assopita io ero ancora frastornato ma abbastanza lucido per indicare il bagno all’altro. Mi alzai pure io e indossai lo slip e uscii dalla camera da letto. Era in bagno e si stava rivestendo. Lo aspettai in corridoio.
Finito che ebbe, mi raggiunse, demmo un altro sguardo alla "nostra" donna.
"Si è addormentata dalle un altro bacio da parte mia. Pensi che ci rivedremo?"
"Hai il mio numero di cellulare, funziona anche come contatto whatsapp, fatti sentire" gli risposi." Poi se vorrà ti darà anche il suo contatto, decide sempre e solo lei, ricordatelo".
Mi guardò negli occhi e sull'uscio di casa mi strinse in un caldo abbraccio.

Che esperienza ragazzi!!!!
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