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"Un sogno profetico"


di quartofederico
13.08.2020    |    15.295    |    22 8.6
"Lo portò a casa sua e gli disse: "Spogliatevi ed entrate in quella stanza da bagno, dove mia moglie vi ha appena preceduto..."

Quello che sto per raccontarvi è una storia di una decina di anni fa.
All'epoca, io avevo cinquantacinque anni e mia moglie Nicoletta cinquantadue e già oltre venticinque anni di matrimonio sulle spalle.
Due figli grandi che non vivevano stabilmente con noi.
Tra noi due tanto affetto, ma anche parecchia monotonia, che stava facendo calare il reciproco desiderio sessuale. Ce ne eravamo accorti tutti e due, ma senza trovare mai il coraggio di affrontare l'argomento.
Poi, un pomeriggio, senza volerlo ascoltai una conversazione telefonica di Nicoletta con la sua amica Raffaella.
Il telefono della nostra camera da letto era collegato a quello del salotto, e della camera dei ragazzi. Sistema escogitato per poter vigilare sui nostri ragazzi quando erano piccoli, mentre dormivano o giocavano.
Quel pomeriggio dovendo fare una telefonata, dal salotto alzai la cornetta e dall'altra parte sentii le due donne che parlavano.
Di solito abbassavamo subito, ma questa volta fui incuriosito da mia moglie che diceva all'amica:
"Vedi, secondo me, il guaio è di aver conosciuto e avuto un solo uomo nella mia vita."
Non ce la feci ad abbassare la cornetta e, in un sacro silenzio, continuai ad origliare.
"Quindi tu nel sogno ti facevi scopare da due sconosciuti? Dai racconta - fece l'altra e in tono scherzoso - vediamo di tirarne fuori tre numeri da giocare al lotto."
"Non scherzare, un sogno molto reale: ero sola in casa e, in cucina, mi ritrovo due uomini che stavano prendendo il caffè seduti al tavolo. Si alzarono e vidi che avevano le patte aperte e i loro cazzi duri che svettavano fuori dai pantaloni.
Ero meravigliata per la loro presenza, ma pensai che fossero stati invitati da mio marito, ma, alla meraviglia per la loro presenza, si univa una strana sensazione di libidine che mi invase lo stomaco.
Senza essere stata invitata mi avvicinai a loro e allungando le mani toccai i due bastoni. Uno era sicuramente più giovane di me, ma chi mi attizzava di più era l'altro, sotto i sessanta che mi stava spogliando con gli occhi.
Non parlavano, ma mi comandavano, forse telepaticamente, per cui mi spogliai e completamente nuda mi inginocchiai e cominciai..."
Ebbe una pausa piuttosto lunga per cui l'altra:
"Che fai ti fermi?"
"Scusa, stavo ripensando al sogno. Quello più maturo era quello che l'aveva più grosso; facevo fatica a tenerlo in bocca, l'altro mi stava carezzando il collo e le orecchie poi cominciò a strapazzarmi le tette. Mi tirava i capezzoli e me li stringeva; il piacevolissimo dolore fisico mi procurava scariche elettriche nel cervello.
Volevo assaggiare anche il suo pene e sputai l'altro ingoiando quello del giovane.
Il maturo si sedette su una delle seggiole e mi attirò a sé facendomi sedere sul suo cazzo, che entrò in me in un sol colpo.
Il tutto mentre, piegata in avanti, continuavo a godermi in bocca il più giovane. Vennero quasi assieme e come mi sentii riempita mi sveglia di soprassalto. Mio marito dormiva beato non si era accorto di nulla.
Un sogno talmente reale che mi lasciò perplessa: credimi, mi bastò sfiorare con il medio le grandi labbra e il clitoride, che venni in un orgasmo violento e protratto."
Aver ascoltato quella conversazione, mi procurò una violenta eccitazione: da una parte una grossa erezione, segno tangibile che la cosa mi intrigava, ma dall'altra provavo una forte delusione nel prendere atto di non essere più in grado di soddisfare le voglie di Nicoletta.
Dovevo trovare il modo, ma soprattutto il coraggio, di affrontare l'argomento.
Aver ascoltato quella conversazione di mia moglie mi lasciò, a dir poco, scombussolato.
Aveva sognato, e ne aveva goduto, una condizione da me tante volte fantasticate, ma che non avevo mai avuto il coraggio di confessarle.
Mille dubbi mi turbinavano nel cervello. Se le avessi confessato che mi sarebbe piaciuto vederla scopare con un altro, che non ero io, che idea si sarebbe fatta di me e del nostro rapporto che, fino a quel momento, era stato abbastanza soddisfacente?
Lei, classica donna/moglie morigerata, senza grilli per la testa, che non mi si era mai rifiutata ai miei desideri, assecondando e galvanizzando i momenti più lubrici dell'amplesso; io, piuttosto fantasioso, conoscevo a menadito tutti i suoi punti erogeni che stuzzicavo per sentirla mugolare di piacere.
Che bello vederla abbandonarsi esausta e con gli occhi estatici, dopo una focosa sessione di sesso tra me e lei!
Ecco, ad esempio, quella frase di mia moglie detta all'amica:
"Secondo me, il guaio è di aver conosciuto ed avuto un uomo solo nella mia vita"; quella frase era sintomatica e rivelatrice di un bisogno incuneatosi nella sua mente: mia moglie era psicologicamente presa dal sesso che un altro, diverso da me, avrebbe potuto darle; non era più questione di godere "sic et sempliciter", ma poter provare sensazioni diverse da quelle cui era ormai avvezza.
Non poteva esser eccitante pensare che il marito le avesse portato qualcuno a casa, con cui farla divertire?
Sentire altre mani su di sé, altre lingue che le scorrevano sul corpo e, nel contempo, poter toccare un corpo diverso dal solito, con muscoli frementi al tocco delle sue mani o quello della sua lingua?
Non sarebbe stato bello inebriarsi di nuovi odori o sapori?
In quel periodo mi ero dato alla lettura di un libro scritto da Restif de la Bretonne, alla fine del XVIII secolo.
Aveva titolo l'Anti Justine ed era stato ideato dall'autore in evidente ed aperto contrasto con le idee esternate dal Marchese De Sade nel suo "Justine", dove il sesso era oggetto di sofferenze inaudite e pratiche disgustose.
Qui, invece, già nella prefazione si annunciava: un libro dove i sensi parleranno al cuore.
Ero giunto al capitolo V, dove era trattato un episodio dal titolo "Del buon marito Spartano" e non nascondo che la storia ebbe ad intrigarmi.
Il protagonista, antesignano del nostro Giacomo Casanova, era dirimpettaio di un vecchio orologiaio, che aveva una moglie giovane ed affascinante.
Era la sua terza moglie ed il marito la adorava per la grazia ed il fascino che irradiava.
Egli, però, non era più giovane e, nonostante offrisse a sua moglie tutto quanto ella potesse desiderare, non poteva non constatare che intristiva ogni giorno di più.
Così, una sera, le disse:
"Angelo mio, io ti adoro, lo sai, vero? Ciò nonostante tu intristisci ed io mi preoccupo. Tutto ciò che faccio non serve a nulla? Parla... c'è un tenero amico che ti sta a cuore? Dimmi ciò che desideri: tutto, tutto ciò che potrò fare, lo farò".
"Tutto?" chiese la giovane moglie.
"Sì, tutto, qualunque cosa sia... E' forse al tuo cuore o alla tua preziosa vagina che manca qualcosa?"
"Tu riempi il mio cuore, marito caro! Ma i miei sensi sono troppo caldi ed il mio "gioiello" ha dei pruriti terribili".
"Ti è indifferente - insisteva il marito - chi soddisfi le tue smanie, oppure hai delle preferenze?"
Ed ella rispose: "Pur senza amare, ho una preferenza... un capriccio; però sappi che non amo che te!"
"Chi eccita la tua mano che, talvolta vedo, trastulla la tua intimità?"
"Guarda... quel vicino che mi osserva e da cui mi sento irretita" confessò lei, indicando al marito il giovane dirimpettaio.
"Va in bagno, angelo mio adorato, e preparati per l'amore. Tornerò tra poco".
Quel marito corse a casa del giovane e lo implorò a seguirlo, dopo essersi accertato che la passione della moglie fosse anche la sua.
Lo portò a casa sua e gli disse: "Spogliatevi ed entrate in quella stanza da bagno, dove mia moglie vi ha appena preceduto. Adoro la mia sposa e per questo vorrei che voi la facciate felice, e io sarò a mia volta contento. Dopo che l'avrete posseduta e che avrà raggiunto tutti gli orgasmi che sarete capace di donarle, glielo metterò dentro a mia volta, per renderle il dovuto omaggio".
Quando il giovane fu introdotto nell'alcova, dove la moglie, tutta nuda e profumata attendeva, accortasi che il marito intendeva lasciarla da sola, disse: "Mio caro marito... mi lasci sola con uno sconosciuto? No... resta e, se mi ami, possa tu esser testimone del mio piacere, la cui riconoscenza va a te ed a nessun altra persona"
Baciò entrambi sulla bocca, mentre il giovane prendeva posto sul ventre della donna offerta; il marito, alla luce dei candelieri, li guardava ed assistette, estatico, alla intromissione del membro potente e duro del giovane nella vulva esacerbata della moglie. Reagì con passione:
"Coraggio, moglie cara! Vieni... ragazza mia! Inarca la schiena!... Vibra la tua lingua nella bocca di lui... Fra poco il tuo fottitore ti inonderà..."
Poi, rivolto al giovane: "E tu, immergiti fino in fondo... immergi quel tuo poderoso membro nella vagina di mia moglie... prendila, affinché goda".
Raggiunsero orgasmi a ripetizione, durante l'intera notte: per sei volte il giovane riempì il ventre della donna e gli sposi furono infinitamente soddisfatti.
Avevo appena finito di leggere questo episodio ed avevo il viso atteggiato al sorriso. Mia moglie se ne accorse e mi chiese:
"Cosa leggi così interessato ed anche divertito?"
"Mia cara, sono storie erotiche di due secoli fa, ma così attuali che sembra il tempo non sia passato. Figurati che oggi si fa tanto parlare di cuckoldismo, ma non è stato inventato niente di nuovo; già a quei tempi esisteva questa pratica erotica..."
"Scusa - chiese lei - ma cos'è il cuckoldismo?"
"Hai ragione, non puoi saperlo: si tratta del piacere che un marito, cuckold, prova nell'assistere alle scopate che la moglie si fa con elementi estranei alla coppia. Se ti va ed hai tempo leggi anche tu, almeno fin dove ho messo il segnalibro".
"Va bene, più tardi, dopo aver provveduto alla faccende, lo leggerò".
Stavo andando via da casa e, sulla porta, incrociai Raffaella, l'amica confidente di mia moglie.
"Nicoletta non c'è?" chiese.
"Sì, entra pure; è di là; io devo uscire e feci per andar via.... poi, con il passo felpato (ricordate "pantera rosa"?) tornai dentro per udire di cosa avrebbero parlato le due donne.
Erano in cucina e si stavano preparando il caffè, quando mia moglie esordì dicendo:
"Raffaella, hai mai sentito parlare di cuckoldismo... sai cos'è?"
E lei, in evidente stato di difficoltà:
"Cosa? No, non l'ho mai sentito dire: cos'è?"
E Nicoletta, pronta ad informarla, proseguì:
"Sembra sia una pratica sessuale piuttosto diffusa ai giorni nostri, ma che ha avuto origine in tempi remoti. In pratica si tratterebbe di mariti, detti cuckolds, che si eccitino e godano a vedere le proprie mogli scopare con altri maschi".
"Nooooo, non mi dire! Beate quelle donne che hanno un marito del genere.... quindi, quelle mogli potrebbero tranquillamente farsi scopare da altri sotto gli occhi dei mariti, senza che essi ne siano gelosi,
ma, anzi, si ecciterebbero! E' incredibile... ma bisogna riconoscere che sarebbe eccitante anche per noi... tu pensa come sarebbe bello che mentre sei lì a scopare con l'amante estemporaneo, magari conosciuto per strada o sotto casa, arriva tuo marito e puoi dirgli tranquillamente: tesoro, vieni qui anche tu.... scopatemi assieme, tu e questo tipo che mostra di aver intenzione di riempirmi ogni buco.
Mamma mia, che brivido che ho provato al solo pensiero e sento che la micia lacrima; brrrrr".
Allora mia moglie:
"Anch'io non ne sapevo niente, sai, almeno fino a questa mattina, quando ho scoperto mio marito a leggere un libro che, tra gli altri, tratta questo argomento?... non vedo l'ora di leggerlo e, se vuoi, lo farò leggere anche a te.
Avevano proprio ragione Paolo e Francesca, di dantesca memoria, quando dissero: "Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse".
Sai, dopo quel sogno che ebbi a raccontarti, non mi sembra più tanto peregrina quella situazione: sono in tanti a dire che i sogni, a volte, sono premonitori.... oh, se fosse vero?!"
Avevo sentito abbastanza e, in punta di piedi come ero entrato, così me ne uscii; aspettai con trepidazione la sera, per conoscere gli sviluppi che la lettura del libro, per un verso, e lo scambio di vedute con Raffaella, per l'altro, avrebbero potuto produrre in mia moglie Nicoletta.
Finalmente fu sera; dopo aver cenato, eravamo, io e mia moglie, in salotto davanti al televisore.
Abbassai il volume e, poggiandole una mano sulle cosce per carezzarla, le chiesi:
"Allora... l'hai poi letto il libro?"
E mia moglie, tolta la mano e con un sorriso malizioso, disse:
"Perché non ne parliamo a letto?"
Si alzò dal divano e andò in bagno; io mi spogliai e la attesi nudo sul letto con il membro già barzotto.
Nicoletta entrò in camera a sua volta nuda ed io, ancora una volta, dovetti prendere atto di quanto fossi stato fortunato ad avere una moglie così bella e concupiscente, nonostante l'età.
Mi si sdraiò a fianco e disse:
"Sì, amore, ho letto il libro e devo riconoscere che mi ha anche eccitato. Però... non trovi che quella condizione non sia rapportabile a ciò che mi dicevi a proposito del cuckoldismo?
Lì, quel marito, amando la moglie alla follia e rendendosi conto del pur esistente divario d'età, aveva optato per quella soluzione quasi come una terapia contro la persistente tristezza che stava incupendo l'animo della consorte.
Tu, invece, quando mi parlavi del cuckold, me lo hai descritto come quel marito che, sopprimendo ogni sentimento di gelosia, che quasi sempre insorge in chi ama, è felice e si eccita a vedere la moglie scopata da altri, quasi a voler rappresentare la possibilità di veder ravvivate le passioni dei primi anni di matrimonio.
Lo sai che di questo ho parlato anche con Raffaella, la quale nulla sapeva su questo, come dire "gioco?" e già provava ad immaginare le frontiere che potevano aprirsi nella mente di una moglie.
Ecco tu, ad esempio, che atteggiamento assumeresti davanti ad un'ipotetica condizione di questo tipo?"
La domanda, che mi era stata rivolta, non era di quelle cui si poteva rispondere con faciloneria, comportando il coinvolgimento di sentimenti profondi. Ma non potevo esimermi dal rispondere ed allora scelsi ciò che il momento e l'istinto suggeriva.
L'abbracciai forte a me e baciandola, come un innamorato, su collo, orecchie e labbra, le risposi:
"Una sola cosa mi viene spontanea di dire: sono così fortunato ad aver a disposizione tanta bellezza e procacità, che mi meraviglierei se altri non volessero stare al mio posto.
Quindi, bando alla gelosia e godiamoci la vita da libertini; forse abbiamo già perso tanto, finora".
Nicoletta frenò la mia euforia nel baciarla e mi guardò negli occhi scrutandomi, quasi a voler verificare che fosse vero e realmente sentito, quanto le avevo appena detto. Quel suo esame dovette avere esito confermativo, perché ebbe un moto d'animo imprevisto: mi abbracciò come mai prima di allora e mi riempì il viso di bacini, poi, allargando le braccia e le gambe, in chiara offerta di sé stessa, disse:
"Godi di me, perché anch'io desidero godere senza limiti. Da domani, ti prometto, sarà il giorno della nostra rinascita sessuale".
Appare superfluo tratteggiare con quale ardore e passione io e Nicoletta ci abbandonammo all'amore. Quello scambio di opinioni era stato salutare ed ora combattevamo una battaglia d'amore molto più consapevoli di prima.
Sembravamo come degli invasati: era davvero tanto tempo che non godevamo di noi come quella sera; fu in quell'occasione che mia moglie sciorinò una passionalità che non le conoscevo.
Fin dal mattino successivo notai un approccio diverso di Nicoletta nei miei confronti: non più lo stereotipato abbraccio quando mi salutava per andare al lavoro; ora il suo abbraccio consisteva in un breve massaggio corpo a corpo con una precisa pressione del suo pube sul mio pene, quasi a ricordare che lì c'era qualcosa che pulsava per noi due; il bacio di commiato non era più quello dato sulla guancia, ma era come un timbro che suggellava un'intesa.
Il suo viso, poi, era atteggiato ad un sorriso da gattina maliziosa e, non nascondo, avevo quasi timore a lasciarla sola: chi mi diceva che una volta via, lei, alla luce della nostra complicità, non si lasciasse scopare da qualche bellimbusto? Insomma eravamo tornati ai tempi di quando eravamo sposini, liberi, finalmente, di dare fondo a tutte le nostre energie, per godere di un sesso spassionato e travolgente, senza nessun tabù.
Non potevo tirarla troppo alla lunga: dovevo concretizzare il nostro vivere da libertini; dovevo farle fare esperienze con altri uomini.
Su un sito di incontri, contattai due soggetti secondo lo stereotipo da lei sognato: uno giovane con dotazione normale ed uno più attempato, ma decisamente meglio dotato. L’incontrai, dopo un paio di giorni, da solo, e reputandoli validi e a modo li reclutai, spiegando dettagliatamente quello che cercavamo da loro. L’appuntamento a casa nostra fu stabilito per il venerdì successivo.
Il venerdì, dal lavoro, telefonai a Nicoletta avvertendola di andare dal parrucchiere, o quant'altro, per prepararsi per una serata un... po' particolare.
Alle diciannove ero a casa e subito dopo mi raggiunsero i soggetti convocati. Lei ancora non era rientrata e, nelle more, portai gli ospiti in cucina, dove preparai loro il caffè, mentre, attraverso telefonino e tablet ammiravano foto di lei nuda e nelle pose più indecenti, sì, ma infinitamente eccitanti.
Davanti a quelle immagini di Nicoletta eroticamente vogliosa, i tipi si aprirono le patte e si stavano toccando. Uno dei due, quello più attempato, era rimasto letteralmente ammaliato dal culo di mia moglie, sì quell'immagine da me usata come "avatar".
Proprio in quel momento sentimmo la porta d'ingresso aprirsi e mia moglie dire: "Amoreeee, son tornata..."
"Sì, vieni, sono in cucina".
Appena entrata restò basita nell'ammirare quei due cazzi svettanti e pronti; infatti mi venne di dire: "Le foto di te nuda hanno prodotto questo effetto sugli amici; essi sono qui per te, perciò datti da fare non pensare a me".
Mia moglie, come in trance, si avvicinò ai due e prese tra le mani ciascun membro, iniziando a segarli. Offrì loro la bocca ed accolse la loro lingua succhiandola, proprio come fanno gli innamorati.
Ero dietro di lei a presi a spogliarla; lei mi lasciò fare mentre slinguava con i due come una forsennata. Era nuda fino alla cintola e le imposi una mano sulla testa spingendola in giù. Capì ciò che volevo con quel gesto, e si inginocchiò davanti a quei membri; mi lanciava sguardi eccitati e vogliosi, mentre tirava fuori la lingua e percorreva quelle aste quasi fossero dei succulenti gelati. Mi fissava gli occhi nei miei e quel suo sguardo mi interrogava: ti piace come li spompino? E' bello vedere tua moglie spompinare degli sconosciuti?
Forse avrebbe continuato fino a farsi sborrare in bocca, ma io la sollevai e continuai a denudarla. Le tolsi la gonna e gli slip e lei, magnificamente nuda, con le sole scarpe ancora ai piedi, si avviò verso la camera da letto, facendosi ammirare nel suo lato B.
Da sborrare all'istante, nel vederla sculettare mentre si avviava sicura che i satiri l'avrebbero seguita. Appena in camera si distese sul letto ed aprì braccia e gambe in completa offerta ai suoi amanti, i quali non persero tempo: uno le si tuffo tra le gambe e prese a leccarla, quasi potesse sfuggirgli tra le mani. L'altro si dedicava alla bocca ed ai seni, senza lasciarle libero un sol lembo di pelle. Io le avevo tolto le scarpe, e le leccavo i piedi: insomma non v'era parte del suo corpo che non fosse interessata da toccamenti, slinguamenti e baci, con il risultato che lei uggiolava come una cagna, fremeva e sbatteva la testa sul cuscino in preda al godimento.
Poi vidi il giovane che la prese alla missionaria e lei che gli arrotolò le gambe sui fianchi, affinché potesse penetrarla fin in fondo e potesse sentire quel cazzo che non era quello maritale.
Nel mentre l'altro le sussurrava qualcosa all'orecchio e lei, come effetto di quanto dettole, se ne venne tra gemiti ed urli senza ritegno:
"Sì - diceva - scopatemi.... sono la vostra puttana... - e rivolta a me - sai, amore, è bello esser puttana, mi permetterai di darla a tutti quelli che me la chiederanno? Sono certa che lo farai, perché a te piace veder tua moglie chiavata, vero? Anzi, sai cosa ti dico, proprio adesso mi è stato chiesto di farmi penetrare il culo.... amore, dovrò conservarlo solo per te o non è necessario avere riserve?".
"Amor mio dolce, è il tuo momento e sei libera di gestirlo come meglio vuoi che sia; non ci sono riserve da parte mia... il mio piacere è per te e con te... goditi il momento e mi auguro che sia il primo di tanti altri...."
"Stigmatizzai quelle parole con un bacio lungo ed appassionato, mentre il suo corpo fremeva per l'arrivo di un nuovo orgasmo che si spense nella mia bocca con un "Uuuuhhhmmmmmm". Sembrava devastata, ma non era così: la serata e, forse anche la nottata, sarebbe stata molto lunga.
Del resto era la sua prima trasgressione: non era giusto che se la godesse al meglio?
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