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"Nel buio di un cinema a luci rosse - Prima parte"


di quartofederico
22.02.2022    |    17.212    |    15 9.4
"Era la terza volta che lo vedevo ed il rituale era sempre lo stesso..."
Era la terza volta che lo vedevo ed il rituale era sempre lo stesso.
Come entravo in sala e prendevo posto nell'ultima fila, lui aspettava qualche minuto, poi si alzava e veniva a sedersi nella mia stessa fila, ad un paio di poltrone dalla mia. Lo guardavo sott'occhio, si massaggiava la patta, poi lentamente e sentendosi osservato, abbassava la cerniera e lo tirava fiori. Solo un paio di lisciate e, scrollandolo a destra e sinistra, me lo mostrava e, senza andare oltre, lo riponeva nelle mutande, si alzava e, senza degnarmi di uno sguardo, si allontanava.
Come avrete capito, il fatto si svolge nella galleria di un cinema a luci rosse, che frequento con una certa assiduità da diversi mesi, da quando, cioè sono in pensione. Sempre di giovedì pomeriggio, giorno in cui mia moglie dedica l'intera giornata a cucinare alla mensa dei poveri della parrocchia, vicino casa nostra.
La curiosità era tanta: chi poteva essere? Ma cosa, veramente, cercava? Un bell'uomo, sopra la cinquantina, sempre in giacca e cravatta, una decina di centimetri più alto di me e abbastanza massiccio.
Mi ero ripromesso che, il giovedì successivo, avrei cercato di avvicinarlo.
Io, in effetti, sapevo, ovvero credevo di sapere, cosa cercavo.
Mi intrigava e mi eccitava moltissimo guardare, cosa che facevo sempre, con molta discrezione, tranne tre o quattro volta, dove sono stato anche invitato ad avvicinarmi.
Osservare due uomini che fanno sesso, mi stuzzica molto più che guardare un uomo e una donna.
Sanno cosa vogliono e sono sempre molto decisi.
Ho conosciuto uno che succhiò il cazzo di un maschio per quasi un'ora, per, infine, farsi sborrare in bocca. Inizialmente molto diffidente verso di me che guardavo, ma poi, appena la voglia lievitò in lui, superò ogni "impasse".
Stava in piedi, dietro di me, che ero seduto nell'ultima fila, quando si avvicinò un maschio che gli si pose accanto.
Fu quest'ultimo ad iniziare. Vidi la sua mano cominciare ad accarezzare il fianco dell'altro e, vedendo che si lasciava fare, osò sempre di più, fino a spingerlo nell'angolo, cominciando a limonarlo. Si abbandonò proprio come una femmina in calore e si sbottonò la camicia, offrendogli i capezzoli da succhiare.
Vedendosi, però, osservato, avrebbe voluto smettere, ma l'altro, non so cosa gli sussurrò all'orecchio, riuscì a rassicurarlo facendolo continuare.
I prodromi durarono una decina di minuti, poi entrambi si vennero a sedere nella mia fila.
Vidi distintamente quando quello sbottonò i pantaloni all'altro e quando gli tirò fuori il cazzo duro. Poi guardò dalla mia parte, incrociando il mio sguardo, e quasi a dirmi "goditi lo spettacolo", cominciò a masturbarlo.
Il maschio si abbassò i pantaloni fino al ginocchio e carezzandogli la testa, mano man gliela spinse sul suo ventre.
Vedevo distintamente il cazzo duro del maschio, la cui cappella era scomparsa nella bocca del suo amico, che carezzava i testicoli dell'altro, anch'essi duri e grossi.
Il succhiare durò qualche minuto, poi iniziò il vero pompino: la bocca ingurgitò buona parte del cazzo che, dopo pochi secondi, ricomparve fuori tutto intero, fino alla cappella.
La mano del maschio imponeva il ritmo sulla testa dell'altro e proseguì fin quasi ad affogarlo. Lo ritirò fuori e si alzò da quella posizione, per riprendere fiato; il maschio, per non raffreddare il rapporto, cercò di intrufolare la mano dietro, nei pantaloni dell'altro, che sobbalzò, ma, gradendo la cosa, l'aiutò slacciando la cintura per facilitargli il compito. Il viso dell'uomo sembrava contratto, ma dovette gradire e non poco, il frugare del maschio nei suoi pantaloni. Si irrigidì solo un po' quando quello arrivò al suo buchino. Lo lasciò fare e, quando si ripiegò per riprendere il cazzo in bocca, offrì maggior possibilità al maschio di lavorargli il culo. Tra maneggio del maschio e succhio e risucchio dell'altro, dopo un’altra breve pausa, vidi il maschio stendere le gambe e, con una smorfia e un mugolio prolungato, sborrò nella bocca dell'altro tutta la sua crema.
Quest'ultimo lo tirò fuori, si girò di lato e sputò una buona parte di sperma, ma non si arrese, tanto che riprese subito la pulizia del cazzo. Si pulirono alla meglio, poi il maschio si alzò e, con solo un ciao, si allontanò.
L'altro rimase seduto al suo posto; in un fazzolettino sputò ancora saliva e sperma dopo aver raschiato la gola, e guardandomi:
"Ti è piaciuto? - mi chiese - Cosa provi a guardare? Non ti piacerebbe provare?"
Non risposi, ma lo incontrai ancora un 'altra volta e, anche quella volta, mi fece assistere ad un bellissimo spettacolino.
L'uomo mi regalò un bellissimo sorriso e ritornò nel corridoio dietro di me, aspettando, forse, un altro maschio.
Più di uno si avvicinò, ma nessuno doveva essere di suo gradimento e, data l'insistenza dell'ultimo, lasciò la postazione e si venne a sedere qualche poltrona oltre la mia. Mi guardò e:
"Odio la gente invadente e, specialmente quella che non si arrende e non sa accettare un "no", disse sottovoce e, vedendomi interessato, si avvicinò di più.
"Sei molto esigente: cosa avevano che non andava?" chiesi incuriosito.
"Uno aveva uno strano odore, l'altro, prima, si stava facendo spompinare da un altro e non mi va di succhiare un cazzo già passato in un'altra bocca" replicò.
Sorrisi e lui mi chiese perché fossi divertito.
"Nulla, sei davvero una bella persona" tentai di giustificarmi.
"Hai mai sbirciato nei camerini, che stanno di sotto" domandò.
Di fronte l'ingresso della sala, vi erano due locali, uno molto ampio con una serie di schermi dove si proiettavano video hard etero ed una decina di poltroncine poste sulla parete lunga. Nell'altro locale, sulla sinistra, si apriva un varco senza porta, dove era allocato un bagno; difatti, in cima ad una scala, c'era un gabinetto e giù un lavandino: quel bagno, senza porta, serviva più per mostrare la mercanzia ad eventuali interessati, piuttosto che per i bisogni degli avventori. Di fronte a questi servizi, vi era un'altra saletta, con sei poltroncine, dove erano proiettati video gay. Affianco a quest'ultima, c'erano due spazi chiusi a mezzo di una tenda, dove si poteva osare un po' di più.
C'erano due sedie e un piccolo tavolino e, ciliegina sulla torta, un attaccapanni a muro.
"Sì, qualche volta, ma non ho mai visto granché" risposi.
"Vieni solo il giovedì?" chiese.
Al mio cenno di assenso, riprese:
"Se ci riesco, giovedì prossimo cerco di esserci pure io e, chissà che non riesca ad organizzare uno spettacolino per te".
Non dissi nulla e lui, alzatosi, mi salutò e mi disse "alla prossima".
(continua)
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