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Quando una moglie....6


di quartofederico
22.03.2020    |    16.857    |    17 9.8
"Ad un certo punto, rivolta a me, disse: "Amore, non vedi quant'è? Da sola non ce la faccio; vieni ad aiutarmi"..."

Oh, se Enzo avesse potuto sapere che il solo pensare a lui ci teneva in continua tensione erotica; da un po' a questa parte scopavamo come ricci.
"Puliamoci prima, poi gli rispondiamo" disse mia moglie.
"Non pulirti... resta così.... mi piace saperti farcita di sperma".
"Ma... sta colando... mi insozzo tutta"; alle parole seguì questa scenetta: si infilò un dito in figa, raccolse parte di ciò che ancora vi era rimasto e si leccò il dito. Poi, con sguardo da autentica maliarda, mi si avvicinò e mi baciò in bocca.
Che bello assaporare quel cocktail di umori! Era il risultato del mio e del suo piacere.
Cose mai nemmeno immaginate per il passato, eppure lei le stava facendo.
Chissà per quanto tempo e quante volte aveva sognato di poterlo fare, e solo ora aveva trovato l'audacia necessaria.
"Vuoi rispondergli? - chiesi - Tieni, fallo tu, se ti va" e le passai il cellulare.
Scrisse: "Niente di che... andremo presto a letto... siamo stanchi"
All'invio del messaggio, seguì una chiamata di Enzo, che mia moglie non mise in viva voce, così posso solo riportare ciò che le sentii dire:
Enzo le chiede qualcosa e lei " Ne parliamo da vicino"; poi aggiunge ancora qualcosa e lei "Ne parlo con mio marito e domani ti faremo sapere".
Chissà cosa ancora le abbia detto, perché infine dice "Buonanotte".
Poi, rivolta a me, comunica "Ci vuole ancora domani sera, alla stessa ora, al solito posto".
Al che io "Perché fuori? Facciamolo venire qui!"
"Ma, amor mio, così sembrerà una esplicita ammissione che intendiamo scopare con lui; che vergogna!; non abbiamo più un minimo di pudore".
"Ma quale pudore... non è per questo che lo conosciamo? E, se egli chiede di vederci, perché lo fa, non certo per recitare preghiere?"
Chiusa la conversazione, mi guarda con occhi languidi; è eccitatissima, lo sento e mi viene da pensare che la sola fissazione di un nuovo incontro, l'abbia ridotta "in brodo di giuggiole". La cosa eccita anche me ed il mio amichetto, laggiù, da barzotto dopo la recente eiaculazione, riprende vita.
Lei, avendo notato, mi si inginocchia davanti, me lo prende in bocca e comincia a succhiarlo; con una mano mi massaggia i coglioni, poi, spinge un dito sul mio ano e lo penetra.
Ancora una cosa mai fatta prima. Mia moglie si stava davvero trasformando in una di quelle pornodive che affollano i vari siti.
A quel punto, la spingo sul divano; prendo a leccarle la figa: è un lago; appena poggio la lingua sul clitoride, mi spruzza in bocca e sulla faccia: aveva squirtato? Credo di sì un sapore diverso dal solito, non so, un misto di umori, forse anche pipì. Non era mai successo prima: quell'uomo aveva il potere di farla eccitare oltre l'immaginabile.
L'indomani, appena mi riesce, sono io a chiamarlo e gli chiedo quali idee aveva per la serata, ma, soprattutto cosa si fosse detto con mia moglie.
"Niente di particolare. Dapprima volevo mi dicesse il suo stato d'animo, dopo l'esperienza appena vissuta; poi le ho chiesto di poterci rivedere, semmai alla stessa ora e stesso posto; e, infine, le ho anticipato che desidero da morire il suo culo. Ho sbagliato, forse, ad essere così esplicito? Vedi la mia esperienza con le donne, mi ha insegnato che in certi casi bisogna esser crudi: ricordi l'altra sera, come, sbattendola con forza, riuscimmo a far emergere tutta la sua voluttà? Non dirmi niente adesso; stasera, basterà solo un tuo cenno per farmi capire se posso, o meno, osare in quel senso"
Allora io: "No, volevo solo dirti che per noi va bene, ma non fuori; vieni direttamente a casa nostra, ok?"
Questo il tenore della telefonata con Enzo: in parte mi aveva sconvolto, perché le volte che con mia moglie avevo fatto sesso anale, potevano contarsi sulla punta delle dita; ma, d'altro canto, si poteva pensare che, prima o poi, un amante non avesse voluto provare l'altro ingresso?
Quindi mia moglie era informata che doveva dargli il culo?
Ora, finalmente, mi era davvero chiaro cosa, ieri sera, l'avesse fatta partire per la tangente.
Enzo sarebbe arrivato a casa nostra verso le 22.15 e quel giorno sembrava che il tempo si fosse fermato.
D'accordo che "l'attesa del piacere, è di per sé stessa piacere", ma, intanto, l'ansia per la prevista particolare serata, cresceva e diveniva sempre più tangibile.
Invero, forse, più per me, che mi aggiravo per casa senza riuscire a combinare niente, mentre mia moglie, silenziosa, si era data da fare a preparare deliziose tartine al formaggio, al salmone affumicato, ai sottaceti, ed altri stuzzichini tipo olive, arachidi e piccoli wurstel, anch'essi infissi, come le olive, in stuzzicadenti.
Sul tavolo, così imbandito, faceva la sua bella figura una bottiglia di "Taurasi" d.o.c..
Verso le 21.00, mia moglie si ritirò in bagno, pregandomi di non disturbarla, perché doveva provvedere alla pulizia personale, per esser pronta e desiderabile.
Non riuscii a resistere: come un adolescente che ancora non aveva visto il corpo di una donna nuda, mi misi a guardare dal buco della serratura.
Aveva pronti, allineati sul prolungamento del lavabo, dei clisterini e delle lavande intime.
Iniziò proprio dai clisterini: ne fece tre e poi evacuò.
Passò sul bidet: eseguì due lavande interne; poi si chiuse nella cabina doccia; dopo aver lavato corpo e capelli, prese a frizionare il corpo con crema profumata: nessuna parte fu esclusa dal massaggio, neppure i piedi.
Poi, allo specchio, proseguì con il trucco ed infine con il fon, asciugò e sistemò i capelli.
Quando uscì dal bagno, un profumo afrodisiaco, colpì le mie narici: "la "zoccola" si era preparata alla grande per l'amante" mi venne da pensare.
Andò in camera e si vestì; quando ricomparve alla mia vista, mi sembrò di avere davanti, una di quelle modelle/indossatrici, ma certamente più conturbante di quelle, per le forme procaci di mia moglie.
Alle 22.15, puntuale come un cronometro svizzero, Enzo bussò alla porta.
Feci andare lei ad aprire, mentre io le ero dietro più defilato.
Fui colpito dall'espressione sorpresa dell'uomo, il quale, chiusa la porta alle sue spalle, senza mai togliere gli occhi di dosso a mia moglie, mi porse una bottiglia di prosecco Valdobbiadene e baciò mia moglie con un trasporto indescrivibile. Poi, staccatosi da lei, disse:
"Hai deciso di farmi venire un infarto? Sei uno schianto e credo di non meritare tanta grazia".
Mia moglie era vistosamente lusingata da quelle parole, così come lo ero io.
Lei lo prese per mano e lo condusse in salotto, dove era stato apparecchiato il tavolo; poi si voltò e lo baciò ancora, con una enfasi a me sconosciuta.
Nel frattempo stappai la bottiglia di prosecco e riempii tre "flute".
Enzo ne prese due, di cui uno lo passò a lei. Io alzai il mio esclamando:
"Alla nostra amicizia".
Non avevamo ancora riposti i calici, che mia moglie offrì di nuovo la sua bocca ad Enzo.
Questa volta sembrava come se sulle loro labbra ci fosse la colla, perché non smettevano più, fino a che lei, rivolta a me, disse:
"Perdonami, amor mio, non voglio metterti da parte, ma penso che tu capisca il momento...."
Come non amarla alla follia? Era presa dall'altro in una maniera forsennata, eppure aveva delle parole di riconoscenza per me che ne godevo.
Cominciammo a piluccare qui e là, mentre io continuavo a mescere nei calici.
Non contai quanti la mia lei ebbe a berne, ma, sedutasi sul divano, esclamò:
"Oh, mamma mia, mi sono inciuccata, mi gira la testa, ma sono felice. Ora, però ho voglia d'altro" e così dicendo, rivolta verso Enzo che aveva preso posto al suo fianco, sfrontatamente prese a sbottonargli la patta.
Ne tirò fuori un gran bel cazzo e, piegatasi su di lui, prese a ciucciarlo, quasi fosse un lecca lecca.
Ad un certo punto, rivolta a me, disse:
"Amore, non vedi quant'è? Da sola non ce la faccio; vieni ad aiutarmi".
Io, dopo aver scambiato uno sguardo d'intesa con Enzo, mi inginocchiai fra le sue gambe ed accostai la mia bocca a quella di lei, procedendo ad un duplice pompino.
Dopo qualche minuto, Enzo la prese in braccio e la portò in camera, adagiandola sul letto. In men che non si dica, era completamente nuda ed il profumo di lei e del suo sesso riempì la stanza.
Mentre io le succhiavo i capezzoli, divenuti irti come chiodi, Enzo le assestava delle profonde leccate di figa, aspirandone gli umori che essa produceva in gran quantità.
Poi ci scambiammo nelle nostre piacevoli attività: adesso ero io alle prese con la vulva di mia moglie e non me soffermai solo su di essa; mettendomi le sue gambe sulle spalle, la alzai quel tanto che servì a raggiungere il suo buchetto posteriore.
Appena lì, i suoi sospiri di libidine, divennero rantoli.
"Sssiiiiii.... che mi fate..... ancora... ancora"
Tentavo di spingere la lingua nel buchetto e nel contempo notavo che più lo sollecitavo, più esso si dilatava, permettendomi di penetrare più all'interno.
Poi lei: "Basta... scopatemi" e così dicendo si mise carponi e rivolta a Enzo:
"Non pensare al preservativo, ti voglio così, nudooooo"
Stavolta la penetrò subito e le sue parole anche:
"Oh, siiii.... che bello...... come lo sento.... dai sbattimi.... sbatti questa "troia" e non ti fermare.... riempimi del tuo succo... lo voglio sentire bollente che mi inonda l'utero.... sono protetta, non temere!"
Poi rivolta a me:
"E tu, infilati fra le mie cosce e leccamela; guarda come un estraneo chiava la tua mogliettina "porca" e lecca i succhi che questa mia figa emette".
Effettivamente ero fra le sue cosce e mi inebriavo fra il vedere quel bel cazzo che entrava ed usciva dal ventre di mia moglie e fra il leccare gli umori che fuoruscivano ad ogni pistonata.
Poi la sentii aggiungere:
"Ahhhhh.... quel dito nel culo...., già, ora sei qui anche per quello... vero? E' tuo, ma, ti prego, fa piano... non sminuire il piacere che sto provando, con il dolore che puoi infliggermi con quella tua bestia".
Di tanto in tanto il cazzo di Enzo fuorusciva dalla figa allagata di umori e mi si infilava in bocca.
Magnifico quel sapore misto di umori che aveva quel cazzo!
Mia moglie aveva preso a farmi un pompino e con un dito titillava anche il mio di buchetto.
Vidi il cazzo di Enzo che uscì dalla figa e fu poggiato sullo sfintere.
Non nascondo che mi bloccai anch'io.
Temevo quell'operazione, come se dovessi subirla io.
Mia moglie cominciò a respirare con affanno, poi... ruppe il silenzio la voce di Enzo:
"Ecco, la cappella è entrata; mi fermo per farti abituare all'intrusione"
"Ooohhhhhhhh - fu il suono che emise la bocca di mia moglie - Dai, sfondami il culo" e così dicendo si spinse contro il ventre di Enzo.
"Sssiiiiiiiii... ce l'ho tutto dentro.... Amore mio, sapessi che bello... devi provarlo anche tu".
Inutile dire quanto quelle parole mi squassavano dentro: mia moglie finalmente chiavata e rotta in culo? Quanto avevo desiderato tutto questo, ma ora non era più fantasia... era realtà.
Continuavo a vedere quel bel cazzo che entrava ed usciva dal culo di mia moglie e lei che gorgogliava dal piacere.
Enzo doveva esser arrivato al traguardo, perché le chiese:
"Vuoi che ti spruzzi sulla schiena?"
"No, fammi sentire la tua calda sborra che mi riempie l'intestino".
Un grugnito di Enzo diede conferma al desiderio espresso da lei.
"Ne ero certa... che bello!"
Appena Enzo si tolse, presi immediatamente il suo posto.
L'ano era ben aperto e soprattutto ben lubrificato.
Affondai in lei, senza espressioni di dolore da parte sua; anzi...
"Ecco, anche il mio "porcello" viene a gratificarmi del suo seme; dai riempimi anche tu... desidero che il tuo sperma si unisca a quello di Enzo, affinché questo nostro connubio, sancisse la nostra più profonda amicizia
Poi, sfiniti, ci abbandonammo ad un po' di riposo, con lei in mezzo a noi due, che continuammo a carezzare quel suo corpo caldo di passione e pago di desiderio.

Ora non resta che vivere le prossime avventure di cui certamente non vorrà privarsi.



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