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Prime Esperienze

"Un bull per mia moglie 8" (Ovvero: Un'avventura fantastica in villa, Terza ed ultima parte)


di quartofederico
08.12.2021    |    11.040    |    14 9.0
"La sera, prima della partenza, dopo aver cenato e brindato con tutti gli ospiti della struttura, ci rifugiammo in camera nostra e là, per la prima volta..."
Lia si sfilò il vestito e, nuda, si distese sul letto.
Mi sedetti accanto a lei e mi sorpresi a guardarla con un affetto diverso, forse più morboso.
Era ancora la mia donna, la mamma dei miei figli, la femmina che infinite volte avevo posseduto? L'enormità di questi pensieri, che, se da un lato mi affliggevano, dall'altro mi intrigavano, fu interrotto dalla sua voce:
"Tesoro, mi prenderesti dalla borsa la crema che mi ha dato la cameriera" chiese con voce sommessa.
"Ti fa male?" chiesi, allungandole la pomata.
"Un pochino, ma niente di che, non preoccuparti!" rispose, per rassicurarmi.
"Hai sentito dolore, vero? Hai gridato, mentre lui te lo spingeva dentro".
"Sì, quando ha puntato la cappella ed ha forzato la rosetta, ma poi è scivolato dentro e allora..."
"Ti è piaciuto? Cosa provavi, voglio saperlo!" chiesi con tale insistenza, che lei, prima distolse lo sguardo e poi, fissando il soffitto, riordinò le idee.
"Perdonami, amor mio, pur avendolo già fatto con te diverse volte, è stato come fosse la prima. Ho avuto la sensazione che mi sverginasse il culo; il dolore che partiva dalla pancia e raggiungeva il cervello, mi ha fatto venire e l'urlo, che hai sentito, era più di piacere che di sofferenza: gli spasmi, ad ogni spinta, mi portavano verso l'apoteosi del piacere, per poi lasciarmi nell'angoscia e nella disperazione, quando si ritirava. Poi mi ha riempita e, solo allora, ho capito quanto stupida sono stata per il passato a non aver voluto approfondire questa pratica sessuale. Da giovani si pensa di avere sempre il tempo per provare, sperimentare. Ma poi arriva la maturità, per non dire vecchiaia, e ti rendi conto che, o lo fai ora, o mai più. Perdonami!"
Mi piegai sul letto e la strinsi forte a me.
Quella rivelazione mi commosse! Quanto avevo sbagliato io a non insistere.
Il cruccio maggiore fu il pensare al tempo trascorso a programmare lavoro, vita familiare borghese, apparire agli occhi degli altri, e, poi, il tran tran di tutti i giorni aveva assopito i nostri desideri, le nostre passioni.
Poi, d'un tratto, ti ritrovi vecchio e, solo allora, il rammarico di non aver osato ti assale prepotentemente.
Potevamo godere di più allargando molto prima i nostri orizzonti. Invece la gelosia, l'egoismo ci aveva ingabbiati in una normale e scialba vita di coppia.
Eppure, ero convinto che lei con me, ed io con lei, avessimo raggiunto momenti di piacere sconfinati. Ora mi stavo rendendo conto che...
Le mie divagazioni cerebrali furono interrotte da Lia.
"Mi aiuti?" chiese porgendomi il tubetto e girandosi a pancia sotto.
Si teneva le natiche aperte con le due mani e io feci cadere un po' di crema direttamente sul buchino, ancora parecchio dilatato, del culo. Strofinai leggermente con il dito e:
"È molto arrossato?" chiese e, avendola rasserenata, si rigirò sulla schiena e mi attirò su di sé.
"Ti amo - mi rassicurò - ho voglia di dormire abbracciata a te"
Mi spogliai velocemente e mi stesi pure io, facendola raggomitolare tra le mie braccia.
Dovevo però ancora affrontare con lei un altro aspetto di quello che lei chiamava trasgressione: la bisessualità che si stava affacciando prepotentemente nella mia mente ed ora ero io a voler sperimentare quest'altra prospettiva della mia vita sessuale.
"Posso dirti un'altra cosa?" chiesi quasi sperando che dicesse di no. Alzò leggermente il capo e guardandomi negli occhi mi fece capire di proseguire.
" Mi vergogno, ma devo dirtelo: mi é piaciuto prendere in bocca il cazzo di Silvio; se non mi avesse fermato..."
Mi bloccò con un dito sulla bocca e:
"Pure a me è piaciuto leccare tra le cosce di Anna e, se ti ho guardato meravigliata, è stato perché non me lo aspettavo. Ma il coinvolgimento tuo e mio in questo senso, può e deve avvenire senza il consenso esplicito di nessuno dei due. Prova di nuovo, come certamente farò anch'io e, se ci piace, supereremo il confine dei tabù, con sempre più complicità".
Poi si strinse tra le mie braccia e così ci addormentammo.
La sveglia suonò una o più volte, ma aprimmo gli occhi che erano quasi le dieci.
Mi alzai mentre Lia si stiracchiava e, quando uscii dal bagno, la trovai seduta in mezzo al letto.
"Pensavo a quello che ci siamo detti stanotte" disse.
"Abbiamo parlato di tante cose, quale in particolare?"
Mi guardò sorridendo e poi:
"Ti piace Elisa? - chiese a bruciapelo - pensavo..."
"Cioè, tu e lei: vorresti riprovare con lei. Scusa non puoi chiederlo ad Anna? Sarebbe più facile, dal momento che non sai se lei ci sta!"
"Scusa, sarò più esplicita. Voglio che tu scopi con Elisa, voglio preparartela e voglio, stavolta, esser io ad assistere. Mi intriga e mi eccita" concluse.
Rimasi in silenzio, mi avvicinai e:
"Perché vuoi farlo? Forse per..." non finii la frase.
"No, voglio solo capire cosa provi tu quando mi vedi tra le braccia di un altro e non fare tante altre congetture!"
"Ok, e chi te lo dice che ci sta? E poi come pensi di agganciarla?" chiesi stupito.
Già ci aveva pensato e
"Ho fame, che ne dici di fare colazione in camera? Potresti andare tu a prenderla giù, e uscendo riferisci ad Elisa che ho bisogno di lei".
Indossai i pantaloni e con una T-Shirt sulla spalla uscii dalla stanza.
Di Elisa nessuna traccia sul corridoio. Scesi le scale e, prima di arrivare al bar, mi guardai intorno.
Fu il portiere a chiedermi se cercassi qualcuno e, quando chiesi di Elisa, mi fu riferito che, fino alle diciassette non sarebbe tornata nella struttura.
Presi due ciambelle dolci, un bricco di latte caldo e del caffè e mi avviai verso la mia camera.
"E allora?" chiese Lia, quando entrai in camera.
"Mi dispiace per stamattina non se ne fa nulla" e riferii quello che mi aveva detto il portiere.
Rimase delusa, ma, con una alzata di spalle, si venne a sedere al tavolo per fare colazioni.
"Sei sempre interessata al Tantra?" provai a consolarla.
"Sempre, ma ti adoperi tu, vero?" mi chiese con un sorriso accattivante.
Era ovvio che dovevo essere io ad organizzare e pensai di chiedere direttamente a Silvio le dovute informazioni.
Fui pronto a scendere quasi subito e, mentre stavo per salutare mia moglie, un toc toc alla porta mi bloccò
"Avanti" esclamammo assieme, la porta si aprì e sulla soglia comparve Anna.
La salutai velocemente e lasciai le due donne alle loro confidenze.
Scesi nella hall e mi stavo dirigendo verso l'ufficio di Silvio, quando una mano si poggiò sulla mia spalla
"Cercavi me?" era il direttore che, aprendomi la porta, mi fece accomodare nella stanza.
"Ma stanotte, che avete fatto? Siete scappati via ed in silenzio: avevo chiuso gli occhi per pochi minuti ed eravate scomparsi!" sottolineò stupito.
"Dormivi così bene che mia moglie non ha voluto svegliarti" mentii.
"E' un tesoro! Lo sai che sei fortunato ad avere una moglie come Lia: bella, dolce e sensuale. Stanotte mi ha donato qualcosa..." e non finì la frase.
Aveva ragione: anche se non glielo dissi, l'aveva fatta godere come non mai.
"E ora dov'è? - chiese - Spero di non averle fatto male. Chissà se vuole ripetere l'esperienza! Scusa, ma tu, perché mi cercavi? Avevi bisogno di qualcosa?"
Gli spiegai del nostro interessamento per la dottrina orientale e chiesi come potevamo avvicinarci al dottore ed alla sua maestra; Silvio, senza nulla aggiungere, prese la cornetta e compose il numero del suo amico.

Cristiano rispose subito e il nostro amato direttore gli spiegò del nostro desiderio e ci fu accordato un appuntamento per le sedici alla sua "scuola".
Lo ringraziai e lui, stringendomi la mano:
"Per voi questo ed altro" disse, sottolineando quell'altro in modo inequivocabile.
Corsi su e, senza bussare, entrai in camera, dove Lia ed Anna stavano ancora cincischiando fra loro.
Mi trattenni dal riferire subito quello che era successo e, solo quando la nostra amica si accomiatò, informai mia moglie.
"Non vedo l'ora - disse contenta e mandandomi un bacio con la mano - sei un tesoro" e si richiuse in bagno.
Ne uscì dopo una ventina di minuti, nuda e mi sembrò leggermente preoccupata.
"Problemi?" chiesi.
"L'ho ancora tutto aperto" mi confidò.
"Fammi vedere" e l'aiutai a piegarsi sui braccioli della poltroncina della camera.
Effettivamente aveva ancora il buchino aperto e molto cedevole; presi un po' di pomata e le massaggiai delicatamente la zona. Sussultò, più per il freddo della crema che per il dolore.
"Vedrai che fra poco ritornerà normale" la rassicurai.
"Speriamo che il dottore, oggi, non se ne accorga" disse rammaricata.
Sorrisi e la baciai.
"Silvio ti ha chiesto di me?" chiese.
"Sì, ha chiesto perché siamo scappati questa notte. Comunque, mi ha fatto capire che vorrebbe replicare. Non gli ho risposto. Se ti va, dopo, prova ad incontrarlo" consigliai.
Rimase in silenzio, ma mi sembrò interessata.
"E Anna cosa ti ha detto?" chiesi.
"Mi ha detto che, ieri sera, dopo che il ballerino l'aveva scopata, cacciando via il marito, aveva concluso la serata con Rosetta e Luigi, i due sposini che avevano voglia di divertirsi. Ci aveva cercato ed ha voluto sapere che fine avevamo fatto. Le ho raccontato della nostra notte con Silvio e mi ha confessato che le sarebbe piaciuto provare."
"Le hai detto anche del nostro incontro di oggi?" chiesi.
"No meglio andarci da soli" affermò sorridendo.
Rimanemmo a bordo piscina fino all'ora di pranzo e poi, dopo un riposino di una mezz'oretta, ci avviammo in auto verso lo studio del ginecologo.
Lo studio era ubicato nel centro storico di una zona riqualificata "medievale". Era istituita la Zona a Traffico Limitato, per cui lasciammo l'auto in un mega parcheggio, proprio a ridossa delle mura.
A piedi, mano nella mano, in meno di cinque minuti, raggiungemmo la casa e, al citofono, una voce femminile, dopo essersi accertata chi eravamo, aprì il portone.
Un androne, con una scala in pietra serena, portava al piano superiore, ma la reception dello studio era a piano terra.
Fu Gisella a riceverci.
Subito si ricordò di noi e ci fece accomodare.
"Il dottore è impegnato, ne avrà ancora per una quindicina di minuti; se può interessare, potrei spiegare, per sommi capi, in che consiste il nostro Tantra Yoni." Propose, prendendo Lia sotto braccio e guidandoci nel suo studio.
Ci fece accomodare sul divanetto del salottino e lei occupò la poltrona laterale; regalandoci un sorriso rassicurante, iniziò:
"Questa tecnica è rivolta principalmente a quelle coppie che intendono superare la routine e la noia del loro rapporto, cercando nuovi e più stimolanti piaceri.
Per raggiungere questo scopo, è importante aiutare la donna a sciogliere blocchi emotivi, insicurezze e frustrazioni che, in parte per motivi etici o sociali, in parte per l'atavica condizione di sottomissione all'uomo, si sono consolidati nella psiche femminile. Il massaggio Yoni mette in circolo l'energia vitale, che renderà il rapporto sentimentale e sessuale della coppia più coinvolgente e stimolante.
Prima di iniziare, bisogna che vi informi che il massaggio è rivolto principalmente alle zone intime di noi donne e, nel Tantra, il Temine Yoni, che significa "Tempio Sacro", si riferisce proprio ai genitali femminili.
E' una tecnica in grado di sprigionare vitalità e forza in tutto il corpo, sbloccando così la nostra mente. Ovviamente, noi donne, sentendoci più sicure, diventeremo più sensuali e seducenti. Inoltre, il massaggio Yoni è particolarmente conosciuto ed apprezzato per l'estasi che ci fa raggiungere. Infatti, liberando l'energia sessuale bloccata nel corpo, si può godere di orgasmi di intensità superiore."
Spiegò tutto questo rivolta principalmente a Lia che, praticamente, si convinse a maggior ragione a provare.
Le spiegazioni di Gisella terminarono con l'arrivo di Cristiano, il ginecologo.
"Buongiorno" disse rivolto a noi e stringendo le nostre mani calorosamente.
"Ho subito acconsentito alla richiesta di Silvio, gli debbo molto e sono a vostra completa disposizione" aggiunse con gli occhi che brillavano di libidine.
"Gisella, vi avrà spiegato un pochino cosa è il nostro Tantra e - rivolgendosi a Lia – se vuoi provare, fatti condurre, passo passo, verso il sublime piacere.
Gisella, ora ti porterà di là e cominciamo".
Cosi Gisella prese per mano mia moglie e si avviarono su per le scale.
Aspettammo un paio di minuti e poi le seguimmo.
Lo studio del dottore era la prima porta che si apriva sul ballatoio e, una volta aperta, trovammo le nostre donne intente a spogliarsi.
"Dai Federico mettiamoci comodi pure noi; dovrò fare prima una visita ginecologica a tua moglie, per valutare sia le pareti che la mucosa vaginale, e poi anche la posizione posteriore dell'utero, per cui ci sarà necessaria anche una esplorazione rettale. Sarò delicatissimo, ma è opportuno".
Mi venne in mente la paura di Lia, riguardo all'ano ancora cedevole, ma non dissi nulla.
Nel frattempo Gisella, invitò mia moglie a seguirla in bagno per far la pipì, in modo da poter procedere all'ispezione ano/vagina.
Fu la psicologa che, sempre molta delicatamente, fece stendere Lia sul lettino del ginecologo, posizionandola con il sedere sul bordo e le gambe aperte sui due braccioli.
Lia mi guardò con occhi supplici, ma anche molto curiosa per quello che ancora doveva succedere.
Cristiano, nudo come tutti noi del resto, si avvicinò al lettino e cominciò il suo gradevolissimo lavoro.
Vedere le abili mani del medico frugare tra le gambe di mia moglie, mi mise in subbuglio. Un misto di confusione e di evidente eccitazione si era impadronito di me. Mi ripresi solo quando la visita fu finita e ci spostammo nella stanza attigua, quella adibita al massaggio Yoni.
L'ambiente, dall'atmosfera tranquilla e sufficientemente calda, presentava, in un angolo, un armadietto di ferro battuto con i vetri laterali, al cui interno, oltre a vari medicinali, c'erano diversi oli per massaggi.
Per terra un materassino da Yoga con un cuscino per appoggiare la testa.
Un odore di incenso, o qualcosa di simile, si sprigionava da due piccoli bruciatori posti lungo la parete più lunga e, dal soffitto, proveniva una luce soffusa che dava all'ambiente un senso di pace e di tranquillità.
Lia, senza nessuno invito, si stese supina sul giaciglio e aspettò che Gisella e Cristiano iniziassero. Io mi sedetti sul tappeto che mi fu indicato e, in disparte, fissai gli occhi stupendi e spalancati di mia moglie.
Gisella le fu subito vicina mentre Cristiano, si venne a sedere vicino a me.
"Non preoccuparti, la dottoressa è bravissima; vedrai come saprà portarla al culmine del piacere. Poi, se ci viene richiesto, interverremo pure noi."
"A che serviva la visita ginecologica" mi informai.
"Con l'età le pareti della vagina tendono ad ispessirsi, per cui diventa più difficile stimolare il punto "G"; Lia serba ancora una buona tenuta della mucosa e pure l'utero si presenta abbastanza elastico. E' importante saperlo, per evitare dolori e anche sanguinamento, specie se incontrerà uomini piuttosto dotati, sia in lunghezza che in spessore. Posso chiederti una cosa?" annuii con il capo e lui continuò:
"Ha avuto rapporti anali recenti?" chiese.
E dovetti rispondere per forza di sì al nostro dottore "Stranamore".
"Ti consiglio di osservare attentamente la tecnica che Gisella sta adottando, ti potrà essere utile per il percorso Cuck che stai affrontando. Un bull, che sicuramente vorrà coinvolgerti, potrà chiederti di preparare tua moglie alla monta"
"Vedi - continuò - il Tantra Yoni, a differenza della masturbazione nuda e cruda, tende a far raggiungere la donna al "lieto fine", senza portarla all'orgasmo. La vulva e la vagina vengono massaggiate profondamente nei punti più sensibili e, solo così, si libererà tutto il potenziale femminile latente nella donna. Si riduce così l'ansia e si ritrova la comunione tra anima e corpo."
Gisella stava aiutando Lia a respirare con l'addome, spingendo il suo diaframma su e giù e, quando si accorse che il ritmo, regolare e profondo del respiro, stava producendo i suoi effetti, la fece girare a pancia sotto. Versò sulla schiena di mia moglie una quantità dosata di olio e, partendo dalla nuca, prese a massaggiarla.
Le sue mani percorsero lentamente la zona del collo e poi si aprirono per rilassare i muscoli delle spalle e poi, giù giù, sulla colonna vertebrale.
Si fermò all'altezza delle anche per ripercorrere lo stesso cammino, ma, all'inverso.
Quando si rese conto del buon risultato ottenuto, raggiunse i glutei e anche in quella zona versò un'adeguata dose di olio.
Vedemmo sussultare Lia, quando le dita della donna, che prima si erano soffermate nella zona anale. ora penetravano con facilità la rosellina del culetto.
Un profondo respiro agevolò quel massaggio interno che durò, pressappoco, un minuto. Gisella, con fare molto professionale, allargò le cosce della paziente, raggiungendo, così, da dietro, la vagina chiusa di Lia. Le dita entrarono e uscirono velocemente anche lì e poi il massaggio proseguì sulle gambe, fino ai piedi. Infine, proprio i piedi, furono oggetto di molta attenzione. Ogni dito fu stretto e massaggiato con cura, provocando un lieve dolore che fece emettere un breve lamento alla mia donna.
"E' veramente esperta!" esclamai notando il rilassamento completo di Lia.
"Sì, è una delle migliori, oltre alla manualità è brava a trasmettere la sua energia".
"Ma esiste pure un massaggio Tantra al maschile?" chiesi.
"Certo, massaggio Lingam, noi non lo pratichiamo, ma dopo ti do il nominativo di un nostro collega che opera dalle vostre parti e che è molto capace sia come massaggiatore Yoni che Lingam. Sicuramente Lia vorrà approfondire, anche perché una sola esperienza non basta a portarla alla totale consapevolezza del proprio corpo. Inoltre, il Lingam, per te che vuoi spaziare nel mondo cuckold, aprirà altri orizzonti, che, magari, non hai ancora scoperto. In effetti la ricerca del punto "L", equivalente a quello "G" delle donne, ti farà assaporare il piacere..."
Non finì la frase, Gisella aveva fatto girare mia moglie e ora, supina, con i piedi ben piantati per terra e con le gambe quasi perpendicolari al corpo, stava aspettando il vero e proprio massaggio Yoni.
La dottoressa si allontanò da Lia, chiedendole di continuare a respirare con l'addome e si diresse verso l'angolo opposto, dove c'era un lavabo.
Era svestita da più di mezz'ora e solo allora notai le sue nudità.
Il seno prosperoso, nonostante l'età, si reggeva ancora molto bene. Le areole, larghe e scure, offrivano lo spettacolo di due capezzoli dalla forma a ciliegia, leggermente più chiare della zona circostante.
Il pancino, sensualissimo, nascondeva una vagina depilata ad arte, che doveva senz'altro donare tanto piacere ai maschi che potevano godersela.
Il culo, forse, era il pezzo migliore di quel quadro. Piccolo, ma ben modellato, con due natiche che nascondevano alla vista un bocciolo roseo, tra due strisce di un colore molto più intenso.
"Ora deve massaggiare il viso e si lava le mani" mi informò Cristiano.
Difatti, una volta asciugatele, ritornò verso Lia e si pose dietro la sua la nuca. Seduta, con le gambe a lato del corpo, aveva la vagina a contatto con i capelli di mia moglie.
Il massaggio riprese dagli occhi a palpebre chiuse, poi continuò con gli zigomi e le labbra.
Scese verse il seno e, lubrificatesi le mani, cominciò con le mammelle per poi concentrarsi sui capezzoli, che strinse tra le dita e tirò verso l'alto.
Un'altra spruzzata di olio sul ventre e un massaggio a mani aperte sulla pancia, con movimenti circolari che andavano dai fianchi verso l'ombelico.
"Il massaggio del ventre è molto importante, in questa zona ci sono tantissime terminazioni nervose e le loro contratture spesso, unitamente all'ansia ed allo stress, sono causa di tanti disturbi intestinali" spiegò il ginecologo.
Le mani di Gisella, lentamente e sempre massaggiando, si stavano avvicinando ai genitali della mia donna.
"Ecco, ora inizia il "Cirling"- spiegò Cristiano - Si tratta di un movimento circolare che, partendo dal Monte di Venere, raggiunge il clitoride. Piccoli cerchi sulla pelle, alternati a leggere pressioni."
Dal sorriso sulle labbra di Lia e dalla serenità dell'espressione del suo volto, si rilevava che il massaggio era più che gradito. Il "Cirling" continuò per un paio di minuti, per poi essere sostituito da un tambureggiamento, che il dottore mi disse chiamarsi "Tapping": un movimento leggero, morbido della punta delle dita sulla sua vagina. Lia esternava leggeri sussulti del ventre ad ogni tocco, poi si abbandonò al completo rilassamento, con un respiro man mano più regolare. Gisella, dopo un attimo di tregua, iniziò a premerle le labbra vaginali. Prese tra due dita e premute e tirate leggermente verso l'alto, non è altro che la preparazione di quello che sarà il massaggio vaginale vero e proprio.
"Ora inizia lo scivolamento - mi informa sempre sottovoce Cristiano - Le dita scivolano in alto e basso lungo le labbra della vagina, per poi raggiungere di nuovo il clitoride, molto lentamente, toccando tutti i punti esterni della vagina.
Lia era serena, ma il movimento del bacino faceva presagire l'arrivo di qualcosa di nuovo. Finito lo scivolamento inizia il "Rotolamento": il clitoride, tenuto tra pollice e indice, viene frizionato con movimenti lentissimi, inizialmente, per poi diventare più intensi e veloci.
Il godimento stava associandosi a quelle manipolazione ed era chiaro che, presto, sarebbe esploso. Cominciarono a sentirsi soffusi gemiti di piacere, accompagnati da sussulti della pelvi e spostamento, a destra e sinistra, del bacino.
"Fermati, fammi riposare, non ce la faccio più" implorò Lia, cercando di bloccare la mano di Gisella.
Ma ormai il massaggio era andato troppo oltre per essere fermato, per cui la massaggiatrice, con una dolcezza non comune, le fece una carezza in viso e, senza nessuna remora, baciò le labbra della sua protetta.
Quella tregua durò un attimo e subito, senza nessun ulteriore preavviso, vedemmo due dita di Gisella farsi largo tra le grandi labbra della vagina e penetrare nella cavità vaginale.
Di conseguenza, Lia ebbe un salto e poi il crollo sul materassino.
Il movimento delle dita, cominciò a farla smaniare di piacere, ma il culmine fu raggiunto quando si poggiarono sul suo punto "G".
Il massaggio divenne più frenetico, le due dita giravano e spingevano il punto del massimo piacere.
Un urlo liberatorio, la portò al massimo del piacere che le fece strabuzzare gli occhi e mordersi le labbra.
"Fermati" supplicò, ma poco convinta.
Gisella, comunque, sapeva cosa fare e senza interrompere il massaggio interno, allungò l'altra mano e riprese il "Cirling".
Era intrappolata, con il bacino bloccato dalle mani della donna e continuò a gemere e sussultare, fino a quando un rivolo denso e biancastro non cominciò a sgorgare dalla sua vagina.
Si alzò con il busto per meglio godersi le sensazioni che le venivano regalate, per poi abbattersi di nuovo sul materasso.
Io e Cristiano, con gli occhi spalancati, e tutti e due tremendamente eccitati, stavamo assistendo all'inizio dell'orgasmo di mia moglie.
La dottoressa si fermò e sfilò le dita dalla figa aperta e lacrimante di mia moglie e, con una mossa fulminea, piegò la testa e la tuffò tra quelle cosce spalancate.
Fu così che cominciò "La danza del ventre" di mia moglie. Fu ancora Gisella a prendere l'iniziativa e, giratala su un fianco, si distese a sessantanove, offrendo la sua vulva alla bocca famelica di mia moglie.
Il dottore, senza che nessuno lo invitasse, si alzò e raggiunse le due donne.
Avrei voluto farlo per primo, ma la sua mossa inaspettata mi lasciò di sasso!
Capii, ancora una volta, qual era il mio ruolo e, buono buono, cercando di non darlo a vedere, mi rassegnai e ripresi a segarmi.
Il quadretto che avevo davanti era infinitamente eccitante, ma dovevo frenarmi, non volevo subire l'ulteriore umiliazione di una sborrata, che seppur liberatoria, era stata prodotta da una solitaria masturbazione.
La mia donna stava pagando in natura l'onorario a Gisella e contro... natura al dottor "Stranamore".
L'amplesso durò cinque o, forse, sei minuti, poi tutti e tre si distesero uno accanto all'altro, godendosi, incuranti della mia presenza, il meritato riposo.
Quello che successe fino all'uscita dallo studio dei due, fu solo una corsa in bagno delle due donne che, insieme, andarono a ripulirsi e, quando tornarono, trovarono sia me che Cristiano, già vestiti.
Erano volate quasi due ore e, dopo un saluto fatto di baci e strette di mano, ci allontanammo dalla villa.
In silenzio, con Lia sotto il mio braccio, raggiungemmo l'auto e, solo in macchina, osai chiedere:
"Allora?"
"Fantastico - disse scuotendo la testa - ho goduto prima, durante e dopo. Mi sento svuotata, senza energia. Scusami, amore mio, tra la bocca di Gisella e il cazzo dietro di Cristiano, credevo di aver veramente raggiunto il "Nirvana". Ma tu, perché non mi sei venuto vicino?"
"Lo sai il perché; la tua felicità è la mia, il tuo piacere è il mio. Vederti godere a quel modo, mi ha impedito di far qualcosa che potesse rompere l'incantesimo. Mentalmente, ho goduto anch'io. Ti amo!" risposi.
"Io molto di più - e poi riflettendo un secondo - dammi il tempo di ricaricarmi e potrò donarti l'ultimo mio tabù!"
Le sorrisi e, di lì a venti minuti, facemmo ritorno in villa.
La nostra vacanza stava per terminare e quel pomeriggio, così come il giorno successivo, lo trascorremmo come lo volle Lia: soli, io e lei.
La sera, prima della partenza, dopo aver cenato e brindato con tutti gli ospiti della struttura, ci rifugiammo in camera nostra e là, per la prima volta Lia mi concesse l'ultimo baluardo della sua femminilità: si mise seduta sul basso sgabello della toilettina e succhiò il mio cazzo durissimo, fino a raccogliere il mio piacere nella sua bocca.
Il suo fu davvero un sublime atto d'amore che, seppur per pochi minuti, mi riportò al rango di "suo uomo".
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